In ricordo di Antonio Giolitti
A Roma all’età di 95 anni si è spento Antonio Giolitti, componente della pattuglia dei Padri Costituenti, di cui tre ancora siedono in Parlamento: l’ex Presidente della Repubblica Scalfaro, Emilio Colombo e Giulio Andreotti. Mentre tra gli altri superstiti ricordiamo l’ex ministro DC Luigi Gui e Teresa Mattei (classe 1921) tra le più giovani dei Costituenti che ricoprì il ruolo di segretaria.
Giolitti fu ministro socialista della stagione del centro sinistra. Ed era il nipote di Giovanni, colui il quale diede il nome all’Italia liberale dell’inizio ‘900. Di fede comunista lasciò il PC nel 1956 dopo l’invasione dell’Ungheria da parte dell’armata rossa ed entrò nel PSI. Negli anni ’60 fece parte dei Governi Rumor, Moro, Colombo. Insieme a Ugo La Malfa e Riccardo Lombardi fu uno dei promotori della politica di programmazione economica. Nel 1985 rientrò nel PCI dove rimase fino al 1992, data in cui abbandonò definitivamente la vita politica. Indipendentemente dalla mia opinione politica, ritengo doveroso ricordare coloro che con spirito di sacrificio, intelligenza, amore per la Patria e tanta abnegazione associata ad una buona dose di tolleranza nei confronti dell’altrui pensiero lavorarono per gli interessi comuni della Democrazia nel nostro Paese. Questi Personaggi avrebbero molto da insegnare ad alcuni pseudo-politici di oggi e soprattutto avrebbero da insegnare alcune doti che stranamente li accomunava tutti: 1) modestia, 2) il congelamento dell’ideologia per attuare il fine comune per il bene delle generazioni future del nostro Paese.
A Roma all’età di 95 anni si è spento Antonio Giolitti, componente della pattuglia dei Padri Costituenti, di cui tre ancora siedono in Parlamento: l’ex Presidente della Repubblica Scalfaro, Emilio Colombo e Giulio Andreotti. Mentre tra gli altri superstiti ricordiamo l’ex ministro DC Luigi Gui e Teresa Mattei (classe 1921) tra le più giovani dei Costituenti che ricoprì il ruolo di segretaria.
Giolitti fu ministro socialista della stagione del centro sinistra. Ed era il nipote di Giovanni, colui il quale diede il nome all’Italia liberale dell’inizio ‘900. Di fede comunista lasciò il PC nel 1956 dopo l’invasione dell’Ungheria da parte dell’armata rossa ed entrò nel PSI. Negli anni ’60 fece parte dei Governi Rumor, Moro, Colombo. Insieme a Ugo La Malfa e Riccardo Lombardi fu uno dei promotori della politica di programmazione economica. Nel 1985 rientrò nel PCI dove rimase fino al 1992, data in cui abbandonò definitivamente la vita politica. Indipendentemente dalla mia opinione politica, ritengo doveroso ricordare coloro che con spirito di sacrificio, intelligenza, amore per la Patria e tanta abnegazione associata ad una buona dose di tolleranza nei confronti dell’altrui pensiero lavorarono per gli interessi comuni della Democrazia nel nostro Paese. Questi Personaggi avrebbero molto da insegnare ad alcuni pseudo-politici di oggi e soprattutto avrebbero da insegnare alcune doti che stranamente li accomunava tutti: 1) modestia, 2) il congelamento dell’ideologia per attuare il fine comune per il bene delle generazioni future del nostro Paese.
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