Cristiani in Iraq: verso una risoluzione unitaria dell'Europarlamento
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=441644
gruppi politici al Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla risoluzione d’urgenza che verrà votata domani in emiciclo e che riguarda due “argomenti non sovrapponibili”: la pena di morte in Iraq, e in particolare il caso della condanna di Tarek Aziz, e le violenze contro le comunità cristiane nel Paese mediorientale: i due temi sono stati riuniti in un unico testo - riferisce l'agenzia Sir - per ragioni tecniche, in quanto in una tornata di voto non possono comparire più di tre risoluzioni d’urgenza e ne erano già previste altre. “Le azioni violente contro i cristiani in Iraq hanno raggiunto numeri e proporzioni impressionanti”, spiega il deputato Mario Mauro, che ha promosso l’iniziativa. “Non è una questione identitaria, ma una battaglia per la difesa della libertà religiosa ovunque nel mondo, la quale è fondamento delle altre libertà fondamentali”. Mauro elenca le persecuzioni cui sono sottoposti i cristiani, i delitti, le violenze contro le famiglie, costrette alla fuga. “Sono già un milione le persone di fede cristiana che hanno dovuto fuggire dalle loro case e rifugiarsi in Siria e Giordania. Ora è tempo che l’Ue faccia sentire la sua voce”, anche in vista della definizione del prossimo accordo economico-commerciale con l’Iraq, che sarà definito nei prossimi mesi. (R.P.)
I numeri sono impressionanti: 50 milioni di cristiani perseguitati
«La libertà religiosa è uno dei cardini della nostra civiltà » e «violarla significa non solo negare un diritto fondamentale, ma negare l'essenza più profonda dell'uomo»,sottolinea il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel messaggio di saluto che ha fatto pervenire stamani, in occasione della presentazione del Rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo, realizzato dall'Acs (Aiuto alla Chiesa nel mondo)
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=3148&ID_sezione=524&sezione= di GIACOMO GALEAZZI
Le violazioni della libertà di religione e di culto colpiscono circa 5 miliardi di persone nel
mondo. Sebbene in differente misura a seconda delle situazioni locali che si registrano nei diversi paesi, quindi, forme di condizionamento, quando non di vera e propria violenza,
interessano il 70% della popolazione mondiale. È il dato più clamoroso che emerge dal rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo realizzato dall’Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre). Discriminazioni, controlli, divieti, censure e poi arresti, persecuzioni, violenze, perpetrate a volte sulla scorta di leggi estranee ai principi del diritto. Sono molti i modi in cui, nel mondo, si limita o si cancella la libertà religiosa e di culto. Dalle forme più blande di condizionamento fino agli atti più estremi, le stime indicano cifre impressionanti: le violazioni colpiscono circa 5 miliardi di persone, il 70% della popolazione mondiale. Tra questi, 50 milioni sono cristiani. È chiaro che dentro questi numeri convivono situazioni molto diverse fra loro per gravità, ma accomunate da uno stesso comune denominatore: la negazione forzata del proprio credo e il proprio pensiero. Oggi è stato presentato il rapporto 2010 sulla libertà religiosa realizzato dall’Acs (Aiuto della Chiesa nel mondo) e tradotto in 6 lingue. A fornire le cifre è stato padre Giulio Albanese, missionario e giornalista, fondatore dell’agenzia Misna. «Solo in Cina e India - ha detto - sono circa 2,5 miliardi le persone a rischio per motivi religiosi e di culto». «La libertà religiosa - ha scritto il ministro degli Esteri Franco Frattini in messaggio di saluto - è uno dei cardini della nostra civiltà: violarlo significa negare non solo un diritto fondamentale, ma l’essenza più profonda dell’uomo». Proprio alla Cina, sotto i riflettori per il caso di un vescovo ordinato senza l’assenso del Papa, è dedicata la sezione più corposa del rapporto, che con le sue 196 schede-paese offre un quadro della situazione internazionale tra gennaio 2009 e aprile 2010. «Secondo diverse fonti, in Cina vi sarebbero decine di sacerdoti cattolici in prigione o nei campi di lavoro forzato. E una decina di vescovi in isolamento», spiega il rapporto che descrive dettagliatamente la separazione tra la Chiesa cattolica ufficiale, fedele a Pechino, e quella ’sotterraneà costretta a nascondersi. In Cina come in tante altre parti del mondo non sono solo i cattolici o più in generale i cristiani a vedere calpestata la libertà religiosa. «Certo è indubbio che soprattutto dopo la prima guerra in Iraq l’errata equazione tra cristianesimo e interessi dell’Occidente a preso piede. Soprattutto nei Paesi islamici», osserva Francesco Maria Greco, direttore generale per la cooperazione culturale del ministero degli Esteri, da dicembre ambasciatore italiano presso la Santa Sede. In base alle stime riferite da Renè Guitton, scrittore, da anni impegnato nel dialogo culturale e interreligioso tra Oriente e Occidente, «sono oltre 50 milioni i cristiani vittime nel mondo di persecuzioni, disprezzo, discriminazioni». In Iraq una delle situazioni più difficili: negli ultimi mesi circa 1.700 famiglie sono fuggite da Mossul e a Baghdad interi quartieri sono stati abbandonati dai cristiani. Le leggi contro l’apostasia o la blasfemia, che arrivano a prevedere la condanna morte, sono spesso uno strumento per attacchi e vendette personali. In Pakistan dal 1986 a oggi si calcola che circa mille persone siano state incriminate per questo ’reatò
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=441644
gruppi politici al Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla risoluzione d’urgenza che verrà votata domani in emiciclo e che riguarda due “argomenti non sovrapponibili”: la pena di morte in Iraq, e in particolare il caso della condanna di Tarek Aziz, e le violenze contro le comunità cristiane nel Paese mediorientale: i due temi sono stati riuniti in un unico testo - riferisce l'agenzia Sir - per ragioni tecniche, in quanto in una tornata di voto non possono comparire più di tre risoluzioni d’urgenza e ne erano già previste altre. “Le azioni violente contro i cristiani in Iraq hanno raggiunto numeri e proporzioni impressionanti”, spiega il deputato Mario Mauro, che ha promosso l’iniziativa. “Non è una questione identitaria, ma una battaglia per la difesa della libertà religiosa ovunque nel mondo, la quale è fondamento delle altre libertà fondamentali”. Mauro elenca le persecuzioni cui sono sottoposti i cristiani, i delitti, le violenze contro le famiglie, costrette alla fuga. “Sono già un milione le persone di fede cristiana che hanno dovuto fuggire dalle loro case e rifugiarsi in Siria e Giordania. Ora è tempo che l’Ue faccia sentire la sua voce”, anche in vista della definizione del prossimo accordo economico-commerciale con l’Iraq, che sarà definito nei prossimi mesi. (R.P.)
I numeri sono impressionanti: 50 milioni di cristiani perseguitati
«La libertà religiosa è uno dei cardini della nostra civiltà » e «violarla significa non solo negare un diritto fondamentale, ma negare l'essenza più profonda dell'uomo»,sottolinea il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel messaggio di saluto che ha fatto pervenire stamani, in occasione della presentazione del Rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo, realizzato dall'Acs (Aiuto alla Chiesa nel mondo)
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=3148&ID_sezione=524&sezione= di GIACOMO GALEAZZI
Le violazioni della libertà di religione e di culto colpiscono circa 5 miliardi di persone nel
mondo. Sebbene in differente misura a seconda delle situazioni locali che si registrano nei diversi paesi, quindi, forme di condizionamento, quando non di vera e propria violenza,
interessano il 70% della popolazione mondiale. È il dato più clamoroso che emerge dal rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo realizzato dall’Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre). Discriminazioni, controlli, divieti, censure e poi arresti, persecuzioni, violenze, perpetrate a volte sulla scorta di leggi estranee ai principi del diritto. Sono molti i modi in cui, nel mondo, si limita o si cancella la libertà religiosa e di culto. Dalle forme più blande di condizionamento fino agli atti più estremi, le stime indicano cifre impressionanti: le violazioni colpiscono circa 5 miliardi di persone, il 70% della popolazione mondiale. Tra questi, 50 milioni sono cristiani. È chiaro che dentro questi numeri convivono situazioni molto diverse fra loro per gravità, ma accomunate da uno stesso comune denominatore: la negazione forzata del proprio credo e il proprio pensiero. Oggi è stato presentato il rapporto 2010 sulla libertà religiosa realizzato dall’Acs (Aiuto della Chiesa nel mondo) e tradotto in 6 lingue. A fornire le cifre è stato padre Giulio Albanese, missionario e giornalista, fondatore dell’agenzia Misna. «Solo in Cina e India - ha detto - sono circa 2,5 miliardi le persone a rischio per motivi religiosi e di culto». «La libertà religiosa - ha scritto il ministro degli Esteri Franco Frattini in messaggio di saluto - è uno dei cardini della nostra civiltà: violarlo significa negare non solo un diritto fondamentale, ma l’essenza più profonda dell’uomo». Proprio alla Cina, sotto i riflettori per il caso di un vescovo ordinato senza l’assenso del Papa, è dedicata la sezione più corposa del rapporto, che con le sue 196 schede-paese offre un quadro della situazione internazionale tra gennaio 2009 e aprile 2010. «Secondo diverse fonti, in Cina vi sarebbero decine di sacerdoti cattolici in prigione o nei campi di lavoro forzato. E una decina di vescovi in isolamento», spiega il rapporto che descrive dettagliatamente la separazione tra la Chiesa cattolica ufficiale, fedele a Pechino, e quella ’sotterraneà costretta a nascondersi. In Cina come in tante altre parti del mondo non sono solo i cattolici o più in generale i cristiani a vedere calpestata la libertà religiosa. «Certo è indubbio che soprattutto dopo la prima guerra in Iraq l’errata equazione tra cristianesimo e interessi dell’Occidente a preso piede. Soprattutto nei Paesi islamici», osserva Francesco Maria Greco, direttore generale per la cooperazione culturale del ministero degli Esteri, da dicembre ambasciatore italiano presso la Santa Sede. In base alle stime riferite da Renè Guitton, scrittore, da anni impegnato nel dialogo culturale e interreligioso tra Oriente e Occidente, «sono oltre 50 milioni i cristiani vittime nel mondo di persecuzioni, disprezzo, discriminazioni». In Iraq una delle situazioni più difficili: negli ultimi mesi circa 1.700 famiglie sono fuggite da Mossul e a Baghdad interi quartieri sono stati abbandonati dai cristiani. Le leggi contro l’apostasia o la blasfemia, che arrivano a prevedere la condanna morte, sono spesso uno strumento per attacchi e vendette personali. In Pakistan dal 1986 a oggi si calcola che circa mille persone siano state incriminate per questo ’reatò
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