venerdì 3 dicembre 2010

COSTA D'AVORIO: BAGBO E' STATO SCONFITTO, MA ESERCITO SI MOBILITA

COSTA D'AVORIO: BAGBO E' STATO SCONFITTO, MA ESERCITO SI MOBILITA

(AGI) - Abidjan, 2 dic. - La Costa d'Avorio e' sull'orlo della guerra civile. Alassane Ouattara e' stato presidente solo per qualche ora, con tanto di annuncio da parte della commissione elettorale nazionale, prima di essere bocciato dalla Corte Suprema, il cui presidente e' Paul Yao N'dre, alleato dello sconfitto, il presidente uscente Laurent Gbagbo. Ne e' seguito il caos, che ha spinto l'esercito a chiudere i confini di un Paese in cui, da questo momento, puo' accadere di tutto. Quattara, secondo la Commissione, ha vinto le elezioni con il vincitore con il 54 per cento dei voti. Il verdetto e' ufficiale era stato letto dal presidente della Commissione elettorale nazionale, Youssouf Bakayoko, nel corso di una conferenza stampa nella capitale, Abidjan. Il risultato era arrivato al termine di concitate giornate, tra accuse di brogli, rivendicazioni unilaterali di vittoria, rinvii della proclamazione finale e scontri tra opposte fazioni che nelle ultime ore hanno provocato la morte di almeno otto persone e una quindicina di feriti. La Commissione, ha obiettato la Corte Suprema, avrebbe dovuto annunciare i risultati provvisori entro la giornata di ieri, e per questo l'annuncio odierno non e' valido. Spettera' alla stessa corte, adesso, dire l'ultima parola sull'esito del voto. Il successo democratico rappresentato da un voto che arriva dopo dieci anni rischia di essere cancellato da una nuova ondata di violenze. Il mandato di Gbagbo scadde cinque anni fa. Il primo turno si era tenuto lo scorso 31 ottobre, con un'alta partecipazione (piu' dell'80 per cento) e un'atmosfera definita "pacifica e democratica" dall'Onu, presente nel Paese con un contingente di oltre 9mila 'caschi blu'. Al secondo turno, preceduto da violenze che hanno fatto almeno sei morti e una decina di feriti, si sono ritrovati il presidente in carica e Alassane Ouattara, rispettivamente con il 38 e il 32 per cento dei consensi. Anche il ballottaggio, cui hanno partecipato il 75 per cento circa dei 5,7 milioni di aventi diritto, si e' svolto in una situazione di relativa calma, tra gli appelli della comunita' internazionale rivolti ai contendenti a riconoscere l'esito delle urne. Cosa che puntualmente non e' avvenuta: la dichiarazione finale era prevista inizialmente per martedi' scorso, e' stata poi posticipata a mercoledi' sera quando, secondo la stampa locale, i delegati di Gbagbo hanno letteralmente strappato di mano al presidente della Commissione elettorale il bollettino finale che stava per diffondere alla stampa. Evidentemente certi della sconfitta, come poi confermato dalla Commissione elettorale che a quattro giorni dal voto e' riuscita finalmente a fornire i dati definitivi, senza tenere conto, pero', che la Corte Suprema si e' assunta la responsabilita' di aggiungere la beffa al danno. Ouattara, 68 anni, economista ed ex primo ministro, e', soprattutto, un musulmano del nord. Esattamente il contrario del 68enne Gbagbo, accusato da Ouattara di "voler confiscare il potere", che invece e' un cristiano del sud e capo dello Stato dal 2000 a seguito di un'elezione sfociata anch'essa nella rivolta e nel sangue. Niente comunque rispetto alla guerra civile del 2002-2003 che spacco' il Paese in due tra il nord a maggioranza musulmana e il sud cristiano. Per l'ex colonia francese queste elezioni, cancellate per sei volte negli ultimi cinque anni, avrebbero dovuto rappresentare un momento di pacificazione e unita' nazionale, ma ancora una volta, come spesso accade a queste latitudini, gli interessi dei pochi sovrastano quelli dei molti, con gravi danni alla vita sociale ed economica del Paese. Basti pensare che la Costa d'Avorio, storicamente una delle nazioni politicamente piu' stabili e avanzate del continente, ha perso numerose posizioni nelle classifiche africane sulla qualita' della vita. La stampa locale descrive intanto una situazione sempre molto tesa, una tensione che dovrebbe essere frenata con l'annuncio del risultato definitivo e controllata dal coprifuoco esteso fino a domenica prossima. A garantirne il rispetto e' quell'esercito che Gbagbo, che aveva persino chiesto la cancellazione del voto, ha provveduto a mobilitare nei giorni scorsi nella capitale Abidjan e in altre province meridionali del Paese, il principale produttore al mondo di cacao. E che adesso blinda il Paese, dentro e ai confini.(AGI) .

3 commenti:

  1. mr.dr.kuba johnson,ringrazia,interesse riservato a questa situazione,nel nostro paese.difficile comunicare in italiano,ma grazie,mr.pietro berti.terremo conto ,della sua umanita.io dirigo un ospedale.god bless you.

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  2. siamo ivoriani,che lavorano a bologna.stupiti interesse,per nostro paese,notiamo,che,lei a differenza di tutti gli altri ha posto al primo piano il grosso problema della probabile guerra civile,in costa d avorio.lei ha il nostro rispetto,nonostante,sia un europeo.ma forse,lei,conosce il mondo.grazie.marcus gonnesa,sero tyane.

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  3. intervenite,subito,altreimenti ci verifichera,un bagno di sangue.aiuto.

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