Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Auguro a voi tutti un buon viaggio nel mio blog.

Anchorage

Anchorage

sabato 30 aprile 2011

Jimmy Choo









































































Dato' Jimmy Choo OBE, il cui nome di nascita è Jimmy Choo Yeang Keat (in scrittura cinese: 周仰杰[1]; Penang, 1961) è uno stilista malaysiano che produce prodotti di lusso con sede a Londra, molto famoso per le sue scarpe femminili prodotte a mano dall'azienda Jimmy Choo Ltd.
Indice[nascondi]
1 Carriera
2 Premi
3 Note
4 Collegamenti esterni
Carriera[modifica]
Cittadino della Malaysia, Jimmy Choo discende dall'etnia Hakka cinese. Nato a Penang da una famiglia di produttori di scarpe[2], Choo realizzò il suo primo paio all'età di 11 anni. Dopo aver studiato presso il Cordwainers' Technical College ed essersi laureato nel 1983[2], nel 1986 apre il suo laboratorio ad Hackney per la realizzazione di scarpe, nella parte Est di Londra, ristrutturando un vecchio edificio di un ospedale.
Nel 1988 la rivista Vogue dedica un servizio di otto pagine alle creazioni di Jimmy Choo, che unitamente alla sponsorizzazione di Diana, principessa del Galles[2], contribuisce a far diventare Choo uno dei fashion designer più popolari al mondo e gli permette nel 1996 di fondare la Jimmy Choo Ltd in società con Tamara Mellon, editrice di Vogue.
Nell'Aprile del 2001, Choo vende la sua percentuale del 50% della società per un valore dieci milioni di dollari, concentrandosi unicamente sull'esclusiva linea Jimmy Choo Couture, sotto licenza della Jimmy Choo Ltd. La linea londinese, conosciuta anche come Jimmy Choo prêt-à-porter o, semplicemente, Jimmy Choo, è sotto la competenza di Tamara Mellon. Le collezioni di Jimmy Choo si sono allargate per includere nelle proprie linee anche accessori, borse o occhiali da sole.
Premi[modifica]
2000: Titolo di Dato', assegnatoli dal sultano di Pahang in Malaysia per i suoi risultati.
2002: Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico, titolo assegnatoli dalla Regina Elisabetta II, come ringraziamento per i suoi servizi per l'industria della moda nel Regno Unito.
2004: Premio Darjah Setia Pangkuan Negeri, ricevuto dalla sua città d'origine Penang[3]
Note[modifica]
^ [1] AllMalaysia.info
^ a b c Fashion Model Directory
^ [2] TheStar.com.my 2004/7/10
Collegamenti esterni[modifica]
Sito ufficiale
Portale Biografie
Portale Moda
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Jimmy_Choo"
Categorie: Stilisti malesi Nati nel 1961 [altre]

Central Intelligence Agency (CIA)

Central Intelligence Agency





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Stemma della CIA





Stato
bandiera Stati Uniti d'America





Tipo
Agenzia d'intelligence





Istituito
18 settembre 1947





Sede
Langley, VA





Sito Internet
https://www.cia.gov/





Direttore
Leon Panetta





La Central Intelligence Agency (CIA) è l'agenzia di spionaggio per l'estero degli Stati Uniti d'America, responsabile dell'ottenimento e dell'analisi delle informazioni sui governi stranieri, sulle società, sugli individui e sulla segnalazione di tali informazioni ai vari rami del governo degli Stati Uniti. Dispone inoltre di un ampio apparato militare segreto, che durante la guerra fredda è stato responsabile di diverse campagne clandestine contro governi stranieri. La sede centrale si trova a Langley, in Virginia, vicino al fiume Potomac e Washington.





Indice





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Storia[modifica]














Emblema presente sul pavimento della sede dell'Agenzia





L'agenzia venne costituita dal presidente americano Harry Truman nel 1947 riformando l'Office of Strategic Services (OSS), nato per la seconda guerra mondiale. La OSS si sciolse nell'ottobre del 1945, ma William J. Donovan (chiamato Wild Bill), il creatore dell'OSS, inviò una proposta al presidente Franklin Delano Roosevelt nel 1944 per chiedere la formazione di una nuova organizzazione con la supervisione diretta da parte del presidente. Nonostante la forte opposizione dei militari, del Dipartimento di Stato, e dell'FBI, nel gennaio del 1946 Truman fonda il Central Intelligence Group (CIG). Dopo il National Security Act del 1947 (che diventa effettivo il 18 settembre 1947) vengono fondati sia il National Security Council (NSC) sia la CIA.





Nel 1949, viene approvato il Central Intelligence Agency Act (chiamato anche "Public Law 110"), che permette agli agenti di usare il fisco segreto e di essere esenti dalla maggior parte delle limitazioni sugli usi del fondo federale. L'atto esenta anche la CIA dall'obbligo rivelare "l'organizzazione, le funzioni, i funzionari, le cariche, i salari, e il numero di personale impiegato". Viene inoltre creato un programma chiamato "PL-110" per trattare con i disertori o "stranieri essenziali" al di là delle normali procedure d'immigrazione, in modo tale da potergli offrire copertura e sostegno economico.





Durante i primi anni della sua esistenza, gli altri rami del governo non hanno esercitato molto controllo sulla CIA. Questo è spesso giustificato con la dura concorrenza con il KGB durante la Guerra fredda, un compito che secondo molti richiedeva la possibilità di operare anche al di fuori delle normali regole. Come risultato, scarso è il controllo governativo sulle attività della CIA. La rapida espansione dell'agenzia e l'evolversi di un senso di indipendenza sotto il comando del direttore della CIA, Allen Dulles, ha accentuato questa tendenza.





La svolta ci fu all'inizio degli anni settanta, al tempo dello scandalo Watergate. Un aspetto dominante della politica americana in quel periodo era il tentativo del Congresso di ribadire il suo potere di tutela sulle strutture esecutive del governo. Le rivelazioni sulle passate attività della CIA, come i tentativi di assassinare leader stranieri e l'illegale spionaggio interno, fornirono l'opportunità di portare avanti questo processo nella sfera delle operazioni di intelligence. Ad accelerare la caduta in disgrazia dell'agenzia furono il coinvolgimento di ex agenti CIA nello scandalo Watergate e i successivi tentativi del presidente Nixon di usare sempre la CIA per fermare le investigazioni sul caso. Nel famoso nastro - noto come la "pistola fumante" - che costrinse Nixon alle dimissioni, egli confessava al suo capo dello staff Haldeman che ulteriori investigazioni sul Watergate avrebbero "scoperto lo scheletro nell'armadio" riguardo alle operazioni nella Baia dei Porci.





Il vice direttore James R. Schlesinger aveva commissionato una serie di rapporti sui peccati passati della CIA. Questi rapporti, conosciuti eufemisticamente come "i gioielli di famiglia", furono trattenuti in seno all'agenzia fino a quando un articolo di Seymour Hersh sul New York Times rivelò la notizia che la CIA era stata coinvolta nell'assassinio di leader stranieri e teneva file su circa settemila cittadini americani appartenenti a movimenti pacifisti (Operazione CHAOS). Il Congresso investigò sulla CIA arrivando a nuove imbarazzanti conclusioni. Attorno al Natale del 1974 il Congresso contrastò ancora la CIA proibendo un'operazione segreta in Angola.





Successivamente fu proibito alla CIA di assassinare leader stranieri. Inoltre il divieto sullo spionaggio interno, che era sempre stato proibito dallo statuto della CIA, fu rafforzato affidando la sola responsabilità di investigazione sui cittadini statunitensi all'FBI.





Il 5 gennaio 2009 veniva annunciato che il President Elect Barack Obama aveva designato l'ammiraglio in congedo Dennis Blair[1] quale National Intelligence Director e Leon Panetta[2] (già Chief of Staff con l'amministrazione Clinton) direttore della CIA[3][4][5].





Operazioni nella storia[modifica]





Nord America[modifica]




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Per approfondire, vedi la voce Progetto MKULTRA.





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Negli anni cinquanta e sessanta, la CIA avviò un programma di ricerca sul controllo della mente chiamato Progetto MKULTRA negli Stati Uniti e in Canada. Il progetto a Montreal includeva lo sviluppo di tecniche utilizzate da scienziati nazisti per influenzare e controllare il comportamento di determinate persone. Questi esperimenti, finanziati con 25 milioni di dollari, prevedevano anche tecniche di ipnosi, somministrazione di sieri della verità, droghe, messaggi subliminali e altri metodi di violenze psicologiche (es. privazione sensoriale, elettroshock, ecc.) su cavie umane (tra cui numerosissimi pazienti psichiatrici).





Europa[modifica]




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Per approfondire, vedi la voce Operazione Gladio.





Nei suoi primi anni la CIA e il suo predecessore, l'OSS, tentarono di "contenere" il comunismo nell'Europa dell'est dando supporto ai locali gruppi anticomunisti; ma nessuno di questi tentativi ebbe molto successo. Tentativi di provocare rivoluzioni in Ucraina e Bielorussia infiltrando spie anti-comuniste e sabotatori incontrarono il fallimento totale. In Polonia la CIA spese parecchi anni inviando denaro e equipaggiamento ad un'organizzazione inventata e gestita dall'intelligence polacca.





La CIA ebbe più successo nei suoi sforzi di limitare l'influenza del comunismo in Francia e in Italia, soprattutto nelle elezioni italiane del 1948. Dopo la seconda guerra mondiale, la CIA fu lo strumento attraverso cui si organizzò la rete Gladio, una rete segreta di organizzazioni militari anticomuniste - che talvolta reclutava individui di estrema destra - in Italia e in altre parti dell'Europa occidentale.





Accuse di arruolamento di ex nazifascisti[modifica]




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Per approfondire, vedi la voce Operazione Paperclip.





Tra le numerose accuse[6] rivolte all'OSS e alla CIA - in parte confermate anche a seguito della desecretazione di documenti riservati statunitensi e britannici - vi è, tra le altre, quella di aver aiutato e reclutato alcuni nazisti di alto grado, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Fra questi il generale Reinhard Gehlen, coinvolto comunque nel complotto per l'attentato a Hitler del 20 luglio 1944, e che aveva diretto la sezione dei servizi di informazione della Wehrmacht addetta al controllo del fronte orientale e dell'Unione Sovietica. Al generale Gehlen, date le sue estese risorse informative sull'Unione Sovietica, fu concesso di mantenere intatta la sua rete di oltre 400 spie dopo la guerra al servizio degli Stati Uniti. L'organizzazione di Gehlen presto divenne una delle fonti primarie di intelligence durante la guerra fredda, e formò la base di quella che a partire dal 1956 divenne l'agenzia di intelligence tedesca, la Bundesnachrichtendienst (BND).





Da diversi documenti sono emersi forti sospetti relativi ad un vasto piano organico[7] - nel quadro della Guerra fredda - organizzato dai servizi segreti USA al fine di reclutare ufficiali tedeschi e nazisti anche di primo piano già prima della fine del secondo conflitto mondiale. Tra i nazisti che sarebbero stati protetti o avrebbero collaborato con l'intelligence statunitense spiccano i nomi di Klaus Barbie, Eugen Dollmann (addetto al controllo del governo della RSI), del colonnello Otto Skorzeny (liberatore di Mussolini tenuto prigioniero sul Gran Sasso e tra i maggiori animatori della rete ODESSA, concepita per favorire la fuga di migliaia di nazisti in Sudamerica), il maggiore Karl Hass (condannato all'ergastolo con Erich Priebke per l'Eccidio delle Fosse Ardeatine e coinvolto in diverse indagini relative alla Strategia della tensione) e il capitano SS Theodor Saevecke, capo in Lombardia della SIPO-SD (Polizia e Servizio di Sicurezza) e responsabile della strage di Piazzale Loreto e quella consumata a Corbetta (Milano). Tra gli italiani arruolati dai servizi USA figurerebbe il nome del principe Junio Valerio Borghese, ex comandante della Xª Flottiglia MAS.[senza fonte]





In un'intervista il Presidente della Repubblica emerito Francesco Cossiga racconta di essere stato contattato da agenti della C.I.A. che lo "pregarono" di non investire dell'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti, considerato dall'intelligence "aperto" nei confronti dell'Est.[senza fonte]





Iran[modifica]




Mentre l'Europa si andava stabilizzando lungo la cortina di ferro, la CIA negli anni cinquanta tentò di diminuire l'influenza sovietica nelle altre parti del globo, specialmente nel terzo mondo. Con l'incoraggiamento del direttore Allen Dulles, le operazioni clandestine divennero presto la componente dominante dell'organizzazione. Inizialmente si dimostrarono piene di successo: nel 1953 in Iran la CIA depose il governo democraticamente eletto di Mossadegh, dopo il suo tentativo di trattenere di più delle riserve di petrolio del paese e rimosse l'influenza comunista del forte Partito Comunista iraniano (Operazione Ajax). La CIA è definita come organizzazione terroristica dall'Iran[8].





Guatemala[modifica]




Nel 1954 in Guatemala (operazione PBSUCCESS), la CIA con un budget limitato organizzò la deposizione del governo democraticamente eletto di Jacobo Arbenz Guzmán e lo rimpiazzò con il governo dittatoriale del generale Carlos Castillo Armas. Tuttavia l'opposizione popolare e la nascita della guerriglia nel 1960 costrinse il Paese (sempre sotto l'influenza della CIA) a un susseguirsi di colpi di stato e governi non democratici. L'instabilità creata da queste operazioni portò a una guerra civile che si protrasse fino al 1996.





Cuba[modifica]




Le limitazioni alle operazioni coperte su larga scala divennero evidenti durante l'invasione organizzata dalla CIA alla Baia dei Porci a Cuba nel 1961. Il fallimento imbarazzò la CIA e gli Stati Uniti sul palcoscenico mondiale, visto che il presidente cubano Fidel Castro sfruttò l'insuccesso dell'invasione per consolidare il suo potere e legarsi strettamente all'Unione Sovietica. Ad ogni modo, la CIA tentò numerose volte di assassinare senza successo il capo di stato cubano come parte della sua operazione Mongoose.





Vietnam[modifica]




Dopo la Baia dei porci le operazioni della CIA divennero meno ambiziose e si legarono strettamente alle operazioni militari statunitensi in Vietnam. Fra il 1962 e il 1975 la CIA organizzò nel Laos un gruppo noto come Esercito Segreto e coordinò una flotta di aeroplani nota come Air America per prendere parte nella guerra segreta in Laos, una parte della guerra del Vietnam.





Cile[modifica]




Dopo l'elezione del presidente socialista Salvador Allende nel 1970 la CIA lavorò segretamente per impedirgli di assumere l'incarico attraverso la corruzione di ufficiali cileni. Questo tentavivo fallì, cosicché la CIA cospirò per un colpo di stato con le fazioni anti-Allende, ma alla fine il progetto abortì (progetto FUBELT).





Tre anni dopo Allende fu deposto dal leader militare Augusto Pinochet. È stato asserito che la CIA fosse dietro il colpo di Stato, sebbene niente sia stato completamente confermato o contraddetto. Il comitato Church, che investigò sul coinvolgimento statunitense in Cile durante questo periodo, stabilì che "non c'è alcuna chiara prova di diretta assistenza al colpo di Stato, nonostante molte asserzioni di tale aiuto". Nel 2000 inoltre la CIA negò di aver supportato il golpe.






Il rapporto del comitato Church inoltre mostrò che la CIA giocò un ruolo preminente dopo il colpo di Stato del 1973: "lo scopo delle operazioni segrete immediatamente successive al golpe era di assistere la Junta nell'ottenere un'immagine più positiva, sia in patria che all'estero, e nel mantenere l'accesso alle leve di comando del governo cileno. Un altro scopo, in parte raggiunto col lavoro fatto presso l'organizzazione dell'opposizione prima del golpe, era di aiutare il nuovo governo a organizzare e implementare le nuove politiche. I fascicoli di progetto lo hanno documentato. I collaboratori della CIA erano implicati nel preparare un iniziale piano economico onnicomprensivo che è servito come base per le più importanti decisioni economiche della Junta".





Nicaragua[modifica]




Nei primi anni ottanta, dopo la deposizione del dittatore Somoza in Nicaragua, la CIA sostenne e armò i Contras, forze opposte alla junta sandinista marxista. Il Congresso statunitense approvò l'Emendamento Boland che proibiva ogni sostegno ai Contras. L'amministrazione Reagan violò l'emendamento usando i profitti della vendita di armi all'Iran per sostenere i Contras (scandalo Iran-Contras). Parte della campagna della CIA per deporre il governo del Nicaragua includeva l'utilizzo di bombe nei porti nicaraguensi, cosa che comportò l'affondamento di una nave mercantile. Questo fu provato da una decisione della Corte Internazionale di Giustizia nel caso Nicaragua contro Stati Uniti, in cui fu ordinato agli Stati Uniti di pagare le riparazioni al Nicaragua, ma gli USA ignorarono il verdetto della corte.





L'11 settembre 2001 e le "extraordinary renditions"[modifica]
Dopo l'11 settembre 2001, con la motivazione della lotta al terrorismo, la CIA ha effettuato numerose operazioni in Europa e non solo (conosciute come "extraordinary renditions"), come il rapimento dell'imam egiziano Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 febbraio 2003 con la presunta collaborazione di uomini del SISMI, il servizio segreto italiano. Nell'ambito di tali operazioni, ha inoltre utilizzato una rete di prigioni segrete (molte delle quali in Europa), come ammesso dal presidente Bush nel settembre 2006.




Per il sequestro di Abu Omar, nel dicembre 2006 la Procura di Milano ha rinviato a giudizio Nicolò Pollari, ex-direttore del SISMI, insieme a 34 persone. Tra gli indagati rientrano 26 agenti della CIA, tra cui il capo dell'intelligence Usa in Italia, Jeff Castelli, e l'ex-capocentro di Milano, Robert Seldon Lady (quest'ultimo coinvolto anche, tramite Mario Scaramella, nella vicenda relativa all'attività della Commissione parlamentare italiana sul dossier Mitrokhin).





Sempre nell'ambito delle inchieste sulle extraordinary renditions, nel febbraio 2007, in Germania, i magistrati di Monaco di Baviera hanno richiesto l'arresto di 13 presunti agenti della CIA in relazione al sequestro del tedesco-libanese Khaled el Masri, con l'accusa di privazione della libertà e pericolose lesioni.





Il 16 febbraio Nicolò Pollari, Marco Mancini, altri funzionari del SISMI e 26 agenti della CIA (tra cui Robert Seldon Lady e Jeff Castelli) sono stati rinviati a giudizio per concorso in sequestro di persona riguardo al rapimento di Abu Omar. Il processo si aprirà l'8 giugno 2007 a Milano. Il 28 febbraio gli Stati Uniti hanno dichiarato ufficialmente che non concederanno l'estradizione chiesta dal Ministero della Giustizia italiano per i 26 agenti della CIA accusati del rapimento. È il primo caso di processo aperto sulle "extraordinary renditions".





Presunti attentati a scopo d'assassinio di personalità politiche organizzati dalla CIA[modifica]




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L'uccisione di personalità politiche è stata espressamente e ufficialmente vietata da un Executive Order del presidente Gerald Ford nel 1976, dopo le polemiche suscitate dalla commissione Church. La commissione accusò la CIA di aver tentato di uccidere Fidel Castro con vari fantasiosi espedienti dopo aver creduto che documenti e materiali di un ufficio CIA preposto alle idee bizzarre fossero attività operative non autorizzate. L'Executive Order è stato revocato dal presidente George W. Bush nel 2001.





Il CIA-gate[modifica]





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Per approfondire, vedi la voce CIA-gate.





Nel 2003 scoppia lo scandalo CIA-gate, che coinvolge alcuni funzionari del governo di George Bush colpevoli di aver rivelato notizie riservate sull'agente in copertura Valerie Plame.





Nel giugno 2007 Lewis Libby, all'epoca dei fatti capo di Gabinetto di Dick Cheney (vice presidente degli Stati Uniti), è stato condannato a 30 mesi di carcere per ostruzione della giustizia e spergiuro.





La CIA nei film[modifica]













  • Il film The Good Shepherd - L'ombra del potere, diretto da Robert De Niro nel 2006 racconta la tumultuosa storia della nascita della CIA vista attraverso la vita di uno dei suoi fondatori. Liberamente ispirata alla figura dell'agente dell'Oss James Angleton.








  • Il film Spy Game, con Robert Redford e Brad Pitt racconta il coinvolgimento della C.I.A. nella guerra in Libano sullo sfondo di una storia d'amore tra la spia (Brad Pitt) e una rivoluzionaria inglese (Catherine McCormack). La C.I.A. "vendette" la donna alla Cina e la spia Brad Pitt, saputolo anni dopo, cerca di liberarla dalla prigione cinesi elaborando un piano in proprio. Il piano fallisce e viene incarcerato.








  • Il film Mission Impossible e i sequel raccontano delle vicende di Ethan Hunt un agente segreto della C.I.A.








  • Nel film Agent Cody Banks il protagonista è Cody Banks (Frankie Muniz), un ragazzino che diventerà un agente segreto della C.I.A. dove dovrà svolgere un'importante e delicata missione top secret.








  • Il film I tre giorni del Condor diretto da Sydney Pollack nel 1975 e interpretato da Robert Redford ipotizza, attraverso le vicissitudini del suo protagonista, dipendente della C.I.A., ma costretto a fuggire per sopravvivere ai tentativi di eliminarlo della medesima, l'esistenza di una "seconda" C.I.A. all'interno della C.I.A. stessa, operante in modo autonomo e avente come finalità il controllo delle risorse energetiche (il particolar modo il petrolio).








  • Il film Syriana, diretto da Stephen Gaghan nel 2005 e interpretato da George Clooney, sviluppa anch'esso (come "I tre giorni del Condor") l'idea di un coinvolgimento della C.I.A. al fine di eliminare gli "ostacoli" al controllo delle grandi risorse energetiche (gas e petrolio) dei paesi vicino-orientali da parte dei potenti gruppi d'affari che controllano l'estrazione e la distribuzione delle risorse energetiche mondiali. L'intreccio pubblico/privato è qui molto ben descritto, e il rischio che l'Agenzia agisca come "braccio armato" delle multinazionali, risulta essere oltremodo preoccupante.




    Technorati Tag:

    Il film The Bourne Identity, e nei suoi sequel The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum, viene raccontata la storia di un ex agente, Jason Bourne (Matt Damon), che ha perso la memoria ed è costretto a fuggire dalla CIA, che lo vuole eliminare poiché è convinta che sia a conoscenza del programma segreto di cui faceva parte, che era finalizzato a omicidi non autorizzati.








  • Nel telefilm Chuck, l'agente Sarah Walker, interpretata da Yvonne Strahovski, lavora per la CIA, in seguito, anche il protagonista Chuck Bartowski, interpretato da Zachary Levi entrerà a far parte della suddetta organizzazione.








  • Nella serie TV Alias, la protagonista, Sydney Bristow, lavora per un'organizzazione segreta nota come SD-6, dal suo capo spacciata per una sezione segreta della CIA. Quando scoprirà il tranello, Sydney inizierà a collaborare con la vera CIA.




Note[modifica]













  1. ^ Collegamenti esterni su Blair:




































  2. ^ «Obama names Panetta for CIA». Associated Press, 9 January 2009. URL consultato in data 2009-01-09.




























Voci correlate[modifica]









Bibliografia[modifica]













  • Victor Marchetti, CIA: culto e mistica del servizio segreto, Milano, Garzanti, 1976








  • Robert Baer, Dormire con il diavolo. Come Washington ha venduto l'anima per il petrolio dell'Arabia Saudita, Piemme, 2004, ISBN 88-384-8100-8








  • Robert Baer, La Disfatta della Cia, Piemme, 2005, ISBN 88-384-8558-5








  • William Blum, Il libro nero degli Stati Uniti, Fazi, 2003, ISBN 88-8112-454-8








  • Noam Chomsky, Egemonia o sopravvivenza. I rischi del dominio globale americano, Tropea, 2005, ISBN 88-438-0460-X








  • Norman mailer, Il fantasma di Harlot (The Harlot's Ghost), Bompiani 1994








  • Frances Stonor Saunders, La guerra fredda culturale, Fazi, 2004, ISBN 88-8112-545-5




Altri progetti[modifica]









Collegamenti esterni[modifica]









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Categorie: Central Intelligence Agency Istituzioni degli Stati Uniti d'America Servizi segreti [altre]





Tottenham Hotspur Football Club



Il Tottenham Hotspur Football Club (IPA: /ˈtɒtnəm ˈhɒtˌspɜr/), noto come Tottenham F.C. o semplicemente Tottenham, è una società di calcio avente sede nell'omonimo quartiere di Londra, in Inghilterra. Milita in Premier League e disputa le partite interne nello stadio White Hart Lane, che ha una capacità di 36 237 posti.




I calciatori sono conosciuti come Spurs o anche come Lilywhites, mentre il motto del club è Audere est Facere, in inglese To dare is to do, che in entrambe le traduzioni significa "Osare è fare".




Il Tottenham è da sempre una delle squadre inglesi più importanti e una di quelle più sostenute oltre Manica. Nella stagione 1960-1961 diventò la prima squadra del XX secolo a conquistare il double, vincendo FA Cup e Premier League e raggiungendo il record di 115 gol segnati. Quell'anno il Tottenham riuscì a vincere le prime 11 gare consecutivamente. Due anni dopo il primo trofeo europeo vinto, la Coppa delle Coppe 1962-1963, fece diventare il Tottenham la prima compagine inglese capace di vincere una competizione continentale. In ambito europeo ha vinto anche due Coppe Uefa (1971-1972, 1983-1984) , tra cui la prima edizione della competizione sotto il controllo della confederazione continentale, nel 1972.




La prima FA Cup vinta dagli Spurs, nel 1901, fu l'unica conquistata da una squadra che non militava in alcun campionato.




Indice

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Storia[modifica]




Abbozzo calcio




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Dalla fondazione a Nicholson[modifica]



L'Hotspur Football Club fu costituito nel 1882 da alcuni studenti di grammatica della All Hallows Church, che erano anche membri dell'Hotspur Cricket Club. Il nome Hotspur si riferisce a Sir Henry Percy (Sir Harry Hotspur), l'"Harry Hotspur" di cui si parla in Enrico IV, parte I, dramma storico di Shakespeare e che viveva in quel luogo nel XIV secolo. I suoi discendenti erano proprietari terrieri presso Hotspur. Nel 1884 il club fu ridenominato Tottenham Hotspur Football and Athletic Club per distinguersi da un'altra squadra dal nome London Hotspur.




All'inizio gli Spurs giocavano in tenuta blu scuro. I colori sociali variarono dall'azzurro con maniche bianche al rosso con pantaloncini blu, passando per il marrone e il giallo oro, fino a giungere, nel 1899-1900 al bianco per le magliette e al blu scuro per i pantaloncini, in onore del Preston North End, il club di maggiore successo a quell'epoca.




Nel 1888 il Tottenham si trasferì dal Tottenham Marshes al Northumberland Park, dove iniziò a guadagnare dall'ingresso degli spettatori. Nel 1892 fallì il tentativo del club di accedere alla Southern League, lega poi scomparsa creata dal Royal Arsenal (antesignano dell'Arsenal): il Tottenham fu l'unico dei 23 club richiedenti a non ricevere voti. Prima del Natale 1895 divenne club professionistico e fu poi ammesso alla Southern League. In quel periodo la media di affluenza allo stadio del Tottenham era di 15.000 spettatori. Nel 1898 diventò presidente Charles Roberts, che sarebbe rimasto in carica sino al 1943.




Nel 1899 gli Spurs scelsero come proprio campo di gioco un terreno in precedenza coltivato per scopi commerciali e noto come White Hart Lane, dal nome di una delle vie principali del quartiere di Tottenham.




Anni recenti[modifica]



Il Tottenham è stato sempre presente in tutte le edizioni della Premier League (dal 1992). Nei tornei disputati ha occupato posizioni tra il 7º e il 14º eccezion fatta per il campionato 2005/06, nella quale si è piazzato al 5º posto finale, perdendo il 4º a vantaggio dell'Arsenal a causa della sconfitta all'ultima giornata contro il West Ham al Boleyn Ground. Quel 5º posto ha comunque significato la qualificazione alla successiva Coppa UEFA, nella quale la squadra è giunta ai quarti di finale e lì eliminata dai futuri vincitori del Siviglia. Anche nel campionato 2009/10 è riuscita ad arrivare sopra il settimo posto, esattamente al quarto, che ne è conseguita la qualificazione ai preliminari di champions league poi vinti.




Nel periodo della Premier League hanno militato nel Tottenam calciatori di rilievo quali Gary Lineker, Jürgen Klinsmann, Les Ferdinand, Paul Gascoigne, David Ginola, Teddy Sheringham, Darren Anderton e Sol Campbell.




Il 5 novembre 2004 fu nominato allenatore Martin Jol, poi confermato dopo l'ottima prima stagione disputata dai suoi giocatori. Nel calciomercato estivo del 2006 spicca la partenza di Michael Carrick per il Manchester United e gli arrivi dei francesi Steed Malbranque dal Fulham e Pascal Chimbonda dal Wigan Athletic, dell'ivoriano Didier Zokora e dell'attaccante bulgaro Dimitar Berbatov dal Bayer Leverkusen, l'acquisto più costoso.




Grazie a tali innesti il Tottenham della stagione 2006-2007 può contare su una formazione di ottimo livello, comprendente elementi esperti e sicuri talenti: Paul Robinson (portiere della Nazionale inglese), Ledley King (il capitano), Robbie Keane, Jermain Defoe, Jermaine Jenas, Aaron Lennon, Tom Huddlestone e Michael Richard Dawson. In campionato la squadra ha avuto un rendimento altalenante, mentre in Coppa UEFA è approdato ai quarti di finale, dove è stato eliminato. In Coppa di Lega è stato eliminato dopo i tempi supplementari dall'Arsenal. Nel calciomercato di gennaio 2007 sono stati acquistati il difensore Ricardo Rocha dal Benfica, la giovane promessa Adel Taarabt dal Lens e l'attaccante Darren Bent dal Charlton per la cifra record di 24,8 milioni di euro. Il girone d'andata non è molto positivo per la squadra, che riesce a recuperare nel girone di ritorno, piazzandosi infine al quinto posto e qualificandosi così per la Coppa UEFA.




Nell'annata seguente l'avvio di stagione degli Spurs è molto negativo, con una sola vittoria nelle prime dieci partite giocate tra campionato e Coppa UEFA. Il 1 ottobre gli Spurs festeggiano i 125 anni in campo nel posticipo del lunedì sera contro l'Aston Villa: a White Hart Lane nel prepartita sfilano molti degli eroi di ieri, che ispirano una rimonta memorabile: da 1-4 a 4-4 con gol di Kaboul al 93'.[1] Un guizzo che salva la panchina bollente di Jol. Ma la fine del regno del tecnico olandese è solo rimandata di qualche settimana: il 25 ottobre Jol è esonerato e rimpiazzato da Juande Ramos[2] [collegamento interrotto].




Nel calciomercato invernale vengono acquistati i difensori Jonathan Woodgate, Alan Hutton, Chris Gunter ed il centrocampista Gilberto, mentre viene ceduto in prestito al Portsmouth l'attaccante Jermaine Defoe. Il 24 febbraio 2008 proprio Woodgate realizza il gol decisivo per la conquista della Coppa di Lega inglese nella finale di Wembley contro il Chelsea, successo che pone fine ad un periodo di nove anni senza trofei conquistati dal club.




La stagione 2008-2009 inizia negativamente, con appena due punti ottenuti nelle prime otto partite. Tale rendimento induce la dirigenza, il 25 ottobre 2008, a sollevare dall'incarico Juande Ramos e a ingaggiare al suo posto l'allenatore del Portsmouth Harry Redknapp, con conguaglio di 5 milioni di sterline[3] a favore dei Pompey. Le sorti degli Spurs cambiano a partire dalla vittoria per 2-0 contro il Bolton, a cui seguono un pareggio e 4 vittorie, una delle quali contro la capolista Liverpool. Il 1º marzo il Tottenham si ripresenta in finale nella Coppa di Lega, ma viene sconfitto ai tiri di rigore dal Manchester United.




Il 22 novembre 2009, battendo il Wigan Athletic per 9-1, il Tottenham è diventata la prima squadra a segnare nove reti in una partita di Premier League negli ultimi 14 anni[4] e Jermain Defoe, con 5 reti in una sola partita di Premier, ha eguagliato Alan Shearer e Andy Cole[5].




Il 5 maggio 2010, con la vittoria sul campo del Manchester City, si garantisce l'accesso al quarto turno preliminare di Champions League 2010-11.




Due mesi dopo, più precisamente il 17 agosto 2010, perde l'andata del preliminare della Champions League 3-2 sul campo degli svizzeri dello Young Boys Berna, complicando la qualificazione. Ma il 25 agosto, nella partita di ritorno a White Hart Lane, la vittoria per 4-0 (con tripletta di Peter Crouch) regala la qualificazione. È la prima volta dalla Coppa dei Campioni 1961/62 che gli Spurs partecipano alla massima competizione europea per club dove però successivamente verrà eliminata ai Quarti di Finale dal Real Madrid.[6].




Cronistoria[modifica]




Cronistoria del Tottenham Hotspur Football Club







  • 1882: Fondazione dell'Hotspur Football Club.



  • 1884: Ridenominazione come Tottenham Hotspur.



  • 1895: Inizio dell'attività semiprofessionistica.



  • 1896-97: 4° in Southern League.



  • 1897-98: 3° in Southern League.



  • 1898-99: 7° in Southern League.



  • 1899-00: 1° in Southern League.



  • 1900-01: 5° in Southern League. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1901-02: 2° in Southern League.



  • 1902-03: 4° in Southern League.



  • 1903-04: 2° in Southern League.



  • 1904-05: 5° in Southern League.



  • 1905-06: 5° in Southern League.



  • 1906-07: 6° in Southern League.



  • 1907-08: 7° in Southern League.



  • 1908: Inizio dell'attività professionistica.



  • 1908-09: 2° in Second Division. Promosso in First Division.



  • 1909-10: 15° in First Division.



  • 1910-11: 15° in First Division.



  • 1911-12: 12° in First Division.



  • 1912-13: 17° in First Division.



  • 1913-14: 17° in First Division.



  • 1914-15: 20° in First Division. Retrocesso in Second Division.



  • 1915-19: Campionati sospesi per cause belliche.



  • 1919-20: 1° in Second Division. Promosso in First Division.



  • 1920-21: 6° in First Division. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1921-22: 2° in First Division.



  • 1922-23: 12° in First Division.



  • 1923-24: 15° in First Division.



  • 1924-25: 12° in First Division.



  • 1925-26: 15° in First Division.



  • 1926-27: 13° in First Division.



  • 1927-28: 21° in First Division. Retrocesso in Second Division.



  • 1928-29: 10° in Second Division.



  • 1929-30: 12° in Second Division.



  • 1930-31: 3° in Second Division.



  • 1931-32: 8° in Second Division.



  • 1932-33: 2° in Second Division. Promosso in First Division.






  • 1933-34: 3° in First Division.



  • 1934-35: 22° in First Division. Retrocesso in Second Division.



  • 1935-36: 5° in Second Division.



  • 1936-37: 10° in Second Division.



  • 1937-38: 5° in Second Division.



  • 1938-39: 8° in Second Division.



  • 1939-46: Campionati sospesi per cause belliche.



  • 1946-47: 6° in Second Division.



  • 1947-48: 8° in Second Division.



  • 1948-49: 5° in Second Division.



  • 1949-50: 1° in Second Division. Promosso in First Division.



  • 1950-51: Campione d'Inghilterra.



  • 1951-52: 2° in First Division.



  • 1952-53: 10° in First Division.



  • 1953-54: 16º in First Division.



  • 1954-55: 16° in First Division.



  • 1955-56: 18° in First Division.



  • 1956-57: 2° in First Division.



  • 1957-58: 3° in First Division.



  • 1958-59: 18° in First Division.



  • 1959-60: 3° in First Division.



  • 1960-61: Campione d'Inghilterra. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1961-62: 3º in First Division. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1962-63: 2° in First Division. Vince la Coppa delle Coppe.



  • 1963-64: 4° in First Division.



  • 1964-65: 6° in First Division.



  • 1965-66: 8° in First Division.



  • 1966-67: 3° in First Division. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1967-68: 7° in First Division.



  • 1968-69: 6º in First Division.



  • 1969-70: 11º in First Division.



  • 1970-71: 3º in First Division. Vince la Coppa di Lega.



  • 1971-72: 6º in First Division. Vince la Coppa Uefa.



  • 1972-73: 8° in First Division. Vince la Coppa di Lega.



  • 1973-74: 11º in First Division.



  • 1974-75: 19º in First Division.






  • 1975-76: 9° in First Division.



  • 1976-77: 22° in First Division. Retrocesso in Second Division.



  • 1977-78: 3° in Second Division. Promosso in First Division.



  • 1978-79: 11° in First Division.



  • 1979-80: 14° in First Division.



  • 1980-81: 10° in First Division. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1981-82: 4° in First Division. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1982-83: 4° in First Division.



  • 1983-84: 8° in First Division. Vince la Coppa Uefa.



  • 1984-85: 3° in First Division.



  • 1985-86: 10° in First Division.



  • 1986-87: 3º in First Division.



  • 1987-88: 13° in First Division.



  • 1988-89: 6° in First Division.



  • 1989-90: 3° in First Division.



  • 1990-91: 10° in First Division. Vince la Coppa d'Inghilterra.



  • 1991-92: 15° in First Division.



  • 1992-93: 8° in Premiership.



  • 1993-94: 15° in Premiership.



  • 1994-95: 7° in Premiership.



  • 1995-96: 8° in Premiership.



  • 1996-97: 10° in Premiership.



  • 1997-98: 14° in Premiership.



  • 1998-99: 11° in Premiership. Vince la Coppa di Lega.



  • 1999-00: 10° in Premiership.



  • 2000-01: 12° in Premiership.



  • 2001-02: 9° in Premiership.



  • 2002-03: 10° in Premiership.



  • 2003-04: 14° in Premiership.



  • 2004-05: 9° in Premiership.



  • 2005-06: 5° in Premiership.



  • 2006-07: 5° in Premiership.



  • 2007-08: 11° in Premiership. Vince la Coppa di Lega.



  • 2008-09: 8° in Premiership.



  • 2009-10: 4° in Premiership.



Colori e simbolo[modifica]




Colori[modifica]



I colori della maglia del Tottenham sono il bianco ed il blu.




Manica sinistra Maglietta Maglietta Manica destra




Pantaloncini Calzettoni




anni 2000
Casa




Manica sinistra Maglietta Maglietta Manica destra




Pantaloncini Calzettoni




anni 2000
Trasferta




Manica sinistra Maglietta Maglietta Manica destra




Pantaloncini




Calzettoni




anni 2000
Terza




Rivalità[modifica]




Exquisite-kfind.png
Per approfondire, vedi la voce Derby di Londra.




Il Tottenham vive un'accesa quanto storica rivalità con i vicini Gunners dell'Arsenal. Entrambe le squadre, con sede nel nord di Londra, danno vita al North London derby, un'accesa sfida che finora ha visto prevalere l'Arsenal, sia in Premier League che in FA Cup e League Cup.




La rivalità con l'Arsenal nacque, o per lo meno si inasprì, nel lontano 1919 quando i Gunners, giunti sesti in Second Division (allora l'equivalente della Serie B italiana), furono promossi in First Division al posto del Tottenham. In seconda divisione comunque il Tottenham si fece valere, costruendo un team capace di vincere, l'anno dopo, la seconda FA Cup della propria storia, nella finale con il Wolverhampton per 1-0 allo Stamford Bridge.




Altre accese rivalità vedono contrapposti gli Spurs ai vari cugini londinesi, primi tra tutti ai Blues del Chelsea.




Palmarès[modifica]




Competizioni nazionali[modifica]









1950-1951, 1960-1961









1900-1901, 1920-1921, 1960-1961, 1961-1962, 1966-1967, 1980-1981, 1981-1982, 1990-1991









1970-1971, 1972-1973, 1998-1999, 2007-2008









1921, 1951, 1961, 1962, 1967,[7] 1981,[7] 1991[7]



Competizioni internazionali[modifica]









1962-1963









1971-1972, 1983-1984



Altri piazzamenti[modifica]







  • Campionato inglese






secondo posto: 1921-1922, 1951-1952, 1956-1957, 1962-1963






  • Coppa d'Inghilterra






finalista: 1986-1987






  • Coppa di Lega inglese






finalista: 1981-1982, 2001-2002, 2008-2009






  • Coppa UEFA






finalista: 1973-1974






  • Community Shield



finalista: 1919-1920, 1981-1982




Rosa 2010-2011[modifica]




Dati aggiornati al 13 febbraio 2011




N.
Ruolo
Giocatore




1
Bandiera del Brasile
P
Heurelho Gomes




2
Bandiera della Scozia
D
Alan Hutton




3
Bandiera del Galles
D
Gareth Bale




4
Bandiera della Francia
D
Younes Kaboul




6
Bandiera dell'Inghilterra
C
Tom Huddlestone




7
Bandiera dell'Inghilterra
C
Aaron Lennon




8
Bandiera dell'Inghilterra
C
Jermaine Jenas




9
Bandiera della Russia
A
Roman Pavljučenko




11
Bandiera dei Paesi Bassi
C
Rafael van der Vaart




12
Bandiera dell'Honduras
C
Wilson Palacios




13
Bandiera della Francia
D
William Gallas




14
Bandiera della Croazia
C
Luka Modrić




15
Bandiera dell'Inghilterra
A
Peter Crouch




N.
Ruolo
Giocatore
600px Bianco con gallo e palla Blu.png




18
Bandiera dell'Inghilterra
A
Jermain Defoe




19
Bandiera del Camerun
D
Sébastien Bassong




20
Bandiera dell'Inghilterra
D
Michael Dawson (vice-capitano)




21
Bandiera della Croazia
C
Niko Kranjčar




22
Bandiera della Croazia
D
Vedran Ćorluka




23
Bandiera dell'Italia
P
Carlo Cudicini




26
Bandiera dell'Inghilterra
D
Ledley King (capitano)




27
Bandiera dell'Inghilterra
P
Ben Alnwick




30
Bandiera del Brasile
C
Sandro




32
Bandiera del Camerun
D
Benoît Assou-Ekotto




37
Bandiera della Croazia
P
Stipe Pletikosa




39
Bandiera dell'Inghilterra
D
Jonathan Woodgate




40
Bandiera del Sudafrica
C
Steven Pienaar




Stagioni passate[modifica]




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Tottenham Hotspur F.C. – Archivio delle stagioni




1994-95 · 1995-96 · 1996-97 · 1997-98 · 1998-99 · 1999-00 · 2000-01 · 2001-02 · 2002-03 · 2003-04 · 2004-05 · 2005-06 · 2006-07 · 2007-08 · 2008-09 · 2009-10 · 2010-11




Calciatori celebri[modifica]




Exquisite-kfind.png
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Calciatori del Tottenham Hotspur F.C..




Allenatori[modifica]










Robbie Keane si appresta a battere un calcio di rigore allo stadio White Hart Lane







Sponsorizzazioni[modifica]




Sponsor ufficiali




Sponsor ufficiali







[[Leggi...]]




Fornitori tecnici




Fornitori tecnici







[[Leggi...]]




Nuovo Stadio[modifica]




È in progetto[8] la costruzione di un nuovo impianto della capacità di circa 60 000 posti, situato nella stessa zona dell'attuale White Hart Lane. Avrà un design simile[9] all'Emirates Stadium dell'Arsenal. Il nome del nuovo stadio non è ancora noto ma a quanto riferito dal presidente avrà il nome dello sponsor, analogamente a quanto è successo per l'Emirates.




Note[modifica]







  1. ^ «Spurs 125 anni in 4 gol», LECHAMPIONS.it, 01-10-2007.



  2. ^ «Liga: Ramos, "Un'opportunità irrinunciabile"», Datasport.it, 27 ottobre 2007



  3. ^ Tottenham sack Ramos for Redknapp, dal sito ufficiale della BBC



  4. ^ «Defoe, cinquina storica. Sulla scia di Ravanelli», gazzetta.it, 22-11-2009.



  5. ^ «Cinquina di Defoe, il Tottenham vince 9-1», uefa.com, 22-11-2009.



  6. ^ «Tottenham, il sogno Champions e' realta'», englishfootball.it, 25-08-2010.



  7. ^ a b c Titolo condiviso.



  8. ^ (EN) Tottenham reveal new ground plan, BBC Sport UK, 30 ottobre 2008



  9. ^ (EN) Spurs reveal images of new ground, BBC Sport UK, 15 dicembre 2008



Bibliografia[modifica]







  • Tony Matthews, The Official Encyclopaedia of Tottenham Hotspur, Brightspot, 2001. ISBN 0-9539288-1-0



  • Phil Soar, The Hamlyn Official History of Tottenham Hotspur 1882-1998, Hamlyn, 1998. ISBN 0-600-59515-3



  • Bob Goodwin, Spurs: The Illustrated History, Bredon, 2003. ISBN 1-85983-387-X



  • Harry Harris, Tottenham Hotspur Greats, Sportsprint, 1990. ISBN 0-85976-309-9



  • Julian Holland, Spurs – The Double, Heinemann, 1961. no ISBN



  • Ken Ferris, The Double: The Inside Story of Spurs’ Triumphant 1960-61 Season, Mainstream, 1999. ISBN 1-84018-235-0



  • n/k, The Glory Glory Nights, Cockerel, 1986. ISBN 1-869914-00-7



  • Hunter Davies, The Glory Game: A Year in the Life of Tottenham Hotspur, Mainstream, 1985. ISBN 1-85158-003-4



  • Alex Fynn and Lynton Guest, Heroes and Villains: The Inside Story of the 1990-91 Season at Arsenal and Tottenham Hotspur, Penguin, 1991. ISBN 0-14-014769-1



  • Guy Nathan, Barcelona to Bedlam: Venables/Sugar – The True Story, New Author, 1994. ISBN 1-897780-26-5



  • Alex Fynn and H Davidson, Dream On: A Year in the Life of a Premier League Club, Pocket Books, 1996. ISBN 0-671-85509-3



  • Martin Cloake and Adam Powley, We are Tottenham: Voices from White Hart Lane, Mainstream, 2004. ISBN 1-84018-831-6



  • Alison Ratcliffe, Tottenham Hotspur (Rough Guide 11s): The Top 11 of Everything Spurs, Rough Guides, 2005. ISBN 1-84353-558-0



  • Alan Mullery and Paul Trevillion, Double Bill: The Bill Nicholson Story, Mainstream, 2005. ISBN 1-84596-002-5



  • Steve E Hale, Mr Tottenham Hotspur: Bill Nicholson OBE- Memories of a Spurs Legend, Football World, 2005. ISBN 0-9548336-5-1



  • Irving Scholar, Behind Closed Doors: Dreams and Nightmares at Spurs, André Deutsch, 1992. ISBN 0-233-98824-6



  • Mihir Bose, False Messiah: The Life and Times of Terry Venables, André Deutsch, 1996. ISBN 0-233-98998-6



  • Clive Allen, There’s Only One Clive Allen, Weidenfeld and Nicolson, 1987. ISBN 0-213-16953-3



  • Osvaldo Ardiles, Ossie, Sidgewick & Jackson, 1983. ISBN 0-283-98872-X



  • David Bowler, Danny Blanchflower: The Biography of a Visionary, Orion, 1997. ISBN 0-575-06504-4



  • Paul Gascoigne, Gazza: My Story, Headline, 2005. ISBN 0-7472-6818-5



  • David Ginola and Neil Silver, David Ginola: Le Manifique, HarperCollins, 2000. ISBN 0-00-710099-X



  • Jimmy Greaves, Greavsie: The Autobiography, Time Warner, 2004. ISBN 0-7515-3445-5



  • Glenn Hoddle and Harry Harris, Spurred to Success: The Autobiography of Glenn Hoddle, Queen Anne, 1987. ISBN 0-356-12797-4



  • Harry Harris, Klinsmann, Headline, 1995. ISBN 0-7472-1517-0



  • Dave Mackay and Martin Knight, The Real Mackay: The Dave Mackay Story, Mainstream, 2004. ISBN 1-84018-840-5



  • Teddy Sheringham, Teddy, Time Warner, 1999. ISBN 0-7515-2844-7



  • Mel Stein and Chris Waddle, Chris Waddle, Pocket Books, 1998. ISBN 0-671-00495-6



  • Peter Waring, Tottenham Hotspur Head to Head, Breedon Books, 2004. ISBN 1-859-83 418-3



Altri progetti[modifica]







Collegamenti esterni[modifica]







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FA Premier League 2010-2011




600px Rosso Bianco e Blu con cannone dorato.svg Arsenal · Aston Villa Football Club Aston Villa · 600px Blu con lati Bianchi e strisce Blu scuro.svg Birmingham City · 600px Alternato Bianco Blu.svg Blackburn · 600px Tangerine con lati Bianchi rifiniti di Nero.svg Blackpool · 600px Bianco con striscette blue e rosse.png Bolton · 600px Azzurro e Bianco con Leone, Staffa.svg Chelsea · 600px Blu Royal con fascette Bianche.svg Everton · 600px Bianco e Nero con fascetta rossa.svg Fulham · 600px Rosso con grifone Bianco scudato e fiamme.png Liverpool · 600px sky city.png Manchester City · 600px Rosso con scudo forcone e barca Gialli.png Manchester Utd · 600px Bianco e Nero (Strisce) bordato Oro.svg Newcastle · 600px Rosso e Bianco a strisce con bordo blu.svg Stoke City · 600px Rosso incrociato con Rosso e Bianco.png Sunderland · 600px Bianco con gallo e palla Blu.png Tottenham · 600px Bianco e Blu a Strisce.png West Bromwich · 600px Colori degli Hammers.png West Ham · 600px Azzurro e Bianco bordato di Bianco con corona Oro2.svg Wigan Athletic · 600px Arancione chiaro Bianco e Nero (Bordato).svg Wolverhampton




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Squadre di calcio vincitrici della Coppa delle Coppe - Cronologia




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