Tubercolosi debellata? Falso A Bologna 90 nuovi casi all'anno
I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, tossicodipendenti e chi ha molti contatti stretti con gli altri
Chi pensa che la tubercolosi sia una malattia ormai debellata, sbaglia. Solo a Bologna si contano quasi 90 nuovi casi all’anno. E il fenomeno è in leggero aumento.
Per ricordare l’anniversario della scoperta della tbc da parte di Koch, a Palazzo Malvezzi mercoledì scorso si è tenuto un convegno ad hoc: per «riportare l’attenzione su malattie che nell’immaginario collettivo sono legate al passato» ma che in realtà non si sono certo estinte. È il monito che lancia l’assessore alla Sanità della Provincia di Bologna, Giuliano Barigazzi, nel discorso d’apertura dell’incontro sulla tubercolosi nella sala consiliare della Provincia di Bologna. «La Tbc- avverte l’assessore- è la prima causa di mortalità per i portatori di Hiv»: si contano nove milioni di nuovi casi all’anno e oltre due milioni di persone al mondo che muoiono a causa della malattia.
Il quadro della situazione bolognese lo descrive, invece, Anna Rosa Gianninoni del Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica della Ausl di Bologna. Nel capoluogo emiliano si contano, dal 1996 ad oggi, «dagli 80 ai 90 nuovi casi all’anno, con una punta di 106 casi nel 2006». Complessivamente, negli ultimi 15 anni si sono registrati 1.139 casi di Tbc e la categoria più colpita sono sicuramente gli anziani con più di 64 anni di età seguiti dagli adulti dai 25 anni in poi. «Fino al 2003- aggiunge Gianninoni- si ammalavano di tubercolosi in gran parte persone nate e vissute da sempre in Italia, mentre da sette anni a questa parte, la percentuale delle vittime della malattia tra gli stranieri è aumentata moltissimo». Per cercare di chiarire il target dei soggetti più a rischio c’è la relazione della ricercatrice del Policlinico S.Orsola-Malpighi, Paola Dal Monte, che parla quindi di «bambini, anziani, tossicodipendenti e coloro che hanno una vita con frequenti contatti stretti con altre persone».
Per ricordare l’anniversario della scoperta della tbc da parte di Koch, a Palazzo Malvezzi mercoledì scorso si è tenuto un convegno ad hoc: per «riportare l’attenzione su malattie che nell’immaginario collettivo sono legate al passato» ma che in realtà non si sono certo estinte. È il monito che lancia l’assessore alla Sanità della Provincia di Bologna, Giuliano Barigazzi, nel discorso d’apertura dell’incontro sulla tubercolosi nella sala consiliare della Provincia di Bologna. «La Tbc- avverte l’assessore- è la prima causa di mortalità per i portatori di Hiv»: si contano nove milioni di nuovi casi all’anno e oltre due milioni di persone al mondo che muoiono a causa della malattia.
Il quadro della situazione bolognese lo descrive, invece, Anna Rosa Gianninoni del Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica della Ausl di Bologna. Nel capoluogo emiliano si contano, dal 1996 ad oggi, «dagli 80 ai 90 nuovi casi all’anno, con una punta di 106 casi nel 2006». Complessivamente, negli ultimi 15 anni si sono registrati 1.139 casi di Tbc e la categoria più colpita sono sicuramente gli anziani con più di 64 anni di età seguiti dagli adulti dai 25 anni in poi. «Fino al 2003- aggiunge Gianninoni- si ammalavano di tubercolosi in gran parte persone nate e vissute da sempre in Italia, mentre da sette anni a questa parte, la percentuale delle vittime della malattia tra gli stranieri è aumentata moltissimo». Per cercare di chiarire il target dei soggetti più a rischio c’è la relazione della ricercatrice del Policlinico S.Orsola-Malpighi, Paola Dal Monte, che parla quindi di «bambini, anziani, tossicodipendenti e coloro che hanno una vita con frequenti contatti stretti con altre persone».
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