Al via l’exit strategy. Dopo oltre due anni in cui i tassi di interesse sono rimasti fermi all’1%, la Bce, il 7 aprile scorso, come già ampiamente annunciato, ha messo in atto la prima azione di politica monetaria restrittiva, alzano il tasso Bce all’1,25%. La stessa banca centrale ha poi annunciato che nei prossimi mesi potrebbero seguire altre azioni, in linea con un’economia, che stando alle dichiarazioni rilasciate, starebbe per rimettersi in sesto. Soltanto un imprevedibile ritorno del tasso di inflazione sotto il 2% potrebbe provocare una retromarcia. Già da diversi mesi i futures sull’Euribor anticipavano la mossa della Bce, con un rialzo leggero ma costante già a partire dai primi giorni dell’anno in corso. Il rialzo dell’inflazione, sopra la soglia critica del 2%, non poteva lasciare inerte la Bce. Per le famiglie il rialzo dei tassi comporterà un maggior esborso nei mutui, per chi ha scelto la soluzione variabile. Le rate quindi andranno a rincararsi col tempo, sempre che lo scenario descritto dalla Bce dovesse trovar conferma nelle variabili macroeconomiche che verranno rese note nei prossimi mesi. Il rialzo potrebbe arrivare fino al 3% che è il tasso medio Bce degli ultimi anni. Il rincaro dei mutui incrementerà notevolmente le difficoltà degli italiani a pagare le rate. Secondo l’Osservatorio regionale sul Costo del Credito, una famiglia su quattro spende più del 30% del proprio reddito per pagare la rata alla banca. estratto da: http://www.italiah24.it/economia/finanziamenti/7065/mutui-tasso-variabile-rate-piu-care.html
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