La legge salica (Lex Salica, chiamato anche Pactus legis Salicae) è un codice fatto redigere da Clodoveo I re dei franchi (481-511) attorno al 510 riguardante la popolazione dei franchi Salii, così chiamati perché abitavano la regione prossima alla riva del fiume Sala (oggi IJssel, attraversa gli odierni Paesi Bassi).
Indice[nascondi]
1 Caratteristiche
2 Il diritto successorio nella Lex salica
2.1 Applicazioni della legge Salica
2.1.1 Francia
2.1.2 Italia
3 Voci correlate
4 Collegamenti esterni
5 Note
Caratteristiche[modifica]
La Lex salica è una delle prime raccolte di leggi dei regni latino-germanici, e il suo contenuto non è chiaramente ispirato né alla cultura cristiana né alla precedente cultura pagana. Essa fissa per iscritto norme giuridiche preesistenti, che sino ad allora erano state tramandate per via orale.
Anche se probabilmente è successiva al Codex Euricianus e alla Lex Burgundionum, essa conserva con maggiore integrità caratteristiche tipiche del diritto delle tribù germaniche, perché, all'epoca della composizione, la romanizzazione dei Franchi non era ancora a uno stato avanzato.
Gli articoli prendono in considerazione ogni possibile fattispecie, per le quali è prevista quasi sempre una pena in denaro (sempre se il colpevole era un uomo libero). I non liberi, invece, venivano puniti con punizioni corporali, come la fustigazione, e in alcuni rari casi con la morte.
Le pene sono differenti a seconda della persona del danneggiato. Per esempio l'omicidio di un non franco o di un romano era punito con una pena di 67,5 scellini, mentre per l'uccisione di un franco (libero) erano previsti 200 scellini. Un tratto quasi moderno è la previsione di pene anche per gli insulti (il reato che oggi sarebbe chiamato ingiuria), laddove la pena più elevata (45 scellini) è comminata per la parola "puttana".
Il diritto successorio nella Lex salica[modifica]
Attualmente la lex salica è ricordata soprattutto per le conseguenze che ha avuto in alcune dispute sulla discendenza delle famiglie reali. Il titolo 59.5 recita infatti:
(LA)
« De terra vero nulla (salica) in muliere hereditas non pertinebit, sed ad virilem sexum qui fratres fuerint tota terra pertineat. »
(IT)
« Nessuna terra (salica) può essere ereditata da una donna, ma tutta la terra spetta ai figli maschi »
(Lex Salica)
In sostanza prevede che le figlie femmine non possano ereditare "le terre saliche" (ma non sono escluse da altri beni, compresi territori non appartenenti a quella regione). Tale disposizione (dopo essere stata dimenticata per secoli) fu utilizzata anacronisticamente durante dispute per varie successioni al trono a partire dal XIV secolo, come argomento contrario alla discendenza femminile nelle case regnanti.
Applicazioni della legge Salica[modifica]
Francia[modifica]
La prima applicazione nel Trecento fu dovuta a Filippo V che utilizzò questa legge per usurpare il trono di Francia a Giovanna II di Navarra figlia del fratello e re Luigi X: per applicare tale legge si dovette convocare l'assemblea degli stati generali nel 1317. Lo stesse fece poi il fratello Carlo IV quando, alla morte di Filippo, salì sul trono, benché il fratello avesse avuto delle figlie.
L'applicazione della lex salica ebbe una particolare importanza nella disputa tra i Valois (francesi) e i Plantageneti (inglesi), sulla successione al trono di Francia dopo l'estinzione della dinastia capetingia diretta con Carlo IV: Filippo VI, il cui nonno paterno era re Filippo III basava le proprie pretese proprio sull'applicazione della Lex Salica, negando il diritto di successione a Edoardo III d'Inghilterra, figlio della figlia di Filippo IV; il sovrano inglese rispose dichiarando guerra a Filippo e dando il via alla guerra dei cent'anni. Tale circostanza è citata anche nell'Enrico V di Shakespeare (In terram salicam mulieres ne succedant).
Si deve alla Legge Salica anche l'ascesa al trono di Francia di Enrico III di Navarra, della dinastia Borbone, ultimo ramo capetingio rimasto dopo l'estinzione di quello dei Valois.
In questo senso "legge salica" è diventata sinonimo di legge per la successione al trono che esclude la discendenza femminile, al di là del riferimento al testo originale. È da notare che tali controversie sono in effetti assai complesse e hanno previsto, nel corso dei secoli e nei diversi stati, numerose varianti (ad esempio: le femmine ereditano solo in assenza di fratelli maschi, oppure le femmine non ereditano ma trasmettono il diritto all'eredità ai loro figli).
Opposto alla legge salica è il maggiorascato (risalente all'epoca dei Franchi) dove tutti i beni del padre vengono concessi al figlio primogenito, o a chi ha maggiore età.
Italia[modifica]
Il Regno d'Italia prevedeva che gli eredi al trono fossero scelti per legge Salica. Infatti, lo Statuto albertino del 1848 dice, all'articolo secondo, comma due: Il trono è ereditario secondo la legge salica[1].
Voci correlate[modifica]
Diseredazione delle donne in Cabilia
Prammatica Sanzione
Ordine di successione
Collegamenti esterni[modifica]
Lex Salica (in lingua latina)
Note[modifica]
^ Da La Costituzione Esplicata, sezione Statuto del Regno, articolo 2 comma 2, edizioni giuridiche Simone, ottobre 2006.
Portale Diritto: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diritto
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_salica"
Categorie: Storia medievale Diritto comune Monarchia
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1 Caratteristiche
2 Il diritto successorio nella Lex salica
2.1 Applicazioni della legge Salica
2.1.1 Francia
2.1.2 Italia
3 Voci correlate
4 Collegamenti esterni
5 Note
Caratteristiche[modifica]
La Lex salica è una delle prime raccolte di leggi dei regni latino-germanici, e il suo contenuto non è chiaramente ispirato né alla cultura cristiana né alla precedente cultura pagana. Essa fissa per iscritto norme giuridiche preesistenti, che sino ad allora erano state tramandate per via orale.
Anche se probabilmente è successiva al Codex Euricianus e alla Lex Burgundionum, essa conserva con maggiore integrità caratteristiche tipiche del diritto delle tribù germaniche, perché, all'epoca della composizione, la romanizzazione dei Franchi non era ancora a uno stato avanzato.
Gli articoli prendono in considerazione ogni possibile fattispecie, per le quali è prevista quasi sempre una pena in denaro (sempre se il colpevole era un uomo libero). I non liberi, invece, venivano puniti con punizioni corporali, come la fustigazione, e in alcuni rari casi con la morte.
Le pene sono differenti a seconda della persona del danneggiato. Per esempio l'omicidio di un non franco o di un romano era punito con una pena di 67,5 scellini, mentre per l'uccisione di un franco (libero) erano previsti 200 scellini. Un tratto quasi moderno è la previsione di pene anche per gli insulti (il reato che oggi sarebbe chiamato ingiuria), laddove la pena più elevata (45 scellini) è comminata per la parola "puttana".
Il diritto successorio nella Lex salica[modifica]
Attualmente la lex salica è ricordata soprattutto per le conseguenze che ha avuto in alcune dispute sulla discendenza delle famiglie reali. Il titolo 59.5 recita infatti:
(LA)
« De terra vero nulla (salica) in muliere hereditas non pertinebit, sed ad virilem sexum qui fratres fuerint tota terra pertineat. »
(IT)
« Nessuna terra (salica) può essere ereditata da una donna, ma tutta la terra spetta ai figli maschi »
(Lex Salica)
In sostanza prevede che le figlie femmine non possano ereditare "le terre saliche" (ma non sono escluse da altri beni, compresi territori non appartenenti a quella regione). Tale disposizione (dopo essere stata dimenticata per secoli) fu utilizzata anacronisticamente durante dispute per varie successioni al trono a partire dal XIV secolo, come argomento contrario alla discendenza femminile nelle case regnanti.
Applicazioni della legge Salica[modifica]
Francia[modifica]
La prima applicazione nel Trecento fu dovuta a Filippo V che utilizzò questa legge per usurpare il trono di Francia a Giovanna II di Navarra figlia del fratello e re Luigi X: per applicare tale legge si dovette convocare l'assemblea degli stati generali nel 1317. Lo stesse fece poi il fratello Carlo IV quando, alla morte di Filippo, salì sul trono, benché il fratello avesse avuto delle figlie.
L'applicazione della lex salica ebbe una particolare importanza nella disputa tra i Valois (francesi) e i Plantageneti (inglesi), sulla successione al trono di Francia dopo l'estinzione della dinastia capetingia diretta con Carlo IV: Filippo VI, il cui nonno paterno era re Filippo III basava le proprie pretese proprio sull'applicazione della Lex Salica, negando il diritto di successione a Edoardo III d'Inghilterra, figlio della figlia di Filippo IV; il sovrano inglese rispose dichiarando guerra a Filippo e dando il via alla guerra dei cent'anni. Tale circostanza è citata anche nell'Enrico V di Shakespeare (In terram salicam mulieres ne succedant).
Si deve alla Legge Salica anche l'ascesa al trono di Francia di Enrico III di Navarra, della dinastia Borbone, ultimo ramo capetingio rimasto dopo l'estinzione di quello dei Valois.
In questo senso "legge salica" è diventata sinonimo di legge per la successione al trono che esclude la discendenza femminile, al di là del riferimento al testo originale. È da notare che tali controversie sono in effetti assai complesse e hanno previsto, nel corso dei secoli e nei diversi stati, numerose varianti (ad esempio: le femmine ereditano solo in assenza di fratelli maschi, oppure le femmine non ereditano ma trasmettono il diritto all'eredità ai loro figli).
Opposto alla legge salica è il maggiorascato (risalente all'epoca dei Franchi) dove tutti i beni del padre vengono concessi al figlio primogenito, o a chi ha maggiore età.
Italia[modifica]
Il Regno d'Italia prevedeva che gli eredi al trono fossero scelti per legge Salica. Infatti, lo Statuto albertino del 1848 dice, all'articolo secondo, comma due: Il trono è ereditario secondo la legge salica[1].
Voci correlate[modifica]
Diseredazione delle donne in Cabilia
Prammatica Sanzione
Ordine di successione
Collegamenti esterni[modifica]
Lex Salica (in lingua latina)
Note[modifica]
^ Da La Costituzione Esplicata, sezione Statuto del Regno, articolo 2 comma 2, edizioni giuridiche Simone, ottobre 2006.
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In Giappone
La dinastia Yamato è la più antica e longeva tra le famiglie attualmente regnanti. Se vogliamo prestare fede alla tradizione, il capostipite della dinastia, nonchè primo imperatore del Giappone, fu l'imperatore Jimmu che governò sul Giappone, secondo la leggenda, tra il 660 a.C. e il 585 a.C. Poi una successione di 125 imperatori fino all'attuale Imperatore Akihito e la dinastia continuerà con il figlio Naruhito e con il figlio di quest'ultimo Hisahito.La leggenda racconta che l'Imperatore Jimmu sia il diretto discendente della dea del Sole Amaterasu e, conseguentemente, quindi tutti gli imperatori discendono da lei: da qui il carattere divino attribuito alla figura dell'imperatore.Le prerogative divine dell'imperatore sono rimaste fino al 1945 anno in cui vi rinunciò, a seguito della nuova Costituzione imposta dagli Stati Uniti. Alla morte ogni imperatore assume il nome dell'era che contraddistingue il suo regno: per esempio all'Imperatore Hirohito, dopo la morte avvenuta nel 1989, venne dato il nome di Imperatore Showa, l'attuale Akihito, dopo la morte, assumerà il nome di Imperatore Heisei e così sarà ricordato dai posteri.Gli affari privati e pubblici della famiglia imperiale vengono gestiti dall'Agenzia della Casa Imperiale, un ente governativo. Compiti dell'Agenzia sono quelli di essere responsabile della salute e dalla sicurezza della famiglia imperiale, organizzare i viaggi e gli appuntamenti, preoccuparsi della successione e anche dei matrimoni che coinvolgono membri della casa Yamato.Attualmente sul trono del Crisantemo, siede, dal 1989, l'Imperatore Akihito, figlio di Hirohito. Nel 1969 ha sposato la signorina Michiko Shoda, la prima donna non aristocratica ad essere ammessa nella famiglia.La coppia ha tre figli: il Principe Naruhito, il Principe Akishino e Sayako Kuroda che, avendo sposato un semplice dipendente del comune di Tokyo, è uscita dalla famiglia e ha perso il titolo di principessa.Naruhito, il primo nella lista della successione, ha sposato, nel 1993, Masako Owada, altra donna non di origine aristocratica. La coppia ha una figlia: la Principessa Aiko. L'altro figlio, Akishino, secondo nella successione, sposò, nel 1990, Kawashima Kiko, una borghese, e la coppia ha attualmente tre figli: le Principesse Mako e Kako e il Principe Hisahito che è il terzo nella linea di successione.Nel 1945 venne approvata anche la legge Salica che regola la successione al trono. Questa legge, tra l'altro, esclude le donne dalla successione.Dopo la nascita di Akishino, avvenuta nel 1965, non ci furono più nascite maschili all'interno della famiglia imperiale. I componenti nella linea di successione, dopo Akishino, sono tutti di età molto avanzata che non danno quindi molte garanzie. C'era quindi il rischio che si aprisse una crisi dinastica che solo una revisione della legge Salica poteva evitare. E una revisione, aprendo anche alle donne l'accesso al trono, era allo studio quando è arrivata la nascita di Hisahito. A seguito di questa nascita la revisione della legge venne accantonata con grande soddisfazione, bisogna dirlo, degli ambienti politici più tradizionalisti. Se la revisione fosse stata approvata, al terzo posto nella linea di successione, ci sarebbe adesso la Principessa Aiko.Attualmente l'imperatore non detiene nessun potere politico o religioso. Secondo la Costituzione è il simbolo dello Stato e dell'unità dei Giapponesi. I suoi pochi compiti sono strettamente regolati dalla Costituzione: rappresenta lo Stato all'estero, nomina il Primo Ministro su indicazione della Dieta. Fra i Giapponesi la famiglia imperiale gode ancora di grandissima simpatia e rispetto.
La regina cede nel nome di Kate«Via i privilegi maschili sul trono»
Deborah BonettiLONDRA SE KATE e William dovessero avere come primogenita una bambina, potrebbe essere lei un giorno a salire sul trono d’Inghilterra anche in presenza di un eventuale fratello minore. L’ancestrale legge salica, che prevede la primogenitura maschile — ovvero l’accessione al trono del primo figlio maschio, anche in ...
Deborah BonettiLONDRA SE KATE e William dovessero avere come primogenita una bambina, potrebbe essere lei un giorno a salire sul trono d’Inghilterra anche in presenza di un eventuale fratello minore. L’ancestrale legge salica, che prevede la primogenitura maschile — ovvero l’accessione al trono del primo figlio maschio, anche in ...
Deborah BonettiLONDRA SE KATE e William dovessero avere come primogenita una bambina, potrebbe essere lei un giorno a salire sul trono d’Inghilterra anche in presenza di un eventuale fratello minore. L’ancestrale legge salica, che prevede la primogenitura maschile — ovvero l’accessione al trono del primo figlio maschio, anche in presenza di figlie femmine più grandi — potrebbe infatti essere abolita, secondo le proposte presentate formalmente in Parlamento dal vicepremier britannico, Nick Clegg. E pare che la regina Elisabetta (salita sul trono dopo la morte del padre Giorgio VI, che aveva avuto solo due femmine), abbia dato il suo beneplacito. Nick Clegg, ha definito la legge salica «molto antiquata» e ha aggiunto che la preferenza dei figli maschi, rispetto alle femmine, deve essere considerata «una forma inaccettabile di sessimo». La legge, in vigore da più di 300 anni, però coinvolge tutti i quindici paesi del Commonwealth che hanno la regina come capo di Stato: oltre alla Gran Bretagna, anche Australia, Canada, Nuova Zelanda e Giamaica. E la preoccupazione del primo ministro David Cameron, che teme che la legge possa distrarre il governo dalle manovre economiche urgenti in fase di applicazione, è che alcuni Paesi (come l’Australia) dove esistono forti sentimenti repubblicani, potrebbero usare questo appiglio per spezzare il legame con la monarchia. L’emendamento dell’attuale legge salica era già stato tentato, a suo tempo, da Gordon Brown ma senza grandi risultati. Oggi, secondo Clegg, la situazione è più pressante, perché esiste la concreta possibilità che un futuro erede appaia sulla scena nel giro di un anno o due. Se la primogenita sarà femmina, già girano possibili nomi, come Elizabeth o Catherine. Meno probabili nomi all’americana, come Savannah (la primogenita del nipote della regina Peter Phillips e della moglie canadese Autumn). PER ESSERE approvato, l’emendamento della legge salica deve essere legiferato in ciascuno dei Paesi interessati e poi ratificato dal parlamento di Westminster. A questo punto, il beneplacito della regina non sarebbe addirittura più necessario, anche se la sovrana ha già indicato la propria piena approvazione.Continua a leggere su: http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2011/04/17/491664-regina_cede_nome_kate.shtml#ixzz1KOOYZvpl
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