IRAN
"Sakineh libera", ma è giallo Dubbi sulle foto e sulla data.
La notizia diffusa dal Comitato internazionale sulla lapidazione. Ma ancora mancano verifiche sulla data del rilascio e sulle immagini in cui compare con il figlio: anch'esso sarebbe stato liberato, insieme all'avvocato. Teheran non conferma. La donna condannata alla lapidazione per adulterio.
TEHERAN - "Sakineh Mohammadi Ashtiani è salva, ed è già tornata a casa. A Tabriz". La notizia suscita un'eco internazionale. La stessa che aveva suscitato la sua condanna alla lapidazione, per adulterio e concorso nell'omicidio del marito. La 43enne iraniana sarebbe stata liberata, dicono alcune fonti del Comitato internazionale contro la lapidazione. E diffondono anche alcune foto che la ritraggono con il figlio Sajjad Qaderzadeh: anch'esso - sempre secondo le medesime fonti - sarebbe stato liberato, insieme all'avvocato Javid Hutan Kian. Ma a poche ore dalla notizia, ancora è difficile verificare l'autenticità delle foto, e anche la data effettiva del suo presunto ritorno in libertà. Teheran non conferma.GUARDA LE FOTO 1I dubbi sulle foto. Una donna molto diversa dall'immagine, apparentemente presa da un documento, della ragazza col capo coperto che nei mesi scorsi ha fatto il giro del mondo su poster e campagne online, icona della lotta per salvarle la vita dalla lapidazione: nelle immagini di Sakineh diffuse oggi dal network iraniano Press TV appare una donna appesantita e sicuramente oltre i quaranta. Le immagini, che secondo la fonte iraniana (l'agenzia fotografica internazionale Epa precisa che non c'è modo di verificare né l'identità della persona ritratta, né il luogo né la data di queste foto) sarebbero state scattate a Tabriz, nel nordovest dell'Iran, tra il 4 e il 6 dicembre. Mostrano la donna da sola e in compagnia del figlio. Le immagini 'ufficiali' di Sakineh libera la mostrano, secondo le informazioni di fonte iraniana, in una località non meglio precisata della sua città natale, appunto Tabriz. In altre fotografie diffuse dalle agenzie internazionali appare la stessa persona, ma con abiti diversi.La data della liberazione. Anche sulla data della liberazione sembra difficile fare chiarezza: secondo il comitato antilapidazione con sede in Germania, Sakineh sarebbe stata liberata ieri sera, ma per Taher Djafarizad, che guida la sezione italiana dello stesso comitato, Sakineh sarebbe libera solo da oggi. Sulla pagina Facebook di Djafarizad appare una foto della donna con il figlio nel giardino di casa che, a suo dire, è stata scattata oggi al rientro nella città natale. La stessa liberazione sarebbe ancora accompagnata da una qualche incertezza. Mina Ahadi, presidente del comitato internazionale contro le esecuzioni, ha detto che solo domani ci sarà la certezza assoluta. Negli ultimi mesi, Sakineh era stata collegata a una sequenza video (ma la protagonista aveva il volto oscurato) in cui "confessava": "Abbiamo pianificato l'omicidio di mio marito". Molti dubbi erano rimasti però su quella video-confessione.Lo scorso 19 novembre la Farnesina aveva accolto con ottimismo le dichiarazioni rilasciate 2 al Wall Street Journal da Mohammad Javad Larijani, il capo del Consiglio dei diritti umani della Repubblica islamica iraniana che aveva detto di essere al lavoro "assieme al sistema giudiziario per salvare la vita di Sakineh Ashtiani". In quegli stessi giorni i familiari del marito di Sakineh, secondo l'accusa ucciso da lei, avevano infatti perdonato la donna e per la legge islamica, questo è quanto necessario perché una prigioniera sia liberata.Le reazioni. Cauto il ministero degli Esteri tedesco che non ha confermato la notizia. Per il ministro degli Esteri Franco Frattini "è una bella giornata per i diritti umani, l'Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo ha fatto nell'esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano - ha aggiunto il titolare della Farnesina - di questo diamo atto, consapevoli che le prospettive di dialogo anche sui diritti umani con l'Iran si possano riaprire con spirito di rinnovata fiducia reciproca". Come lui, anche il presidente del Senato Renato Schifani ha espresso a nome suo e dell'intera Assemblea di Palazzo Madama la più viva soddisfazione.L'intellettuale francese Daniel Salvatore Schiffer, che si è battuto a lungo per questa causa, è raggiante: "Le parole mi mancano. E' un'enorme, fondamentale, vittoria per la libertà, per diritti dell'uomo e della donna, di cui Sakineh è il simbolo mondiale, La nostra lotta, continua, giorno e notte, non è stata vana". Mina Ahadi, presidente del Comitato internazionale contro la lapidazione. "Siamo felici", ha detto. Ahadi ha poi sottolineato l'intervento, nel percorso che avrebbe portato alla rilascio della donna, del presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva, e del suo successore, Dilma Rousseff, eletta di recente.La storia. Sakineh stava scontando la condanna nella prigione di Tabriz. Il Comitato Internazionale contro la Lapidazione aveva già reso noto, lo scorso 11 ottobre, che il figlio di Ashtiani era stato arrestato dalla polizia iraniana insieme all'avvocato di sua madre e a due giornalisti tedeschi che volevano intervistalo. Nel 2006 a Sakineh erano state inflitte 99 frustate 3 per una "relazione illecita" con due uomini, poi era stata condannata a morte per adulterio. Il caso ha suscitato le reazioni e le dure rimostranze 4 della comunità internazionale e una martellante campagna della stampa straniera. Le autorità iraniane avevano deciso a luglio, di commutare la lapidazione in impiccagione.Ma la vicenda di Sakineh nel corso del tempo ha diverse volte assunto connotati poco chiari. Il 16 novembre in una trasmissione andata in onda sul canale della tv pubblica iraniana 'Channel 2', Sakineh coperta in volto aveva parlato in video dicendo: "Non voglio aiuto. Ho peccato 5". Durante lo stesso programma erano apparsi anche i due reporter tedeschi arrestati a ottobre e detenuti per spionaggio a Teheran (video) 6: "Siamo stati ingannati, abbiamo commesso atti illeciti", avevano spiegato. Mentre il figlio Sajjad aveva incalzato dicendo: "Ho mentito ai media". Tutti sembravano dare la colpa proprio all'attivista Mina Ahadi. Lei aveva replicato duramente: "E' tutto falso. Hanno estorto le loro parole con le minacce". Oggi alcuni blog iraniani annunciano che Sakineh dovrebbe comparire in un'intervista alla televisione iraniana.

UN UOMO GIACE TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE, ED E’ SUBITO SERA
Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

VIAGGIA CON RYANAIR
JE ME SOUVIENS

VILLA BERTI VIA BEL POGGIO N. 13 IMOLA http://www.villaberti.it/
Condizioni per l'utilizzo degli articoli pubblicati su questo blog
I contenuti degli articoli pubblicati in questo blog potranno essere utilizzati esclusivamente citando la fonte e il suo autore. In difetto, si contravverrà alle leggi sul diritto morale d’autore.
Si precisa che la citazione dovrà recare la dicitura "Pietro Berti, [titolo post] in http://pietrobertiimola.blogspot.com/"
E' poi richiesto - in ipotesi di utilizzo e/o citazione di tutto o parte del contenuto di uno e/o più post di questo blog - di voler comunicare all'autore Pietro Berti anche tramite e-mail o commento sul blog stesso l'utilizzo fatto del proprio articolo al fine di eventualmente impedirne l'utilizzo per l' ipotesi in cui l'autore non condividesse (e/o desiderasse impedire) l'uso fattone.
Auguro a voi tutti un buon viaggio nel mio blog.
Si precisa che la citazione dovrà recare la dicitura "Pietro Berti, [titolo post] in http://pietrobertiimola.blogspot.com/"
E' poi richiesto - in ipotesi di utilizzo e/o citazione di tutto o parte del contenuto di uno e/o più post di questo blog - di voler comunicare all'autore Pietro Berti anche tramite e-mail o commento sul blog stesso l'utilizzo fatto del proprio articolo al fine di eventualmente impedirne l'utilizzo per l' ipotesi in cui l'autore non condividesse (e/o desiderasse impedire) l'uso fattone.
Auguro a voi tutti un buon viaggio nel mio blog.
Anchorage

Visualizzazione post con etichetta DIRITTO ALLA VITA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta DIRITTO ALLA VITA. Mostra tutti i post
giovedì 9 dicembre 2010
giovedì 4 giugno 2009
PIAZZA TIANANMEN NEL NOSTRO CUORE

PIAZZA TIANANMEN NEL NOSTRO CUORE
Il 4 giugno è ricorso il triste anniversario della repressione ad opera del regime totalitario comunista cinese della protesta studentesca in Piazza Tiananmen.
Quel 4 giugno gli studenti avevano in maniera del tutto pacifica manifestato contro la corruzione, la violazione sistematica dei diritti umani, la repressione del diritto di opinione e lo avevano fatto senza alcuna intenzione di scontrarsi con il regime. Ma, semplicemente, sfilando nella piazza più famosa della Cina.
Il 4 di giugno è ricorso l’anniversario di quei tragici giorni che hanno visto come un regime obsoleto, antidemocratico e timoroso delle opinioni della gioventù studentesca, abbia non solo evitato qualsiasi tentativo di dialogo con i giovani manifestanti, ma, bensì, abbia represso nel sangue la manifestazione. Dopo processi farsa sono state eseguite condanne a morte e molti giovani sono stati condannati al carcere duro. Piazza Tiananmen rimarrà sempre colorata nei suoi gradini e nelle sue strade del rosso del sangue che giovani liberi senza macchia hanno versato facendo vedere a tutto il mondo che qualunque dittatura governi si deve essere sempre pronti a sacrificare se stessi, facendo in modo che tutto il mondo lo sappia, per il bene più grande da donare alle generazioni che verranno anche a costo del sacrificio della propria vita. La libertà è il bene più grande, la libertà non ha prezzo, la libertà, però, perché si ottenga, a volte fa pagare un duro prezzo.
Noi non dimentichiamo quei giovani caduti e dedichiamo loro come se fossero i nostri fratelli un minuto di silenzio pensando che tutti coloro che cadono senza paura di fronte ad un nemico potentissimo senza timore, senza armi, sono quelli che danno l’esempio e preparano le generazioni seguenti all’azione affinchè queste dittature, finalmente, spariscano dalla faccia della Terra.
Onore ai Caduti! Pietro Berti UDC
Quel 4 giugno gli studenti avevano in maniera del tutto pacifica manifestato contro la corruzione, la violazione sistematica dei diritti umani, la repressione del diritto di opinione e lo avevano fatto senza alcuna intenzione di scontrarsi con il regime. Ma, semplicemente, sfilando nella piazza più famosa della Cina.
Il 4 di giugno è ricorso l’anniversario di quei tragici giorni che hanno visto come un regime obsoleto, antidemocratico e timoroso delle opinioni della gioventù studentesca, abbia non solo evitato qualsiasi tentativo di dialogo con i giovani manifestanti, ma, bensì, abbia represso nel sangue la manifestazione. Dopo processi farsa sono state eseguite condanne a morte e molti giovani sono stati condannati al carcere duro. Piazza Tiananmen rimarrà sempre colorata nei suoi gradini e nelle sue strade del rosso del sangue che giovani liberi senza macchia hanno versato facendo vedere a tutto il mondo che qualunque dittatura governi si deve essere sempre pronti a sacrificare se stessi, facendo in modo che tutto il mondo lo sappia, per il bene più grande da donare alle generazioni che verranno anche a costo del sacrificio della propria vita. La libertà è il bene più grande, la libertà non ha prezzo, la libertà, però, perché si ottenga, a volte fa pagare un duro prezzo.
Noi non dimentichiamo quei giovani caduti e dedichiamo loro come se fossero i nostri fratelli un minuto di silenzio pensando che tutti coloro che cadono senza paura di fronte ad un nemico potentissimo senza timore, senza armi, sono quelli che danno l’esempio e preparano le generazioni seguenti all’azione affinchè queste dittature, finalmente, spariscano dalla faccia della Terra.
Onore ai Caduti! Pietro Berti UDC
mercoledì 27 maggio 2009
La scheda: tre anni di gravi incidenti sul lavoro

La scheda: tre anni di gravi incidenti sul lavoro
26 maggio 2009. Ecco alcuni dei più gravi incidenti sui luoghi di lavoro avvenuti negli ultimi tre anni:
8 gennaio 2007 - Due operai muoiono a Pegognaga (Mantova) dopo una caduta nell'imbuto di un silo di una azienda agricola, durante operazioni di pulizia.
12 marzo 2007 - Due operai romeni muoiono travolti dalla ghisa fusa nella Fonderia Anselmi, a Camposampiero (Padova).
16 marzo 2007 - Padre e figlio muoiono a Cogollo di Tregnago (Verona), uccisi dalle esalazioni provenienti dalla cisterna in cui si erano calati per eseguire lavori di manutenzione.
23 aprile 2007 - Una fabbrica di fuochi d' artificio esplode a Gragnano (Napoli); muoiono il titolare e due nipoti che lavoravano con lui.
11 maggio 2007 - Due morti, e 32 feriti, per un'esplosione in una fabbrica di fuochi d'artificio a Piane di Montegiorgio (Fermo).
24 maggio 2007 - A Correggio, due muratori sono uccisi dal crollo del muro di un vecchio fienile da ristrutturare.
18 giugno 2007 - Il crollo di un cornicione di un albergo in ristrutturazione a Ischia travolge un'impalcatura: muoiono due operai rumeni.
6 dicembre 2007 - Incendio alla Thyssen Krupp a Torino: sette operai, fra i 26 e i 54 anni, muoiono nel giro di 24 giorni. E' il più grave incidente degli ultimi anni.
18 gennaio 2008 - Due operai addetti ai lavori di pulizia della stiva di una nave a Porto Marghera (Venezia) muoiono asfissiati dalle esalazioni di gas.
6 febbraio 2008 - Quattro persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia, muoiono nell'esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio nel comune di Orvieto.
3 marzo 2008 - Cinque persone muoiono a Molfetta (Bari) per le esalazioni liberatesi durante la pulitura della cisterna di un camion. Nella cisterma muoiono tre dipendenti e il titolare dell'azienda 'Truck center', calatisi successivamente nella cisterna nel tentativo di salvare i colleghi, mentre un altro lavoratore muore in ospedale il giorno seguente.
16 aprile 2008 - A Cornate d'Adda, due operai dipendenti dell'azienda Masterplast muoiono per l'esplosione di un macchinario per la lavorazione della plastica; le vittime sono un italiano ed un cittadino del Burkina Faso. Un terzo operaio resta ferito.
22 aprile 2008 - Il titolare di un'azienda di trasporti e un suo parente muoiono folgorati in un incidente a Schiavonia d'Este (Padova), mentre lavorano alla pulizia della cisterna di una betoniera.
11 giugno 2008 - Sei morti a Mineo, in Sicilia: pulivano una vasca del depuratore, quattro erano dipendenti comunali, altri due di un azienda privata. Dopo quello della Thyssen è uno degli incidenti più gravi dell'ultimo periodo. 8 settembre 2008 - Due cognati muoiono a Ono San Pietro, un migliaio d'abitanti, in Valcamonica, travolti dalmuro della casa che stavano risistemando.
25 maggio 2009 - Tre operai muoiono all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari).
6 febbraio 2008 - Quattro persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia, muoiono nell'esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio nel comune di Orvieto.
3 marzo 2008 - Cinque persone muoiono a Molfetta (Bari) per le esalazioni liberatesi durante la pulitura della cisterna di un camion. Nella cisterma muoiono tre dipendenti e il titolare dell'azienda 'Truck center', calatisi successivamente nella cisterna nel tentativo di salvare i colleghi, mentre un altro lavoratore muore in ospedale il giorno seguente.
16 aprile 2008 - A Cornate d'Adda, due operai dipendenti dell'azienda Masterplast muoiono per l'esplosione di un macchinario per la lavorazione della plastica; le vittime sono un italiano ed un cittadino del Burkina Faso. Un terzo operaio resta ferito.
22 aprile 2008 - Il titolare di un'azienda di trasporti e un suo parente muoiono folgorati in un incidente a Schiavonia d'Este (Padova), mentre lavorano alla pulizia della cisterna di una betoniera.
11 giugno 2008 - Sei morti a Mineo, in Sicilia: pulivano una vasca del depuratore, quattro erano dipendenti comunali, altri due di un azienda privata. Dopo quello della Thyssen è uno degli incidenti più gravi dell'ultimo periodo. 8 settembre 2008 - Due cognati muoiono a Ono San Pietro, un migliaio d'abitanti, in Valcamonica, travolti dalmuro della casa che stavano risistemando.
25 maggio 2009 - Tre operai muoiono all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari).
sabato 2 maggio 2009
LA MACCHINA DELLA MORTE NON SI FERMA IN IRAN
http://www.youtube.com/watch?v=HaiDirn5Jyk
"Mi impiccano fra pochi secondi, aiutatemi!": cosi', alle 06.00 dell’1 maggio, Delara Darabi, la pittrice iraniana condannata a morte per un omicidio commesso a 17 anni, ha informato per telefono i genitori che la stavano portando sul patibolo. Lo ha raccontato il suo avvocato, Abdolsamad Khorramshahi, aggiungendo che il padre della ragazza e' ora ricoverato in ospedale in stato di shock. Con queste scarne per quanto agghiaccianti parole, RAINEWS24 (http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116961 ) dà la notizia dell’esecuzione capitale della ventitreenne pittrice iraniana, la cui colpevolezza in ordine al reato contestatole è molto controversa. Infatti, benché ella avesse successivamente al suo arresto (all’epoca aveva appunto 17 anni) confessato l’omicidio dopo il processo di primo grado, aveva ritrattato la sua originaria confessione e aveva raccontato una nuova verità. Aveva parlato di come, con il suo gesto, avesse cercato di coprire l'allora compagno, di due anni più vecchio di lei, autore materiale dell'omicidio. Ma i giudici non si convincono e nel febbraio del 2007 la Corte suprema di Teheran, ritenendola comunque coinvolta attivamente nell'assassinio, aveva confermato la sentenza. La condanna è stata eseguita di venerdì, giorno sacro per gli islamici. L'esecuzione e' avvenuta a sorpresa ieri nel carcere di Rasht, nel nord dell'Iran, anche se il capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva annunciato il 19 aprile scorso un rinvio di due mesi dell'impiccagione per dare modo alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono avanzata dai genitori di Delara.A mettere ieri personalmente la corda intorno al collo della ragazza, scrive il quotidiano Etemad, e' stato un figlio della donna per la cui uccisione e' stata condannata, nonostante Delara avesse accettato le condizioni poste dalla famiglia della vittima per concedere il perdono che le avrebbe salvato la vita: dichiararsi colpevole e cambiare avvocato. La ragazza e' stata messa a morte senza che nemmeno il suo avvocato venisse informato, come invece vorrebbe la legge. L’Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=838372 commenta che Iran Human Rights, Amnesty International e le altre associazioni che si erano battute per la salvezza della donna avevano puntato soprattutto sulla minore età della ragazza all'epoca dei fatti, parlando di possibili violazioni della legge internazionale. L'Iran infatti ha ratificato la Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che appunto vieta la pena di morte per i minorenni. Ma di fatto ancora le indicazioni non vengono seguite. Secondo le dichiarazioni rese da Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights, Delara è il simbolo di tutti i minorenni in carcere ed “è ora che Teheran paghi le conseguenze per una violazione della convenzione sui diritti dell'infanzia che pure ha sottoscritto. L'Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano semplicemente un pezzo di carta”. La comunità internazionale deve condannare l'esecuzione di Delara Darabi, che ''ha sconvolto tutte le forze democratiche del mondo'', ha detto Maryam Rajavi, presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana. Inoltre, in Iran le ragazze raggiungono la maggiore età a nove anni! La legge iraniana è basata su una interpretazione della Sharia e prevede che un condannato a morte per omicidio possa salvarsi se i familiari della vittima concedono il perdono. Di solito ciò avviene in cambio di un risarcimento in denaro. Questo però non è avvenuto. Delara proveniva da una famiglia benestante e i suoi genitori si erano offerti di pagare il “prezzo del sangue”, l'indennizzo ai parenti della vittima. Ma la famiglia della donna uccisa non ne ha voluto sapere. L'avvocato di Delara, Abdolsamad Khoramshahi, dal quotidiano "Etemad", aveva parlato di errori nella gestione del caso da parte dei giudici. Il legale avrebbe anche raccontato di come la donna sarebbe stata drogata dal suo compagno di allora. Delara si era infatti inizialmente addossata le responsabilità per quanto accaduto. L’ANSA ha riportato poi la notizia che da BRUXELLES il 2 maggio la presidenza ceca dell'Ue ha espresso ''una forte condanna'' per l'esecuzione, ieri in Iran, della pittrice Delara Darabi. E' stata uccisa in carcere a 23 anni per un crimine commesso quando ne aveva 17. La presidenza Ue ha protestato contro l'esecuzione, giudicandola un ''atto contrario gli impegni internazionali che l'Iran ha volontariamente assunto', sollecitando il Paese ad ''evitare condanne a morte ed eliminare dal codice penale la sentenza capitale per i minori''( http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2009-05-02_102339036.html )
Quanto sopra sintetizzato è la prova dei metodi totalitari utilizzati dal regime di Teheran contro gli esseri umani, i cui diritti umani fondamentali ed inviolabili vengono quotidianamente calpestati. Nonostante l’immagine che dell’Iran cerca di fornire il Medio Oriente, l’Iran è quello che abbiamo visto capitare a questa giovanissima donna, è quello che capita alle bambine di trovarsi sposate e divorziare già all’età di nove anni; inoltre, per le donne in Iran come purtroppo del resto in altri Paesi islamici la legge islamica fa “dono” della pena esclusivamente loro destinata della lapidazione (dei cui metodi di realizzazione ho parlato nel mio precedente articolo http://pietrobertiimola.blogspot.com/2009/04/il-senso-della-democrazia.html ). Questo scempio praticato contro gli esseri umani specie se persone di libero pensiero e contro le donne in particolare deve finire e la comunità internazionale, l’ONU, tutti gli organismi internazionali devono attivarsi per impedire che tali assassinii possano proseguire ad essere perpetrati in modo indisturbato. La vita umana è sacra ed essa va protetta e tutelata ovunque nel mondo, senza alcuna distinzione. Possiamo solo augurarci che si possa impedire la prossima esecuzione in Iran, ma purtroppo i dati ci confermano che nel 2009 l’Iran è al primo posto nel mondo con le sue quasi 200 esecuzioni dall’inizio di quest’anno.
"Mi impiccano fra pochi secondi, aiutatemi!": cosi', alle 06.00 dell’1 maggio, Delara Darabi, la pittrice iraniana condannata a morte per un omicidio commesso a 17 anni, ha informato per telefono i genitori che la stavano portando sul patibolo. Lo ha raccontato il suo avvocato, Abdolsamad Khorramshahi, aggiungendo che il padre della ragazza e' ora ricoverato in ospedale in stato di shock. Con queste scarne per quanto agghiaccianti parole, RAINEWS24 (http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116961 ) dà la notizia dell’esecuzione capitale della ventitreenne pittrice iraniana, la cui colpevolezza in ordine al reato contestatole è molto controversa. Infatti, benché ella avesse successivamente al suo arresto (all’epoca aveva appunto 17 anni) confessato l’omicidio dopo il processo di primo grado, aveva ritrattato la sua originaria confessione e aveva raccontato una nuova verità. Aveva parlato di come, con il suo gesto, avesse cercato di coprire l'allora compagno, di due anni più vecchio di lei, autore materiale dell'omicidio. Ma i giudici non si convincono e nel febbraio del 2007 la Corte suprema di Teheran, ritenendola comunque coinvolta attivamente nell'assassinio, aveva confermato la sentenza. La condanna è stata eseguita di venerdì, giorno sacro per gli islamici. L'esecuzione e' avvenuta a sorpresa ieri nel carcere di Rasht, nel nord dell'Iran, anche se il capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva annunciato il 19 aprile scorso un rinvio di due mesi dell'impiccagione per dare modo alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono avanzata dai genitori di Delara.A mettere ieri personalmente la corda intorno al collo della ragazza, scrive il quotidiano Etemad, e' stato un figlio della donna per la cui uccisione e' stata condannata, nonostante Delara avesse accettato le condizioni poste dalla famiglia della vittima per concedere il perdono che le avrebbe salvato la vita: dichiararsi colpevole e cambiare avvocato. La ragazza e' stata messa a morte senza che nemmeno il suo avvocato venisse informato, come invece vorrebbe la legge. L’Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=838372 commenta che Iran Human Rights, Amnesty International e le altre associazioni che si erano battute per la salvezza della donna avevano puntato soprattutto sulla minore età della ragazza all'epoca dei fatti, parlando di possibili violazioni della legge internazionale. L'Iran infatti ha ratificato la Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che appunto vieta la pena di morte per i minorenni. Ma di fatto ancora le indicazioni non vengono seguite. Secondo le dichiarazioni rese da Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights, Delara è il simbolo di tutti i minorenni in carcere ed “è ora che Teheran paghi le conseguenze per una violazione della convenzione sui diritti dell'infanzia che pure ha sottoscritto. L'Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano semplicemente un pezzo di carta”. La comunità internazionale deve condannare l'esecuzione di Delara Darabi, che ''ha sconvolto tutte le forze democratiche del mondo'', ha detto Maryam Rajavi, presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana. Inoltre, in Iran le ragazze raggiungono la maggiore età a nove anni! La legge iraniana è basata su una interpretazione della Sharia e prevede che un condannato a morte per omicidio possa salvarsi se i familiari della vittima concedono il perdono. Di solito ciò avviene in cambio di un risarcimento in denaro. Questo però non è avvenuto. Delara proveniva da una famiglia benestante e i suoi genitori si erano offerti di pagare il “prezzo del sangue”, l'indennizzo ai parenti della vittima. Ma la famiglia della donna uccisa non ne ha voluto sapere. L'avvocato di Delara, Abdolsamad Khoramshahi, dal quotidiano "Etemad", aveva parlato di errori nella gestione del caso da parte dei giudici. Il legale avrebbe anche raccontato di come la donna sarebbe stata drogata dal suo compagno di allora. Delara si era infatti inizialmente addossata le responsabilità per quanto accaduto. L’ANSA ha riportato poi la notizia che da BRUXELLES il 2 maggio la presidenza ceca dell'Ue ha espresso ''una forte condanna'' per l'esecuzione, ieri in Iran, della pittrice Delara Darabi. E' stata uccisa in carcere a 23 anni per un crimine commesso quando ne aveva 17. La presidenza Ue ha protestato contro l'esecuzione, giudicandola un ''atto contrario gli impegni internazionali che l'Iran ha volontariamente assunto', sollecitando il Paese ad ''evitare condanne a morte ed eliminare dal codice penale la sentenza capitale per i minori''( http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2009-05-02_102339036.html )
Quanto sopra sintetizzato è la prova dei metodi totalitari utilizzati dal regime di Teheran contro gli esseri umani, i cui diritti umani fondamentali ed inviolabili vengono quotidianamente calpestati. Nonostante l’immagine che dell’Iran cerca di fornire il Medio Oriente, l’Iran è quello che abbiamo visto capitare a questa giovanissima donna, è quello che capita alle bambine di trovarsi sposate e divorziare già all’età di nove anni; inoltre, per le donne in Iran come purtroppo del resto in altri Paesi islamici la legge islamica fa “dono” della pena esclusivamente loro destinata della lapidazione (dei cui metodi di realizzazione ho parlato nel mio precedente articolo http://pietrobertiimola.blogspot.com/2009/04/il-senso-della-democrazia.html ). Questo scempio praticato contro gli esseri umani specie se persone di libero pensiero e contro le donne in particolare deve finire e la comunità internazionale, l’ONU, tutti gli organismi internazionali devono attivarsi per impedire che tali assassinii possano proseguire ad essere perpetrati in modo indisturbato. La vita umana è sacra ed essa va protetta e tutelata ovunque nel mondo, senza alcuna distinzione. Possiamo solo augurarci che si possa impedire la prossima esecuzione in Iran, ma purtroppo i dati ci confermano che nel 2009 l’Iran è al primo posto nel mondo con le sue quasi 200 esecuzioni dall’inizio di quest’anno.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Presentazione candidature in quota UDC a Bologna - Lista Aldrovandi Sindaco
PLAYLIST MUSICALE 1^
Post più popolari
-
Further information: List of Louisiana Governors , Louisiana law , and Louisiana Constitution Louisiana State Capitol Louisiana Governor...
-
« Mi si accusa di tutte le morti violente nel mondo, mi meraviglio come non mi addossino anche le vittime della Grande Guerra [1] » Alphons...
-
Louis Vuitton ( Lavans-sur-Valouse , 4 agosto 1821 – 27 febbraio 1892 ) è stato un imprenditore francese , fondatore nel 1854 ...
-
Moto Guzzi (conosciuta anche solo come Guzzi) è una celebre azienda italiana di motociclette , fondata nel 1921 da Carlo Guzzi . Dal punto...
-
L'IMPERO DEI ROCKEFELLER La Standard Oil fu a lungo l'impresa petrolifera più potente al mondo. Il suo fondatore John D. Rockefell...
-
Con il termine origàmi si intende l'arte di piegare la carta (折り紙, termine derivato dal giapponese , ori piegare e kami carta) e, sostan...
Elementi condivisi di PIETRO
Rachel

FORZA JUVE! E BASTA. FORZA DRUGHI!

GALWAY - IRLANDA

PUNTA ARENAS

VULCANO OSORNO
Fairbanks

Nicole Kidman - Birth , io sono Sean

DESERTO DI ATACAMA

Moorgh Lake Ramsey, Isle of Man

Port Soderick

TRAMONTO SU GERUSALEMME

Masada, l'inespugnabile

KATYN

I GUERRIERI DELLA NOTTE

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

THE WOLFMAN

Sistema Solare

TOMBSTONE

coco

PLAYLIST MUSICALE I^
Rebecca Hall
