Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Majai Phoria


UN UOMO GIACE TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE, ED E’ SUBITO SERA

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

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VIAGGIA CON RYANAIR

JE ME SOUVIENS

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VILLA BERTI VIA BEL POGGIO N. 13 IMOLA http://www.villaberti.it/


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Anchorage

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venerdì 23 aprile 2010

Irlanda del Nord: Belfast

Irlanda del Nord: Belfast
Il 13 aprile 2010 era stata fatta esplodere un’autobomba a Belfast. Il 23 aprile in una delle Contee più martoriate e tristemente famose dell’Ustler è stata fatta esplodere una bomba di fronte alla sede della polizia, in cui tre persone sono rimaste ferite a causa dell’esplosione. Come di routinne, una telefonata ha avvisato che un’auto era stata abbandonata nei pressi della stazione di polizia. L’ordigno è esploso mentre gli agenti si avvicinavano. A differenza delle tecniche normalmente utilizzate durante il periodo di guerra tra l’IRA e i militari inglesi, ufficialmente conclusasi con la pace di Pasqua di ormai 15 anni fa, l’IRA avvertiva sempre telefonicamente della presenza di un ordigno e della località in cui si trovava e l’ora in cui sarebbe esplosa. Ora invece questi gruppi paramilitari repubblicani non utilizzano più l’avvertimento e la loro minaccia militare al processo di pace in Ustler è ai livelli più alti degli ultimi 12 anni.
Thailandia – Bangkok Gli scontri con morti e feriti continuano

Da un mese e mezzo ormai il movimento delle camicie rosse assedia la capitale thailandese. Ci sono già stati scontri tra le opposte fazioni e l’intervento dei militari che sono stati messi a fare da scudo tra le due fazioni non è stato per nulla efficace. I feriti sono centinaia e il numero dei morti sta salendo in maniera drammatica. A questo punto, la Farnesina chiede espressamente ai turisti di non soggiornare in Thailandia e in particolare a Bangkok fino al ripristino della normalità della situazione. Da notare che la stessa problematica a causa dei guerriglieri maoisti sta creando pericolosissimi disordini in Nepal che se non verranno fermati in tempo rischieranno di portare a conseguenze catastrofiche per il paese. Nella stessa Katmandu il numero di vittime specie nel mese scorso è stato alto e quello dei feriti altissimo.

CASO BATTISTI: PER NON DIMENTICARE

CASO BATTISTI: PER NON DIMENTICARE

Brasile, Brasilia, 30 giorni e Lula deciderà sull’estradizione. La decisione spetta al presidente brasiliano Lula che si esprimerà entro un mese e fino ad allora dell’argomento di nulla verrà messo a conoscenza il nostro Governo e la nostra Ambasciata. Da notare che il supremo tribunale brasiliano ha dato in forma definitiva parere favorevole all’estradizione. Ci auguriamo vivamente che il presidente brasiliano decida secondo giustizia estradando il pluriomicida Battisti in Italia affinché sconti i suoi crimini in un carcere del suo Paese.

IN BRETANNIA IL CODICE DELLA STRADA SANZIONA CHI GUIDA CON IL NIQAB (E ANCHE CON IL BURQA)

IN BRETANNIA IL CODICE DELLA STRADA SANZIONA CHI GUIDA CON IL NIQAB (E ANCHE CON IL BURQA)


I Bretoni , a Nantes, dimostrandosi come al solito molto più avanti (sono Celti!) nelle problematiche dell’immigrazione e della sicurezza sulle strada mettendo in pratica la legge hanno già risolto in termini legali un’annosa questione. Il codice della strada prevede che le persone al volante non possano avere il viso coperto (sia perché non sono riconoscibili sia perché il campo visivo è ristretto) dunque neppure dal niqab (velo che permette di tener scoperti solamente gli occhi). Su tali basi, hanno fermato per violazione del codice della strada (art. 412/6 intitolato circolazione in condizioni non agevoli che prevede il fatto che il niqab impedisce di vedere correttamente la strada per evitare rischi di incidenti) una giovane donna francese di religione musulmana che guidava indossando il niqab. Alla signora è stata comminata una sanzione di 22 € con l’intimazione a non reiterare la condotta all’interno del suolo bretone. In seguito a questa sanzione la donna francese convertita all’Islam ha denunciato la discriminazione e l’offesa ai diritti umani. A seguito della denuncia sporta dalla donna l’inchiesta è stata avviata ed approfondita immediatamente ed ha condotto alla scoperta della circostanza che il marito della donna grazie al matrimonio con lei contratto nel 1999 ha ottenuto la cittadinanza francese. Tuttavia, la donna francese era solo una delle sue quattro mogli con cui convive e dalle quali ha avuto dodici figli. Quindi, lui è un poligamo. Non solo ma è emerso che l’uomo appartiene ad un movimento integralista algerino combattente volto alla destabilizzazione dello stato democratico ai fini di reinserire al governo il FIS (Fronte Islamico di Salvezza). Inutile dire che l’uomo rischia la revoca della cittadinanza francese e l’espulsione verso l’Algeria da cui proviene e contro il governo della quale tramava azioni militari. Per concludere, tengo a precisare che il presidente Sarkozy ottenendo commenti positivi dall’oltre il 70% dell’opinione pubblica francese (compresi elementi della gauche) manderà in votazione il disegno di legge governativo che mette inderogabilmente al bando burqa e niqab in tutto il territorio francese con sanzioni pesantissime (espulsioni, detenzione etc.) nei confronti di chi non ottemperasse o ne impedisse l’osservanza.

Canada. Ottawa . Il Parlamento vota la legge per il risarcimento degli Italiani internati ingiustamente.

Canada. Ottawa . Il Parlamento vota la legge per il risarcimento degli Italiani internati ingiustamente.


La prossima settimana il parlamento di Ottawa adotterà un provvedimento in forma di progetto di legge in cui si riconoscono le gravissime ingiustizie di cui furono vittime gli Italiani naturalizzati in Canada, nel corso della 2^ guerra mondiale che vennero designati come cittadini di un Paese nemico e per questo internati in veri e propri campi di concentramento. Questo progetto di legge ha previsto anche uno stanziamento ai fini di un risarcimento nei confronti di coloro che subirono l’ingiusto internamento e nel caso non fossero più in vita è prevista la devoluzione agli eredi. Oltretutto, sono state assunte iniziative culturali che prevedono gruppi di studio e la promozione della storia degli Italo-Canadesi.
Questa è un’iniziativa estremamente lodevole. Ad Ottawa imputiamo il fatto che di questa problematica il Canada se ne sia occupato ben 65 anni dopo la fine della 2^ guerra mondiale. E questo a nostro modo di vedere non è da nessun punto di vista tollerabile. L’appello che facciamo è quello riferito a tutti coloro che avendo avuto in famiglia qualcuno che ha subito questo trattamento e, di conseguenza, ha lasciato il Canada, utilizzi tramite ambasciata tutti i mezzi perché i diritti sanciti dal parlamento canadese gli vengano, anche se in seconda o terza generazione, riconosciuti.
Pietro Berti

giovedì 22 aprile 2010

Armenia blocca ratifica trattato di pace con Turchia

Armenia blocca ratifica trattato di pace con Turchia

http://it.notizie.yahoo.com/4/20100422/tts-oittp-armenia-turchia-erdogan-ca02f96.html

L'Armenia ha sospeso oggi la ratifica degli accordi di pace con la Turchia, riportando al punto di partenza gli sforzi sostenuti dagli Usa per mettere fine a un secolo di ostilità tra i due vicini. Continua a leggere questa notizia
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22 aprile 2010. Tayyip Erdogan durante la conferenza stampa. Ingrandisci immagine
L'Armenia, a maggioranza cristiana, e la Turchia, a maggiornza musulmana, hanno firmato accordi epocali lo scorso ottobre nell'intento di porre fine a un secolo di ostilità e superare la pesante eredità dell'uccisione di massa di armeni da parte dei turchi ottomani durante la Prima guerra mondiale.
Gli accordi, che prevedono il rafforzamento dei legami diplomatici e l'apertura del confine, richiedono in entrambi i paesi l'approvazione parlamentare.
Il processo tuttavia era già in stallo prima della decisione di oggi, con le due parti intente ad accusarsi reciprocamente di provare a riscrivere i trattati e a fissare nuove condizioni.
L'accordo, non ancora approvato dal parlamento, potrebbe portare notevoli benefici economici all'Armenia, dove il livello di povertà è alto, e migliorare le credenziali della Turchia come candidata Ue.
Secondo gli analisti la decisione armena, a due giorni dal 95esimo anniversario delle uccisioni, non è la fine della strada, ma un tentativo per aumentare la pressione sulla Turchia.
Il presidente armeno Serzh Sarksyan ha spiegato oggi in un discorso alla nazione che il parlamento nazionale dell'Armenia non ha ancora ratificato l'accordo perché vuole prima appianare le tensioni con la Turchia, ma che il Paese non ha intenzione di abbandonare il processo di pace.
"Saremo pronti ad andare avanti quando saremo convinti che ci sia un clima adatto in Turchia e un governo in Ankara pronto a reimpegnarsi nel processo di normalizzazione", ha detto Sarksyan.
Il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha detto oggi che il suo paese rimane impegnato a rispettare i protocolli di pace con l'Armenia, nonostante la decisione della coalizione del governo armeno di sospendere la ratifica degli accordi.
"Abbiamo spesso ribadito la nostra volontà di impegnarci e di rispettare i protocolli di pace con l'Armenia, nelle dichiarazioni e nello spirito", ha detto in una conferenza stampa Erdogan.
Il governo armeno in una nota oggi aveva motivato la mancata ratifica con la poca disponibilità della Turchia a ratificare a sua volta l'accordo "senza condizioni e in un tempo ragionevole".

giovedì 15 aprile 2010

Si è spento stamattina all'età di 87 anni Raimondo Vianello, icona della televisione italiana.















Si è spento stamattina all'età di 87 anni Raimondo Vianello, icona della televisione italiana.

http://it.notizie.yahoo.com/4/20100415/tso-oittp-morto-raimondo-vianello-89ec962.html
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Raimondo Vianello in un'immagine tratta dal sito della Rai. REUTERS/HO Ingrandisci immagine
Lo ha riferito a Reuters il suo agente.
Vianello, morto intorno alle 7 all'ospedale milanese San Raffaele, era nato a Roma nel 1922 ed era sposato con Sandra Mondaini, con la quale -- oltre che la vita -- ha spesso diviso palcoscenico e piccolo schermo.
Celebre per gli sketch in cui scherza sulle dinamiche matrimoniali, la coppia è stata protagonista di numerosi programmi e sit-com.
"Con Raimondo Vianello scompare uno dei pionieri della televisione italiana, un professionista raffinato, elegante e mai volgare", si legge in una nota della Rai. "Un artista, un vero gentiluomo, che ha contribuito a rendere più lieve e gradevole il servizio pubblico fin dai suoi albori negli anni 50 e a fidelizzare con la sua comicità e il suo sorriso milioni di telespettatori".
Negli anni 80 Mondaini e Vianello furono tra i primi personaggi dello spettacolo a lasciare la Rai per andare a lavorare nella neonata Mediaset.
Nel 1998 Vianello ha condotto il Festival di Sanremo insieme ad Eva Herzigova e Veronica Pivetti.
I funerali si svolgeranno sabato alle 11 a Milano 2.

CANNIBALE/ Uccidono la 16enne Karina Barduchian, la cucinano con patate e la servono alla coinquilina

CANNIBALE/ Uccidono la 16enne Karina Barduchian, la cucinano con patate e la servono alla coinquilina
http://it.notizie.yahoo.com/53/20100413/twl-cannibale-uccidono-la-16enne-karina-6ae0455.html

UCCISA, CUCINATA E SERVITA CON PATATE - Quello che sembra il remake made in Russia de 'Il Silenzio degli Innocenti', è in realtà un fatto di cronaca di cui ha dato notizia (in Occidente) il Daily Mail, giornale inglese non nuovo a queste crudezze

Secondo quanto si legge nel giornale, l'allucinante omicidio di una 16enne, Karina Barduchian, maturato dopo una notte di eccessi a base di alcool e musica goth metal da parte di due amici poco più grandi di lei (ventenni) Maxim Golovatskikh e Yury Mozhnov.
La notte di gennaio quando si consumò il delitto, la stessa coinquilina di Karina Barduchian (guarda la foto della vittima), Ekaterina Zinovyeva, avrebbe dichiarato alla corte di San Pietroburgo (prima che il processo si interrompesse per il malore di uno dei giurati alla vista delle fotografie del delitto) di aver sentito dei rumori provenire dalla stanza da bagno, ma avrebbe pensato ad uno scherzo degli amici.
Ekaterina era tranquilla anche perchè pare che Karina fosse addirittura innamorata di uno dei due assassini, Maxim Golovatskikh, e per continuare a vederlo aveva anche più volte litigato con la madre.
Agli inquirenti i due assassini hanno confessato subito l'omicidio e all'atto di cannibalismo avrebbero dato una spiegazione folle "avevamo tremendamente fame". E con questa giustificazione hanno ucciso, tagliato a pezzi, cucinato e servito con patate il giorno dopo i resti della ragazza.
»La ricostruzione dell'omicidio su il sussidiario.net
»il sussidiario.net

Gb: Brown Schiacciato, Clegg In Vantaggio Su Cameron

Gb: Brown Schiacciato, Clegg In Vantaggio Su Cameron
http://it.notizie.yahoo.com/9/20100415/twl-gb-brown-schiacciato-clegg-in-vantag-e497199.html
AGI) - Londra, 15 apr. - E' terminato con una netta sconfitta del premier Gordon Brown il primo dibattito in diretta tv della storia britannica: almeno stando ai primi istant-poll, subito dopo la conclusione del faccia-a-faccia televisivo. Secondo il sondaggio YouGov per il Sun il liberal-democratico Nick Cleg e' arrivato addirittura al 51 per cento, lasciandosi alle spalle David Cameron al 29 per cento e il laburista Gordon Brown al 19 per cento. Secondo Sky News, invece, c'e' stato un pareggio tra Cameron e Clegg, che hanno nettamente battuto il premier uscente. Bia

Pdl, tumultuoso vertice Fini-Berlusconi alla Camera

Pdl, tumultuoso vertice Fini-Berlusconi alla Camera

http://it.notizie.yahoo.com/4/20100415/tts-oittp-governo-vertice-fini-ca02f96.html
E' durato circa due ore alla Camera un tumultuoso faccia a faccia, vicino alla rottura, fra il presidente di Montecitorio Gianfranco Fini ed il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
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Il presidente della Camera Gianfranco Fini (a sinistra) e il presidente del Consiglio …Continua Ingrandisci immagine
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Fini ha chiesto al presidente del Consiglio di rilanciare il Pdl come partito "attento alla coesione sociale dell'intero Paese" e Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, ha poi detto che se arrivassero risposte negative da parte di Berlusconi i finiani potrebbero pensare a gruppi parlamentari autonomi ma che è da escludere "categoricamente" una crisi di governo.
"Ho mangiato benissimo", si è limitato a commentare sorridente Berlusconi lasciando lo studio di Fini al termine del pranzo. Ai cronisti che insistevano per sapere come fosse andato l'atteso incontro, il premier ha detto senza perdere il sorriso: "Non mi pronuncio".
Fini ha poi emesso una nota sull'incontro, dopo che in primo tempo il suo portavoce aveva detto che "il presidente della Camera non ha nulla da commentare. Se lo ritiene opportuno sarà il presidente del Consiglio a commentare".
Nella nota Fini dice che "Berlusconi deve governare fino alla fine della legislatura" alla guida di "un Pdl che va rafforzato e non indebolito", con "la piena coscienza di essere un grande partito nazionale attento alla coesione sociale dell'interno Paese".
Il presidente della Camera aggiunge di avere espresso oggi questi concetti al capo del governo e "di attendere serenamente le sue valutazioni".
La nota è stata emessa dopo che da qualche ora sulle agenzie si susseguivano le ricostruzioni dell'incontro definito burrascoso, al limite della rottura fra i due.
SCHIFANI: SE MAGGIORANZA SI DIVIDE SI VADA AL VOTO
Secondo il presidente del Senato Renato Schifani, se la maggioranza dovesse dividersi bisognerebbe tornare alle urne.
"Quando una maggioranza eletta sulla base di un programma elettorale condiviso tra le coalizioni si divide al proprio interno sull'attuazione del programma, non resta che ridare la parola agli elettori", ha detto Schifani ai giornalisti a proposito della possibilità che nascano nuovi gruppi parlamentari.
Al termine di una riunione con Fini di alcuni parlamentari vicini al presidente della Camera, Bocchino ha dichiarato che "gruppi autonomi possono esserci nel caso dovessero arrivare risposte negative ai problemi che sono stati posti".
"Fini chiede a Berlusconi di scegliere in modo chiaro se continuare a costruire il Pdl con lui o se preferirgli invece il rapporto con Umberto Bossi", ha raccontato a Reuters una fonte vicina alla componente di An nel Pdl.
Secondo la fonte "non siamo alla rottura, ma dipenderà da cosa succederà nelle prossime ore".
COORDINATORI PDL: ATTEGGIAMENTO FINI INCOMPRENSIBILE
Intanto i coordinatori nazionali del Pdl hanno espresso "profonda amarezza" per l'atteggiamento di Fini, definito "sempre più incomprensibile rispetto ad un progetto politico comune per il quale abbiamo lavorato concordemente in questi ultimi anni".
In una nota, i coordinatori Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini sostengono che gli italiani "hanno premiato l'azione del governo e creato le migliori condizioni per proseguire sulla strada delle riforme che abbiamo intrapreso e dell'ulteriore rafforzamento del nostro partito".
"Da queste inoppugnabili considerazioni nasce la nostra profonda amarezza per l'atteggiamento dell'onorevole Gianfranco Fini che appare sempre più incomprensibile rispetto ad un progetto politico comune per il quale abbiamo lavorato concordemente in questi ultimi anni, un progetto di importanza storica che gode di un consenso maggioritario nel popolo italiano", conclude il comunicato.
Dopo le elezioni regionali di fine marzo è la prima volta che i due leader del Pdl hanno avuto uno scambio di vedute sulla situazione politica e sul prosieguo dell'attività di governo.
Negli ultimi giorni sono riaffiorate divergenze sui contenuti ed i modi delle riforme istituzionali che la maggioranza vorrebbe affrontare negli ultimi tre anni della legislatura.
A sminuire la portata dell'incontro ci ha pensato il leader della Lega Umberto Bossi che, ai cronisti che a Montecitorio gli chiedevano cosa pensasse dell'incontro in corso, ha detto: "Il vertice c'è già stato a Palazzo Chigi", riferendosi ad una riunione sulla formazione delle giunte nelle regioni del Nord.

Emergency, domani incontro tra ambasciatore e fermati a Kabul

Emergency, domani incontro tra ambasciatore e fermati a Kabul

Domattina l'inviato speciale italiano per l'Afghanistan incontrerà a Kabul i tre medici di Emergency sotto fermo di polizia, trasferiti oggi da Helmand alla capitale afghana. Lo ha confermato questa sera il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
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Maraco Garatti, Matteo Pagani e Matteo dell'Aira di Emergency in foto d'archivio. Ingrandisci immagine
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"Domani alle 11 (l'ambasciatore Attilio) Iannucci incontrerà a Kabul i tre", ha detto La Russa nel corso della trasmissione "AnnoZero", aggiungendo che sono stati nominati anche "tre fra i migliori avvocati afghani" che li difenderanno.
Oggi Iannucci, preannunciando un incontro per domani con i tre, aveva precisato che sono stati trasferiti da Helmand a Kabul.
Intervenendo alla stessa trasmissione televisiva, il fondatore dell'organizzazione, Gino Strada, ha detto che "non si hanno notizie dei nostri tre collaboratori, né degli altri sei afghani arrestati... Da domenica a mezzogiorno non sappiamo neanche dove siano, solo che sono a Kabul... Da quattro giorni sono dei desaparecidos".
Oggi l'inviato in Afghanistan delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha chiesto alle autorità afghane competenti di assicurare delle indagini veloci e approfondite sul caso dei tre medici italiani e dei loro sei colleghi afghani.
"Penso e spero che gli arresti siano dovuti a una grave incomprensione... Gli operatori sanitari internazionali in posti come Helmand rischiano la vita per curare le persone che chiedono il loro aiuto", ha detto de Mistura in una nota.
Ieri Berlusconi aveva chiesto al presidente afghano una "risposta urgente" mentre Frattini si era detto insoddisfatto dalla risposta delle autorità afghane.
I tre operatori italiani di Emergency del centro di Lashkar-gah, Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, e i loro sei colleghi afghani sono stati fermati domenica 10 aprile, con l'accusa di aver preso parte ad un complotto per assassinare il governatore della regione di Helmand, Gulab Mangal.
Strada ha più volte ribadito di essere del tutto insoddisfatto del governo italiano, perché non avrebbe fatto le dovute pressioni per liberare i tre italiani. Secondo Strada i cooperanti arrestati sono vittime di un complotto per eliminare dal sud dell'Afghanistan Emergency, un testimone scomodo delle vittime civili della guerra della coalizione a guida Nato contro i talebani.
Stasera Strada ha sottolineato che "nessuno in buona fede e con un minimo di cervello" può pensare che i tre operatori umanitari siano dei terroristi.
La Farnesina ha respinto le accuse e in un comunicato ha risposto che "frasi e comunicazioni come quelle attribuite, da ultimo, a Gino Strada sarebbero da evitare nell'interesse dei connazionali la cui tutela è assoluta priorità del governo italiano".
Emergency opera in Afghanistan dal 1999 con tre centri chirurgici, un centro di maternità e una rete di 28 centri sanitari. Gli altri sei italiani impiegati nella struttura di Emergency a Lashkar-gah sono stati trasferiti a Kabul il 13 aprile, lasciando il controllo del centro alle autorità afghane.

mercoledì 7 aprile 2010

Legittimo impedimento, Napolitano promulga il ddl


via libera al disegno di legge approvato in via definitiva il 10 MARZO scorso
Legittimo impedimento, Napolitano promulga il ddl
Scudo processuale di 18 mesi per il presidente del Consiglio e per i ministri. Di Pietro:ora il referendum


Putin a Katyn, la foresta degli orrori di Stalin



Putin a Katyn, la foresta degli orrori di Stalin


http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=10&IDalbum=25555&tipo=FOTOGALLERY
I crimini dei regimi totalitari «non possono essere giustificati» e non vanno dimenticati. La condanna del primo ministro Vladimir Putin viene pronunciata durante la cerimonia di commemorazione del massacro della foresta di Katyn, dove oggi l'ex leader del Cremlino ha accolto il capo del governo polacco Donald Tusk. Di fatto il 70esimo anniversario della strage di Katyn riapre una delle pagine più controverse della storia sovietica: il massacro di 21.857 cittadini polacchi, già descritto dal regista Andrzej Wajda. Tusk e Putin hanno partecipato a una cerimonia ufficiale per le vittime nella foresta di Katyn, nella parte occidentale della Russia, dopo dinieghi, bugie e timidi passi avanti. La strage avvenne nell?aprile del 1940: vennero fucilati 22.000 soldati polacchi - detenuti del campo di prigionia di Kozielsk vicino al villaggio di Gnezdovo - dalla polizia segreta sovietica (NKVD), a seguito di un decreto approvato dal Politburo. Nell'aprile 1943 venne scoperta una fossa comune dai soldati tedeschi, ma Mosca accusò la Germania di strage nazista. Nell'aprile del 1990, Mikhail Gorbaciov aveva riconosciuto la responsabilità del regime stalinista. Ma Katyn era rimasta ugualmente una ferita aperta. Tra il 1991 e il 2004, la magistratura russa ha condotto un'indagine per accertare le responsabilità. In ultima analisi, l'inchiesta è stata chiusa senza alcuna spiegazione e il termine «crimine di guerra» non è stato accettato.«La logica è stata una sola: diffondere la paura, per risvegliare nell'uomo il più vile degli istinti, per incitare un popolo contro l'altro, e ottenere un'obbedienza cieca e stupida», ha detto Putin. Le parole del primo ministro russo suonano come una chiara accusa al regime instaurato da Stalin, ma anche una condanna dei crimini nazisti contro l'esercito sovietico. «La valutazione morale delle atrocità del regime totalitario non è oggetto di revisione» ha detto Putin, osservando che la Russia e la Polonia, come qualsiasi altro paese in Europa, hanno vissuto quasi tutte le tragedie del XX secolo e sono state costrette a pagare un prezzo pesante per le due guerre mondiali, un «conflitto fratricida armato, per la crudeltà e la disumanità del totalitarismo». Secondo lui, nella terra di Katyn giaciono i corpi di cittadini sovietici, bruciati nel fuoco della repressione di Stalin degli anni Trenta, degli ufficiali polacchi che furono fucilati per ordine segreto a partire dalla primavera del 1940, dei soldati dell'Armata Rossa che furono giustiziati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. «Non può essere cancellato il ricordo del martirio delle vittime innocenti», ha sottolineato Putin. Il passo di Putin può apparire quindi ora, dopo decenni, come un segno inequivocabile di apertura per il «lutto» polacco, ma è inevitabile notare dove il premier russo ponga l'accento: le vittime non sono state solo i polacchi ma anche i russi.
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Obama limita l'uso delle armi nucleari. Ahmadinejad avverte Obama:"Avrà una risposta devastante"

LA NUOVA STRATEGIA DEL PRESIDENTE USA Obama limita l'uso delle armi nucleari

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/53864girata.asp

Ahmadinejad avverte Obama:"Avrà una risposta devastante"

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/53896girata.asp

Il premier turco Erdogan attacca Israele

Il premier turco Erdogan attacca: "Israele prima minaccia alla pace"

«In Medio Oriente Gerusalemme rappresenta il pericolo maggiore»
La replica: propaganda grossolana

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/53899girata.asp

Thailandia, assaltato il Parlamento Ministri in fuga, stato d'emergenza

L'ESCALATION GOLPISTA
Thailandia, assaltato il Parlamento Ministri in fuga, stato d'emergenza
L'offensiva delle "camice rosse"contro il governo, caos a Bangkok
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/53895girata.asp

BANGKOK Il governo thailandese ha proclamato lo stato d’emergenza a Bangkok e in altre cinque province. La decisione è stata annunciata dal primo ministro Abhisit Vejjajiva, dopo che le camicie rosse, i militanti fedeli al deposto premier Thaskin Shinawatra, hanno fatto irruzione in Parlamento costringendo i ministri a fuggire in elicottero. Si tratta della giornata più drammatica dall’inizio delle proteste, il 12 marzo. Con lo stato d’emergenza sono proibite le adunate di più di 5 persone e si conferiscono all’esercito (sin città sono stati schierati 50mila soldati) ampi poteri per disperdere gli assembramenti, anche se Abhisit ha ribadito che il governo non userà la forza. «L’obiettivo del governo è tornare alla normalità e garantire il rispetto della legge», ha dichiarato il premier in un messaggio tv. Il Parlamento era stato costretto a sospendere un dibattito quando si era avuta notizia che 5mila camicie rosse avevano circondato l’edificio. Un’ora e mezza dopo un gruppo di manifestanti è riuscito a sfondare il cordone di sicurezza e a penetrare nel cortile del Parlamento, sfruttando il fatto che i soldati di guardia hanno avuto ordine di evitare lo scontro. Ad alcuni di loro sono stati sequestrati gas lacrimogeni. Una ventina di persone sono rimaste ferite mentre una trentina di granate sono esplose nei pressi della sede del Partito democratico, il maggior partito della coalizione di governo. Nel palazzo si sono vissuti momenti di panico: i deputati sono fuggiti da uscite di sicurezza mentre i ministri presenti venivano portati via a bordo di elicotteri militari. Poco dopo i manifestanti si sono ritirati, facendo rientrare l’allarme per una possibile escalation golpista. Decine di migliaia di manifestanti continuano però a occupare il cuore turistico e commerciale di Bangkok e minacciano di restarvi fino a quando il governo non si dimetterà. L’irruzione in Parlamento sarebbe stata decisa da Arisman Pongruangrong, un ex cantante che guida l’ala dura delle camicie rosse e che ha risposto allo stato d’emergenza affermando che «ora sarà guerra, niente più negoziati». Gli altri leader della protesta avevano preso le distanze dall’assalto al Parlamento. Abhisit, che aveva già esteso fino al 20 aprile la Legge di sicurezza interna che conferisce poteri speciali ai militari, ha annullato la visita negli Usa in programma da sabato prossimo per un incontro con Barack Obama e la partecipazione al vertice sulla sicurezza nucleare. Il primo ministro si è rifugiato nel quartiere generale del 11mo Reggimento di artiglieria, alle porte della capitale, dove ha trascorso gran parte delle sue giornate da quando è cominciata la protesta e dove sono stati trasportati diversi ministri caricati a bordo di un elicottero scortato dai soldati armati di mitra. Nella capitale per il quinto giorno consecutivo sono rimaste chiuse anche le attività commerciali del centro e questo sta causando disagi ai residenti ma anche ai numerosi turisti.

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