PIETRO ANTONIO COLAZZO DI GALATINA (LECCE) UN PUGLIESE CADUTO IN AFGHANISTAN, A KABUL NELL’ADEMPIMENTO DEL SUO DOVERE DI AGENTE DEI SERVIZI DI INTELLIGENCE ITALIANI
Fa specie l’atteggiamento tenuto da parte dell’opinione pubblica, in particolare appartenente al popolo dei pacifisti, dei no-global, dei comunisti italiani, dei verdi, dei grillini, di rifondazione comunista, degli appartenenti ai centri sociali, dell’ala sinistra del PD, nonché dei dipietristi per il totale menefreghismo e disinteresse che hanno riservato nei confronti di un servitore della Patria, che ha sacrificato quanto di più caro (la vita) nell’adempimento del suo lavoro di individuazione e monitoraggio delle cellule integraliste lontano da dove sono schierate le nostre truppe in Afghanistan , operando nel pieno centro di Kabul con tutti i rischi che questo comportava. Il fatto che portasse il giubbotto antiproiettile non lo ha salvato. La sua salma avvolta nel tricolore è stata esposta alla camera ardente dell’Ospedale Militare del Celio alla presenza del Generale Santini che guida l’AISE , del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, del Presidente del COPASIR D’Alema, dei vertici militari e dei servizi segreti e della sorella Stefania. A rendere l’ultimo omaggio si sono recati anche il Ministro della Difesa e il capo dello Stato. La salma è poi stata trasportata a Galatina dove si svolgeranno i funerali in forma solenne e con gli onori militari. La prima riflessione che mi sento di fare viene da una dichiarazione di Ignazio Larussa: “l’agente ha sacrificato la sua vita eroicamente per salvare il nostro contingente”. La seconda riflessione che si converte in una richiesta sta nel fatto che ritengo sia doveroso da parte dello Stato il conferimento della medaglia d’oro al valore al nostro caduto. Dico” nostro” perché non è solo caduto nell’adempimento del dovere ma è caduto anche per proteggere l’Italia dalle infiltrazioni delle cellule integraliste islamiche.
Fa specie l’atteggiamento tenuto da parte dell’opinione pubblica, in particolare appartenente al popolo dei pacifisti, dei no-global, dei comunisti italiani, dei verdi, dei grillini, di rifondazione comunista, degli appartenenti ai centri sociali, dell’ala sinistra del PD, nonché dei dipietristi per il totale menefreghismo e disinteresse che hanno riservato nei confronti di un servitore della Patria, che ha sacrificato quanto di più caro (la vita) nell’adempimento del suo lavoro di individuazione e monitoraggio delle cellule integraliste lontano da dove sono schierate le nostre truppe in Afghanistan , operando nel pieno centro di Kabul con tutti i rischi che questo comportava. Il fatto che portasse il giubbotto antiproiettile non lo ha salvato. La sua salma avvolta nel tricolore è stata esposta alla camera ardente dell’Ospedale Militare del Celio alla presenza del Generale Santini che guida l’AISE , del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, del Presidente del COPASIR D’Alema, dei vertici militari e dei servizi segreti e della sorella Stefania. A rendere l’ultimo omaggio si sono recati anche il Ministro della Difesa e il capo dello Stato. La salma è poi stata trasportata a Galatina dove si svolgeranno i funerali in forma solenne e con gli onori militari. La prima riflessione che mi sento di fare viene da una dichiarazione di Ignazio Larussa: “l’agente ha sacrificato la sua vita eroicamente per salvare il nostro contingente”. La seconda riflessione che si converte in una richiesta sta nel fatto che ritengo sia doveroso da parte dello Stato il conferimento della medaglia d’oro al valore al nostro caduto. Dico” nostro” perché non è solo caduto nell’adempimento del dovere ma è caduto anche per proteggere l’Italia dalle infiltrazioni delle cellule integraliste islamiche.
povera famiglia e povera madre.perdere un figlio in quel modo.io morirei.una mamma con il figlio sotto le armi.bari 2.3.2010
RispondiEliminami ricordo di nassirya.mi ricordo degli arabi in piazza maggiore che festeggiavano insieme a degli studenti italiani.povero ragazzo.brunilde commissari.
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