Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

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VIAGGIA CON RYANAIR

JE ME SOUVIENS

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Anchorage

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martedì 30 novembre 2010

La Top Ten del Mese di Novembre del mio blog

La Top Ten del Mese di Novembre del mio blog


Gerusalemme Western Wall 1972 (muro del pianto o K...
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Comunità francofona in Canada
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ABBA - Discografia Completa



Gli ABBA sono stati un gruppo musicale pop svedese ed i rappresentanti musicali della Scandinavia più blasonati e di maggior successo. Si stima che abbiano venduto oltre 375 milioni di dischi in tutto il mondo[2], rendendoli uno dei gruppi più popolari nella storia della musica leggera e vendendo ancora oggi due o tre milioni di copie all'anno.[3]. Gli ABBA hanno raggiunto un successo mondiale e sono considerati tra i più celebri esponenti della musica pop internazionale. Nella loro Svezia si stima inoltre che soltanto la casa automobilistica Volvo abbia ottenuto dei profitti maggiori.
Il nome del gruppo deriva da un acronimo formato dalle lettere iniziali dei nomi dei membri e lo si trova scritto anche come Abba. La prima 'B' nella seconda versione del logo del nome del gruppo appare rovesciata a partire dal 1976 in tutte le copertine dei loro dischi e del materiale promozionale.
Il gruppo si costituì intorno al 1970 con la formazione che avrebbe sempre mantenuto: Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad (meglio conosciuta come "Frida"). Quattro anni dopo erano già all'apice della loro carriera musicale dopo aver vinto l'edizione dell'Eurofestival nel 1974 con Waterloo; da allora raggiunsero grande successo e popolarità mondiali. Al massimo della loro celebrità, entrambi i matrimoni dei componenti del gruppo (Björn con Agnetha e Benny con Frida) fallirono. Il gruppo si sciolse nel 1982 e, da allora, nessuna reunion è stata mai progettata dai quattro; nel 2000 fu proposto agli ABBA di riunirsi per un tour di 100 concerti in cambio di un compenso pari ad un miliardo di dollari[4], ma rifiutarono "per non deludere i fan" [5]. Il 15 marzo 2010 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.[6]
Gli ABBA furono il primo gruppo non anglofono dell'Europa continentale a raggiungere un successo così ampio nei paesi anglofoni, come il Regno Unito, l'Irlanda, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda ed il Sud Africa. Tra i loro più grandi meriti, ci fu la legittimazione dell'industria musicale scandinava come fonte di successo internazionale, spianando la via ad altri gruppi svedesi dei più svariati sottogeneri pop e rock come Ace of Base, Roxette, The Cardigans, Europe, Alcazar.

ABBA Discography
The Singles: The First Ten Years
The Singles: The First Ten Years is a double compilation album by the Swedish pop group ABBA, released in 1982.

1982 was ABBA’s final year together as a group. They had originally intended to record a new studio album, like they had done almost every year since they first came together. But as the four members felt the energy run out of the group, they shelved these plans and instead decided to put out a double album collection of their singles from 1973 to 1982.

It contained most of the band's hits singles from their ten years together as recording artists, and included two new tracks: "The Day Before You Came" and "Under Attack". The Singles: The First Ten Years was released on CD By Atlantic Records in 1983, but was deleted in the early 1990s, being superseded by the more successful Abba Gold in 1992, although the album was replaced by The Definitive Collection. The Singles: The First Ten Years is currently unavailable.
Primissimo album ad essere stampato nel formato compact-disc, The Visitors ebbe un riscontro di vendite inferiore agli album precedenti (pur arrivando per la settima volta consecutiva alla vetta della classifica in Regno Unito), con il solo singolo One of Us a conseguire un discreto successo.

The Visitors è il nono e ultimo studio album del gruppo svedese ABBA, uscito nell'autunno del 1981 per l'etichetta discografica PolarL'album evidenzia, rispetto ai precedenti lavori, una certa maturità nei temi trattati dai testi delle canzoni: in particolare One of Us e When All Is Said and Done riflettono delle vicende personali dei membri del gruppo (soprattutto il fallimento di entrambi i matrimoni dei membri del gruppo), Slipping Through My Fingers (interpretata anche in spagnolo con il titolo Si me estàs escapando), in cui viene trattato il tema della crescita dei figli (il testo parla in effetti di una madre che osserva con malinconia la figlia adolescente che esce di casa per andare a scuola e in qualche modo si prepara ad uscire anche dalla sua vita). A quest'ultimo brano è inoltre legata anche l'ultima canzone Like an Angel Passing Through My Room, missata con il suono del ticchettìo di una sveglia e di un carillon. Two for the Price of One (unica canzone cantata da Björn Ulvaeus) è invece la trasposizione di una leggenda metropolitana che racconta di un annuncio dove erano due donne a cercare un solo uomo, salvo poi realizzare che, nella proposta di "due al prezzo di una", una della due era la suocera.

Nel 1997 e nel 2001 l'album è stato rimasterizzato digitalmente e ripubblicato per l'etichetta Universal Records


Super Trouper fu l'ottavo studio album del gruppo svedese ABBA, uscito per la prima volta nel novembre 1980.

Trascinato dal successo dei due singoli estratti The Winner Takes It All e l'omonima Super Trouper, l'album fu il sesto consecutivo a saldarsi alla prima posizione della classifica in Regno Unito, dove resse per nove settimane.

Il trouper citato dal titolo si riferisce ad un artista di strada o attore, almeno nel senso in cui fu inteso in questo caso. Dal videoclip del singolo si può intuire che specificatamente gli ABBA intendessero un trapezista: le parole del ritornello avallano questa ipotesi, dal momento che «beams are gonna blind me» («i fari mi accecheranno») potrebbe riferirsi ai fari con cui il trapezista deve fare i conti durante il suo spettacolo, tanto accecanti che minano la riuscita del numero. L'espressione Super Trouper coincideva anche, ai tempi degli ABBA, con il nome di un tipo di cono di luce.
Il brano in stile discomusic Lay all your love on me è stato pubblicato solo su maxi single (con il lato B anch'esso di matrice disco On and on and on). Il suo piazzamento (n. 6) nella Top Ten inglese, pur essendo lontano dagli standard a cui erano abituati gli Abba, rappresenta il migliore piazzamento per un disco nel formato cosiddetto a 12 pollici.
A chiusura dell'album, il brano The way old friends do era la canzone che chiudeva i concerti dal vivo, una dedica al pubblico la cui melodia rimanda a canzoni epiche come quella da noi conosciuta come Il valzer delle candele. Anche in questo album la versione (l'unica mai edita) è live, presa da uno degli storici concerti nello stadio di Wembley a Londra. In Italia il motivo è legato suo malgrado all'esperimento del giornalista Mino Damato che camminò con successo sui carboni ardenti, durante una puntata della sua edizione di Domenica in.... Durante la fase di concentrazione che precedeva il delicato passaggio, questa canzone aveva fatto da sottofondo.

Gracias Por La Música is a 1980 album by Swedish pop group ABBA (see 1980 in music). Gracias Por La Música was originally released due to the unexpected surge in popularity for the group in Latin American countries such as Mexico and Argentina after the release of the Spanish language versions of "Chiquitita" and "I Have a Dream" in 1979. These tracks were both released as singles and went on to become big hits. Encouraged by this success, the band therefore decided to record another eight tracks in Spanish and release a full-length album especially for the Latin American market. The songs selected were familiar hits, plus tracks that were thought to have a Latin flavour, such as "Move On" and "Hasta Mañana".
The couple Buddy and Mary McCluskey, both working at RCA Records in Argentina at the time, were again called in to translate the lyrics. During the recording sessions which took place in January of 1980 in the Polar Music studios the lead vocalists Agnetha Fältskog and Anni-Frid Lyngstad were helped with the pronunciation by Swedish/Spanish journalist Ana Martinez.
Neither Benny Andersson nor Björn Ulvaeus played an active role in the creation of the eight new Spanish tracks, leaving the production in the hands of the group's sound engineer Michael B. Tretow, who recorded the new Spanish vocal overdubs onto existing backing tracks at his home studio.
The absence of Andersson and Ulvaeus is most apparent on "Al Andar" (the Spanish version of "Move On") where the original opening speech from Ulvaeus was replaced by a more conventional opening verse sung by Agnetha.
Meanwhile, some of Tretow's new Spanish mixes were significantly different to their English counterparts, reflecting his own personal preferences regarding the handling of drum sounds as well as the significant time gap between the two versions, with some tracks being revisited up to six years after their original completion.
Gracias Por La Música saw numerous CD issues in the 1980s including releases in Japan in 1986 (on Polydor), Spain in 1989 (on RCA) and a rare CBS issue of an unknown date.
The album was deleted in most territories after the compilation CD ABBA Oro: Grandes Exitos, which contained the ten tracks of Gracias Por La Música, was released in 1992, rendering this album obsolete.
However, the original version of the album continued to be available in Japan and Argentina until the late 1990s.
The album's title is the Spanish translation of the title of one of ABBA's hits, "Thank You for the Music".
[edit] Track listing
All songs in Spanish translation by Buddy and Mary McCluskey
Side A
"Gracias Por La Música" ("Thank You for the Music") (Andersson, Ulvaeus) – 3:49
"Reina Danzante" a.k.a. "La Reina Del Baile" ("Dancing Queen") (Anderson, Andersson, Ulvaeus) – 4:02
"Al Andar" ("Move On") (Anderson, Andersson, Ulvaeus) – 4:44
"¡Dame! ¡Dame! ¡Dame!" ("Gimme! Gimme! Gimme! (A Man After Midnight)") (Andersson, Ulvaeus) – 4:51
"Fernando (Spanish Version)" (Anderson, Andersson, Ulvaeus) – 4:17
Side B
"Estoy Soñando" ("I Have A Dream") (Andersson, Ulvaeus) – 4:38
"Mamma Mia (Spanish Version)" (Anderson, Andersson, Ulvaeus) – 3:34
"Hasta Mañana (Spanish Version)" (Anderson, Andersson, Ulvaeus) – 3:09
"Conociéndome, Conociéndote" ("Knowing Me, Knowing You") (Anderson, Andersson, Ulvaeus) – 4:04
"Chiquitita (Spanish Version)" (Andersson, Ulvaeus) – 5:30
* The Spanish version of "Dancing Queen" was originally titled "Reina Danzante", but was retitled "La Reina Del Baile" for the 1993 ABBA Oro CD release.

Arrival è il quinto album del gruppo svedese ABBA, uscito in tutto il mondo nell'ottobre del 1976.
Arrival è uno degli studio album più famosi e venduti della band (il secondo dei nove a saldarsi alla vetta della classifica settimanale britannica degli album più venduti), da cui furono estratti tre singoli di grande successo: Dancing Queen (l'unico singolo degli ABBA a piazzarsi alla vetta della classifica statunitense), Knowing Me, Knowing You e Money, Money, Money. In Australia e Nuova Zelanda fu inoltre incluso il singolo Fernando (negli altri paesi incluso nella Greatest Hits del 1975), che si rivelò uno dei più grandi successi nella storia della musica australiana.
Dopo Intermezzo no. 1 incluso in Abba, la title-track è una nuova canzone strumentale, corredata dai cori polifonici a bocca aperta dei quattro componenti. È considerato uno dei brani cardine del genere strumentale folk, al punto che qualcuno lo considera un progenitore delle sonorità della world music e della new age. Il multistrumentista inglese Mike Oldfield ne fece una propria versione nel 1980, pubblicandola anche su un 45 giri dove nella copertina anch'egli si faceva ritrarre seduto su un elicottero, al pari della copertina di questo album. Sul retrocopertina invece compare mentre compie l'atterraggio dallo stesso mezzo. La "K" di Mike, sulla copertina, è rovesciata alla stregua della seconda B di Abba, secondo il loro marchio di fabbrica.
L'album è stato rimasterizzato due volte, nel 1997 e nel 2001, dalla Universal Records.

Voulez-Vous è il settimo album del gruppo svedese degli ABBA, distribuito internazionalmente a partire dall'aprile del 1979.

Trascinato dal successo dei due album precedenti e dal fenomeno della disco music, l'ABBA-mania perdurò ancora sia in Scandinavia che in Regno Unito che in Oceania grazie all'uscita di Voulez-Vous: dall'album furono estratti ben cinque singoli, tutti entrati nella top ten britannica. Per la quarta volta consecutiva, l'album finisce al primo posto della classifica britannica, saldandosi per quattro settimane e vendendo 400 mila copie solamente nella prima settimana.

Il disco è stato rimasterizzato digitalmente due volte, nel 1997 e nel 2001, per la Universal Records

The Album è il sesto album del gruppo svedese degli ABBA, pubblicato nel dicembre del 1977.
La sua uscita coincise con la programmazione nelle sale cinematografiche del film ABBA spettacolo. Dall'album furono estratti due singoli di grande fortuna: The Name of the Game e Take a Chance on Me. Il disco fu rimasterizzato digitalmente nel 1997 prima e nel 2001, sotto l'etichetta Universal Records.
Esattamente come Arrival l'album godette di notevole successo, diventando il terzo consecutivo degli ABBA a piazzarsi al primo posto nella classifica in Regno Unito. Take a Chance on Me diventò inoltre il primo singolo degli ABBA per vendite negli Stati Uniti, superando addirittura Dancing Queen, a differenza del quale si fermò solo al terzo posto nella Billboard Hot 100

ABBA è il terzo album del gruppo svedese ABBA, uscito nel 1975.
Dopo l'enorme popolarità derivante dal successo all'Eurofestival l'anno precedente con Waterloo, gli ABBA conobbero una fama ancora maggiore con quest'album, da cui furono estratti ben quattro singoli di successo: I Do, I Do, I Do, I Do, I Do raggiunse la vetta in Australia, e Mamma Mia pure in Regno Unito. Quest'ultimo si rivelò un'altra strepitosa fortuna in termini commerciali, piazzandosi in prima posizione anche in Svizzera, Germania Ovest e Irlanda. SOS bissò il successo di Mamma Mia entrando in top ten anche negli Stati Uniti.
L'album fu rimasterizzato due volte: nel 1997, e sotto la Universal Records nel 2001.

Ted Bundy

Ted Bundy



http://it.wikipedia.org/wiki/Ted_Bundy
Theodore Robert Bundy (Burlington, 24 novembre 1946 – Starke, 24 gennaio 1989) è stato un serial killer statunitense, autore di omicidi di numerose giovani donne negli Stati Uniti tra il 1974 ed il 1978.
La vita
Nato a Burlington il 24 novembre 1946, Theodore Bundy non mostrò mai segni di instabilità o di squilibrio talmente gravi da indurlo agli omicidi efferati di ventotto persone (numero probabilmente inferiore alla realtà). Le persone che lo conobbero lo descrissero come un uomo dolce, tuttofare, generoso. Nacque all’Elizabeth Lund Home, una clinica del Vermont che ospitava giovani donne incinte. L'identità del padre biologico di Theodore Bundy è incognita, ma si pensa che si tratti di un militare dell'aeronautica, poi fuggito.
Il neonato venne lasciato nella clinica dalla madre, ma tre mesi dopo fu portato via dalla madre stessa che si spacciò per sua sorella maggiore. I due si trasferirono a Filadelfia, città in cui l'uomo passò i primi 4 anni di vita, dopodiché si trasferirono dai loro parenti a Tacoma.
Theodore assunse ufficialmente il cognome Bundy poiché la madre trovò un cuoco che prestava servizio militare, Johnny Culpepper Bundy. I due si sposarono nel 1951 e ebbero quattro figli. Theodore non legherà mai col patrigno e con gli anni della pubertà diventerà introverso finendo vittima di bullismo. L'adolescenza lo cambiò, iniziò a divenire un bullo egli stesso commettendo vari furti. Successivamente venne attratto dallo studio, dalla politica e dallo sci isolandosi dalla comunità.
Bundy rimase disoccupato poiché non si impegnava a sufficienza nei suoi saltuari lavori. Nel 1964 l'uomo trovò una donna di buona famiglia, Stephanie Brooks, con cui provò invano a legarsi. La donna, dopo essersi laureata, troncò ogni rapporto con l'uomo, causandogli uno stato di shock dal quale non si riprenderà.
In quel periodo egli scoprì le sue origini, e questo aggravò molto la situazione già precaria: infatti quella che riteneva sua sorella in realtà era sua madre, e questo provocò in Bundy uno shock che secondo molti fu la molla finale che lo spinse ad uccidere. Il periodo di depressione si sciolse quando nel 1969 l'uomo si iscrisse nuovamente all'Università, dove seguì corsi di psicologia e legge. Poco tempo dopo si iscrisse al partito repubblicano, diventando una giovane promessa. Cominciò una relazione con una giovane donna, Elizabeth Kendall.
È in questo periodo che Ted incontra Ann Rule, una donna che segnerà la sua vita, diventando sua amica e confidente, totalmente all'oscuro della doppia vita dell'uomo. Un'esperienza che Ann racconterà nel libro Un estraneo al mio fianco. Incontra anche Meg Anders, una donna divorziata con la quale inizia una relazione e viene indicato come "eroe" per aver salvato una bambina che stava annegando in un parco.
Gli Omicidi
Nel 1973 Bundy incontra Stephanie Brooks. La ragazza si innamora dell'uomo ma lei, dopo una breve relazione, sparisce e tronca ogni rapporto. Il primo tentato omicidio avviene il 4 gennaio 1974: la vittima si chiamava Joni Lentz, 18 anni, picchiata nel suo letto con una spranga di legno. Riuscirà a salvarsi riportando gravi lesioni. Ma sarà solo una delle poche ragazze che si salveranno dalla furia violenta di Ted.
Un mese dopo scompare Lynda Ann Healy, rapita dalla sua casa, seguita da almeno altre 5 ragazze. Il 17 giugno 1974 viene ritrovato il corpo di Brenda Baker e due mesi dopo sono stati trovati i resti di due ragazze scomparse il 14 luglio dal lago Shammanish, Janice Ott e Denise Naslund.
Spunta fuori un testimone, una ragazza di nome Janice Graham, che raccontò alla polizia di come fosse stata adescata da un giovane ragazzo di nome Ted, che andava in giro con un braccio ingessato e che le aveva chiesto aiuto per caricare una barca a vela sul tetto della sua auto. Arrivata all'auto la ragazza era stata invitata a salire a bordo del veicolo perché la barca non si trovava lì, ma in un luogo più appartato, ma Janice rifiutò l'offerta, e senza saperlo evitò una morte orribile.
L'identikit di "Ted" appare su tutti i giornali e diverse persone fanno il nome di Bundy, tra queste vi sono Ann Rule e Meg Anders, ma prima che la polizia si possa muovere Bundy lascia Seattle e si trasferisce nello Utah. Il 18 ottobre 1974 scompare la diciottenne Melissa Smith, ritrovata il 27 vicino a Salt Lake City, mutilata e sodomizzata. Il 31 ottobre scompare Laura Aimee, ritrovata il giorno del Ringraziamento, picchiata, sodomizzata e strangolata. L'8 novembre Bundy compie il primo passo falso, tentando di rapire Carol Da Ronch spacciandosi per un poliziotto e riuscendo a farla salire sulla sua Volkswagen Maggiolino, ma all'interno la ragazza riesce a scappare dopo una violenta colluttazione. Poche ore dopo scompare Debbie Kent, che non viene più ritrovata. Spunta un altro testimone, un' insegnante di nome Raelynn Shepard, che racconta di come fosse stata avvicinata da un uomo che si era finto un poliziotto, ma lei non lo seguì.
Bundy si sposta in Colorado, dove scompaiono almeno 4 donne tra gennaio e aprile 1975. La buona sorte aiuta gli investigatori il 16 agosto 1975, quando il poliziotto Bob Haywood ferma una Volkswagen Maggiolino che correva troppo, è l'auto di Bundy, dove vengono trovati una spranga, un passamontagna, un rompighiaccio e delle manette. Bundy viene arrestato e riconosciuto da Raelynn Shepard e viene messo sotto stretta sorveglianza in attesa di una prova definitiva. Sulla base di un quadro indiziario viene condannato per l'aggressione a Carol De Ronch, ma Bundy riuscì a scappare saltando da una finestra proprio mentre l'FBI stava per incolparlo dei delitti in Colorado.
Ted viene ripreso 6 giorni più tardi, ma riesce ad evadere di nuovo il 30 dicembre 1977 e riesce a raggiungere la Florida. Il 14 gennaio 1978 entra nella sede del gruppo studentesco Chi-Omega, uccidendo due ragazze mentre dormivano, Lisa Levy e Margaret Bowman di 20 e 21 anni, e ne ferisce gravemente altre due, Kathy Kleiner e Karen Chandler spaccando denti, ossa e rompendo quasi del tutto la testa, ma nonostante ciò sopravviveranno.
Il 9 febbraio 1978 i genitori della dodicenne Kimberly Leach di Lake City ne denunciarono la scomparsa. Il suo corpo fu trovato, in uno stato pietoso, otto giorni dopo in un parco. Due testimoni erano però riusciti a prendere il numero di targa della macchina guidata dall’uomo, che si rivelò rubata. I ragazzi, successivamente, poterono identificare Ted Bundy dalle foto segnaletiche.
Poco dopo viene fermato alla guida di un'auto rubata, e dopo una colluttazione con un poliziotto viene arrestato di nuovo. Tra il 1979 e il 1980 in Florida si tenne il processo che finirà con la condanna a morte di Bundy. Il processo fu seguito dai media di tutto il mondo, la corte ritenne Ted Bundy colpevole di 36 omicidi, ma lui affermò sino al giorno dell'esecuzione di averne compiuti 26. Theodore Bundy usò la sua abile astuzia per rimandare per due volte consecutive la pena capitale.
Alle 7:06 del 24 gennaio 1989 Ted Bundy fu giustiziato sulla sedia elettrica; alle 7:16 ne fu dichiarato il decesso. Il corpo fu cremato e, nonostante l'ultima volontà di Ted fosse che le sue ceneri potessero essere disperse sulle Cascade Mountains, i suoi legali non riuscirono a vincere le violente proteste della gente. Ancora oggi non si sa che cosa ne sia stato in seguito al processo.
Il 5 gennaio del 1974 i coinquilini della diciottenne Joni Lenz entrano nel suo appartamento, insospettiti dal fatto che la ragazza non si era fatta sentire per più di 24 ore. La trovano nella camera da letto, sanguinante e con profondi segni di violenza. La giovane ragazza era stata malmenata da Ted Bundy e violentata con una doga del suo letto che l'assassino le avrebbe infilato nella vagina. La vittima, portata in ospedale, uscirà dal coma.
I metodi per l'uccisione
La maggior parte delle sue vittime vennero adescate nelle vicinanze di college o residenze universitarie, con la "tecnica" del braccio ingessato (chiedendo aiuto alla vittima per trasportare oggetti vari in macchina) resa poi famosa dall'attore che impersonò il maniaco scuoiatore Buffalo Bill nel film Il silenzio degli innocenti. Una volta salita a bordo dell'auto di Bundy (un Maggiolino Volkswagen) la malcapitata ragazza si accorgeva - troppo tardi - che lo sportello dal lato del passeggero mancava della maniglia.
Quasi tutte le vittime erano graziose studentesse universitarie, minute e dai lunghi capelli scuri con la scriminatura centrale. Alcuni (ma la teoria non è universalmente accettata) hanno sostenuto che Bundy cercasse ragazze simili alla sua ex fidanzata, in una sorta di "punizione simbolica" per la donna che l'aveva respinto. [1]
Il processo
Dopo più di dieci anni passati a cercare di negare tutte le accuse, Bundy confessò l'uccisione di ventotto persone, ma l'esatto numero delle sue vittime è tuttora sconosciuto.
Curiosità

Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
Contribuisci a migliorarla integrando se possibile le informazioni nel corpo della voce e rimuovendo quelle inappropriate.
Jonathan Davis, cantante e leader della nu-metal band Korn è diventato il proprietario del Maggiolino Volkswagen di Ted Bundy.
Sono stati fatti uno sceneggiato e due film su Ted Bundy: Ted Bundy (2002), diretto da Matthew Bright e interpretato da Michael Reilly Burke. Segue Ted Bundy - Serial Killer, (2003) diretto da Paul Shapiro e interpretato da Billy Campbell. Lo sceneggiato televisivo, Il mostro, diretto da Marvin J. Chomsky e interpretato da Mark Harmon, risale invece al 1986, tre anni prima dell'esecuzione.
Nella puntata della decima stagione di South Park, Inferno sulla Terra 2006, compare Ted Bundy con altri due killer come lui: John Wayne Gacy e Jeffrey Dahmer.
Ted Bundy è il nome d'arte scelto da Marco Villa, rapper italiano e membro della Dogo Gang.
Ted Bundy viene anche menzionato nel recente libro di Stephenie Meyer, Eclipse.
Nel romanzo di Bret Easton Ellis, American Psycho, il protagonista Patrick Bateman, psicopatico omicida, legge sempre biografie di Ted Bundy.
Ted Bundy e la data del suo processo vengono anche menzionati nel film Number 23, in maniera però errata. Viene infatti detto detto dal protagonista che bundy fu giustiziato il giorno 23, quando in realtà l'esecuzione d Bundy avvenne il 24'.
L'Oscar Mondadori Serial Killer-Storie di ossessione omicida di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi inizia proprio con la storia di Ted Bundy.
Nel serial televisivo Dollhouse, l'antagonista della serie Alpha viene paragonata a Ted Bundy.
Nella serie Criminal Minds viene menzionato Ted Bundy come uno dei più famosi serial killer statunitensi.
Citato nella serie OZ, episodio 1x06.
Citato nel film 88 minuti.
Citato nel film Basta che funzioni.
Citato nella canzone Stay Wide Awake di Eminem.
Citato nel film Con Air.
Citato nel romanzo del 2004 di David Baldacci "Il gioco di Zodiac"
Citato nella serie televisiva Happy Town nella sesta puntata della prima stagione dal sindaco di Haplin
Citato nel film "Copycat- Omicidi in serie" * Citato nella serie OZ, episodio 1x06.di Jon Amiel
Citato nel film " In linea con l'assassino"
Citato in numerosi gialli di Patricia Cornwell nella serie "Kay Scapretta"
Citato nel undicesimo episodio della seconda stagione di Lie to Me.
Citato nel quarto episodio della settima stagione di The Shield
Note
^ Ann Rule, Un estraneo al mio fianco
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Ted Bundy
Collegamenti esterni
Biografia Ted Bundy
Biografia
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OMICIDIO MARTA RUSSO


















































OMICIDIO MARTA RUSSO

Marta Russo, studentessa di giurisprudenza all'Università La Sapienza di Roma, è la vittima di un omicidio compiuto all'interno della Città universitaria, quando, 9 maggio 1997, ventiduenne, fu colpita da un colpo di pistola. L'omicidio fu al centro di un complesso caso giudiziario, oggetto di grande attenzione mediatica alla fine degli anni novanta.
La mattina del 9 maggio 1997, alle ore 11.35, la studentessa fu raggiunta da un proiettile mentre, insieme a un'amica, percorreva un vialetto all'interno della Città Universitaria, tra le facoltà di Scienze Statistiche, Giurisprudenza e Scienze Politiche. La ragazza fu trasportata al vicino Policlinico Umberto I, dove morì il 14 maggio. I genitori e la sorella decisero di donare gli organi della giovane.
Il delitto fu oggetto di un'intensa copertura giornalistica, sia per il luogo in cui era stato perpetrato, sia per le difficoltà in cui versarono le prime indagini, che non riuscivano a delineare moventi.

Le indagini
A causa della complessità della scena del delitto, per ricostruire la dinamica degli eventi si dovette ricreare virtualmente il cortile dell'università con una videocamera laser tridimensionale unica in Italia, in possesso della Facoltà di Architettura dell'Università degli studi di Ferrara ed in uso ai tecnici del NubLab [1] / DIAPREM [2]. Gli scanner 3D utilizzati abitualmente per rilevare l'architettura storica, in funzione del restauro, permisero in questo caso di realizzare un modello estremamente preciso e completo come base per le perizie[3].
Subito dopo l'omicidio, per la particolarità del luogo dove era avvenuto, per la coincidenza con gli anniversari della morte di Aldo Moro e Giorgiana Masi e all'indomani delle elezioni delle rappresentanze studentesche con la clamorosa vittoria della destra, si parlò di un agguato terroristico a sfondo politico, ipotesi abbandonata dopo che si scoprì che né Marta Russo né l'amica Jolanda Ricci erano iscritte a movimenti politici. Anche le ipotesi di una nuova strategia della tensione fu presto abbandonata.
Fu individuata la finestra dalla quale era stato esploso il colpo, negli uffici dell'istituto di filosofia del diritto, e si cominciò a raccogliere qualche testimonianza; dopo poco, fu arrestato il professor Bruno Romano, direttore dell'istituto e noto filosofo egli stesso.
Infine si giunse all'incriminazione dei due assistenti universitari, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, quando una ventina di studenti testimoniarono che il "delitto perfetto" era ricorrente nei loro discorsi[4]; i due giovani assistenti si proclamarono sempre innocenti ma con alibi sempre diversi[5] e puntualmente sempre smentiti[6]. In primo grado la lista degli imputati comprendeva anche molti altri individui e collegamenti con la 'ndrangheta[7] poi pian piano prosciolti.
Il processo
Il processo di primo grado si è svolto non senza colpi di scena. In particolare, significativa fu l'udienza in cui fu proiettato il video dell'interrogatorio della teste Gabriella Alletto, condotto dai pubblici ministeri Carlo Lasperanza e Italo Ormanni l'11 giugno 1997, durato quattro ore, nel corso del quale la stessa ripetutamente affermava di non essersi trovata sul luogo del delitto, e fu sottoposta dai magistrati a un duro interrogatorio, comprendente anche la minaccia, secondo alcuni eccessiva, di incarcerarla con l'accusa di complicità in omicidio. Dalla politica arrivano alcuni dei peggiori attacchi, la proiezione del video in aula e la condotta tenuta nel corso dell'interrogatorio dai pubblici ministeri viene definita "gravissima" dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi[8]; inoltre la supertestimone dell'accusa Gabriella Alletto denuncia per diffamazione il parlamentare Marco Taradash per questo rinviato a giudizio[9].
Il dibattimento di primo grado si concluse con la condanna di Giovanni Scattone per omicidio colposo (escludendo quindi il dolo[10]), e di Salvatore Ferraro per favoreggiamento, e con la legittimazione dell'operato dei pubblici ministeri nel corso dell'interrogatorio della Alletto. Dopo la sentenza Scattone e Ferraro vengono invitati in esclusiva a Porta a Porta e ottengono 130 milioni di lire ognuno; Agostino Saccà al tempo direttore di RaiUno causa lo scandalo per essere indagato in concorso nella "mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice"[11].
In secondo grado la condanna fu confermata (con un lieve aumento delle pene per Scattone, accusato anche di detenzione illegale di arma da fuoco, e con la condanna di Liparota per favoreggiamento). In cassazione, il 6 dicembre 2001, su richiesta anche del Procuratore Generale, la condanna fu annullata. Il successivo processo d'appello "bis" confermò le condanne, ma con pene più miti (sei anni a Scattone, quattro a Ferraro, due a Liparota).
Nel settembre 2003 Salvatore Ferraro riesce a farsi notare per la sua esperienza come consulente nella sceneggiatura di un film su un "serial killer"[12].
A fine ottobre 2003 Giovanni Scattone accusa pubblicamente un dipendente di un'impresa di pulizie della Sapienza di essere l'assassino della studentessa Marta Russo[13].
Il 15 dicembre 2003 la V Sezione Penale della Corte di Cassazione, nell'assolvere l'usciere Francesco Liparota[14], ha condannato in via definitiva Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro che quindi, secondo la segretaria Gabriella Alletto, avrebbero accidentalmente esploso un colpo nei pressi della finestra dell'aula 6. La finestra era stata individuata attraverso il ritrovamento di alcune particelle di piombo e bario che sono compatibili con uno sparo ma "non esclusivamente con uno sparo", come hanno poi sottolineato i periti nominati dalla corte d'assise. In particolare, secondo le norme vigenti in Italia, soltanto quando sono ritrovate particelle di piombo, bario e antimonio si può parlare con certezza di un colpo di arma da fuoco. Quando le particelle sono soltanto due su tre la prova viene "declassata" a indizio e può essere valutata sia positivamente sia negativamente dal giudice.
Nel luglio 2005 a Giovanni Scattone vengono addebitate le spese processuali per aver accusato la RCS e il giornalista Paolo Occhipinti tramite un articolo del settimanale "Oggi" di violazione del diritto della personalità[15].
A ottobre 2005 viene condannato l'investigatore privato Carmelo Lavorino a un anno e mezzo di reclusione (pena sospesa) per calunnia nei confronti degli investigatori dell'accusa[16].
Commemorazioni
Il 26 maggio 2001 la seconda edizione del torneo sportivo di scherma «Trofeo Marta Russo» diventa internazionale e dal 2004 l'evento è «Una stella per Marta».
Dal 14 maggio 2003 si ha la prima edizione del premio «Marta Russo. La Donazione degli organi: gesto d' amore a favore della vita», rivolto agli studenti degli Istituti Superiori di Roma e provincia, promosso dall’Associazione Marta Russo e dalla Provincia di Roma.
Il 5 maggio 2010 l'Istituto Comprensivo "Via Italo Torsiello", situato a Roma nella frazione di Trigoria, viene intitolato a Marta Russo con una cerimonia alla quale partecipano anche i genitori della ragazza.
La salma di Marta riposa nel Cimitero del Verano di Roma.
Note
^ Laboratorio di modellazione e rilievo in tre dimensioni.
^ Development of Integrated Automatic Procedure for Restoration of Monuments.
^ La Repubblica Effetti speciali in aula targati Hollywood
^ Corriere della sera "Provavano il delitto perfetto"
^ Corriere della sera Nuovo alibi per Scattone, un'altra donna nel mistero
^ Corriere della sera "Testimone flop" per l'alibi di Scattone
^ Corriere della sera "Scattone aveva in mano una pistola" e spuntano collegamenti con la n'drangheta
^ http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/polemiche/polemiche.html
^ Corriere della sera Gabriella Alletto ottiene il rinvio a giudizio di Taradash
^ Corriere della sera Marta Russo, scontro sulla sentenza
^ Corriere della sera Sacca' , direttore di rai1 indagato per i milioni dati a Scattone e Ferraro
^ Corriere della sera Ferraro si dà al cinema. «Esperto» per un serial killer
^ Corriere della sera Il giudice in croce e le accuse di Scattone alle Br
^ Corriere della sera «Liparota era terrorizzato» La Cassazione: non è punibile
^ Corriere della sera Negato risarcimento a Giovanni Scattone
^ Corriere della sera «Marta Russo, non ci fu complotto»
Bibliografia
Marco Catino, Sociologia di un delitto. Media, giustizia e opinione pubblica nel caso Marta Russo , Roma, Luca Sossella, 2001 .
Rita Di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica , Fazi, 2005 .
Nino Luca, Parentopoli- Quando l'università è affare di famiglia , Marsilio, 2009 .
Collegamenti esterni
Associazione Marta Russo
Comitato Scattone e Ferraro
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Marta_Russo"
Categorie: Casi di omicidio Delitti di cronaca nera in Italia

lunedì 29 novembre 2010

Jean Michel Jarre - Discografia

Charles Manson







Charles Milles Manson (Cincinnati, 12 novembre 1934) è un criminale statunitense, famoso per essere stato il mandante di uno dei più efferati omicidi della storia degli Stati Uniti d'America. Ha avuto vari soprannomi, tra cui "Mr. Satan" o "Satan Manson", e la sua espressione "diabolica" nonché la sua crudeltà, hanno reso il suo nome comunemente associato alla personificazione del male.
Biografia [modifica]
L'infanzia [modifica]
Charles Manson nacque nel 1934 a Cincinnati (Ohio).

Sua madre, Kathleen Maddox, crebbe in una famiglia religiosa e molto rigida. Poiché non amava lo stile di vita ferreo che le veniva imposto, scappò di casa a 16 anni e per sopravvivere decise di darsi alla prostituzione. Charles fu concepito durante uno dei suoi rapporti occasionali e quando le venne chiesto quale nome dare al bambino ella non seppe cosa rispondere, tanto che il neonato venne registrato con il nome "No Name Maddox". alcuni mesi più tardi il bambino venne chiamato Charles, e alcuni anni dopo ricevette il cognome Manson, da man (uomo) e son (figlio), poiché non si conosceva l'identità del padre.

Dopo l'arresto della madre, per problemi legati alla droga e alcuni furti, all'età di cinque anni il piccolo Charles venne affidato agli zii che vivevano nel West Virginia. Questi erano fanatici religiosi e imposero al nipote un'educazione molto dura. Manson si lamentò in seguito soprattutto dello zio, che lo insultava e lo umiliava continuamente davanti a tutti: disse infatti che lo zio lo obbligò a vestirsi da bambina il primo giorno di scuola, mettendolo in imbarazzo davanti ai suoi compagni.[senza fonte]

La zia lo picchiava e cercò di sbarazzarsi di lui dandolo in adozione. Tutte le angherie subite contribuirono all'alterazione della psiche di Charles, che a 12 anni scappò da casa.

L'adolescenza e l'apparente cambiamento [modifica]
Nella fase adolescenziale iniziò la sua vita da criminale, dedicandosi ai furti d'auto e a rapine nei negozi. Tuttavia nel giro di pochi mesi venne arrestato e rinchiuso in carcere in Virginia. In carcere Charles subì ulteriori violenze da detenuti più grandi di lui. Stanco dei continui abusi nei suoi confronti, Charles imparò a difendersi e la sua instabilità mentale crebbe sempre più. La sua pena venne aggravata quando fratturò il cranio ad un detenuto e ne ferì un altro con un oggetto contundente.

Venne tuttavia scarcerato nel 1954, all'età di 20 anni: Manson era dotato di astuzia e di un'abilità oratoria non indifferente, e in poche sedute di dibattito riuscì a raggirare la commissione, plagiandola e convincendola di meritare la libertà condizionata, ottenendo il rilascio anticipato. Mostrava inoltre segni di cambiamento: si sposò con una giovane cameriera di un fast food, e da lei nel 1955 ebbe un figlio: Charles Manson Jr. Mentre suo figlio era ancora neonato, Charles manteneva la famiglia con lavori saltuari e furti d'auto. La moglie, contraria alla vita criminale del marito, ottenne il divorzio e Charles, arrestato nuovamente, venne rinchiuso in un carcere della California.

Rilasciato, pochissimo tempo dopo venne nuovamente arrestato, sempre per furto; ancora una volta ottenne una commutazione della pena in arresti domiciliari, convincendo una conoscente incinta a presentarsi in tribunale fingendosi la sua fidanzata. Ottenne così una semplice condanna agli arresti domiciliari che comunque non rispettò: appena rilasciato picchiò due donne a distanza di pochi giorni e, riconosciuto e catturato, questa volta ricevette dieci anni di carcere che scontò nel penitenziario dell'isola di McNeil dello Stato di Washington, nel Nord-Ovest degli Stati Uniti.

La famiglia [modifica]
Charles fu rilasciato sulla parola nel marzo 1967, e una volta uscito decise di divenire un musicista Hippy, forte del riscontro positivo che questo movimento aveva a quei tempi e mettendo a frutto quanto appreso in carcere da un detenuto più anziano che gli aveva insegnato a suonare la chitarra[senza fonte]; dichiarò in seguito di essere stato un fan dei Beatles. Un attuale modello di chitarra prende il nome di Manson per ricordare la sua musica.[senza fonte]

Charles si trasferì a San Francisco, in tempo per la Summer of Love, dove raccolse intorno a sé un gruppo di giovani (sia ragazzi che ragazze) affascinati dal suo carisma, dalla sua chitarra e dalla sua capacità di parlare alla gente. Presero il nome di The Family ("La famiglia"), o anche The Manson Family, sebbene Manson abbia sempre negato di aver dato egli stesso quel nome al gruppo. Riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti (circa 50 persone): molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari e spesso di adattamento sociale. Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale: affermava infatti di essere la reincarnazione di Gesù Cristo e di Satana insieme e i suoi adepti gli erano molto devoti. Oltre che dalla connotazione religiosa, il suo gruppo differisce dalle "comuni" Hippy per il palese e dichiarato disprezzo che provava nei confronti dei neri. Egli profetizzava infatti che ci sarebbe stata una guerra interraziale e che avrebbero vinto i neri; ma i neri erano inferiori rispetto ai bianchi, ciò che sapevano l'avevano appreso dai bianchi, dunque non avrebbero potuto mantenere il potere e a quel punto avrebbero preso loro il comando, i prescelti della Famiglia.

The Family, sotto la sua attenta guida, sopravviveva grazie a furti ed altre attività criminali. Tra una rapina e l'altra, suonavano la chitarra e facevano uso di hashish e LSD. L'attività della setta di Manson con il tempo non si limitò ai furti, ma si estese agli omicidi. Manson fondò anche un movimento ambientalista chiamato ATWA (acronimo di "Air, Trees, Water, Animals"), che si batteva per salvaguardare la natura e le sue creature, e del quale facevano parte alcuni membri della "Famiglia".

Charles voleva diventare un musicista famoso come i suoi idoli e nell'estate del 1968 tentò di realizzare il suo sogno musicale, recandosi in uno studio discografico di Los Angeles, con il supporto economico di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys che aveva conosciuto dopo che questi aveva dato un passaggio a due ragazze della Family che facevano autostop.[senza fonte]

L'insuccesso non fece altro che accrescere l'ossessione di Charles di diventare un musicista. Un suo brano, Cease to Exist, fu nuovamente arrangiato dai Beach Boys e inserito nell'album 20/20 (1969) con un nuovo titolo (Never Learn Not to Love), testi modificati e un differente bridge, cosa che suscitò in Manson non poca rabbia nei confronti dell'ex amico.

Gli omicidi [modifica]
Il 9 agosto 1969 Manson pianificò e realizzò un'intrusione a Cielo Drive, un ricco quartiere di Los Angeles, con l'obiettivo di entrare nella villa al momento abitata da Roman Polanski e Sharon Tate, attrice e moglie del regista, incinta di 8 mesi, ed alcuni loro amici, tra cui Jay Sebring, parrucchiere dell'attrice, Abigail Folger, figlia dell'imprenditore del caffè "Folger", Wojiciech Frykowski, il fidanzato di Abigail. La villa era stata precedentemente occupata da Terry Melcher, artista e produttore musicale che aveva espresso inizialmente interesse nei riguardi di alcune canzoni composte da Manson, ma che successivamente si era rifiutato di scritturare Charles come musicista per la Columbia Productions; la villa divenne il simbolo di tutti coloro che l'avevano rifiutato. La notte in cui si consumarono gli omicidi Roman Polanski non era presente: si trovava infatti a Londra al lavoro su un progetto cinematografico.

Non è mai stato accertato se Charles aspettasse in auto o se rimase nel ranch dove risiedeva l'organizzazione; coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles "Tex" Watson (a cui Manson diede il comando della operazione stragista), Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Questi si diressero verso la villa armati di coltelli, un revolver e un filo di nylon lungo 13 metri. Giunti sul posto, i quattro tagliarono i fili del telefono per impedire che venissero chiamate le forze dell'ordine una volta entrati. Ad eccezione di Linda Kasabian, che doveva coprir loro le spalle, gli altri tre scavalcarono la recinzione. Tuttavia vennero notati da un amico del guardiano della villa, Stephen Earl Parent, il quale venne ucciso immediatamente a colpi di revolver da Tex Watson.

Entrati nella villa i membri della The Family non ebbero nessuna pietà. Il primo a morire fu il parrucchiere Sebring, che implorò di lasciar in vita la Tate in quanto incinta, ma venne ferito con un colpo di revolver all'ascella e finito con una serie di coltellate. La successiva vittima fu Frykowski, che venne accoltellato da Susan Atkins. Stessa sorte anche per la Folger, accoltellata ripetutamente. L'ultima vittima fu Sharon Tate.

Con uno straccio intriso del sangue dell'attrice, Susan Atkins scrisse sulla porta, da cui avevano fatto irruzione, "PIG" ovvero maiale in lingua inglese: maiale è anche il termine statunitense con cui ci si riferisce in tono spregiativo alla polizia e Piggies è il titolo di una canzone dei Beatles. Sullo specchio del bagno venne scritto Helter Skelter: l'espressione inglese "helter skelter" indica i grandi scivoli di forma elicoidale dei Luna Park, e fu interpretata da Manson come "arrivo del caos" e "fine del mondo", anche questa è il titolo di una canzone dei Beatles. Non ci furono sopravvissuti al massacro, se non il regista stesso Roman Polanski, che era in realtà assente in quel periodo perché impegnato per motivi di lavoro in Inghilterra (aveva appena finito di girare Rosemary's Baby).

I massacri dell'organizzazione non si placarono, e il giorno seguente vennero uccisi l'imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary: i due furono colpiti al petto con più di quaranta pugnalate a testa. Sulle pareti venne scritto “Death to pigs” col sangue delle vittime e sul frigorifero in cucina venne invece scritto, con una storpiatura grammaticale "Healter Skelter". Il cadavere di Leno LaBianca fu ritrovato con una forchetta conficcata nello stomaco.

Una ulteriore vittima di Manson fu un insegnante di musica, Gary Hinman, che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla Family osando poi cacciarli. Anche lui venne accoltellato: sulla parete venne tracciata la scritta "Politician Pig", ovvero "Porco politico"; tali scritte vennero ordinate da Manson ai suoi seguaci per cercare di depistare le indagini e far accusare i neri dell'omicidio.

L'ultimo omicidio attribuito a "The Family" fu quello di un membro stesso della setta, Donald Shea (soprannominato "Shorty"), colpevole di aver denunciato l'organizzazione e di aver sposato una donna nera. Venne brutalmente ucciso il 26 agosto 1969 e la sua salma venne tagliata in nove pezzi.

L'attività criminosa della "Famiglia" continuò incontrastata per quasi due anni, fin quando l'avvocato Vincent Bugliosi, di origini italiane, riuscì a trovare dopo molte indagini le prove che incastravano Manson. Inoltre alcuni seguaci lo tradirono; testimone chiave nel processo fu Linda Kasabian, la ragazza che ricoprì il ruolo di "palo" la sera del 9 agosto 1969. Charles venne così arrestato per quello che venne ricordato come Il caso Tate-LaBianca e venne accusato di essere il mandante degli omicidi.

Il processo [modifica]
Nel 1970 iniziò il processo contro Charles Manson. Egli si presentò con una X incisa sulla fronte: in seguito, dopo diversi anni di prigione, Manson stesso modificò l'incisione sulla fronte facendola diventare una svastica. Il processo è entrato nella storia degli U.S.A. per la sua incredibile lunghezza: il solo dibattimento preliminare durò quasi un anno. Charles non confessò gli omicidi della sua banda, né di altre azioni criminali; Susan Atkins invece, rivelò che Manson aveva programmato di uccidere in seguito nomi noti nello show business come Liz Taylor, Steve McQueen, Richard Burton e Frank Sinatra, pur non avendo prove materiali a sostegno.

Il 29 marzo 1971 il processo si chiuse con la condanna a morte di tutti i componenti della "Famiglia", ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte, e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, con pena commutata in ergastolo.

Il 25 maggio 2007, presso il carcere di Corcoran, l'undicesima udienza richiesta da Manson per ottenere la libertà vigilata è stata respinta. L'uomo, 74 anni al tempo del processo (di cui 42 trascorsi in carcere), non era presente all'udienza, ma dichiarò alla stampa tramite il proprio avvocato che nel 2012 avrebbe presentato puntualmente la sua dodicesima domanda di rilascio.

Le ipotesi di omicidio [modifica]
Non si conoscono con esattezza i moventi che spinsero la banda di Manson a uccidere. Alcuni specialisti avanzano l'ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama: non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato egli avrebbe scelto l'alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l'attenzione dell'opinione pubblica.[senza fonte]

Altri ritengono che Charles, essendo vissuto nella povertà e in mezzo alla strada, odiasse le persone ricche e famose e per questo covasse desideri di vendetta. Si ritiene che con la scritta "DEATH TO PIGS" Manson volesse dimostrare il proprio furore nei confronti delle stelle dello spettacolo, chiamandoli "maiali" per la loro vita mondana e piena d'eccessi.[senza fonte]

Manson stesso nel giustificare i propri atti afferma di essere stato ispirato dai Beatles e nello specifico dalla canzone Helter Skelter. Egli credeva di aver individuato nel brano una sorta di "messaggio profetico" a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos. Manson affermò inoltre di aver ucciso Sharon Tate per il desiderio di attribuire l'omicidio alla comunità afro-americana della città di Los Angeles.

Il figlio segreto [modifica]
Nel 2009 un disk jockey 41enne di Los Angeles, Matthew Roberts, adottato in tenera età da una famiglia e cresciuto nell'Illinois, riesce a risalire ai propri genitori naturali scoprendo di essere figlio di Charles Manson[1].

A 10 anni Roberts aveva scoperto da sua sorella di essere stato adottato, ma si è messo alla ricerca dei suoi veri genitori nel 1997 nonostante il padre adottivo avesse provato a scoraggiarlo. Roberts era sicuro che la scoperta lo avrebbe aiutato a «conoscere meglio se stesso». Invece, conoscere l'identità del suo padre biologico lo ha gettato nella depressione.

La storia è raccontata dall'edizione online del tabloid britannico The Sun. «Non ci volevo credere. Ero spaventato e arrabbiato allo stesso tempo. È stato come scoprire che tuo padre è Adolf Hitler», ha detto Roberts.

Dalla madre, trovata subito attraverso un'agenzia di servizi sociali, Matthew si è fatto raccontare tutta la storia: lei e Manson si conobbero nel 1967 a San Francisco durante la famosa «Summer of Love» e, durante un'orgia dove furono consumate massicce dosi di droga, Terry fu violentata.

Nonostante il trauma per aver scoperto di essere il figlio di uno dei più crudeli assassini degli ultimi quarant'anni, sette anni fa Matthew, che si definisce un pacifista («il mio eroe è Gandhi»), ha cominciato a scrivergli. Manson ha confermato di essere suo padre e ha sempre risposto alle sue lettere scrivendo «cose folli» e firmando con una svastica.

Manson nella cultura popolare [modifica]
Gli atti di malvagità di Manson sono stati ripresi o citati, per lo più da personaggi della musica.

Musica [modifica]
Alkaline Trio: il gruppo pop-punk ha dedicato la canzone Sadie, contenuta nel album Crimson, a Sadie Mae Glutz, una componente della Manson Family.
Guns N' Roses: Axl Rose, leader del gruppo, contro la volontà degli altri componenti del gruppo ha inserito nel disco The Spaghetti Incident? come traccia nascosta subito dopo I Don't Care About You, cover della canzone di Manson Look At Your Game Girl. Negli ultimi secondi del brano, infatti, si sente Axl dire: "Thanks, Charles". Axl Rose indossò inoltre varie volte durante l' "Use your illusion Tour" una t-shirt raffigurante il volto stilizzato di Charles Manson con scritto "Charlie don't surf".
Crispin Hellin Glover: I'll Never Say Never to Always.
Deicide: il gruppo death metal floridiano ha scritto una canzone su Charles Manson intitolata Lunatic of God's Creation".
Eminem: nella canzone I'm Back, tratta dall'album The Marshall Mathers LP, Eminem cita Manson: "Manson, you're safe in that cell, be thankful it's jail" ("Manson sei salvo in quella cella, sii grato che è una galera!").
GG Allin: Garbage Dump.
Kasabian: il gruppo alternative rock britannico prende il nome da Linda Kasabian, l'adepta di Charles che partecipò all'assassinio di Sharon Tate.
Leonard Cohen: citazione nel brano The Future.
Marilyn Manson: il noto cantante ha dato origine al suo nome d'arte fondendo il nome di Marilyn Monroe con il cognome di Charles Manson dicendo che i due rappresentavano due volti contrastanti dell'America.
Ozzy Osbourne: il brano Bloodbath In Paradise parla dell'omicidio di Sharon Tate.
Paradise Lost: nell'album Draconian Times sono inseriti alcuni stralci di un'intervista rilasciata da Manson. Il brano in questione è Forever Failure.
Rob Zombie: la figura del "guru" della Family ha affascinato il cantante, il quale ha dichiarato che il suo look (capelli lunghi e barba) è stato ispirato da Manson.
Scramblehead: The Fires Are Burning.
Skruigners: nella canzone 2003 del gruppo italiano sono presenti alcune strofe di Eyes of a dreamer di Charles Manson.
Slipknot: la band Nu Metal americana, ha dedicato a Manson la prima traccia 742617000027 dell'album omonimo; nel brano una voce campionata ripete in loop la frase detta da Manson in un'intervista: "The whole thing, I think it's sick" ("Penso che tutto sia malato").
System of a down: in ATWA, si fa riferimento al movimento fondato da Manson, oltre a The Family.
Ramones: il brano Glad To See You Go (album Leave Home, Sire 1977), che cita Charles Manson più volte, si apre con le seguenti parole: Gonna take a chance on her/One bullet in the cylinder/And in a moment of passion get the glory like Charles Manson (Le darò una chance/Una pallottola nel tamburo/E in un attimo di passione mi conquisterò la gloria come Charles Manson).
The Lemonheads: Your Home is Where You're Happy e Big Iron Door.
Trent Reznor (Nine Inch Nails): ha composto il concept album The Downward Spiral nella villa in cui Sharon Tate fu assassinata. La parola "Pig" fu scritta per la seconda volta sulla porta d'ingresso.
The Rotten Charles Manson: Il gruppo Crust Punk/Grindcore Malaysiano prende il suo nome dal forte disprezzo che nutre nei confronti dell'assassino.
Fate Angel: nel testo della canzone 2012 il gruppo Thrash Metal floridiano parla del presunto anno della fine del mondo e lo fa coincidere con il rilascio di Charles Manson e la terza guerra mondiale.
Dr. Dre and Ice Cube: Natural Born Killaz Charles Manson viene insultato e minacciato: ("So FUCK CHARLIE MANSON I'll snatch him out of his truck hit em with a brick and I'm dancin.")
Tori Amos: nella canzone "Tear in your hand" lo nomina dicendo "i don't believe you're leaving 'cause me and Charles Manson like the same ice cream, i think it's that girl..."
Cinema/Televisione
Al termine del film Thank you for smoking il protagonista, interpretato da Aaron Eckhart, paragona il talento di Charles Manson nell'assassinare con quello di Michael Jordan nel basket.
Manson appare come cartone animato nella serie South Park, nell'episodio Merry Christmas Charlie Manson!
Manson appare come pupazzo animato nell'episodio pilota della serie televisiva animata di MTV Celebrity Deathmatch.
Manson appare anche in un altro cartone animato, I Griffin, precisamente nella seconda puntata della prima stagione, I Teledipendenti, dove a Peter, il protagonista, viene detto che guardare troppa televisione non è salutare: Charles Manson la guarda sempre in galera.
In "Yes Man" Carl Allen, interpretato da Jim Carrey, rimasto senza benzina in un parco di notte, scherza tra sé e sé dicendo che verrà "massacrato" dalla famiglia Manson.
Letteratura
Nel suo primo romanzo su Kathryn Dance, La bambola che dorme, lo scrittore di thriller Jeffery Deaver, ha creato un antagonista ispirato alla figura di Charles Manson.
Nel suo primo romanzo, Teoria e pratica di ogni cosa, Marisha Pessl parla estensivamente del personaggio di Charles Manson.
Altro
Il wrestler statunitense Phil Brooks, in arte CM Punk, ha dichiarato che il "CM" all'inizio del suo nome d'arte, può avere diversi significati: fra questi, proprio Charles Manson.
Note
^ Fonte: La Repubblica, 24.11.2009, "Dj quarantenne di Los Angeles scopre di essere figlio di Manson"
Bibliografia
Ed Sanders La "Famiglia" di Charles Manson. Gli assassini di Sharon Tate, Feltrinelli, 1972. (ISBN non disponibile)
Charles Manson (trad. di Alessandro Papa) I vostri bambini, Stampa Alternativa, 1994.
Voci correlate [modifica]
Roman Polanski
Dennis Wilson
Sharon Tate
Leno LaBianca
Susan Atkins
Altri progetti [modifica]
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Charles Manson
Collegamenti esterni [modifica]
Sbatti il mostro in prima pagina: Charles Manson articolo di Walter Catalano in Airesis
Dopo 40 anni di carcere ecco il volto di Charles Manson in Repubblica.it
(EN) Biography - Charles Manson video in Veoh


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