Zagabria vicina, Ankara invece…
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Riprese le trattative sull'adesione della Croazia all'Ue, si punta a raggiungere il traguardo nel 2011. Stallo dei negoziati per la Turchia: “Al momento non si possono fare previsioni”.
Dopo dieci mesi di sospensione a causa del veto sloveno, sono ripresi i negoziati di adesione all'Unione Europea della Croazia. L'obiettivo è concludere le trattative il prossimo anno, per permettere a Zagabria di diventare il ventottesimo paese membro dell'Ue già nel 2011 o, al massimo, nel 2012. Lo stop, che durava dal dicembre 2008, era stato causato da una disputa su un confine marittimo che risale ai tempi dell'indipendenza dei due paesi e che le parti hanno accettato di sottoporre ad un arbitrato internazionale.Oggi sono stati chiusi cinque capitoli negoziali, mentre ne sono stati aperti altri sei (in totale sono trentacinque) su temi come la libera circolazione dei capitali, l'agricoltura, la giustizia, la libertà e la sicurezza. “Si tratta di un giorno importante per la Croazia – ha dichiarato Carl Bildt, ministro degli Esteri svedese e presidente di turno dell'Ue – ed è anche un segnale rilevante per tutta la regione”. Bildt si è poi rallegrato dei “progressi notevoli realizzati” da Zagabria e ha sottolineato che da parte dell'Ue c'è tutta la volontà di “procedere velocemente” verso l'allargamento.Gordan Jandrokovic, capo della diplomazia croata, ha inoltre assicurato che il suo paese rimane “impegnato in una piena cooperazione” con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia. Sul fronte turco i negoziati procedono al contrario molto lentamente. Ankara rifiuta di aprire i propri porti e aeroporti ai ciprioti greci, come sarebbe previsto da un protocollo firmato nel 2005 con l'Ue. Secondo il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu, con questo piano si vuole infatti “costringere la Turchia a riconoscere i greco-ciprioti”, una possibilità che non viene presa neanche in considerazione se prima non sarà trovata una soluzione generale ai problemi legati all'isola, divisa in due dal 1975.In seguito a questo rifiuto, la Commissione europea ha congelato otto dei trentacinque capitoli sui quali si sviluppano i negoziati di adesione e fra due settimane dovrà presentare un rapporto nel quale si esamineranno gli sforzi compiuti dalla Turchia.A una domanda sulla data in cui vorrebbe vedere il suo paese entrare nell'Ue, il ministro Ahmet Davutoglu questa mattina ha risposto di sperare “il prima possibile”, aggiungendo che il “2015 sarebbe troppo tardi, non solo per Ankara, ma anche per l'Unione europea”. Una data sulla quale il commissario all'allargamento Olli Rehn non ha voluto sbilanciarsi: “Al momento non si possono fare previsioni, dipende se la Turchia farà le riforme necessarie”. Un'affermazione prevedibile, data la posizione estremamente rigida dei governi di Germania e Francia, che in più di un'occasione si sono dichiarati contrari all'allargamento, proponendo una cooperazione privilegiata. Un'opzione, però, che Ankara ha sempre escluso con decisione.
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