STRAORDINARIO SALUTO DI POPOLO AI NOSTRI SOLDATI
Folla immensa per l'addio ai parà uccisi Bare accompagnate dal grido "Folgore"
Un uomo sull'altare: "Pace"/Foto-Video
Esequie di Stato. Napolitano si inchina davanti alle bare, il governo al completo. Il Papa: "Dio sostenga chi si impegna per la pace". Bossi: "Li abbiamo mandati noi e sono morti". L'ultimo saluto del piccolo Martin al papà commuove la basilica: carezze alla foto e alla bandiera italiana (foto). Sul cielo di Roma volano le Frecce tricolore
dal sito web http://quotidianonet.ilsole24ore.com/esteri/2009/09/21/234127-italia_ferma_addio_para_uccisi.shtml
Roma, 21 settembre 2009 - Si sono svolti nella basilica di San Paolo fuori le mura i funerali dei sei parà uccisi nell'attentato a Kabul. Al passaggio di ciascun feretro, avvolto nel tricolore, i cittadini davanti alla basilica testimoniano il dolore e la solidarietà applaudendo "ai nostri eroi". La piazza era immersa nel silenzio: solo gli applausi risuonavano nitidamente assieme allo sventolio dei tricolori.
L'OMELIA - Monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia, ha sottolineato che "le missioni di pace ci stanno aiutando a valutare da protagonisti il fenomeno della globalizzazione, da intendere anche come comunione e condivisione tra popoli, guidati dalla verità". Pelvi ha ricordato uno a uno le vittime chiamandole per nome ed esaltando le loro vite vissute al "servizio della pace". Ringraziamenti e parole di conforto per i familiari delle vittime.
UN URLO ROMPE IL SILENZIO - “Pace subito, pace subito”, scandisce un uomo durante i funerali. Si è avvicinato all’ambone, la colonna delle letture e le preghiere, durante lo scambio del segno di pace, e ha scandito più volte, ad alta voce, queste parole. Allontanato, è stato condotto fuori e accompagnato dai volontari del 118.
"FOLGORE, FOLGORE" - I feretri dei sei parà vittime dell’attentato di Kabul, al termine della cerimonia, sono usciti tra interminabili applausi. Il loro passaggio è stato accompagnato dal grido "Folgore, Folgore, Folgore". Intanto le Frecce Tricolore rendevano omaggio ai caduti sorvolando la basilica di San Paolo prima in orizzontale e poi in verticale, componendo una croce.
LE AUTORITA' - Governo al completo ai funerali. Tra i primi ad arrivare i ministri degli Esteri Frattini e della Difesa, Ignazio La Russa. Poi hanno fatto ingresso nella basilica i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, i ministri Bossi, Matteoli, Brunetta, Meloni, Tremonti, Calderoli, Prestigiacomo, Ronchi, Alfano, Scajola. Nella basilica è giunto anche il sottosegretario alla Protezione Civile, Guido Bertolaso. Presenti anche esponenti dell'opposizione.
Alla basilica di San Paolo fuori le mura anche tutti i vertici delle Forze armate. Nelle prime file davanti all’altare sieedvano i capi di Stato maggiore dell’Esercito, dell’Aeronautica, della Marina militare e il comandante dell’Arma dei carabinieri. Giuseppe Valotto, Paolo La Rosa, Daniele Tei, Leonardo Gallitelli erano al fianco del direttore della Isi, Bruno Branciforte e di ex comandanti come Fabrizio Castagnetti e Giulio Fraticelli. Presente anche il capo della Guardia di finanza, Cosimo D’Arrigo. Per il ministero della Difesa c'era il sottosegretario Guido Crosetto, mentre il ministro Ignazio La Russa entra nella basilica al fianco del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
IL CAPO DELLO STATO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto con un inchino l’arrivo delle bare dei sei militari uccisi a Kabul davanti all’altare della Basilica di San Paolo fuori le mura.
BOSSI - "Li abbiamo mandati noi e sono tornati morti". Questo il commento del leader della Lega, Umberto Bossi, mentre entrava nella basilica. "Ho votato anche io" per la missione in Afghanistan, "eravamo convinti che servisse a qualcosa, non certo a farli morire", ha poi detto al termine della cerimonia.
BENEDETTO XVI - Il Papa si dice "profondamente addolorato per il tragico attentato" e invoca la Vergine "affinché Iddio sostenga quanti si impegnano ogni giorno per costruire solidarietà e pace’’, nel telegramma inviato per le vittime dell’attentato a Kabul e letto durante i funerali.
I FERITI AI FUNERALI - Alle esequie solenni c'erano anche i quattro militari rimasti feriti nell’attacco: il primo maresciallo dell’Aeronautica Felice Calandriello, i primi caporalmaggiori della Folgore Rocco Leo, Sergio Agostinelli e Ferdinando Buono.
LA CAMERA ARDENTE - Ieri sono state oltre 10mila le persone che hanno visitato la camera ardente allestita all’ospedale militare del Celio per i sei militari uccisi in Afghanistan. Una folla di persone punteggiata da bandiere tricolori e ombrelli aperti per la pioggia ha atteso di fronte all’ospedale l’apertura della camera ardente dei sei militari uccisi in Afghanistan. Intorno alle 16 hanno iniziato a entrare per salutare i sei parà. Una lunga fila continuata fino a tarda sera, fino alla fine, di cittadini venuti per dare un ultimo saluto.
L'ATTENTATO - Intanto sulla dinamica dell’attentato a Kabul, il generale Vincenzo Camporini, capo di stato maggiore della Difesa, ammette che “c’è stato uno scontro a fuoco” subito dopo l’esplosione dell’autobomba che ha ucciso sei soldati italiani e una decina di civili afgani. Da un’informativa redatta dagli investigatori che indagano sulla strage a Kabul sembra infatti che i quattro militari italiani sopravvissuti all’attentato abbiano risposto al fuoco piombato sulle loro teste subito dopo l’esplosione.
Ma se gli italiani in Afghanistan subiscono ormai un attacco al giorno dai talebani, come ha rivelato il comandante della Folgore e responsabile del Regional Command West Herat, Rosario Castellano, nonostante il tragico attentato di Kabul “la situazione sul terreno per i militari italiani non cambia”, ha precisato il capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini. E anzi servono più ruppe per il controllo del territorio e ce ne saranno, ma “questo non vuol dire che il maggior apporto debba essere italiano”, ha sottolineato il ministro della Difesa Ignazio la Russa che pure in un intervista ha voluto sottolineare: “Lo dico con chiarezza, i nostri soldati non sono in Afghanistan solo per aiutare a ricostruire il paese. Sono lì per usare la forza giusta e combattere il terrorismo”.
BOLOGNA Campane a morto - MODENA Messa all'Accademia militare - DOLORE Folla alla camera ardente - BOOM AL FORUM Don Giorgio: "Militari farabutti e criminali" - RICORDI I volti e le storie degli eroi
L'addio a Kabul - Folla a Ciampino per l'arrivo dei caduti - L'attentato - Camera ardente - Il corteo funebre per le strade di Roma - Funerali
LA STRAGE - LE PAROLE DI LA RUSSA
L'OMELIA - Monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia, ha sottolineato che "le missioni di pace ci stanno aiutando a valutare da protagonisti il fenomeno della globalizzazione, da intendere anche come comunione e condivisione tra popoli, guidati dalla verità". Pelvi ha ricordato uno a uno le vittime chiamandole per nome ed esaltando le loro vite vissute al "servizio della pace". Ringraziamenti e parole di conforto per i familiari delle vittime.
UN URLO ROMPE IL SILENZIO - “Pace subito, pace subito”, scandisce un uomo durante i funerali. Si è avvicinato all’ambone, la colonna delle letture e le preghiere, durante lo scambio del segno di pace, e ha scandito più volte, ad alta voce, queste parole. Allontanato, è stato condotto fuori e accompagnato dai volontari del 118.
"FOLGORE, FOLGORE" - I feretri dei sei parà vittime dell’attentato di Kabul, al termine della cerimonia, sono usciti tra interminabili applausi. Il loro passaggio è stato accompagnato dal grido "Folgore, Folgore, Folgore". Intanto le Frecce Tricolore rendevano omaggio ai caduti sorvolando la basilica di San Paolo prima in orizzontale e poi in verticale, componendo una croce.
LE AUTORITA' - Governo al completo ai funerali. Tra i primi ad arrivare i ministri degli Esteri Frattini e della Difesa, Ignazio La Russa. Poi hanno fatto ingresso nella basilica i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, i ministri Bossi, Matteoli, Brunetta, Meloni, Tremonti, Calderoli, Prestigiacomo, Ronchi, Alfano, Scajola. Nella basilica è giunto anche il sottosegretario alla Protezione Civile, Guido Bertolaso. Presenti anche esponenti dell'opposizione.
Alla basilica di San Paolo fuori le mura anche tutti i vertici delle Forze armate. Nelle prime file davanti all’altare sieedvano i capi di Stato maggiore dell’Esercito, dell’Aeronautica, della Marina militare e il comandante dell’Arma dei carabinieri. Giuseppe Valotto, Paolo La Rosa, Daniele Tei, Leonardo Gallitelli erano al fianco del direttore della Isi, Bruno Branciforte e di ex comandanti come Fabrizio Castagnetti e Giulio Fraticelli. Presente anche il capo della Guardia di finanza, Cosimo D’Arrigo. Per il ministero della Difesa c'era il sottosegretario Guido Crosetto, mentre il ministro Ignazio La Russa entra nella basilica al fianco del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
IL CAPO DELLO STATO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto con un inchino l’arrivo delle bare dei sei militari uccisi a Kabul davanti all’altare della Basilica di San Paolo fuori le mura.
BOSSI - "Li abbiamo mandati noi e sono tornati morti". Questo il commento del leader della Lega, Umberto Bossi, mentre entrava nella basilica. "Ho votato anche io" per la missione in Afghanistan, "eravamo convinti che servisse a qualcosa, non certo a farli morire", ha poi detto al termine della cerimonia.
BENEDETTO XVI - Il Papa si dice "profondamente addolorato per il tragico attentato" e invoca la Vergine "affinché Iddio sostenga quanti si impegnano ogni giorno per costruire solidarietà e pace’’, nel telegramma inviato per le vittime dell’attentato a Kabul e letto durante i funerali.
I FERITI AI FUNERALI - Alle esequie solenni c'erano anche i quattro militari rimasti feriti nell’attacco: il primo maresciallo dell’Aeronautica Felice Calandriello, i primi caporalmaggiori della Folgore Rocco Leo, Sergio Agostinelli e Ferdinando Buono.
LA CAMERA ARDENTE - Ieri sono state oltre 10mila le persone che hanno visitato la camera ardente allestita all’ospedale militare del Celio per i sei militari uccisi in Afghanistan. Una folla di persone punteggiata da bandiere tricolori e ombrelli aperti per la pioggia ha atteso di fronte all’ospedale l’apertura della camera ardente dei sei militari uccisi in Afghanistan. Intorno alle 16 hanno iniziato a entrare per salutare i sei parà. Una lunga fila continuata fino a tarda sera, fino alla fine, di cittadini venuti per dare un ultimo saluto.
L'ATTENTATO - Intanto sulla dinamica dell’attentato a Kabul, il generale Vincenzo Camporini, capo di stato maggiore della Difesa, ammette che “c’è stato uno scontro a fuoco” subito dopo l’esplosione dell’autobomba che ha ucciso sei soldati italiani e una decina di civili afgani. Da un’informativa redatta dagli investigatori che indagano sulla strage a Kabul sembra infatti che i quattro militari italiani sopravvissuti all’attentato abbiano risposto al fuoco piombato sulle loro teste subito dopo l’esplosione.
Ma se gli italiani in Afghanistan subiscono ormai un attacco al giorno dai talebani, come ha rivelato il comandante della Folgore e responsabile del Regional Command West Herat, Rosario Castellano, nonostante il tragico attentato di Kabul “la situazione sul terreno per i militari italiani non cambia”, ha precisato il capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini. E anzi servono più ruppe per il controllo del territorio e ce ne saranno, ma “questo non vuol dire che il maggior apporto debba essere italiano”, ha sottolineato il ministro della Difesa Ignazio la Russa che pure in un intervista ha voluto sottolineare: “Lo dico con chiarezza, i nostri soldati non sono in Afghanistan solo per aiutare a ricostruire il paese. Sono lì per usare la forza giusta e combattere il terrorismo”.
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LA STRAGE - LE PAROLE DI LA RUSSA
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