Le attuali notizie sulla visita del colonnello libico Gheddafi lasciano sempre più perplessi. Innanzitutto è stata proposta una laurea honoris causa dalla facoltà di giurisprudenza di Cagliari che verrà discussa in senato accademico il 16 giugno. Inoltre, lo si voleva far parlare in Senato davanti ai nostri parlamentari. Intanto, il colonnello ha piantato le tende il Villa Pamphili . Io protesto contro la volontà di chiudere gli occhi e voler dimenticare la costante violazione dei diritti umani praticata dal colonnello, nonchè sull'oblio fatto scendere su tutte le azioni intraprese da decenni dal colonnello contro l'Italia e gli Italiani.
Niente aula del Senato per Gheddafi: e il Pd litiga
dal sito http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=357932
Roma - Niente Aula del Senato per il leader libico Muhammar Gheddafi. La decisione presa dalla conferenza dei capigruppo, infatti, è quella di trasferire l’incontro con il leader libico nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Polemiche nel Pd La presenza di Gheddafi in Italia non è gradita a tutti. La cosa è nota. C'è chi protesta da giorni, chi preannuncia contestazioni e chi grida allo scandalo per il discorso che il leader libico farà al Senato (dopo tante polemiche è arrivata la decisione di Palazzo Madama: il colonnello non parlerà in aula). Il Pd si spacca anche su questo tema. Franceschini sembra Ponzio Pilato: "Sono d’accordo con le decisioni che prenderà il gruppo al Senato". Il segretario del Pd prova a smorzare le polemiche dopo che, stamani, il gruppo ha corretto l’ok dato ieri da Nicola Latorre in conferenza dei capigruppo alla presenza del leader libico, Gheddafi, in aula. Franceschini però tiene a precisare che "il gruppo non ha deciso di disertare l’Aula ma chiesto al presidente del Senato di ospitare Gheddafi al Senato in un luogo diverso dall’Aula".
D'Alema: non ci trovo nulla di male Prende le distanze dal proprio partito Massimo D'Alema. "Non trovo scandaloso che Gheddafi faccia il suo discorso nell’Aula del Senato. Non è una seduta del Senato, ma un intervento in aula; quindi, il gruppo parlamentare non c’entra. Chi vuole ci va, chi non vuole no". Le riunioni del gruppo - aggiunge D’Alema - sono sempre legittime, ma non c’è una deliberazione perché il gruppo non c’entra visto che non si tratta di una seduta parlamentare".
"Alla Camera venne Arafat con la pistola..." L’ex ministro degli Esteri sostiene che "siccome è la prima volta che Gheddafi viene in Italia come leader di un paese colonizzato dall’Italia che lasciò una scia di lutti, ma anche come presidente dell’Unione africana non trovo scandaloso che faccia il suo discorso in Aula". Non è la prima volta, ricorda D’Alema, che il leader di un paese straniero parla in Aula: "Alla Camera venne Arafat con la pistola". E alla domanda sulle polemiche sollevate dalla comunità ebraica, D’Alema risponde: "Non voglio polemizzare con nessuno, tutte le opinioni sono legittime".
Morando: "Per me è scandaloso" "A differenza di D’Alema - dice il senatore del Pd Enrico Morando - trovo esattamente scandaloso che Gheddafi prenda la parola nell’Aula del Senato della Repubblica. La seduta dell’Assemblea, già regolarmente convocata per domani, è stata 'sconvocata' proprio per dar luogo al discorso del leader libico. Non è ovviamente in discussione la necessità e l’urgenza di positivi intensi rapporti di cooperazione tra Italia e Libia, su materie di comune interesse. Ma nel Parlamento prende la parola solo chi ha titoli per farlo: quei titoli di democrazia e rispetto per i diritti umani che mancano a Gheddafi. Consentire il contrario, è un errore imperdonabile".
Anche l'Udc non sarà in aula Anche l’Udc intende disertare domani l’aula del Senato dove è previsto l’intervento di Muammar Gheddafi. "L’Udc - annuncia il presidente dei senatori Gianpiero D’Alia- non sarà presente alla ’lezione di democrazià del Colonnello Gheddafi al Senato. Non abbiamo condiviso, anche perchè non direttamente presenti all’ultima capigruppo, la decisione di prestare un ramo del Parlamento a fare da prestigioso megafono a un leader autoritario che non rispetta i diritti umani e civili. La nostra assenza, senza iniziative plateali che non ci competono, vuole essere un atto di rispetto verso il Parlamento italiano e i valori che rappresenta".
Polemiche nel Pd La presenza di Gheddafi in Italia non è gradita a tutti. La cosa è nota. C'è chi protesta da giorni, chi preannuncia contestazioni e chi grida allo scandalo per il discorso che il leader libico farà al Senato (dopo tante polemiche è arrivata la decisione di Palazzo Madama: il colonnello non parlerà in aula). Il Pd si spacca anche su questo tema. Franceschini sembra Ponzio Pilato: "Sono d’accordo con le decisioni che prenderà il gruppo al Senato". Il segretario del Pd prova a smorzare le polemiche dopo che, stamani, il gruppo ha corretto l’ok dato ieri da Nicola Latorre in conferenza dei capigruppo alla presenza del leader libico, Gheddafi, in aula. Franceschini però tiene a precisare che "il gruppo non ha deciso di disertare l’Aula ma chiesto al presidente del Senato di ospitare Gheddafi al Senato in un luogo diverso dall’Aula".
D'Alema: non ci trovo nulla di male Prende le distanze dal proprio partito Massimo D'Alema. "Non trovo scandaloso che Gheddafi faccia il suo discorso nell’Aula del Senato. Non è una seduta del Senato, ma un intervento in aula; quindi, il gruppo parlamentare non c’entra. Chi vuole ci va, chi non vuole no". Le riunioni del gruppo - aggiunge D’Alema - sono sempre legittime, ma non c’è una deliberazione perché il gruppo non c’entra visto che non si tratta di una seduta parlamentare".
"Alla Camera venne Arafat con la pistola..." L’ex ministro degli Esteri sostiene che "siccome è la prima volta che Gheddafi viene in Italia come leader di un paese colonizzato dall’Italia che lasciò una scia di lutti, ma anche come presidente dell’Unione africana non trovo scandaloso che faccia il suo discorso in Aula". Non è la prima volta, ricorda D’Alema, che il leader di un paese straniero parla in Aula: "Alla Camera venne Arafat con la pistola". E alla domanda sulle polemiche sollevate dalla comunità ebraica, D’Alema risponde: "Non voglio polemizzare con nessuno, tutte le opinioni sono legittime".
Morando: "Per me è scandaloso" "A differenza di D’Alema - dice il senatore del Pd Enrico Morando - trovo esattamente scandaloso che Gheddafi prenda la parola nell’Aula del Senato della Repubblica. La seduta dell’Assemblea, già regolarmente convocata per domani, è stata 'sconvocata' proprio per dar luogo al discorso del leader libico. Non è ovviamente in discussione la necessità e l’urgenza di positivi intensi rapporti di cooperazione tra Italia e Libia, su materie di comune interesse. Ma nel Parlamento prende la parola solo chi ha titoli per farlo: quei titoli di democrazia e rispetto per i diritti umani che mancano a Gheddafi. Consentire il contrario, è un errore imperdonabile".
Anche l'Udc non sarà in aula Anche l’Udc intende disertare domani l’aula del Senato dove è previsto l’intervento di Muammar Gheddafi. "L’Udc - annuncia il presidente dei senatori Gianpiero D’Alia- non sarà presente alla ’lezione di democrazià del Colonnello Gheddafi al Senato. Non abbiamo condiviso, anche perchè non direttamente presenti all’ultima capigruppo, la decisione di prestare un ramo del Parlamento a fare da prestigioso megafono a un leader autoritario che non rispetta i diritti umani e civili. La nostra assenza, senza iniziative plateali che non ci competono, vuole essere un atto di rispetto verso il Parlamento italiano e i valori che rappresenta".
ITALIA-LIBIA: SASSARI, PROPOSTA LAUREA GHEDDAFI PRESTO IN SENATO ACCADEMICO
dal sito web http://www.libero-news.it/adnkronos/view/134690
Sassari, 9 giu.- (Adnkronos) - Dopo la riunione del consiglio della facolta' di Giurisprudenza di Sassari che si svolgera' il 18 giugno verra' inviata formalmente al Senato accademico la verbalizzazione della delibera dell'8 maggio scorso con la quale era stata approvata la proposta del preside della facolta' di Giurisprudenza, Giovanni Lobrano, di conferire la laurea honoris causa al leader libico, Muhammar Gheddafi. "Anche se formalmente - spiega il preside all'ADNKRONOS - in base al decreto regio del 1933 che disciplina la materia, potremmo inviare direttamente la verbalizzazione al Ministero e' nostra prassi, da sempre, portare la questione al Senato acccademio. Il nostro intento non e' quello di sbrigare il prima possibile la faccenda ma quello di ottenere il maggiore consenso fra gli undici presidi". Alla notizia della laurea ad honorem a Gheddaffi i Radicali avevano inviato al preside un appello per scongiurare la cosa sottoscritto da 563 docenti universitari italiani. Ma le polemiche erano giunte da piu' parti, ad esempio dal leader della 'Destra', Francesco Storace, che aveva definito l'iniziativa ridicola. Diversi poi i gruppi nati su Facebook contro la scelta della facolta' sassarese.
"Sono polemiche di modesta entita' - commenta Lobrano -, al di la' dei Radicali non ci sono state prese di posizione piu' consistenti. E anche i Radicali hanno raccolto poco piu' di 500 firme e queste andrebbero comunque verificate. Almeno una, infatti, era erronea, quella del prorettore di Sassari, Attilio Mastinu. Ci ho parlato e mi ha detto che da parte sua non era stata firmata alcuna petizione antilaurea a Gheddafi. A parte questo 500 e passa firme su 40mila docenti che siamo mi pare cosa di poca rilevanza".
Sulle ragioni delle contestazioni Lobrano e' convinto che "c'e' un equivoco di fondo in chi fa polemica" e ha l'impressione "che ci sia una sovrapposizione di piani fra il rispetto o meno dei diritti umani e la questione dell'organizzazione costituzionale". "Sul primo punto - spiega il preside della facolta' di Giurisprudenza - credo che la Libia, anche alla luce del trattato che c'e' stato di recente con l'Italia, riconosca un impegno al rispetto dei diritti umani, e che quindi in Libia ci sia gia' un rispetto dei diritti umani che e' nello standard comune. Poi, certo, l'applicazione del diritto e' un altro paio di maniche. Ma anche noi nell'applicazione siamo piu' volte richiamati all'ordine. L'altra questione, invece, puo' essere quella dell'organizzazione costituzionale, che ovviamente non e' la nostra. Ma qui bisogna avere il buon senso di riconoscere le organizzazioni costituzionali diverse dalle nostre. Quindi credo che in generale si faccia un po' di confusione". (segue)
"Sono polemiche di modesta entita' - commenta Lobrano -, al di la' dei Radicali non ci sono state prese di posizione piu' consistenti. E anche i Radicali hanno raccolto poco piu' di 500 firme e queste andrebbero comunque verificate. Almeno una, infatti, era erronea, quella del prorettore di Sassari, Attilio Mastinu. Ci ho parlato e mi ha detto che da parte sua non era stata firmata alcuna petizione antilaurea a Gheddafi. A parte questo 500 e passa firme su 40mila docenti che siamo mi pare cosa di poca rilevanza".
Sulle ragioni delle contestazioni Lobrano e' convinto che "c'e' un equivoco di fondo in chi fa polemica" e ha l'impressione "che ci sia una sovrapposizione di piani fra il rispetto o meno dei diritti umani e la questione dell'organizzazione costituzionale". "Sul primo punto - spiega il preside della facolta' di Giurisprudenza - credo che la Libia, anche alla luce del trattato che c'e' stato di recente con l'Italia, riconosca un impegno al rispetto dei diritti umani, e che quindi in Libia ci sia gia' un rispetto dei diritti umani che e' nello standard comune. Poi, certo, l'applicazione del diritto e' un altro paio di maniche. Ma anche noi nell'applicazione siamo piu' volte richiamati all'ordine. L'altra questione, invece, puo' essere quella dell'organizzazione costituzionale, che ovviamente non e' la nostra. Ma qui bisogna avere il buon senso di riconoscere le organizzazioni costituzionali diverse dalle nostre. Quindi credo che in generale si faccia un po' di confusione". (segue)
La tenda di Gheddafi a Villa Pamphili
di Elena PanarellaROMA (9 giugno) - Per la prima volta nella sua lunghissima storia villa Doria Pamphili vedrà nei suoi giardini un’enorme tenda beduina: è quella del colonnello Gheddafi, che anche in questa sua prima storica visita a Roma ha preteso di averla con sé creando non pochi problemi organizzativi alle autorità italiane. Dopo che il governo ha scartato la possibilità di montarla nei giardini di villa Madama (un altro gioiello a disposizione dell’esecutivo nei pressi della Farnesina), fervono i preparativi nella villa seicentesca che fu della famiglia Doria Pamphili. Muhammar Gheddafi è atteso a Roma domani: si tratterrà nella Capitale due notti.Il rais libico, al potere dal lontano 1969, sarà accompagnato, in questa attesa visita, da una ricchissima delegazione che si calcola tra le 300 e le 400 persone. Nessuna novità per la presenza delle 40 donne addette alla protezione personale del leader libico. La tenda nella quale il colonnello è solito ricevere tutti i suoi ospiti in realtà non sarà usata per dormire: Gheddafi sarà infatti ospitato nei locali della splendida villa, oggi completamente restaurati e resi adatti ad accogliere personalità di questo livello. Bisogna comunque sottolineare che si tratta di una visita complessa e che non ha precedenti: è la prima volta che Gheddafi viene in Italia dopo decenni di tensioni che risalgono agli anni bui del colonialismo italiano in Tripolitania e Cirenaica. Una tappa storica quindi che Gheddafi bisserà un mese dopo, tornando in Italia anche a luglio per partecipare al G8 nelle vesti di presidente di turno dell’Unione africana. Insomma tutto è pronto per la tre-giorni romana del colonnello: l’agenda è stata ormai messa a punto nei dettagli a partire dall’arrivo domani alle 11. Ad accoglierlo all’aeroporto ci sarà il premier Silvio Berlusconi. Il dispositivo di sicurezza ha previsto che dal suo arrivo nell’aeroporto militare di Ciampino e per tutti i suoi spostamenti nella Capitale, Gheddafi sia accompagnato da una staffetta delle forze dell’ordine e dei corpi speciali di polizia e carabinieri. Tiratori scelti vigileranno inoltre su tutti i percorsi stabiliti e quelli alternativi previsti nella visita.Il primo appuntamento, è al Quirinale dove, subito dopo il suo arrivo, sarà ospite a colazione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel pomeriggio invece sarà a Palazzo Chigi per il colloquio con il premier. Giovedì, alle 12.15 è atteso invece da studenti e docenti alla Sapienza per un incontro-dibattito.Non mancano le polemiche nella città universitaria, con una mobilitazione «contro l'accordo tra Gheddafi e Berlusconi, che prevede i respingimenti degli immigrati provenienti dalle coste libiche», da parte degli studenti dell’Onda. E intanto proprio ieri c’è stato un sopralluogo organizzativo dell’ambasciatore libico nell’ateneo in vista dell’incontro ufficiale. Sempre giovedì alle 18.00, Gheddafi si sposterà in Campidoglio per incontrare il sindaco Gianni Alemanno.Per l’incontro, i Musei Capitolini, resteranno chiusi dalle 14. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza così come disposto da un’ordinanza del Prefetto, Giuseppe Pecoraro. Gheddafi dovrebbe arrivare dall’entrata capitolina di Sisto IV per recarsi nella stanza del sindaco, poi nella Sala degli Arazzi e in quella delle Bandiere, dove dovrebbe firmare il libro d’oro degli ospiti. Dopo uno scambio di doni Gheddafi verrà accompagnato nell’aula Giulio Cesare e si affaccerà su piazza del Campidoglio, dove parlerà per venti minuti.Intensa anche l’ultima giornata romana, il colonnello incontrerà all’Auditorium, rappresentanze femminili del mondo politico, della cultura e dell’imprenditoria del nostro Paese.
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