Intesa Sanpaolo, Chiamparino: Pd subalterno a poteri forti
MILANO (Reuters) - Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha commentato la partita delle nomine in Intesa Sanpaolo, sostenendo che occorre "rivedere il rapporto tra politica e banche" e che il suo partito, il Pd, è sulbalterno ai poteri forti.
In un'intervista alla Stampa e Repubblica, Chiamparino sostiene che si tratta di "una brutta pagina per Torino".
"Si è creata una profonda divisione nella governance economica e anche in quella politica. E quando è così è difficile ottenere risultati. Non esce rafforzata la città ed è sfumata la possibilità di riequilibrio che era uno degli obiettivi riguardo alla distribuzione dei pesi tra Torino e Milano, senza per questo mettere in discussione la conduzione della banca", spiega il sindaco, aggiungendo che Torino si "è dimostrata ancora una volta divisa sia sul fronte politico che su quello economico-finanziario".
Secondo Chiamparino, inoltre, è necessario "togliere alle fondazioni la possibilità di avere consistenti pacchetti azionari delle banche".
"Bisogna recidere nettamente questo legame, altrimenti le banche non rispondono più a nessuno: né alle fondazioni, né al mercato, né alla politica. Sono poteri assolutamente autoreferenziali".
In un'intervista alla Stampa e Repubblica, Chiamparino sostiene che si tratta di "una brutta pagina per Torino".
"Si è creata una profonda divisione nella governance economica e anche in quella politica. E quando è così è difficile ottenere risultati. Non esce rafforzata la città ed è sfumata la possibilità di riequilibrio che era uno degli obiettivi riguardo alla distribuzione dei pesi tra Torino e Milano, senza per questo mettere in discussione la conduzione della banca", spiega il sindaco, aggiungendo che Torino si "è dimostrata ancora una volta divisa sia sul fronte politico che su quello economico-finanziario".
Secondo Chiamparino, inoltre, è necessario "togliere alle fondazioni la possibilità di avere consistenti pacchetti azionari delle banche".
"Bisogna recidere nettamente questo legame, altrimenti le banche non rispondono più a nessuno: né alle fondazioni, né al mercato, né alla politica. Sono poteri assolutamente autoreferenziali".
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