Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Anchorage

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domenica 8 marzo 2009

THE READER A VOCE ALTA




(USA/Germania 2008) regia S. Daldry, con K. Winslet, R. Fiennes, D. Kross, Lena Olin, O1 Distribution, Durata 124 minuti, Genere Drammatico (5 Nomination all’Oscar).
Germania dopoguerra: M. Berg, quindicenne, si sente male improvvisamente per strada e viene soccorso da Hanna, una donna sconosciuta con il doppio dei suoi anni. Passati tre mesi, Michael perfettamente guarito dalla scarlattina, cerca disperatamente Hanna per ringraziarla. Tra i due nasce un rapporto che si trasforma ben presto in una relazione passionale che assume una connotazione particolare quando Hanna comincia a chiedere a Michael ogni volta che si incontrano prima di far l’amore, di leggere a voce alta i brani di un libro. Michael la accontenta e passa da Cechov a M. Twain per poi passare ad Omero. Poi inaspettatamente Hanna senza dire nulla a Michael sparisce, lasciando il ragazzo disperato e con il cuore spezzato. Passano gli anni, Michael è un brillante studente di legge che segue i processi di guerra nei quali vengono giudicati gli ex nazisti. Con suo grande stupore ritrova Hanna tra gli accusati. Nel corso del processo, il passato di Hanna e delle altre coimputate viene rivelato e Michael scopre un terribile segreto.
The Reader è tratto dall’omonimo romanzo del tedesco B. Schlink . Il progetto è stato prodotto dai maestri Sidney Pollack e Antony Minghella, due giganti della regia, oltre che eccellenti sceneggiatori, scomparsi proprio una volta che il film era stato terminato. E’ rilevante il ruolo di Ralf Fiennes (Michael da adulto) che nel corso del film ha numerosi dejà-vu che lo riportano alla sua gioventù, al rapporto con questa donna per cui era disposto a fare qualsiasi cosa fino al momento in cui assiste al processo che la vede imputata. Nel corso del processo penale Hanna racconta di quando era dipendente della Siemens e di come venne contattata dalle SS per lavorare all’interno di un campo di prigionia dove ogni mese dovevano essere scelte 60 donne che dovevano essere inviate nei campi di sterminio. La particolarità del personaggio sta nel fatto che Hanna quando risponde alle domande dei Giudici dice che si è arruolata presso le SS perché lo stipendio era migliore in rapporto a quello della precedente ditta dove lavorava: la Siemens. Hanna non si rendeva assolutamente conto di cosa fossero le SS . Durante il processo Hanna rivelerà degli aspetti sorprendenti del suo interiore, lasciando allo spettatore il ruolo di svelarne i contenuti più intimi. Il film è bello, ben interpretato ed è assolutamente consigliato. Non si tratta di una storia sul perdono ma su come non si sceglie mai chi si ama. Il film mi ha molto affascinato e rivelarne ulteriori dettagli significherebbe rovinare allo spettatore il piacere di scoprirlo dal film. Pietro Berti

4 commenti:

  1. In questo film l'interpretazione della Winslet è STRAORDINARIA E COMMOVENTE! e glielo dico da tedesca, quindi figlia di una generazione che ha vissuto direttamente quel terribile periodo e tutto quello che ne è conseguito (dittatura, guerra, stermini di massa, deportazioni, fame, sconfitta, crollo del regime, resa, e divisione del paese di est e di ovest fino alla caduta del muro).Non si creda che queste ferite per il nostro popolo siano state facili da rimarginare. E quando a scuola ci portavano a visitare i campi di sterminio nazisti nella mia mente e nel mio cuore non sono mai riuscita a concepire come possa essere accaduto che un tale scempio accadesse. La Germania è uscita sconfitta e distrutta dal secondo conflitto mondiale ed è facile responsabilizzare Hitler e la sua congrega di macellai per quello che è successo. Purtroppo è risultato facile, altrettanto, colpevolizzare l'intero popolo tedesco degli orrori compiuti dal regime di Hitler. Il nazionalsocialismo è stato per la Germania agli inizi un'illusione, e poi una consapevolezza che -nonostante la stampa di regime e gli iniziali accordi fatti con l'ex URSS sulla spartizione della Polonia e le iniziali vittorie militari - ha fatto ben presto capire agli intellettuali lungimiranti della borghesia illuminata il baratro in cui stava precipitando l'intero popolo tedesco che nonostante sia stato responsabilizzato di tutto in realtà aveva buona parte della cittadinanza contraria all'entrata in guerra e soprattutto,la parte non alfabetizzata non a conoscenza della realtà. la borghesia militare illuminata tentò in ogni modo di fermare Hitler preparando anche un attentato per eliminarlo e correre ai ripari salvando il salvabile trattando la resa con gli alleati - vedasi Operazione Valchiria-. Da parte mia, se da un lato non posso perdonare quello che Hitler ha fatto al popolo tedesco dall'altro non posso perdonare quello che Stalin,in accordo con Hitler, aveva in progetto di fare con il popolo polacco. La famiglia di mio padre era di origine polacca, la famiglia di mia madre di origine ungherese. A guerra persa i russi hanno attribuito ai tedeschi lo sterminio degli ufficiali polacchi presso Katyn (Katyn, film di A. Waijida). Ebbene, tra i caduti di quel massacro vi era mio nonno, giovanissimo ufficiale polacco, ed il papà dello stesso regista Waijida.i sovietici hanno per anni attribuito la responsabilità di quanto è successo ai militari tedeschi che sono risultati , in questo caso, assolutamente estranei alle accuse loro ascritte. i sovietici come i nazisti hanno sterminato milioni di ebrei, hanno deportato milioni di Kulachi (contadini) dalla Russia alla Siberia. I sovietici hanno deportato centinaia di migliaia di oppositori del regime post-bellico nei gulag. La mia domanda è la seguente: basta vincere la guerra per aver la legittimazione per l'eliminazione coatta dei propri oppositori interni senza che nessuno se ne curi? gli -ismi sono,haimè, uguali. Oggi ho 38 anni, sono felicemente sposata, con due figli .Non ti puoi immaginare quello che ho provato quando il muro di Berlino è stato abbattuto. Prima con la mia famiglia ero abituata a passare il muro per andare a trovare i parenti di mia madre a Berlino-est, poi finalmente sono stati loro che sono venuti da noi. è stato un giorno estremamente importante ed emozionante. E dopo la felicità iniziale ci siamo tutti recati al cimitero di Berlino ovest a trovare il mio papà venuto a mancare prematuramente e un cugino da parte di mia madre, Udo,di 27 anni, ucciso dai vopos (guardie armate sovietiche sui bastioni del muro che avevano incarico di sparare a tutti i tedeschi dell'est che tentassero la fuga), colpevoli di aver ammazzato dall'edificazione del muro fino al suo abbattimento più di tremila tedeschi dell'est. Ora la situazione è completamente cambiata, ma i ricordi rimangono come fantasmi indelebili nelle nostre menti e penso che non ci lasceranno mai. In merito a quanto successo in Germania-est durante l'occupazione dei sovietici alcuni film trattano dell'argomento che mi hanno particolarmente colpito, uno è "Good-Bye, Lenin" (che ho apprezzato per la storia che narra e che mi ha commosso profondamente), il secondo, "Le vite degli altri" ambientato in Germania-est nel periodo in cui tutti controllavano tutti, poi più recentemente, un altro capolavoro dai più non capito (ma è lo stesso) intitolato "L'Onda". Dopo questo breve preambolo, con cui spero di non avervi annoiato, ho tenuto a farvi conoscere i titoli di film che parlano dell'ex Germania est e dell'operazione per uccidere Hitler ed inoltre della vergogna delle cc.dd. fosse di Katyn. Elke -Gelsenckirchen

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  2. da un'attenta analisi del sito di mymovie.it, ho potuto verificare che le tue recensioni, sono non solo sempre tra i primi posti della classifica, ma addirittura sei frequentemente al primo posto. leggo di cinema e frequento le sale cinematografiche sin da bambina. avevo ben compreso le tue doti ma mi fa molto piacere verificare che sei dai più compreso. questo significa che la qualità della preparazione è molto alta. gli altri cresceranno. molto ha fatto la rete (che consente di rileggere i giornali dell'epoca prima di andare a vedere un film-cronaca) molto altro sta nel processo di maturazione del pubblico che si documenta prima di recarsi al cinema sui temi trattati dal film (es. l'onda, hai visto sul tuo forum? la quasi totalità dei partecipanti aveva idee chiarissime e perfettamente adeguate sugli istituti giuridico-politici di riferimento, nonostante le evidenti difficoltà del tema...). comunque, mi complimento ancora e...ad majora, semper!
    a noi piacciono i film e tutto quello che rappresentano, nel bene e nel male. ed in ogni caso,li consideriamo opere artistiche indipendentemente da come vengono giudicati dal botteghino .fare un film storico,drammatico,horror,gotico etc. significa realizzare un'opera d'arte.il cinema è una forma d'arte inserita tra le arti più importanti quando diviene opera compiuta da geni come Kubric e Bergman,passando per Greenway. per costoro,il progetto per realizzare l'opera è sempre stato lunghissimo .il progetto-inteso per fase preparatoria prima di arrivare al nucleo cioè l'inizio delle riprese-rappresentava una forma di ritualità che possiamo comparare con le metodologie adottate anche da Kurosawa.La dimostrazione di essere grandi registi sta nel riuscire a rendere migliore il film del libro o del racconto a cui ci si è ispirati e sta nel riuscire a fare dei capolavori in tutti i generi cinematografici seppur completamente diversi l'uno dall'altro.
    Inoltre,nel riuscire a rendere attuale il film in qualsiasi epoca, giusto l'esempio di arancia meccanica...eternamente attuale; sogni: passato, presente e futuro, un grande Kurosawa; i misteri del giardino di Compton-house (Greenway)può rappresentare ad attenta analisi una molteplicità di film, di quadri, all'interno di un unico film, visibili solo ai pochi in grado di comprenderli. il settimo sigillo (Bergman)è una rappresentazione dell'attualità dell'eterno conflitto umano tra la vita e la morte passando per la simbologia alchemica della scacchiera e dei due non colori (bianco e nero). la grandezza di questi registi comporta anche una strana linea comune tra loro.
    in particolare,Kubric,Kurosawa e Bergman nella loro estrema riservatezza, nel loro grande desiderio di stare lontani dalle luci della gloria perchè non interessati ad essere osannati pur consapevoli delle loro potenzialità più di una volta a domande loro poste in merito alle loro opere, essi stessi rispondevano che molto tempo avevano donato all'opera ed alla sua creazione ma altrettanto ne avrebbero dovuto utilizzare per capirla. Kubric rivedeva i suoi film anche se già proiettati nelle sale decine di volte per capire realmente che cosa la sua mente gli avesse fatto produrre. e in maniera corale con gli altri "grandi" diceva di aver fatto un'opera, di averci speso tempo e tanta concentrazione ma che in ogni caso la sicurezza di capirla non la aveva. per questi motivi non amo chi banalizza l'arte cinematografica. In ogni caso l'arte va difesa tutta (e qui, nella specie il cinema)e con essa i suoi autori (nel nostro caso, i registi).

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  3. questo film ha il merito di riportare senza dogmi tutti i variegati diversi atteggiamenti del popolo tedesco di fronte all'olocausto. ve ne è una sintesi rapida ma al contempo significativa. il tutto senza pronunciare giudizi. allo spettatore è lasciato il compito di coglierli e quindi di comprendere. per questo lo trovo straordinario

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  4. il fulcro del film non è la storia tra il lettore e la sua amata, bensì il confronto del gruppo di studio del seminario. E' lì che si concentra il vero nocciolo del film: il confronto tra i diversi sentimenti dei tedeschi nella presa di coscienza dell'olocausto.

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