“L’UNITA’ ” IN CRISI . Donec eris felix multos numerabis amicos, sed si tempora tibi fuerint nubila solus eris.
Sicuramente Gramsci non si sarebbe aspettato che il quotidiano da lui fondato stesse -a metà del 1° trimestre del 2009 - rischiando di chiudere. Una delle colpevoli della situazione di mancato aiuto finanziario al quotidiano del PD è LegaCOOP (uno dei giganti delle cooperative). Infatti, dalla Direzione di LegaCOOP è stato precisato che non rientra nelle loro intenzioni partecipare a cordate o società che dovessero rilevare quote azionarie del capitale della società editrice del l’Unità. C. De Gregorio aveva indetto una mobilitazione per salvare il quotidiano; ed anche il leader della CGIL, Epifani, aveva sostenuto la campagna abbonamenti e la pubblicità. Se entro la fine di marzo non entreranno forti capitali il giornale del PD rischia davvero di chiudere. Per quel che concerne Soru, che acquistò nel maggio del 2008 l’Unità reduce da una crisi, al momento ha dichiarato che non ha più intenzione di investire altri soldi nel giornale. I giornali del l’Unità sono in sciopero e il quotidiano sabato 7 marzo di conseguenza non uscirà.
I rilievi che si possono fare sono molteplici. Quanto a Soru – che è stato sonoramente trombato alle recenti elezioni regionali della Sardegna senza neppure riuscire ad andare al ballottaggio e che ora abbandona la nave che affonda – il mesto rilievo che si può fare è che la sconfitta se la sia meritata come un vestito nuovo perché uno che si permette (indipendentemente da come il sottoscritto giudica un giornale di partito, specie di sinistra) di tagliare i finanziamenti facendo in modo di mettere sulla strada decine e decine di giornalisti e centinaia di persone addette a tutte le attività interne al giornale non è persona degna. Un altro atteggiamento vergognoso è quello di LegaCOOP che quando i tempi d’oro della politica della sinistra facevano in modo che essa andasse a braccetto nelle zone rosse dell’Emilia Romagna, della Toscana con il quotidiano di partito, essa si sfila appena sente che il quotidiano si trova in grosse difficoltà e – come l’ex governatore Soru – si guarda bene dal fare investimenti per salvare il quotidiano ed in particolare lo stipendio di tanti lavoratori che si troveranno in grosse difficoltà per il mantenimento delle loro famiglie. Ulteriore atteggiamento biasimevole è quello del Leader della CGIL, G. Epifani, che si è limitato a tenere un atteggiamento puramente di facciata, invitando gli iscritti alla CGIL a sostenere una campagna abbonamenti, senza spingere perché venisse fatto realmente e dando l’impressione che fosse l’ultimo dei suoi problemi.
Fatte queste premesse, a mio modesto avviso, mi sento mio malgrado di esprimere (e questo lo faccio con il cuore) la mia piena solidarietà nei confronti di tutte le famiglie dei lavoratori e dei lavoratori stessi di questo antico quotidiano di partito che rischiano di ritrovarsi senza un lavoro e quindi presi in giro dalle promesse fatte loro da Epifani-CGIL, da Soru-PD ex governatore della Sardegna, da LegaCOOP solo buona di prendere quando è il momento e non certo di dare a chi in questo momento veramente si trova nella difficoltà di arrivare alla fine del mese con lo stipendio. Tengo a ribadire che politicamente sono di tutt’altro avviso, tengo a ribadire che non ho mai condiviso nulla di quello che l’Unità ha scritto nel corso di questi anni, tengo a ribadire che nulla ho a che spartire con quella che è la sinistra ma il lavoro è lavoro, la libera informazione è la libera informazione di qualunque orientamento politico essa sia e non si può permettere che per biechi interessi economici famiglie intere vengano buttate sulla strada solo perché la mala gestio di pochi e il disinteresse di comodo permetta di mettere sulla strada intere famiglie. Questo non è accettabile. Questo è vergognoso. Visto che il giornale del PD è l’Unità, mi meraviglio che il Franceschini che tanto blatera su assegni di disoccupazione e su referendum collegati alle elezioni europee ed amministrative in maniera del tutto demagogica, opinabile e non me ne si voglia – anche un po’ penosa non si preoccupi, invece, di cominciare esso stesso a salvare con i soldi del partito proprio il giornale del partito. Tutto ciò è significativo. Un segretario che non si occupa della sua stampa è un segretario che manca fondamentalmente di lungimiranza o, peggio, è un segretario che sembra si voglia liberare quanto prima di una ”bega”, da cui non riesce, ammesso e non concesso che gli interessi realmente uscirne in maniera onorevole.
Concludendo, Franceschini, prima di dire agli altri quello che deve essere fatto con toni saccenti, abbi almeno il buongusto di salvare il salvabile del tuo partito; la priorità è quella di non privare i giornalisti, gli editori e tutti quelli che lavorano all’interno del giornale del loro lavoro. Se tutto questo venisse fatto esordiresti alla Segreteria con il primo fallimento interno, cioè facendo perdere il lavoro a gente del tuo partito. Pietro Berti Imola- UDC
Sicuramente Gramsci non si sarebbe aspettato che il quotidiano da lui fondato stesse -a metà del 1° trimestre del 2009 - rischiando di chiudere. Una delle colpevoli della situazione di mancato aiuto finanziario al quotidiano del PD è LegaCOOP (uno dei giganti delle cooperative). Infatti, dalla Direzione di LegaCOOP è stato precisato che non rientra nelle loro intenzioni partecipare a cordate o società che dovessero rilevare quote azionarie del capitale della società editrice del l’Unità. C. De Gregorio aveva indetto una mobilitazione per salvare il quotidiano; ed anche il leader della CGIL, Epifani, aveva sostenuto la campagna abbonamenti e la pubblicità. Se entro la fine di marzo non entreranno forti capitali il giornale del PD rischia davvero di chiudere. Per quel che concerne Soru, che acquistò nel maggio del 2008 l’Unità reduce da una crisi, al momento ha dichiarato che non ha più intenzione di investire altri soldi nel giornale. I giornali del l’Unità sono in sciopero e il quotidiano sabato 7 marzo di conseguenza non uscirà.
I rilievi che si possono fare sono molteplici. Quanto a Soru – che è stato sonoramente trombato alle recenti elezioni regionali della Sardegna senza neppure riuscire ad andare al ballottaggio e che ora abbandona la nave che affonda – il mesto rilievo che si può fare è che la sconfitta se la sia meritata come un vestito nuovo perché uno che si permette (indipendentemente da come il sottoscritto giudica un giornale di partito, specie di sinistra) di tagliare i finanziamenti facendo in modo di mettere sulla strada decine e decine di giornalisti e centinaia di persone addette a tutte le attività interne al giornale non è persona degna. Un altro atteggiamento vergognoso è quello di LegaCOOP che quando i tempi d’oro della politica della sinistra facevano in modo che essa andasse a braccetto nelle zone rosse dell’Emilia Romagna, della Toscana con il quotidiano di partito, essa si sfila appena sente che il quotidiano si trova in grosse difficoltà e – come l’ex governatore Soru – si guarda bene dal fare investimenti per salvare il quotidiano ed in particolare lo stipendio di tanti lavoratori che si troveranno in grosse difficoltà per il mantenimento delle loro famiglie. Ulteriore atteggiamento biasimevole è quello del Leader della CGIL, G. Epifani, che si è limitato a tenere un atteggiamento puramente di facciata, invitando gli iscritti alla CGIL a sostenere una campagna abbonamenti, senza spingere perché venisse fatto realmente e dando l’impressione che fosse l’ultimo dei suoi problemi.
Fatte queste premesse, a mio modesto avviso, mi sento mio malgrado di esprimere (e questo lo faccio con il cuore) la mia piena solidarietà nei confronti di tutte le famiglie dei lavoratori e dei lavoratori stessi di questo antico quotidiano di partito che rischiano di ritrovarsi senza un lavoro e quindi presi in giro dalle promesse fatte loro da Epifani-CGIL, da Soru-PD ex governatore della Sardegna, da LegaCOOP solo buona di prendere quando è il momento e non certo di dare a chi in questo momento veramente si trova nella difficoltà di arrivare alla fine del mese con lo stipendio. Tengo a ribadire che politicamente sono di tutt’altro avviso, tengo a ribadire che non ho mai condiviso nulla di quello che l’Unità ha scritto nel corso di questi anni, tengo a ribadire che nulla ho a che spartire con quella che è la sinistra ma il lavoro è lavoro, la libera informazione è la libera informazione di qualunque orientamento politico essa sia e non si può permettere che per biechi interessi economici famiglie intere vengano buttate sulla strada solo perché la mala gestio di pochi e il disinteresse di comodo permetta di mettere sulla strada intere famiglie. Questo non è accettabile. Questo è vergognoso. Visto che il giornale del PD è l’Unità, mi meraviglio che il Franceschini che tanto blatera su assegni di disoccupazione e su referendum collegati alle elezioni europee ed amministrative in maniera del tutto demagogica, opinabile e non me ne si voglia – anche un po’ penosa non si preoccupi, invece, di cominciare esso stesso a salvare con i soldi del partito proprio il giornale del partito. Tutto ciò è significativo. Un segretario che non si occupa della sua stampa è un segretario che manca fondamentalmente di lungimiranza o, peggio, è un segretario che sembra si voglia liberare quanto prima di una ”bega”, da cui non riesce, ammesso e non concesso che gli interessi realmente uscirne in maniera onorevole.
Concludendo, Franceschini, prima di dire agli altri quello che deve essere fatto con toni saccenti, abbi almeno il buongusto di salvare il salvabile del tuo partito; la priorità è quella di non privare i giornalisti, gli editori e tutti quelli che lavorano all’interno del giornale del loro lavoro. Se tutto questo venisse fatto esordiresti alla Segreteria con il primo fallimento interno, cioè facendo perdere il lavoro a gente del tuo partito. Pietro Berti Imola- UDC
per questo hanno messo una donna alla direzione del giornale? la decisione era stata già presa?
RispondiEliminaFranceschini che interesse avrebbe a salvare un giornale comunista, che rischia di essere per lui una spina nel fianco?
RispondiEliminala crisi del giornale testimonia la crisi di valori all'interno della dirigenza del partito. non più operai che parlano dei loro problemi ma ricchi imprenditori, mariti o mogli di banchieri, uomini e donne d'affari (o i loro figli) iscritti al partito solo perchè avevano bisogno di spazi e lì li hanno trovati. ma questa gente come può immaginare come si campa con 1.000 euro al mese? come può immaginare il lavoro di un metalmeccanico o di chi lavora in un'acciaieria o in una miniera?
RispondiEliminatra il PD e l'Unità c'è troppa distanza di ideali. nel PD professori e imprenditori o comunque gente abituata a vivere nel lusso e nell'agio. gente che non immagina la fatica di chi ogni giorno si logora per un misero stipendio. l'Unità è ancora ferma ai temi classici dell'ottica comunista del lavoro.
RispondiEliminaquesta dicotomia inevitabilmente ha fatto percepire il quotidiano ai dirigenti del partito più come un fardello che come un organo di stampa da far sopravvivere.
Franceschini da ex DC da ex Margherita (forse anche ex DS) ora confluito nel PD dovrebbe far sopravvivere l'Unità che avrà bruciato più di una mattina in passato?
RispondiEliminaFranceschini ha pensato a quante famiglie metterà in mezzo a una strada?
RispondiEliminatanti lavoratori ed altrettante famiglie rischiano di essere messe per strada con figli da mantenere e mutui da pagare. mi pare grave che di questo argomento non si stia parlando quasi per nulla.
RispondiEliminaoggi ho provato a cercare qualcosa su questo argomento. in giro devo dire che c'è poco. neppure su panorama ho trovato qualcosa. questo è uno dei pochi posti in cui ho visto che si tratta il problema. perchè il PD non sostiene l'Unità?
RispondiEliminae' stata fatta la stima di quante persone perderanno il lavoro? oltre ai dipendenti e ai collaboratori del giornale va considerato infatti anche l'indotto. mi sembra davvero tragico.
RispondiEliminamettere per strada dei lavoratori proprio ora...è una crudeltà!
RispondiEliminasono molto preoccupato per quello che succederà. fin qui tante promesse nessun fatto. domani non so cosa succederà
RispondiEliminapreoccupazione e angustia. ti credevi tranquillo almeno sul lavoro, e ora ...
RispondiEliminami dispiace di quanto sta accadendo a questi lavoratori. e' grave che il PD non intenda salvare i loro stipendi con un investimento nel giornale e poi spendono invece milionate per tutte quelle primarie. preferiscono sperperare soldi in meccanismi di autocelebrazione dei leader piuttosto che garantire il pane a chi lavora. meno male che dicono di essere di sinistra!
RispondiEliminai lavoratori che fine faranno?
RispondiEliminail fatto che tutta la stampa (l'Unità compresa) taccia sul punto mi sembra un sintomo allarmante. sono tutti d'accordo oppure comanda solo uno? in tale ultimo caso non si chiamerebbe certamente Berlusconi...
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