Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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FUSIORARI NEL MONDO

Majai Phoria


UN UOMO GIACE TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE, ED E’ SUBITO SERA

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

VIAGGIA CON RYANAIR

JE ME SOUVIENS

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VILLA BERTI VIA BEL POGGIO N. 13 IMOLA http://www.villaberti.it/


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Anchorage

Anchorage

domenica 29 marzo 2009

TEZA

TEZA (***)
genere drammatico, anno 2008, prodotto e girato: Francia/Germania/Etiopia, Regia: H. Gerima, Sceneggiatura: H. Gerima, Durata: 1h e 40 min.; Distribuzione: Ripley’s Film; Interpreti: A. Arefe, A. Tedia. NOTE: il film ha vinto all’ultima Mostra di Venezia il premio per la sceneggiatura e della Giuria, ed è stato inserito tra quelli scelti per il Leone d’Oro, non vinto causa il successo avuto da The Wrestler di D. Aronofsky.
Commento: l’opera si articola su passato, presente e dimensione onirica, un triplice piano temporale che li intreccia. Rappresenta in maniera molto forte e toccante quello che è il perenne scontro tra il peso incancellabile della storia, tra l’incrollabile idealismo ed il pensiero razionale. Il regista Gerima esprime una riflessione attenta, curata e per certi versi molto amara sull’Etiopia, il suo Paese, senza dimenticare di far notare allo spettatore in modo a volte crudo le continue contraddizioni che la natura umana ha in se stessa. E’ un film estremamente vero sia dal punto di vista della precisione storica con cui viene narrato sia per la naturalezza e l’idoneità al ruolo dei protagonisti che il regista ha scelto, talmente identificati nella storia dal far sembrare l’opera una trasposizione sullo schermo di una vita reale vissuta dai protagonisti.
Storia: 1990. La dittatura marxista di Mengistu in Etiopia è arrivata alla fine. Il protagonista laureato in Germania presso la facoltà di medicina decide di ritornare in Etiopia, suo Paese natale, appena tornato a casa, però, si troverà di fronte alla realtà di una nazione che nulla ha più a che vedere con i suoi ricordi (dimensione onirica) dove a far da padroni sono la violenza, la confusione ed il disordine. Tutto questo si abbatte su un popolo che già era duramente provato dai lunghi anni di feroce dittatura marxista e che vede pian piano inesorabilmente distruggere i propri sogni e le proprie speranze, tradire le aspettative di un cambiamento che al termine della dittatura si è tramutato da speranza in un futuro migliore alla tragica, triste e mesta accettazione di una realtà in cui il cambiamento non ha fatto cambiare nulla per chi vi aveva creduto se non le insegne dei vincitori. Il protagonista rimane profondamente scioccato al suo ritorno a casa e si troverà a dover affrontare una realtà completamente diversa da quella da lui immaginata prima di partire dalla Germania. Storicamente attendibile, ambientazioni reali, storia che in realtà è cronaca, VIVAMENTE CONSIGLIATO per coloro che della tragedia del popolo etiope hanno solo sentito parlare ed ancor più a coloro che ne conoscono solo l’esistenza dal punto di vista geografico. E’ un film vero. Lo consiglio vivamente. Pietro Berti

LA NUOVA MODA

LA NUOVA MODA
Dobbiamo ammettere che abbiamo scoperto, incredibilmente, che il candidato a sindaco Delbono, che tutti hanno potuto ammirare nei suoi tragicomici manifesti sparsi in qua e in là per la città, è riuscito – suo malgrado – ad inventare una nuova moda: ha avuto un tale successo che è stata immediatamente seguita dal candidata alla Presidenza della provincia di Bologna Draghetti. La moda consiste in questo: Beatrice Draghetti, candidata alla Presidenza della provincia, fotografia ma il simbolo non c’è. In parole povere questa moda di Delbono è così contagiosa che è arrivata anche in provincia, dove la candidata di non si sa chi, pretende di essere eletta presidente per un partito che non si sa quale sia in quanto desaparecido dalle locandine. A questo punto una domanda sorge spontanea: ma Delbono e la Draghetti hanno le idee chiare? Chi rappresentano in realtà? Una cosa è certa, al povero elettore comune è dato solo sapere che uno corre per diventare sindaco e l’altra per diventare presidente della provincia; ma al povero elettore comune non è dato conoscere per quale partito. Piccola riflessione: non è che lor signori temano di mostrare il simbolo del PD temendo che la cosa non gli arrechi più danno che benefici? In ogni caso, ci auguriamo tutti che con o senza simbolo (in tal caso senza) lor signori se ne vadano a casa. In fondo, non sarebbe una grossa perdita; anche perché, visti i programmi? Visti i simboli? Visti gli scontri fratricidi interni? Il risultato dell’equazione è : il caos. Sicut erat in principio, nunc et semper. Pietro Berti

sabato 28 marzo 2009

FROZEN RIVER

FROZEN RIVER


http://www.youtube.com/watch?v=B5pPQdLN4mg
USA 2008 Genere Drammatico, durata 97 minuti, Regia Cortney Hunt con Melissa Leo, M. O’Chife, Distribuzione: Archibald Enterprise, Note: il film ha ricevuto due nomination all’Oscar per la sceneggiatura della regista Courtney Hunt e per la bellissima e reale prova da interprete con il ruolo di protagonista della quarantottenne Melissa Leo. Il film è uscito in Italia completamente in sordina nonostante sia stato considerato la vera sorpresa del SUNDANCE 2008 e premiato al Festival Noir di Courmayeur a dicembre scorso e riconsiderato recentemente per la nomination all’Oscar ricevuta dalla bravissima e poco conosciuta protagonista Melissa Leo (21 grammi).
Melissa Leo interpreta magistralmente il ruolo di una donna con due figlie a carico che per riuscire seppure a fatica a tirare avanti, intraprende un’attività rischiosissima: ossia, rendere possibile agli immigrati clandestini il transito dal confine del Sud del Canada con il Nord degli Stati Uniti, utilizzando una riserva indiana considerata da entrambi gli Stati “Zona Franca”. Tutti gli interpreti lavorano ad alto livello; la regista seppur crudamente riesce a far penetrare all’interno della vicenda lo spettatore rendendolo compartecipe delle azioni che si svolgono durante il film. Da notare il finale che arreca nello spettatore un impatto emotivo molto forte. Come al solito, un grande film ben girato, ben interpretato e che tratta di una tematica attualissima e reale nella sua drammaticità esce nel nostro Paese senza la benché minima pubblicità su quello che è la storia che narra e su quello che è la drammaticità dello status di clandestino tra i confini del Nord America e del Sud del Canada. E’ un film emozionante che gli amanti del genere drammatico condito da attualità storica non possono perdersi. Una vera chicca. Consiglio ai cinefili di ricercare le pochissime sale in cui il film viene proiettato e di estraniarsi dal mondo che li circonda per entrare nel mondo di cui narra il film. Azione questa che non costa la benché minima fatica per lo spettatore, infatti la bravura della regista sta proprio nel fatto che lo spettatore si sente sin da subito proiettato non solo con la mente ma anche con il corpo all’interno della storia che viene narrata. Buona Visione. Pietro Berti

ONOREVOLE CASINI, UDC : UNA GRANDE LEZIONE DI STILE

ONOREVOLE CASINI, UDC : UNA GRANDE LEZIONE DI STILE
L’amico Casini ancora una volta ha dato sia una lezione di stile sia una lezione comportamentale all’attuale segretario pro tempore del Partito Democratico, D. Franceschini. Infatti, in merito alla tre giorni in cui il PDL alla presenza di 6.000 delegati sta elaborando il progetto di nascita del nuovo partito, l’On. Casini rispondendo alle domande dei giornalisti ha, a tutti, ripetuto la stessa identica frase, e cioè “considero la nascita di un nuovo soggetto politico nel nostro Paese come un atto di alta Democrazia”. Questa è classe e soprattutto è rispetto nei confronti degli altri. Coloro,invece, che si reputano democratici, capeggiati attualmente da Franceschini, per sua bocca non sono entrati assolutamente nel merito della costituzione del nuovo soggetto politico e, neppure, hanno aspettato che questo venisse ufficializzato. Tutt’altro! Dimostrando una totale intolleranza nei confronti di chi sta costruendo il nuovo della politica, si sono limitati, ancora una volta per bocca del loro rappresentante (non è certo un leader!) a dire al Presidente del Consiglio tutto quello che costui dovrebbe fare secondo loro. Ebbene, in uno Stato democratico dove un partito nasce democraticamente normalmente gli avversari di codesto partito possono legittimamente non condividerlo, attaccarlo, opporvisi, ma è da assoluti mancanti di lungimiranza attaccare un neonato soggetto, in corso d’opera, disturbandone i lavori con discorsi che definire penosi è essere generosi. L’invito che mi sento di fare a quel tentativo di segretario, seppur temporaneo, del PD è quello di cominciare, anche se a fatica, ad elaborare uno straccio di programma alternativo a quello del Governo, anche perché la politica del criticare quotidianamente a priori qualunque cosa venga fatta è inutile, deleteria, mancante di costruttivismo e, soprattutto, è tipica di chi non ha nulla da dire.
Pietro Berti

ELEZIONI EUROPEE ALLE PORTE

ELEZIONI EUROPEE ALLE PORTE


Stanno cominciando ad apparire i primi manifesti elettorali delle elezioni europee in giro per le città d’Italia. Tra tutti quelli che ho notato e che , sinceramente, mi hanno lasciato perplesso per le frasi scontate e per la mancanza di novità degli slogan, invece ce n’è uno da pochi giorni affisso che, a differenza degli altri, lancia un bellissimo messaggio che ritengo opportuno segnalare. Il manifesto è bianco in alto al centro su due fila c’è scritto in rosso “smettetela di litigare.” Poi c’è disegnata in nero in modo approssimativo, ma chiaro, una colomba in volo che tiene nel becco un ramo d’ulivo. Sotto alla colomba è apposta in nero la firma di Pier F. Casini senza che sia indicata nessuna onorificenza o carica, in particolare neppure la dicitura “On.”. Al di sotto della firma in basso a destra, vi è un semicerchio arancione con la scritta in bianco Casini. Basta. Stop. Null’altro. Ebbene, dal mio punto di vista è in assoluto il manifesto – vuoi per il periodo pasquale in arrivo, vuoi per la sua semplicità, vuoi per il fatto che non vi sono scritte frasi banali, comuni ahimè agli altri manifesti elettorali e vuoi anche perché questa colomba disegnata così semplicemente forse da un bimbo contiene più simbologia e significato di un libro intero. L’animo di chi guarda questo manifesto bianco si rasserena e forse qualcuno si rende conto che noi ci ricordiamo della nostra cultura e delle nostre tradizioni, che a quelle noi siamo legati perché ci rappresentano, perché non è con il litigio che si raggiungono gli obiettivi, perché non siamo il popolo dei “NO”, perché noi siamo il popolo che ha un legame profondo con il suo passato fiero della democrazia che è stata costruita dai nostri predecessori che ci è stata regalata con il sudore della fronte e con il sangue, che noi siamo il popolo per la pace e che siamo disposti a difenderla in ogni maniera in qualunque posto del mondo i diritti umani più fondamentali vengano violati anche rischiando le nostre stesse vite, consapevoli del fatto che l’ideale viene prima di ogni altra cosa, consapevoli che il bene degli altri viene prima del bene di noi stessi e, soprattutto, consapevoli che molti sono bravi a parlare pochi sono bravi a parlare bene pochissimi sono disposti senza parole a sacrificarsi.
Il manifesto è bello e io mi ci identifico completamente. Buona Pasqua a tutti. Pietro Berti

venerdì 27 marzo 2009

ULTERIORE ESEMPIO DI DEGRADO A BOLOGNA: PIAZZA NETTUNO

ULTERIORE ESEMPIO DI DEGRADO A BOLOGNA: PIAZZA NETTUNO
Giovanna C. 21 anni di Ancona, laureanda in scienze etnoantropologiche, giovedì 26 marzo 2009 dopo pranzo si stava recando in Sala Borsa per studiare. Una volta giunta in Piazza Nettuno mentre stava per posteggiare la bicicletta ha avvertito un dolore forte al piede e si è accorta che dalla scarpa sporgeva una siringa. E’ subito corsa all’ospedale S. Orsola dove ahimè le è stata riscontrata una ferita da punta con ago contaminato da materiale siero ematico potenzialmente infetto. Dopo la disinfezione della ferita è stata sottoposta al richiamo del vaccino dell’antitetanica e dell’antiepatite B; per quanto riguarda la possibile infezione da HIV, i medici hanno detto che la siringa si trovava in zona da parecchio tempo e di conseguenza il rischio di contrarre tale malattia è molto basso. In ogni caso, si potrà considerare al di fuori del pericolo di aver contratto tale malattia solo dopo due mesi. Un aspetto scandaloso tra i tanti di questa vicenda sta nel fatto che nel caso in esame l’impegnativa del Pronto Soccorso scade in 15 giorni, di conseguenza gli esami anti HIV sarà costretta a pagarli di tasca sua. Quello che è successo alla studentessa merita innanzitutto da parte nostra un’assoluta dimostrazione di vicinanza e di solidarietà; anche perché i prossimi due mesi che si appresta a vivere saranno molto difficili da trascorrere. Poi, c’è da rilevare il fatto che l’eroinomane abbia potuto senza problemi disfarsi della siringa dal momento che Bologna nelle ore notturne offre numerosi angoli bui e poco illuminati dove si può agire in modo indisturbato. Inoltre, da evidenziare il fatto che quanto è successo fosse a pochi metri dalla Questura e, dulcis in fundo, che nessun passante si sia preso la briga di avvertire gli organi preposti affinchè un oggetto così pericoloso che avrebbe potuto pungere non solo la studentessa ma anche i bambini etc. venisse rimosso. Tutto ciò premesso e dopo aver ribadito la nostra più piena solidarietà alla studentessa siamo a denunciare ancora una volta il degrado in cui versa la città di Bologna e, soprattutto, l’assoluta mancanza di controllo delle zone più appartate in cui i tossicodipendenti possono non solo drogarsi senza problemi , ma addirittura abbandonare le siringhe usate in pieno centro storico e addirittura davanti alla sala Borsa. Tutto ciò è scandaloso! Pietro Berti - UDC

ELEZIONI AMMINISTRATIVE BOLOGNA 2009: LA SAGA CONTINUA!

ELEZIONI AMMINISTRATIVE BOLOGNA 2009: LA SAGA CONTINUA!
In merito alle elezioni amministrative 2009 per il Sindaco di Bologna, proseguendo il ragionamento iniziato giovedì nel quale è stato enucleato il confronto a Bologna sempre più duro tra il sindaco uscente del PD, Sergio Cofferati e l’attuale candidato del PD Flavio Delbono ritengo utile seppur brevemente ricordare altri due candidati alla carica di sindaco. Questi, peraltro mi auguro che non siano considerati dall’elettorato e vengano eliminati direttamente al primo turno. Trattasi del prof. Pasquino – area Pd – e Franco Grillini – area PSI-.
Per quanto riguarda Pasquino è noto a tutti quanto sia stato difficile per lui durante le primarie riuscire a racimolare le firme necessarie per la presentazione della propria candidatura. Dopo di che, una volta entrato in gara, si è completamente eclissato sperando nell’aiuto di Cofferati per guadagnare più punti possibile dagli interventi che ormai quotidianamente il sindaco uscente di Bologna sta facendo nei confronti del candidato del PD Delbono. Pasquino ritiene che questo continuo stillicidio sempre più feroce non solo indebolisca la già fatiscente figura del candidato sindaco ma addirittura lo faccia preferire agli elettori a discapito di Delbono.
Riassumendo, dalla guerra “fratricida” tra il sindaco uscente e il candidato PD (attenzione, lo sappiamo solo dai giornali e dai manifesti che è candidato sindaco ma non sappiamo con certezza che lo sia con e per il PD , in quanto costui continua imperterrito a non inserire il simbolo del partito nei suoi cartelloni pubblicitari) beneficerà l’outsider Pasquino il quale (sempre augurandoci che non vada oltre il primo turno) è diventato un vero e proprio antagonista di Delbono e sta sfruttando a pieno i continui attacchi di Cofferati nei confronti di Delbono. Tale discorso vale anche per Grillini di area socialista, il quale pur partendo agguerrito per la corsa alla carica di primo cittadino, piano piano è stato eclissato dalle guerre tra Cofferati e Delbono, che lo hanno completamente eliminato dalla scena politica. Costui rischia di non aver neanche una rappresentanza in consiglio comunale se nella sinistra continua a prevalere la linea devastante di Cofferati nei confronti di tutti coloro che non sono Cofferati.
Al sottoscritto, sinceramente, non interessa nulla del fatto che Pasquino o Grillini non riescano ad avere rappresentanze all’interno del prossimo consiglio comunale e tanto meno interessano le guerre casalinghe all’interno di un partito che di democratico porta solo il nome. Sono molto ottimista sul fatto che Cofferati dopo cinque anni di assenza al governo della città, finalmente, abbia deciso di fare, nell’imbarazzo generale della direzione della sinistra, una guerra spietata nei confronti di quello che il partito ha designato essere la degna alternativa al governare Bologna. Noi tutti ci auguriamo così! Dopo aver analizzato la figura dell’uscente Cofferati (che per caso fortuito è entrato e per fortuna esce), del fantasma Grillini, dell’attendista temporeggiatore Pasquino e del fatiscente Delbono - e fino a qui è tutto un programma… -, passerò quanto prima ad analizzare l’accozzaglia dei residuati bellici dell’estrema sinistra che si è coalizzata raggruppando più forze politiche per parlare di come intende organizzarsi e per quanto mi riguarda formulo loro l’augurio che costoro non trovino accordo con il PD e corrano da soli. Ancor più che non riescano ad arrivare al quorum per collocare in consiglio comunale loro rappresentanti come – grazie a Dio! – è fortunatamente successo nelle elezioni politiche di aprile 2008. Pietro Berti - UDC

giovedì 26 marzo 2009

FLAVIO DELBONO: GLI ENIGMI DELLA POLITICA CONTINUANO

FLAVIO DELBONO: GLI ENIGMI DELLA POLITICA CONTINUANO



voglio sottoporre (in merito alla campagna elettorale delle amministrative a Bologna di giugno 2009) il tema DELBONO: sull’argomento vi invito non solo a leggere sul mio blog l'attribuzione delle quote rosa e ai giovani del ""sig. Del Bono" che si presume appartenente al PD -anche se fa di tutto per nasconderlo visto che il simbolo del PD non appare nè in città e neppure - ascoltate questa - nel suo blog di cui vi do l'indirizzo e vi invito di andare a consultarlo http://flaviodelbono.wordpress.com/noterete che il sig. Del Bono ha messo su un sito che dal punto di vista contenutistico, propositivo e programmatico è totalmente nullo.
Se il 26 di marzo il blog di colui che si considera il candidato della sinistra (e ribadisco, non mi permetto di parlare di PD quando il primo a non parlarne è lui) e , Pasquino (altro candidato della sinistra) permettendo, costui, al di là di mostrare la faccia che ha, non ha fatto trascrivere dai suoi "esperti" neppure uno schizzo di documento programmatico, limitandosi a dire che farà interviste quà e là, in radio , tv etc. etc…, modestamente , dal nostro punto di vista, riteniamo che costui sia il tipico soggetto indicato dall'entourage del partito e che il programma politico per lui (ammesso e non concesso che arrivi) è una pura formalità.
Attualmente Delbono nei manifesti elettorali ha gli occhi azzurri, mentre nelle foto sul suo blog e sul suo sito ha evidentemente gli occhi scuri. Comunque, in questo caso e cioè nei manifesti della II^ serie guarda in alto in atteggiamento pensoso. Lo slogan è cambiato nel testo “Bologna protagonista” (non si sa di che cosa) ma anche in questo caso – nonostante il fondo sia ancora di colore arancione – non c’è il simbolo del PD. Dario Franceschini ha parlato tra i due litiganti (Delbono e Cofferati) e sconsolato se ne è andato in Cile. Il nodo è quello delle europee. Tra i prodiani ulivisti c’è un grande malcontento per i siluri quotidiani di Cofferati contro Delbono e sta crescendo la fronda contro l’ex leader della CGIL.
In merito al “lavoro” (ammesso che si possa definire tale) della giunta Cofferati che grazie a Dio finalmente si decide a liberare Bologna dalle sue tenaglie va dato atto che nella percentuale di cose fatte“da Sergio”, non possiamo annoverare nulla di buono, a cominciare dal totale menefreghismo nei confronti dei problemi di Bologna. Il patetico tentativo di giovedì 28 marzo ’09 di bonifica del laghetto dei giardini margherita appare tardivo, penoso e seppur necessario fatto per dispetto a Delbono. Questo intervento dovrebbe rendere possibile il ritorno alla normalità del laghetto entro metà aprile ma un mistero ha attanagliato la giunta Cofferati fin dall’inizio dei lavori. Si tratta delle due oche scomparse. Il direttore ambiente non sa se siano state mangiate; il dirigente comunale dice che gli esemplari che nidificano nella canaletta del Savena arrivano da soli e sono migliaia. Problema: il tipo di oche che è scomparso non vola.
Oltre al patetico intervento sopra descritto annovererei il giusto ed ormai quotidiano attacco che è diventato frontale nei confronti del candidato Delbono, che dal mio punto di vista è l’unica cosa buona che ha fatto e sta facendo Cofferati, oltre a quella di andarsene. Questo attacco ha creato e sta creando problemi grossissimi alla direzione del PD e che ha spiazzato tutta la sua dirigenza. Con un candidato sindaco di questa levatura perfino il sindaco uscente venuto da chissà dove -e che tutti noi aspiriamo al fatto che ci ritorni quanto prima,- ha perfettamente ragione. Delbono rappresenterebbe un ulteriore disastro per la città a completamento dei disastri già operati dall’ex capo della CGIL. Pietro Berti

sabato 21 marzo 2009

LIVE! – Ascolti record al primo colpo

LIVE! – Ascolti record al primo colpo

http://www.youtube.com/watch?v=GaGWFTp-mCY

Regia di Bill Guttentag, genere drammatico, durata 1h e 50 m, con Eva Mendes, e J. D. Morgan. E’ da tempo che i reality la fanno da padroni nelle classifiche di audience di ogni paese, dal grande fratello a survivors all’isola dei famosi per passare alla fattoria si è rilevato che l’interesse degli spettatori non solo non è diminuito, ma anzi, è vertiginosamente aumentato. Tutto per il pubblico. Qualunque cosa per il pubblico. Basta una telecamera, lasciarla accesa di fronte ad un fatto qualunque e si può star certi che qualche spettatore si sentirà magneticamente attratto a guardarlo. Che coloro che vengono filmati si picchino, siano provocati, siano messi in pericolo, siano affamati, pratichino sesso in diretta, il pubblico, attonito, rimane con lo sguardo incollato al televisore. Live mette come posta in gioco del reality la morte in diretta. Il film narra di un nuovo estremo reality show, dove i concorrenti partecipano ad una roulette russa con armi cariche con proiettili veri. Il sopravvissuto al termine della competizione otterrà un premio di 5 milioni di dollari. Katy propone lo show alle alte sfere del network appoggiata dal documentarista Rex , forte del fatto che “gli uomini sono sempre stati affascinati dalla morte e, cosa più importante, dal fatto di assistere alla morte, dal pubblico che accorreva al Colosseo per assistere ai combattimenti all’ultimo sangue tra i gladiatori alle folle di Parigi che venivano ad assistere alle esecuzioni tramite ghigliottina ”. Rilievo importante del film è che a questo reality non partecipano persone al limite della disperazione. C’è il giovanotto che partecipa per guadagnare soldi facili e celebrità, la bella in cerca di un trampolino di lancio per una carriera in TV, il bravo ragazzo che vuole una vita migliore per sé e la sua famiglia, l’intellettuale che come tale dovrebbe utilizzare la stampa per criticare i reality ma finisce per sfruttarlo come tutti gli altri, e quello che ha una storia tragica alle spalle. Fino a dove si può spingere l’interesse morboso degli spettatori nei confronti di un reality? E soprattutto, di un reality in cui uno solo vince e per gli altri si muore per davvero? L’idea del film nasce dall’esperienza diretta del regista che ha avuto modo di ascoltare le proposte più assurde dei network televisivi, come quella di distruggere in diretta un Boeing 747. Questo è un film che a suo modo è estremamente educativo e ritengo che la sua visione sia molto importante per comprendere e valutare i meccanismi attraverso cui ognuno di noi sceglie i programmi televisivi, cosa guardare e per quale motivo. Un film che analizza i meccanismi psicologici dello spettatore e i meccanismi della sua captazione. Pietro Berti

mercoledì 18 marzo 2009

LA SICILIANA RIBELLE


LA SICILIANA RIBELLE
Durata: 2h Produzione: Istituto Luce Genere: Drammatico (Italia 2008) Regia: M. Amenta
Con V. D’Agostino, G. Jugnot, M. Mazzarella, L. Sardo;
Storia Vera: Rita Adria, ragazzina siciliana che negli anni ’90 ebbe la forza ed il coraggio di sfidare l’omertà mafiosa denunciando al giudice Borsellino i sicari di suo padre e di suo fratello. La vicenda inizia una mattina del novembre del ’91, Rita ha 17 anni e si presenta al procuratore di Palermo per denunciare gli assassini del papà e del fratello, entrambi mafiosi. Per questo, viene rinnegata e minacciata dal paese e disconosciuta dalla madre. Rita è costretta ad abbandonare la Sicilia e ad esiliarsi clandestinamente a Roma. Il giudice antimafia Borsellino diviene per lei una figura paterna che la sostiene nel suo percorso. Purtroppo gli eventi precipitano.
VIVAMENTE CONSIGLIATO

sabato 14 marzo 2009

LA ROSA, VISIONE POETICA DI UN FIORE

LA ROSA, VISIONE POETICA DI UN FIORE
AI PRIMI DI MAGGIO SBOCCIA PROFUMATA, GIALLA, BIANCA E ROSSA LA ROSA. ”ROSA, GIOIA DEGLI UOMINI, PROFUMO DEGLI DEI, FIORE PREDILETTO DA AFRODITE … “ SCRIVEVA ANACREONTE, SIN DAL V° SECOLO A.C. . NEL FAMOSO QUADRO DI BOTTICELLI , AFRODITE NASCE SOTTO UNA PIOGGIA DI ROSE CHE TENDONO A CELEBRARE L’AMORE CHE LA DEA SUSCITA, LA PERFEZIONE DI CUI LA ROSA E’ MANIFESTAZIONE E LA BELLEZA DI CUI, PURE, VIENE RICORDATA LA FUGACITA’. SCRIVEVA POLIZIANO “ QUANDO LA ROSA OGNI SUA FOGLIA SPANDE QUANDO E’ PIU’ BELLA, QUANDO E’ PIU’ GRADITA, ALLORA E’ BUONA A METTERE IN GHIRLANDE, PRIMA CHE LA SUA BELLEZZA SIA FUGGITA: SICCHE’, FANCIULLE, MENTRE E’ PIU’ FIORITA, COGLIAM LA BELLA ROSA DEL GIARDINO … “. E ANCORA, LA ROSA DEL PICCOLO PRINCIPE DI A. DE S. EXUPERY “COLTIVAVO CINQUEMILA ROSE IN UN GIARDINO PICCOLO E NON TROVAVANO CIO’ CHE CERCANO; E PENSARE CHE QUELLO CHE CERCANO LO POSSONO TROVARE IN UN’UNICA ROSA; MA GLI OCCHI SONO CIECHI, CON IL CUORE BISOGNA CERCARE”; LA ROSA CHE IL BUDDA DI FRONTE AD UNA MOLTITUDINE CONVENUTA PER ASCOLTARLO PORSE A MAHAKASHJAP DICENDO “AGLI ALTRI HO COMUNICATO QUELLO CHE POTEVO COMUNICARE, A TE QUELLO CHE NON PUO’ ESSERE COMUNICATO”. LA ROSA SEMPITERNA CHE DANTE IN ESTASI CONTEMPLA COME UN MANDALA, QUANDO SCENDE ALL’EMPIREO, ACCOMPAGNATO DA BEATRICE “E SE L’INFIMO GRADO IN SE’ RACCOGLIE SI’ GRANDE LUME, QUANTA E’ LA LARGHEZZA DI QUESTA ROSA NELL’ESTREME FOGLIE! LA VISTA MIA NELL’AMPIO E NELL’ALTEZZA/NON SI SMARRIVA, IN QUANTO E’ ‘L QUALE DI QUELLA ALLEGREZZA. (…) NEL GIALLO DELLA ROSA SEMPITERNA, /CHE SI DILATA ED INGRADA E REDOLE /ODOR DI LODE AL SOL CHE SEMPRE VERNA,/QUAL E’ COLUI CHE TACE E DICER VOLE / MI TRASSE BEATRICE E DISSE “MIRA/QUANTO E’ ‘L CONVENTO DELLE BIANCHE STOLE!” (PARADISO, CANTO 30, VERSI 115-129).

mercoledì 11 marzo 2009

EAGLE EYES


EAGLE EYES (USA/GERMANIA 2008) http://www.youtube.com/watch?v=suTQRaz6WTU


GENERE THRILLER durata 118 min Paramount Pictures Regia di D. J. Caruso con Shia Labeuf, M. Monaghan, B. Thornton, Rosario Dawson.
J. Shaw , 23 anni, lavora in un negozio di Chicago dopo aver lasciato l’università. Un giorno, scopre utilizzando il bancomat che il saldo corrisponde a 750.000 dollari. Impressionato e stupito corre nel suo mini-appartamento e vi scopre scatoloni stracolmi di armi e di materiale per costruire bombe. Contemporaneamente, il suo cellulare squilla e una donna gli comunica “di essere stato attivato” , dicendogli che ha solo 30 secondi per scappare prima che l’F.B.I. lo arresti. Jerry non si rende conto di quello che sta accadendo e l’F.B.I. con a capo l’agente Morgan lo arresta ed inizia ad interrogarlo. Pochi secondi dopo la fine del primo interrogatorio la donna misteriosa lo richiama, lo avverte che è stata preparata per lui una via di fuga. Il gioco a lui incomprensibile in cui si viene a trovare lo rende l’obiettivo di una gigantesca caccia all’uomo nella quale si trova coinvolta, suo malgrado, con le stesse modalità di reclutamento Rachel. Cercando di fare il possibile per rimanere vivi Jerry e Rachel capiscono di essere divenuti pedine di un terribile nemico senza volto che ha un potere illimitato e riesce a controllare tutto quello che loro fanno. Un film altamente adrenalinico definito un ottimo action-movie. Trattasi di un thriller fantapolitico che è destinato ad inculcare negli spettatori una dose di sospetto nei confronti del proprio cellulare, oggetto di controllo, di localizzazione da parte del più pericoloso computer di cui il cinema parla dai tempi di Al9000.
Per gli amanti del genere è una vera chicca e in modo particolare nei primi 57 minuti che sono un susseguirsi di azioni che tengono lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo. Pietro Berti

domenica 8 marzo 2009

THE READER A VOCE ALTA




(USA/Germania 2008) regia S. Daldry, con K. Winslet, R. Fiennes, D. Kross, Lena Olin, O1 Distribution, Durata 124 minuti, Genere Drammatico (5 Nomination all’Oscar).
Germania dopoguerra: M. Berg, quindicenne, si sente male improvvisamente per strada e viene soccorso da Hanna, una donna sconosciuta con il doppio dei suoi anni. Passati tre mesi, Michael perfettamente guarito dalla scarlattina, cerca disperatamente Hanna per ringraziarla. Tra i due nasce un rapporto che si trasforma ben presto in una relazione passionale che assume una connotazione particolare quando Hanna comincia a chiedere a Michael ogni volta che si incontrano prima di far l’amore, di leggere a voce alta i brani di un libro. Michael la accontenta e passa da Cechov a M. Twain per poi passare ad Omero. Poi inaspettatamente Hanna senza dire nulla a Michael sparisce, lasciando il ragazzo disperato e con il cuore spezzato. Passano gli anni, Michael è un brillante studente di legge che segue i processi di guerra nei quali vengono giudicati gli ex nazisti. Con suo grande stupore ritrova Hanna tra gli accusati. Nel corso del processo, il passato di Hanna e delle altre coimputate viene rivelato e Michael scopre un terribile segreto.
The Reader è tratto dall’omonimo romanzo del tedesco B. Schlink . Il progetto è stato prodotto dai maestri Sidney Pollack e Antony Minghella, due giganti della regia, oltre che eccellenti sceneggiatori, scomparsi proprio una volta che il film era stato terminato. E’ rilevante il ruolo di Ralf Fiennes (Michael da adulto) che nel corso del film ha numerosi dejà-vu che lo riportano alla sua gioventù, al rapporto con questa donna per cui era disposto a fare qualsiasi cosa fino al momento in cui assiste al processo che la vede imputata. Nel corso del processo penale Hanna racconta di quando era dipendente della Siemens e di come venne contattata dalle SS per lavorare all’interno di un campo di prigionia dove ogni mese dovevano essere scelte 60 donne che dovevano essere inviate nei campi di sterminio. La particolarità del personaggio sta nel fatto che Hanna quando risponde alle domande dei Giudici dice che si è arruolata presso le SS perché lo stipendio era migliore in rapporto a quello della precedente ditta dove lavorava: la Siemens. Hanna non si rendeva assolutamente conto di cosa fossero le SS . Durante il processo Hanna rivelerà degli aspetti sorprendenti del suo interiore, lasciando allo spettatore il ruolo di svelarne i contenuti più intimi. Il film è bello, ben interpretato ed è assolutamente consigliato. Non si tratta di una storia sul perdono ma su come non si sceglie mai chi si ama. Il film mi ha molto affascinato e rivelarne ulteriori dettagli significherebbe rovinare allo spettatore il piacere di scoprirlo dal film. Pietro Berti

L’ORO BLU APPARTIENE ALL’UMANITA’- questa è la definizione, ad oggi, dell'acqua




L’ORO BLU APPARTIENE ALL’UMANITA’ Questa è la definizione, ad oggi, dell’acqua.



Negli ultimi trent’anni, le risorse idriche mondiali sono calate del 30%. La banca mondiale ha affermato che le guerre del 21° secolo saranno combattute per appropriarsi delle risorse idriche della terra. La Turchia – che in fatto di risorse idriche dispone riserve di gran lunga superiori a quelle del nostro Paese – è , da parecchio tempo, a rischio di conflitto militare con l’IRAQ e con la Siria per il controllo degli antichissimi fiumi Tigri ed Eufrate. Purtroppo rileviamo che le multinazionali controllano in Italia quasi totalmente il mercato delle acque minerali e che le proprietarie dei marchi più famosi che prelevano acqua a costi irrisori la rivendono con guadagni che oscillano dal 600 al 1000% . Questo perché ci sono costi di prelievo bassissimi stabiliti, tra l’altro, sulla base dell’estensione della sorgente e non sulla base della quantità d’acqua prelevata. Inquietante è il fatto che alla luce di tutto questo un ulteriore elemento è degno di nota: sono solo sei le regioni (su venti ) che percepiscono un irrisorio onere per lo sfruttamento delle acque (Piemonte, Veneto, Umbria, Campania, Basilicata e Sicilia). Più semplicemente, la nostra acqua viene regalata alle multinazionali che la fanno ritornare a caro prezzo sulle nostre tavole. Solo ad esempio, attualmente l’acquedotto pugliese più grande d’Europa sta per passare sotto il completo controllo della Nestlé. Inutile ricordare che l’acqua è il bene primario alla vita dell’uomo, inalienabile diritto di tutti e di vitale importanza. Tutto ciò premesso, è necessario battersi per il mantenimento del controllo pubblico dell’acque e perché sia garantita ad ogni cittadino la fornitura gratuita di almeno 20 litri di acqua al giorno applicando costi ed oneri al consumo eccedente in funzione dell’uso che ne viene fatto. Il decreto-legge firmato dal ministro Tremonti approvato il 5.08.2008 che stabilisce che le reti idriche, pur rimanendo pubbliche, possano essere gestite da società private, come nel caso del gas e dell’energia elettrica, appare nella migliore delle ipotesi una lex contraddittoria in quanto se da un lato stabilisce la natura pubblica del bene, dall’altro si spalancano le porte ai cosiddetti privati, cioè alle multinazionali. In merito alla soluzione data a tale problematica non possiamo assolutamente ritenerci concordi ed invitiamo il Governo attuale ad una presa di posizione differente a quella già assunta ai fini di un ritorno della gestione delle reti idriche al pubblico e non al privato, in particolar modo estero. Pietro Berti - UDC

venerdì 6 marzo 2009

“L’UNITA’ ” IN CRISI . Donec eris felix multos numerabis amicos, sed si tempora tibi fuerint nubila solus eris.

“L’UNITA’ ” IN CRISI . Donec eris felix multos numerabis amicos, sed si tempora tibi fuerint nubila solus eris.
Sicuramente Gramsci non si sarebbe aspettato che il quotidiano da lui fondato stesse -a metà del 1° trimestre del 2009 - rischiando di chiudere. Una delle colpevoli della situazione di mancato aiuto finanziario al quotidiano del PD è LegaCOOP (uno dei giganti delle cooperative). Infatti, dalla Direzione di LegaCOOP è stato precisato che non rientra nelle loro intenzioni partecipare a cordate o società che dovessero rilevare quote azionarie del capitale della società editrice del l’Unità. C. De Gregorio aveva indetto una mobilitazione per salvare il quotidiano; ed anche il leader della CGIL, Epifani, aveva sostenuto la campagna abbonamenti e la pubblicità. Se entro la fine di marzo non entreranno forti capitali il giornale del PD rischia davvero di chiudere. Per quel che concerne Soru, che acquistò nel maggio del 2008 l’Unità reduce da una crisi, al momento ha dichiarato che non ha più intenzione di investire altri soldi nel giornale. I giornali del l’Unità sono in sciopero e il quotidiano sabato 7 marzo di conseguenza non uscirà.
I rilievi che si possono fare sono molteplici. Quanto a Soru – che è stato sonoramente trombato alle recenti elezioni regionali della Sardegna senza neppure riuscire ad andare al ballottaggio e che ora abbandona la nave che affonda – il mesto rilievo che si può fare è che la sconfitta se la sia meritata come un vestito nuovo perché uno che si permette (indipendentemente da come il sottoscritto giudica un giornale di partito, specie di sinistra) di tagliare i finanziamenti facendo in modo di mettere sulla strada decine e decine di giornalisti e centinaia di persone addette a tutte le attività interne al giornale non è persona degna. Un altro atteggiamento vergognoso è quello di LegaCOOP che quando i tempi d’oro della politica della sinistra facevano in modo che essa andasse a braccetto nelle zone rosse dell’Emilia Romagna, della Toscana con il quotidiano di partito, essa si sfila appena sente che il quotidiano si trova in grosse difficoltà e – come l’ex governatore Soru – si guarda bene dal fare investimenti per salvare il quotidiano ed in particolare lo stipendio di tanti lavoratori che si troveranno in grosse difficoltà per il mantenimento delle loro famiglie. Ulteriore atteggiamento biasimevole è quello del Leader della CGIL, G. Epifani, che si è limitato a tenere un atteggiamento puramente di facciata, invitando gli iscritti alla CGIL a sostenere una campagna abbonamenti, senza spingere perché venisse fatto realmente e dando l’impressione che fosse l’ultimo dei suoi problemi.
Fatte queste premesse, a mio modesto avviso, mi sento mio malgrado di esprimere (e questo lo faccio con il cuore) la mia piena solidarietà nei confronti di tutte le famiglie dei lavoratori e dei lavoratori stessi di questo antico quotidiano di partito che rischiano di ritrovarsi senza un lavoro e quindi presi in giro dalle promesse fatte loro da Epifani-CGIL, da Soru-PD ex governatore della Sardegna, da LegaCOOP solo buona di prendere quando è il momento e non certo di dare a chi in questo momento veramente si trova nella difficoltà di arrivare alla fine del mese con lo stipendio. Tengo a ribadire che politicamente sono di tutt’altro avviso, tengo a ribadire che non ho mai condiviso nulla di quello che l’Unità ha scritto nel corso di questi anni, tengo a ribadire che nulla ho a che spartire con quella che è la sinistra ma il lavoro è lavoro, la libera informazione è la libera informazione di qualunque orientamento politico essa sia e non si può permettere che per biechi interessi economici famiglie intere vengano buttate sulla strada solo perché la mala gestio di pochi e il disinteresse di comodo permetta di mettere sulla strada intere famiglie. Questo non è accettabile. Questo è vergognoso. Visto che il giornale del PD è l’Unità, mi meraviglio che il Franceschini che tanto blatera su assegni di disoccupazione e su referendum collegati alle elezioni europee ed amministrative in maniera del tutto demagogica, opinabile e non me ne si voglia – anche un po’ penosa non si preoccupi, invece, di cominciare esso stesso a salvare con i soldi del partito proprio il giornale del partito. Tutto ciò è significativo. Un segretario che non si occupa della sua stampa è un segretario che manca fondamentalmente di lungimiranza o, peggio, è un segretario che sembra si voglia liberare quanto prima di una ”bega”, da cui non riesce, ammesso e non concesso che gli interessi realmente uscirne in maniera onorevole.
Concludendo, Franceschini, prima di dire agli altri quello che deve essere fatto con toni saccenti, abbi almeno il buongusto di salvare il salvabile del tuo partito; la priorità è quella di non privare i giornalisti, gli editori e tutti quelli che lavorano all’interno del giornale del loro lavoro. Se tutto questo venisse fatto esordiresti alla Segreteria con il primo fallimento interno, cioè facendo perdere il lavoro a gente del tuo partito. Pietro Berti Imola- UDC

KATYN: LE MIE PROPOSTE ALLE ISTITUZIONI

KATYN: LE MIE PROPOSTE ALLE ISTITUZIONI
Ill.mo Sig. Presidente della Camera dei Deputati, On. le Gianfranco Fini,
Sig. Presidente, approfittando della Sua cortesia sono a segnalarLe quanto sta avvenendo in merito alla distribuzione nelle sale cinematografiche della nostra amata Repubblica di una pellicola girata dal Maestro Waida, Polonia, intitolata Katyn. Ai fini di una spiegazione più dettagliata in merito alla vicenda Le allego il mio commento al film che ho recentemente pubblicato su diversi forum (tra cui mymovie e quello di Panorama.it) . SegnaloVi in allegato la risposta che cortesemente il distributore della pellicola in Italia mi ha inviato su Panorama rispondendomi. Alla luce di quanto sopra esposto sono rispettosamente a chiederLe un Suo personale interessamento affinchè la cultura cinematografica - almeno per una volta - esuli dall'essere a senso unico e venga valutata anche la posizione di coloro che, ignari, ne hanno subìto le conseguenze. Il film, peraltro girato dal figlio di una delle vittime della barbarie della dittatura sovietica, è una ricostruzione storica corretta, reale, estremamente toccante e girata in maniera magistrale. Riteniamo doveroso che il popolo italiano abbia l'opportunità di venire a conoscenza di una realtà tragica, scomoda, volutamente dimenticata e vergognosamente accantonata, solo perchè coloro che hanno perpetrato questa ignominia fanno parte di quelli che la 2^ guerra mondiale la hanno vinta.
Egregio Sig. Presidente, sono anche a proporLe - alla luce dei Suoi poteri - l'eventualità di considerare di comune accordo con l'Ambasciata polacca in Italia e ricordandoci di aver avuto un grande Papa , di origini polacche, di voler considerare l'ipotesi di dedicare una via, una lapide, un parco o quanto Vostra Eccellenza ritenga più opportuno, in onore di queste vittime che la storia ha fatto di tutto per nascondere e per affrettarsi a dimenticare considerandole vittime di serie B. Ritengo che il Maestro Waida, gli Ambasciatori polacchi e lo stesso popolo polacco che in Italia vanta di una comunità molto nutrita Le sarà eternamente grato.
Sicuro del fatto che Lei con umanità prenda in considerazione quanto da me proposto, in attesa di un Suo positivo riscontro Le invio con grandissimo rispetto per la Carica Istituzionale che Lei ricopre così tanto degnamente Le porgo i miei più sentiti ossequi. Pietro Berti

IL MAI NATO

IL MAI NATO
U.S.A. 2008 The Unborn; regia: D. S. Gojer; con Gary Holdman, O. Yustman, Idris Elba; Genere Horror; Universal Pictures, Durata 90 minuti

Gojer è lo sceneggiatore di Batman Begins e del Cavaliere oscuro, nonché della Trilogia di Blade. Il suo scopo è quello di aver ripreso una ricerca su alcuni documenti nazisti che riportavano di esperimenti praticati su bambini gemelli durante l’olocausto. Gojer dice che “molte religioni credono in un al di là, in figure sovrannaturali, entità e fantasmi. Trattasi di mistero che non abbiamo svelato da 3000 anni e da cui cerchiamo sempre di trovare una spiegazione valida. Giusto quindi inserire la religione in questo film.
Storia: Casey, che studia al College, conduce una vita molto solitaria da quando sua madre si è tolta la vita quando lei era ancora bambina. Sua nonna, ospite presso una casa di cura e una dei sopravvissuti all’Olocausto, riesce a darle una traccia per capire cosa stia succedendo nel momento in cui Casey inizia ad essere perseguitata da visioni demoniache. Forse, dice sua nonna, le visioni risalgono agli esperimenti fatti dai nazisti su un suo zio/prozio internato ad Auschwitz, e secondo una leggenda, trasformato in demonio. La ragazza si affida al Rabbino Sendak , con l’aiuto del quale scoprirà la maledizione della sua famiglia e l’esistenza di una creatura capace di possedere la gente e di diventare più forte dopo ogni possessione. L’unico modo di fermarla è chiudere una porta dimensionale lasciata aperta tanto tempo fa. A volte, l’anima di una persona morta è maledetta e questo la costringe a vagare tra i confini del mondo dei vivi e l’al di là alla disperata ricerca di un corpo da possedere. Il film è vivamente consigliato per una molteplicità di ragioni: la prima è quella della trattazione in maniera molto specifica dell’esoterismo ebraico con l’utilizzo del cosiddetto Libro degli Specchi, appartenente al rito della Cabala ebraica. Inoltre, il film rappresenta un esorcismo fatto con la regola del cerchio composta da 10 membri all’interno del quale giace la persona da esorcizzare. L’esorcismo ebraico, in questo caso, è praticato con l’aiuto di un prete battista che dimostra la vicinanza nell’ambito per combattere il male con l’alleanza dei principali capi delle due grandi religioni monoteistiche. Dieci sono gli elementi che devono comporre il cerchio intorno all’impossessato, dieci sono gli attributi di Dio, dieci sono i comandamenti. Non tradisca la parola Libro degli Specchi: infatti, il libro è scritto in ebraico antico e gli specchi trattansi di formule cabalistiche, che devono essere tradotte e recitate a rotazione dai dieci componenti della Commissione per l’esorcismo che devono agire solo ed esclusivamente su base volontaria. DA VEDERE. Pietro Berti

lunedì 2 marzo 2009

FLAVIO DELBONO: GLI ENIGMI DELLA POLITICA

FLAVIO DEL BONO: GLI ENIGMI DELLA POLITICA
Carissimi lettori e carissime lettrici, in merito alla campagna elettorale delle amministrative a Bologna di giugno 2009 vi invito non solo a leggere sul mio blog l'attribuzione delle quote rosa e ai giovani del "sig. DelBono" che si presume appartenente al PD -anche se fa di tutto per nasconderlo visto che il simbolo del PD non appare nè in città e neppure - ascoltate questa - nel suo blog di cui vi do l'indirizzo e vi invito di andare a consultarlo http://www.flaviodelbono.it/index.html?pg=13 .
noterete che il sig. DelBono ha messo su un sito che dal punto di vista contenutistico, propositivo e programmatico è totalmente nullo.
Se il 3 di marzo il blog di colui che si considera il candidato della sinistra (e ribadisco, non mi permetto di parlare di PD quando il primo a non parlarne è lui) e , Pasquino (altro candidato della sinistra) permettendo, costui, al di là di mostrare la faccia che ha, non ha fatto trascrivere dai suoi "esperti" neppure uno schizzo di documento programmatico, limitandosi a dire che farà interviste quà e là, in radio , tv etc. etc…, modestamente , dal nostro punto di vista, riteniamo che costui sia il tipico soggetto indicato dall'entourage del partito e che il programma politico per lui (ammesso e non concesso che arrivi) è una pura formalità.
A tutto questo va ad aggiungersi l'assurdo che tutti gli altri candidati il programma lo hanno fatto da un pezzo e lo stanno presentando nelle sedi opportune. Costui, ad oggi, si è limitato ad esprimersi infelicemente definendo " Guazzaloca e Cazzola : pallide ombre di Berlusconi".
Ebbene, noi non sappiamo se Guazzaloca e Cazzola siano pallidi o siano ombre, ma di una cosa siamo certi , l'unica cosa di cui non c'è ombra nella realtà di DelBono è A) il simbolo del PD; B) il suo programma; C) se non vuol diventare un'ombra anche lui, sarà meglio per lui di non aspettare luglio per spiegare agli elettori chi sia e magari anche cosa voglia.
P.S.: domanda: ma è votabile uno che riempie di faccioni la città scrivendo il suo cognome e che vuol diventare sindaco senza specificare null'altro? .
è votabile uno che come unici interventi ha attaccato Guazzaloca e Cazzola senza essere in grado di spiegarne il perchè e soprattutto senza aver spiegato qual è la sua alternativa al programma che loro invece hanno presentato?
Meditate, gente! meditate!
P.P.S.: ci sentiamo il dovere morale di consigliare al Sig. Del Bono di controllare - prima di criticare - tutti i programma di tutti i candidati, incluso l'amico Beppe Maniglia , il quale risulta essere tra i primi ad avere elaborato il programma per la città di Bologna. Pietro Berti

L’onda (Die Welle, Germania 2008)


L’onda (Die Welle, Germania 2008)




Durata 101 minuti; Distribuzione BIM; Genere drammatico; Regia Dennis Gansel; con J. Vogel, F. Lau, M. Riemelt, J. Ulrich, C. Paul.
Questo film è vivamente consigliato a tutti coloro che non abbiamo ancora ben definita nella loro mente quello che significa “il terminare una parola con -ismo” . Un insegnante di storia, R. Jones, al Cubberley High School di Palo Alto in California nel 1967 ha tentato realmente un esperimento scolastico da cui è stato estratto il best-seller “The Whave” di M. Ruhe, a sua volte base del film. Si tratta del tedesco “L’onda”, diretto da D. Gansel, che si è rivelato un grandissimo successo in patria e ha raccolto riconoscimenti in tutti i Festival cinematografici europei. L’opera ha intenzione di suscitare domande sulla concreta possibilità di rinascita di regimi totalitari come il nazismo ed il comunismo nel mondo di oggi, ed il conseguente – da parte di entrambi i sistemi - antisemitismo. Il regista sostiene che la tendenza all’individualismo e una totale frammentazione della società in piccoli gruppi non è altro che una scatola cinese; non può continuare all’infinito. Prima o poi si creerà un enorme vuoto, ed in quel momento il pericolo è che spunti fuori un “-ismo” capace di riempirlo.
Storia. Preambolo. Un professore di liceo propone ai suoi alunni un singolare esperimento per rendere loro intellegibile il funzionamento di un governo totalitario e di come sia stato possibile che il nazismo ed il comunismo perpetrassero orribili crimini senza che la popolazione si ribellasse. Germania 2009. L’insegnante di liceo, R. Wenger, nel periodo designato alle esercitazioni decide, ai fini di far capire i meccanismi e i rischi dell’autoritarismo, di stimolare i suoi studenti a promuovere codici collettivi di disciplina, di riconoscimento, di autostima. Da parte sua il professore si fingerà “un capo”; gli studenti coinvolti lo chiameranno Sig. Wenger e dovranno alzarsi in piedi ogni qualvolta abbiano qualcosa da dire. Il professore renderà possibile l’annullamento delle differenze sociali tra studenti facendogli indossare una sorta di divisa ed adotteranno una sorta di saluto che ricorda in maniera vaga quello nazionalsocialista. In poche settimane quella che era cominciata come un’innocua illustrazione di concetti, come rigore e continuità diventa un vero e proprio movimento denominato “l’onda” (the whave). Subito gli e le studenti inizieranno a minacciare gli altri da questi esperimenti esclusi. L’occasione per l’esplosione del conflitto in tutta la sua violenza avviene durante una partita scolastica di pallanuoto. In quel momento il professore decide di interrompere immediatamente la sperimentazione. E’ tardi. L’onda è sfuggita al suo controllo. Pietro Berti

domenica 1 marzo 2009

RECENTE DECISIONE DEL TRIBUNALE ECCLESIASTICO IN MATERIA DI ANORESSIA E DI NULLITA’ DEL MATRIMONIO CANONICO

RECENTE DECISIONE DEL TRIBUNALE ECCLESIASTICO IN MATERIA DI ANORESSIA E DI NULLITA’ DEL MATRIMONIO CANONICO
Il Tribunale Ecclesiastico Emiliano ha stabilito – con una recente sentenza – che l’anoressia è causa di “nullità” del matrimonio canonico. Il Tribunale l’ha considerata una malattia mentale invalidante: renderebbe il coniuge, all’atto del matrimonio, di fatto <> I Giudici del Tribunale Ecclesiastico emiliano hanno stabilito che è come se la persona non sia in grado di intendere e di volere. Conseguentemente, il “si” pronunciato da una coppia di Reggio Emilia è stato sciolto. Da rilevare che lo psicologo reggiano, Prof. U. Nizzoli, specifica quanto segue: <>. Abbiamo ritenuto utile trattare di questa recente sentenza del Tribunale Ecclesiastico in materia di nullità di matrimonio in quanto il procedimento analitico che è stato fatto sul, purtroppo, attualissimo problema dell’anoressia sia da tener monitorato in tutti gli ambiti, compreso quello della relazione di coppia.

IL PARTITO DEMOCRATICO ALLE PRESE CON LE QUOTE ROSA: LA DECISIONE E’ LA META’ DELLE CANDIDATURE DEVE ANDARE ALLE DONNE

IL PARTITO DEMOCRATICO ALLE PRESE CON LE QUOTE ROSA: LA DECISIONE E’ LA META’ DELLE CANDIDATURE DEVE ANDARE ALLE DONNE
In merito alle elezioni europee et amministrative di giugno 2009 il segretario provinciale del PD, Andrea De Maria, ha promesso (vedi Carlino 1.3.09 pag 4) alla “Conferenza permanente delle donne democratiche” che la metà delle candidate saranno donne ed ha avvertito che per quanto riguarda Bologna (Comune e Provincia) dalla metà di marzo (e non prima) si lavorerà alla stesura delle liste. Fino qui la posizione del De Maria è del tutto legittima. Siamo tutti, ovviamente, favorevoli e consapevoli del fatto che la rappresentanza in ambito politico debba essere paritaria e lo debba essere a tal punto che non si debba nemmeno mettere in discussione ma che sia da considerarsi doverosa da parte di tutti i partiti. Tutto ciò premesso, il PD non finirà mai di stupirci! Infatti, se da un lato la Segreteria Provinciale ha tenuto a precisare un dato che dovrebbe essere ormai da tempo acquisito , ebbene sembra quasi che loro vogliano far sembrare che sono gli unici a volerlo mettere in pratica. La cosa si potrebbe chiudere qui. Se non che il Segretario Regionale del PD, Salvatore Caronna, si è espresso pochissime ore dopo il Segretario Provinciale, De Maria, piantando i soliti paletti. Esordendo in maniera infelice, descrivendo come queste candidate dovranno essere scelte. Opinabile. Per lo meno se questo soggetto decide come devono essere scelte le candidate donne, allo stesso modo dovrebbe decidere come devono essere scelti i candidati maschi e ancor più dovrebbe discutere (cosa di cui si è dimenticato completamente) della quota da inserire nelle liste delle cosiddette giovani leve, dei giovani. Fattore che a noi sembra molto grave.
Caronna si è preoccupato di sbarrare la strada al modello veltroniano un po’ “frou-fou” ammonendo “mai più veline nel PD!”. Dopo questo rilievo, la deduzione seguente è d’obbligo: Caronna se ne frega ampiamente dei giovani (maschi e femmine) e del loro inserimento nelle liste. Caronna torna, ancora una volta, ad attaccare il modello veltroniano, colpendo lo stesso nella scelta, a suo dire, delle candidate in maniera troppo leggera con mancanza di costrutto e più basata sul senso estetico. Soprattutto, Caronna, dà l’idea per lo più inquietante del fatto che non si preoccupi di rispettare eventuali quote giovanili, eventuali quote rose e, chissà, anche all’interno delle candidature maschili si riserverà di inserire dei fedelissimi. Tutto questo deve far pensare. La nostra deduzione – seppur eseguita nei confronti di un partito avverso dal punto di vista ideologico- non può non rimanere colpita dal fatto che proprio costoro che parlano di giovani in politica, di parità e di principi che dovrebbero oramai essere acquisiti da tutti, in realtà si guardano bene dall’applicarli. Quindi, il nostro attacco – prima che sui programmi – lo faremo ponendo l’accento proprio sul metodo (evidentemente aberrante). Pietro Berti

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