genere drammatico, anno 2008, prodotto e girato: Francia/Germania/Etiopia, Regia: H. Gerima, Sceneggiatura: H. Gerima, Durata: 1h e 40 min.; Distribuzione: Ripley’s Film; Interpreti: A. Arefe, A. Tedia. NOTE: il film ha vinto all’ultima Mostra di Venezia il premio per la sceneggiatura e della Giuria, ed è stato inserito tra quelli scelti per il Leone d’Oro, non vinto causa il successo avuto da The Wrestler di D. Aronofsky.
Commento: l’opera si articola su passato, presente e dimensione onirica, un triplice piano temporale che li intreccia. Rappresenta in maniera molto forte e toccante quello che è il perenne scontro tra il peso incancellabile della storia, tra l’incrollabile idealismo ed il pensiero razionale. Il regista Gerima esprime una riflessione attenta, curata e per certi versi molto amara sull’Etiopia, il suo Paese, senza dimenticare di far notare allo spettatore in modo a volte crudo le continue contraddizioni che la natura umana ha in se stessa. E’ un film estremamente vero sia dal punto di vista della precisione storica con cui viene narrato sia per la naturalezza e l’idoneità al ruolo dei protagonisti che il regista ha scelto, talmente identificati nella storia dal far sembrare l’opera una trasposizione sullo schermo di una vita reale vissuta dai protagonisti.
Storia: 1990. La dittatura marxista di Mengistu in Etiopia è arrivata alla fine. Il protagonista laureato in Germania presso la facoltà di medicina decide di ritornare in Etiopia, suo Paese natale, appena tornato a casa, però, si troverà di fronte alla realtà di una nazione che nulla ha più a che vedere con i suoi ricordi (dimensione onirica) dove a far da padroni sono la violenza, la confusione ed il disordine. Tutto questo si abbatte su un popolo che già era duramente provato dai lunghi anni di feroce dittatura marxista e che vede pian piano inesorabilmente distruggere i propri sogni e le proprie speranze, tradire le aspettative di un cambiamento che al termine della dittatura si è tramutato da speranza in un futuro migliore alla tragica, triste e mesta accettazione di una realtà in cui il cambiamento non ha fatto cambiare nulla per chi vi aveva creduto se non le insegne dei vincitori. Il protagonista rimane profondamente scioccato al suo ritorno a casa e si troverà a dover affrontare una realtà completamente diversa da quella da lui immaginata prima di partire dalla Germania. Storicamente attendibile, ambientazioni reali, storia che in realtà è cronaca, VIVAMENTE CONSIGLIATO per coloro che della tragedia del popolo etiope hanno solo sentito parlare ed ancor più a coloro che ne conoscono solo l’esistenza dal punto di vista geografico. E’ un film vero. Lo consiglio vivamente. Pietro Berti
Commento: l’opera si articola su passato, presente e dimensione onirica, un triplice piano temporale che li intreccia. Rappresenta in maniera molto forte e toccante quello che è il perenne scontro tra il peso incancellabile della storia, tra l’incrollabile idealismo ed il pensiero razionale. Il regista Gerima esprime una riflessione attenta, curata e per certi versi molto amara sull’Etiopia, il suo Paese, senza dimenticare di far notare allo spettatore in modo a volte crudo le continue contraddizioni che la natura umana ha in se stessa. E’ un film estremamente vero sia dal punto di vista della precisione storica con cui viene narrato sia per la naturalezza e l’idoneità al ruolo dei protagonisti che il regista ha scelto, talmente identificati nella storia dal far sembrare l’opera una trasposizione sullo schermo di una vita reale vissuta dai protagonisti.
Storia: 1990. La dittatura marxista di Mengistu in Etiopia è arrivata alla fine. Il protagonista laureato in Germania presso la facoltà di medicina decide di ritornare in Etiopia, suo Paese natale, appena tornato a casa, però, si troverà di fronte alla realtà di una nazione che nulla ha più a che vedere con i suoi ricordi (dimensione onirica) dove a far da padroni sono la violenza, la confusione ed il disordine. Tutto questo si abbatte su un popolo che già era duramente provato dai lunghi anni di feroce dittatura marxista e che vede pian piano inesorabilmente distruggere i propri sogni e le proprie speranze, tradire le aspettative di un cambiamento che al termine della dittatura si è tramutato da speranza in un futuro migliore alla tragica, triste e mesta accettazione di una realtà in cui il cambiamento non ha fatto cambiare nulla per chi vi aveva creduto se non le insegne dei vincitori. Il protagonista rimane profondamente scioccato al suo ritorno a casa e si troverà a dover affrontare una realtà completamente diversa da quella da lui immaginata prima di partire dalla Germania. Storicamente attendibile, ambientazioni reali, storia che in realtà è cronaca, VIVAMENTE CONSIGLIATO per coloro che della tragedia del popolo etiope hanno solo sentito parlare ed ancor più a coloro che ne conoscono solo l’esistenza dal punto di vista geografico. E’ un film vero. Lo consiglio vivamente. Pietro Berti