Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Anchorage

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lunedì 13 aprile 2009

PER NON DIMENTICARE LA POLITICA ESTERA: MOLDOVA, GEORGIA, AFGHANISTAN, THAILANDIA

PER NON DIMENTICARE LA POLITICA ESTERA
LA MOLDOVA
In merito al commento molto specifico ed oculato pervenuto da parte del lettore Bernardino del 11.04.2009, il sottoscritto, innanzitutto, ritiene completamente fondate le preoccupazioni espresse dal lettore, ed in merito a ciò ci tengo a precisare che domenica 12 aprile sono pacificamente, nuovamente, a Chisinau, capitale della moldova, tornati a manifestare in piazza più di diecimila oppositori a quello che si sta delineando, in spregio ad ogni forma di democrazia, un ulteriore regime dittatoriale. Da rilevare che le ragioni della protesta di domenica non vertevano tanto sulle questioni elettorali, ma piuttosto sul rilascio immediato delle centinaia di manifestanti arrestati nei giorni scorsi e sottoposti ad interrogatori severissimi da parte della polizia segreta comunista che altro non avevano fatto se non esprimere il loro disaccordo e la loro preoccupazione sul fatto che le operazioni di voto non erano state, a loro dire, regolari. Da aggiungere che oltre alla giovane dimostrante deceduta per asfissia durante le manifestazioni in seguito alle elezioni falsate del 5.4.2009 oggi un altro partecipante alla manifestazione è stato ucciso dalla polizia segreta in maniera barbara. A seguito di tutto ciò, la Corte Costituzionale Moldava ha deciso inderogabilmente di accettare la richiesta del presidente Voronin di procedere immediatamente al riconteggio dei voti. Il presidente della Corte, responsabile della commissione elettorale, Pubeire, ha ordinato che il riconteggio dovrà avvenire entro 9 giorni per tutte le schede votate e non nelle passate elezioni del 5 aprile. Per quanto riguarda, di contro, coloro che si trovano nelle oscure carceri della capitale pur avendo manifestato in maniera pacifica si stanno muovendo tutte le associazioni di diritto umanitario preoccupatissime per il trattamento che stanno subendo i manifestanti arrestati. Voglio ricordare che il bilancio provvisorio ad oggi conta tra i manifestanti 2 morti , centinaia di arrestati e migliaia di feriti. L’unica cosa che posso aggiungere è che il rilievo di Bernardino è estremamente fondato, purtroppo! E che, come era successo in Georgia, Ucraina, Cecenia etc., la Russia vuol continuare ad inserire i propri tentacoli nei paesi che geograficamente vicini all’Europa si stanno spostando ad ovest per entrare a far parte degli stati uniti d’Europa. Esprimo la mia più assoluta solidarietà nei confronti degli uomini e delle donne libere della Moldova e, dal mio punto di vista, ritengo che se la super-potenza russa si permette di intervenire rendendo possibile il cambiamento di un risultato, e di conseguenza il mancato rispetto della volontà degli elettori, questo significa, che ben venga , con tutto il nostro appoggio l’intervento della Unione Europea nella persona dello stato rumeno che tanto sta facendo per aiutare un popolo che ha subìto (haimè come tanti altri), l’imperialismo, prima sovietico ed ora comunista filo-russo che ha represso con questa azione le libertà più elementari e più fondamentali ed in particolare con questa azione ritiene che questa sia la metodologia adatta per rendere impossibile l’ingresso in Europa della Repubblica Moldova. Ritengo, inoltre, utile ricordare che ai confini con la Moldova esiste un pezzo di terra, la Transnistria, abitato completamente da Russi e che per la maggior parte del suo territorio è colmo di aziende che producono armi di distruzione di massa ed armi leggere e pesanti per essere vendute e che fanno della zona un vero e proprio centro di smistamento per la vendita delle armi (a tutti i paesi che ne necessitino indipendentemente dal colore politico) che ha combattuto alla fine del millennio scorso una guerra contro la Moldova perché la stessa ne ha rivendicato l’appartenenza geografica. Inoltre, in Transnistria l’ex URSS ha lasciato negli hangar sotterranei missili di medio e lungo raggio con testate convenzionali (e non) dopo il crollo del comunismo e il ritiro delle truppe dal blocco dell’est in Russia. Alla luce di tutto ciò, ci auguriamo come giustamente rileva l’amico Bernardino che se al termine dei nove giorni concessi dal presidente della Corte per la ricontazione delle schede delle recenti votazioni del 5 aprile, il risultato sia differente da quello che si aspetta il presidente Voronin i Russi non utilizzino strumenti militari , politici ed economici per ribaltare la volontà dell’elettorato moldavo, anche perché , sicuramente la Romania che al suo interno conta molti cittadini moldovi - come viceversa la moldova conta molti cittadini rumeni - non starà ferma a guardare né dal punto di vista economico né dal punto di vista diplomatico . Tale situazione porterebbe, dal momento che la Romania fa parte dell’UE, un intervento da parte della stessa UE per impedire eventuali ingerenze da parte del velato regime russo e delle mire strategiche che esso ha nei confronti delle repubbliche secessioniste dopo la caduta e la frammentazione dell’ex Unione Sovietica.

LA GEORGIA
E’ passato un anno da quando la scorsa estate la Georgia è entrata in guerra per il controllo dell’Ossezia del sud e della Abkhazia, che ha provocato direttamente l’intervento militare in grande stile della Russia e che ha portato alla sconfitta della Georgia. La Russia, attualmente sta fomentando politicamente a Tbilisi, tramite agitatori, per il terzo giorno consecutivo una parte della popolazione georgiana incitandola a scendere in piazza per chiedere a Saakashvili attuale presidente georgiano, le sue dimissioni, motivando la sua scarsa democrazia nei confronti degli oppositori e dei media. I manifestanti da 55 mila di giovedì si sono ridotti ai 15 mila di domenica, recitando lo slogan “Misha, vattene!”, nonostante il freddo eccezionale e la pioggia battente davanti al Parlamento alla sede della TV nazionale e alla stessa casa del Presidente . Ma tra gli oppositori si sono verificati scontri sulle motivazioni per le quali il Presidente attuale dovrebbe dimettersi dall’incarico. Saakashvili, in realtà, viene accusato da una larga parte della popolazione nemica della Russia dell’insuccesso e delle conseguenze del conflitto armato in cui la Russia è intervenuta direttamente e che ad attenti analisti politici presenta un quadro molto chiaro di tentativo strisciante da parte della Russia stessa di egemonizzazione oltre che della Abkhazia e dell’Ossezia del sud, in cui ora i militari russi stazionano perennemente, anche nei confronti dell’Ucraina alla quale tentano di impedire in tutti i modi l’ingresso a far parte degli stati uniti d’Europa, della stessa Georgia e, ovviamente, della repubblica Moldova di cui si è precedentemente trattato. Certo, la Georgia non ha forza a sufficienza per poter contrastare il progetto politico e, Dio non voglia, militare russo e lo stesso vale per l’Ucraina che è già sotto ricatto per l’utilizzo del gas-metano di cui i Russi, quotidianamente minacciano di chiudere le forniture se il governo ucraino non si dimostri più benevolo e disponibile nei confronti della politica egemonica russa. Il disegno è molto chiaro ed è lo stesso che i servizi di intelligence di concerto con l’attuale governo neo-eletto moldavo stanno mettendo in pratica.


L’AFGHANISTAN
Domenica 12 aprile 2009 nel sud dell’Afghanistan le forze armate Afghane e di supporto straniere, sono riuscite, dopo asperrimi combattimenti dovuti ad un’imboscata tesa dai talebani nella provincia di Zabul, ad eliminare 25 terroristi talebani. Con tale vicenda, i capi di Stato della maggior parte del mondo hanno definito l’Afghanistan come la nazione attualmente più pericolosa del mondo per il tasso altissimo di attentati- suicidi che colpiscono indiscriminatamente donne, vecchi, bambini, ospedali, moschee e scuole di addestramento della polizia locale e dell’esercito afghano, che viene addestrato quotidianamente dai militari occidentali. Purtroppo, al di là di questa premessa, è con grande rammarico e con grande rispetto che noi tutti annunciamo che codardi armati di fucili kalashnikov hanno compiuto un ulteriore efferato omicidio che getta, se mai ve ne fosse bisogno, un’ulteriore ombra oscura sul paese. Infatti, nella mattinata di domenica, un commando ha aspettato che , nel capoluogo di Kandahar uscisse dalla sua casa la parlamentare provinciale Sitara Achakzai falciandola con più raffiche da armi da fuoco e uccidendola sul colpo. La cosa drammatica è che la parlamentare era nota nel suo paese ed all’estero per la sua battaglia incessante nei confronti del terrorismo talebano dal punto di vista politico, e dal punto di vista sociale era nota, amata ed apprezzata per il suo coraggio nell’azione in favore del miglioramento della condizione sociale delle donne afghane e della tutela in favore dei loro diritti da tempo oramai immemorabile negati. Non si credano questi delinquenti che uccidere indiscriminatamente tutto quello che loro ritengono al di fuori della loro linea politica e religiosa li porterà ad un successo finale; al contrario si stanno scatenando contro l’odio da parte della popolazione civile che ha superato il limite della tollerabilità. E se questi tagliagole ritengono che uccidere indiscriminatamente coloro che sono stati democraticamente eletti possa permettere il ritorno in essere di uno stato governato da integralisti, ebbene si sbagliano di grosso. Domenica con la vergognosa azione descritta hanno creato una martire e come tale essa verrà ricordata. Giusto il fatto che l’occidente abbia deciso in maniera definitiva di combattere contro tutti coloro che appartengono all’integralismo mussulmano talebano per debellarli definitivamente dalla faccia della terra. E per permettere finalmente l’instaurazione di uno stato democratico che basi i principi fondamentali sul laicismo a livello governativo, sulla libertà religiosa a livello nazionale, sulla libertà e sulla parificazione dei diritti degli uomini e delle donne, che fino ad ora hanno subìto le vessazioni di esseri indegni come lo sono i talebani. Auguriamoci che la coalizione riesca quanto prima nel suo intento e liberi l’Afghanistan, ristabilisca la pace, in una nazione in cui la parola pace echeggia nella mente di coloro che la hanno conosciuta in tempi talmente lontani che oggi sono solo dei vecchi , stanchi e rassegnati nel dolore di aver perso persone a loro care e alle quali va ridata la speranza di un futuro migliore lontano dalle oppressioni delle dittature integraliste religiose.

LA THAILANDIA
Fino a poco tempo fa, la Thailandia è stata considerata una delle mete turistiche più ambite per una molteplicità di ragioni, prima delle quali i bassissimi prezzi che avrebbero dovuto sostenere i turisti per recarvisi, la bellezza incantevole della natura e l’incredibile traccia lasciata dalla storia in questo paese, per non parlare poi della cultura basata su un grande rispetto nei confronti del prossimo che fa parte di un retaggio culturale antichissimo. Purtroppo in questi giorni anche questo paradiso della natura è stato intaccato dall’estremismo politico che ha fatto in modo che il vertice di due giorni tra i dieci stati dell’Asean – comunità economica del sud-est asiatico – ed i sei invitati ( Cina, Giappone, India, Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda ) venisse bloccato e tutti i capi di stato fossero costretti a lasciare Bangkok prima dell’inizio del vertice. A bloccare il summit sono state le cosiddette “camicie rosse”, ossia i seguaci dell’ex premier Thaksin, che si trova in “esilio” a Singapore per non scontare una condanna a due anni di reclusione per corruzione. Ma le sue “camicie rosse” non solo hanno fatto fallire il vertice Asean (ed è stata per lui una grossa manifestazione di forza) ma addirittura si sono organizzate e hanno iniziato a dare vita a forti disordini nel centro della capitale, facendo fuggire di gran fretta, nonostante gli appelli del governo, molti turisti (il turismo è la prima fonte di reddito per lo stato thailandese). Obiettivo dei manifestanti è quello di occupare le vie di Bangkok e questo ha provocato una reazione riportata dalla stampa e dalle tv locali da parte del primo ministro thailandese che ha espressamente detto che verranno adottate tutte le misure necessarie per riportare la tranquillità e la pace nel paese. Esso stesso è sfuggito per pochissimo ad un assalto dei dimostranti al ministero dell’interno. Il governo ha imposto – cosa che in Thailandia non si era mai verificata – lo stato di emergenza nella regione della capitale e sta valutando se estenderlo a tutto il paese; ha chiuso i confini e l’esercito si sta preparando per occupare tutte le zone di ingresso a Bangkok e - per ripetere le parole del premier -usare la forza per reprimere in maniera esemplare gli oppositori. Già i militari thailandesi circondano gli edifici pubblici, gli aeroporti e i nodi cruciali per i trasporti via terra e fluviali. Questo testimonia l’assoluta gravità della situazione in un’area che, peraltro, è sempre stata molto tranquilla ed al di fuori – avendo un governo molto solido – da guerre, rivolte popolari e colpi di stato. Vorrei sottolineare che anche questa rivolta ha le sue radici ed è stata preparata accuratamente dal leader Thaksin da Singapore a riprova del potere grossissimo che questo politico ha in patria. Il primo ministro thailandese ha dichiarato che non ha la benché minima intenzione di trattare con le “camicie rosse” e sta preparando un ultimatum affinchè essi si arrendano e lascino la capitale; inoltre ha comunicato che, laddove questo ultimatum non sarà rispettato, non ve ne saranno altri e la parola verrà data all’esercito.
Pietro Berti

8 commenti:

  1. penso sia giusto,ogni tanto,guardare anche quello che ,succede fuori italia.ancor di piu,se si tratta del malcostune dei nostri politici,di viaggiare fuori italia,e,quando vengono intervistati,di parlare,sempre di problematiche italiane e,poco,di quelle del paese di cui sono ospiti.cio ,non e rispettoso nei confronti di chi ci invita.mi piace il pez.sulla georgia.anche sulla moldova.moltointeressanti.severino penna,tolentino.

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  2. probabile ,che se europa e grandi potenze,conoscessero a fondo,le problematiche di cui si tratta,forse,si riuscirebbe a fermare molti ,possibili conflitti.basterebbe cosi poco...jon calderaru,ai confini con moldova.

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  3. breve riflessione.se non impariamo a fermare i conflitti dove nascono,ovvio ,che impariamo a ,dover gestire i profughi.non abbiamo imparato nulla dalla bosnia,evidentemente.grazie per spazio,ignazio salvini,trieste.

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  4. ma se i moldovi vogliono stare,sotto i comunisti,peggio per loro.chi se ne frega.peggio per loro.io non mi muovo di certo. i georgiani se la sono voluta,e questo e il risultato.gli afghani,hanno quello che si meritano.spero che i talebani crepino tutti.per la thailandia,mi dispiace,anche se la situazione si va risolvendo.vadano in mona tutti.w il veneto.merighi aurelia,marostica.

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  5. 16 aprile2009.chisinau.moldova. n.morar,25 anni,moldova,mente della rivolta che il 07.04.009 ha portato 20.000giovani in piazza contro il governo comunista,teme di essere arrestata e si nasconde.ogni notte cambia casa,non telefona e non va in rete per non essere rintracciata.la sua abitazione ,e ,stata perquisita ,e le autorita comuniste,hanno la intenzione di arrestarla.la cosi definita,rivoluzione twitter,denominata perche,organizzata con piattaforma di microblogging,era esplosa,dopo la vittoria dei comunisti di v.voronin con il 50 x100 dei voti.la opposizione ha ottenuto,dopo le proteste in piazza,costate la vita ,ad una giovane manifestante,moltissimi feriti ed alcuni palazzi governativi,distrutti,che il 15.04.009,si procedesse al riconteggio delle schede.auguriamoci che questo avvenga,nella piu assoluta legalita.solidarirta al popolo moldavo,ed alla libera informazione.solidarieta a n.morar,per la sua battaglia democratica.grazie per lo spazio e per il suo interesse alla causa del nostro popolo.ilian durcea,rep.moldava,in italia per lavoro.

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  6. a proposito di politica estera,che ci riguarda,da vicino,voglio segnalare,che,g.canova,italiano rapito in nigeria,10gg fa,mentre si recava al lavoro,per una ditta italiana,sta bene ed e libero.massima riservatezza da parte della famiglia,della farnesina e da lui stesso,sulle modalita della liberazione,cioe se sia scappato o se sia stato pagato un riscatto ai suoi rapitori.certo e che ora e sano e salvo.questo e cio che conta.altro discorso,si dovrebbe,invece,fare,sulla metodologia da adottarsi,per contrastare questo fenomeno,che sta assumendo caratteri inquitanti,cioe,il rapimento di occidentali a scopo di estorsione.penso che la comunita,internazionale,si debba muovere al piu presto per debellare questa piaga che affligge la nigeria.e.cosentino,roccaraso.

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  7. appena approvata dal parlamento afghano,la legge che stabilisce la subordinazione della moglie al marito.in ,parole povere,ne autorizza lo stupro.non appena le attiviste ,per i diritti umani,sono scese in piazza a kabul,per manifestare contro la legge,definendola un insulto alla dignita,delle donne,esibendo cartelli con la scritta,non vogliamo la legge talebana,il corteo,e stato preso di mira da alcuni integralisti che,lanciando sassi,hanno inneggiato alla giustizia,islamica.solo la polizia ,schierandosi,in mezzo alle 2 fazioni,opposte,ha evitato,lo scontro.alla luce di tutto cio,il presidente karzai,ha ,immediatamente deciso,di rivedere il testo della legge,anche,in seguito,alle pressioni internazionali che lo hanno severamente ammonito.come se la popolazione afgana,non abbia ancora sofferto a sufficienza.ci mancano solo le leggi contro le donne,per definire a tinte ancora piu fosche il futuro di un popolo che vive in guerra costante ,da decine di anni e,che,viene considerato ,il posto piu pericoloso del mondo,seguito dall iraq.una donna afgana,laureata in medicina in italia.

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  8. fa pensare,il fatto che,la corea del nord,abbia annunciato al mondo,dopo aver lanciato un missile,in grado di colpire il giappone,di aver ripreso ilsuo programma nucleare.cio violando ogni accordo preso in precedenza.probabilmente ritiene,cosi,di poter ,ricattare le grandi potenze,per ottenere quello che vuole.cioe ,fine embargo,aiuti economici.dovrebbe essere fermata in tempo,primache,la poteziale minaccia,diventi reale.prof.e.santi zurigo

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