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Anchorage

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domenica 27 settembre 2009

Svizzera: fermato Roman Polanski

e' accusato di aver avuto un rapporto sessuale con una tredicenne
Svizzera: fermato Roman Polanski
Le autorità svizzere hanno eseguito il mandato di cattura statunitense del 1978. Stupore in Francia

http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_27/roman-polansky-fermato-svizzera_be965784-ab4d-11de-a868-00144f02aabc.shtml

NOTIZIE CORRELATE
Svolta nel caso Polanski: i legali ricusano i giudici di Los Angeles (Corriere della sera del 7 gennaio 2009)
Roman Polanski (Epa)ZURIGO (SVIZZERA) - Il regista polacco Roman Polanski si trova in stato di fermo in Svizzera. E’ stato fermato sabato (ma la notizia si è appresa solo oggi) quando ha messo piede sul territorio elvetico sulla base di un mandato d’arresto spiccato dagli Stati Uniti nel 1978, hanno annunciato gli organizzatori del Zurich Film Festival, che sta promuovendo una retrospettiva dedicata al cineasta di origini polacche. Polanski, che doveva ricevere un premio alla carriera al festival, vive in esilio in Europa da 30 anni. E’ fuggito dagli Stati Uniti, dove è accusato di avere avuto delle relazioni sessuali con una minorenne. Polanski è «in detenzione provvisoria in attesa di estradizione». Lo riferisce un portavoce del ministero della giustizia svizzero precisando che il regista può presentare un appello sulla decisione.
LA VICENDA - Polanski, 76 anni, era fuggito dagli Usa proprio nel 1978 dopo aver confessato di aver fatto sesso con una ragazza di 13 anni. Polanski aveva a suo tempo patteggiato la condanna con il tribunale di Santa Monica a Los Angeles. Il procuratore in cambio della sua ammissione gli aveva risparmiato il carcere lasciando perdere le altre accuse, tra cui stupro con uso di stupefacenti, perversione e sodomia, che erano emerse dalla testimonianza della ragazza, che successivamente a distanza di quasi 30 anni dai fatti, aveva però perdonato il regista. Un accordo, quello fatto dalla procura di Los Angeles, che non era però piaciuto al tribunale che si apprestava ad incarcerare Polanski, che, a questo punto, aveva scelto la fuga. Nello scorso mese di dicembre gli avvocati di Polanski avevano chiesto la ricusazione dei giudici di Los Angeles. Una richiesta che era stata respinta dal giudice Peter Espinoza che aveva detto di non poter esaminare il caso fino a quando Polanski non si fosse presentato in aula, affrontando così l'arresto. Espinoza aveva dato tempo fino al 7 maggio scorso a Polanski per presentarsi. Se Polanski sarà estradato negli Stati Uniti potrebbe quindi dover affrontare un nuovo processo per stupro a Los Angeles.
VITA DEGNA DI UN FILM - Ma tutta la vita di Polanski è degna di un film. Nato a Parigi da una famiglia ebrea di origine polacca tornò nel 1937 in Polonia ma, dopo l'arrivo dei nazisti venne rinchiuso con la famiglia nel ghetto di Varsavia. Ghetto dal quale Roman fuggì, riuscendo così a salvarsi, ma dove morì invece sua madre. Sposatosi con l'attrice Sharon Tate negli Usa la scoprì cadavere incinta dell'ottavo mese uccisa dal satanista Chales Manson e dalla sua banda a Los Angeles nel 1969. Nella strage scoperta il 9 agosto del 1969, oltre alla Tate vennero uccise altre quattro persone: l'ereditiera Abigal Folger, figlia dell'imprenditore del caffè «Folger», il suo fidanzato e scrittore Wojciech Frykowsky, il parrucchiere delle star Jay Sebring e il custode della villa, Steven Parent.
STUPORE DEL MINISTRO FRANCESE - Nel pomeriggio il ministro della Cultura francese, Frederic Mitterrand si è detto «stupito» per l'arresto in Svizzera di Roman Polanski e ha fatto sapere di aver discusso della questione con il presidente Nicolas Sarkozy. «Sono venuto a sapere con stupore del procedimento avviato contro Roman Polanski, un regista noto in tutto il mondo e un cittadino francese attualmente detenuto in Svizzera», ha affermato in un comunicato. Sarkozy, ha spiegato Mitterrand, «sta seguendo la questione con grande attenzione e condivide la speranza di una rapida soluzione di questa situazione». «Senza voler interferire in un processo giudiziario che va avanti da molto tempo, esprimo il mio più profondo rammarico che si sia voluto sottoporre a una nuova prova una persona che ne ha già dovute superare così tante», ha aggiunto Mitterrand.
27 settembre 2009
Scoppia caso diplomatico per il cineasta in carcere a Zurigo Ginevra, 27 set. (Apcom) -
Piovono le reazioni indignate dopo l'arresto del regista Roman Polanski, bloccato in Svizzera dove si recava a ricevere un premio alla carriera, sulla base di un mandato di cattura internazionale spiccato dalla giustizia degli Stati Uniti. E' l'antica storia di uno stupro praticato su una minorenne, una macchia che perseguita il regista di origine polacche e a causa della quale il cineasta non mette piede negli Stati Uniti dal 1978. E la vicenda diventa un caso diplomatico. Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha annunciato che Varsavia e Parigi chiederanno insieme alla collega statunitense Hillary Clinton un intervento "perché gli Stati Uniti chiedano alla Svizzera di liberare Roman Polanski, e perché prenda in considerazione l'ipotesi del ricorso alla grazia da parte del presidente Barack Obama". Polanski vive in Francia, paese che lo ha sempre protetto anche in virtù delle norme speciali del suo trattato d'estradizione con gli Stati Uniti. La Svizzera, invece, "non aveva altra soluzione che arrestarlo" ha dichiarato il ministro della Giustizia elvetico. Il cineasta è stato arrestato sabato sera al suo arrivo a Zurigo, dove avrebbe dovuto ricevere un premio al locale Festival del Cinema. E' in attesa di estradizione, ma può fare appello contro la procedura. "La Svizzera non ha subito alcuna pressione da parte statunitense, la politica non ha nulla a che vedere con questa vicenda" ha detto il ministro, sottolineando che il problema è recente perché Washington ha spiccato un mandato di cattura internazionale solo nel 2005. Ha inoltre spiegato che la Svizzera non aveva arrestato Polanski in occasione delle sue precedenti visite nel paese perché è la prima volta che il governo sapeva con anticipo della venuta del cineasta su territorio elvetico. Polanski ha spesso visitato la Svizzera, per sciare o per presenziare a festival. Non va mai, invece, né negli Stati Uniti né in Gran Bretagna. Ricevette nel 2002 l'Oscar per "Il Pianista" ma fu Harrison Ford a ritirarlo per lui. Nel 2005 testimoniò in videoconferenza con Londra in una causa contro la rivista vanity Fair. Piovono le reazioni indignate. Lo scrittore inglese Robert Harris, dal cui romanzo "Il Ghostwriter" Polanski sta traendo un film, si è detto "stupefatto" ricordando che il regista circola senza problemi in tutta Europa. La neo direttrice generale dell'Unesco, la bulgara Irina Bokova, ha definito "scioccante" l'arresto del regista anche se ha precisato di "non conoscere i dettagli": ma si tratta "di una personalità intellettuale conosciuta in tutto il mondo". Polanski, 76 anni, regista di film celebratissimi come "Rosemary's baby", "Chinatown", "Il pianista" per citarne solo alcuni, è un ebreo polacco fuggito bambino dall'invasione nazista. Nel 1977 a Los Angeles ebbe rapporti sessuali con una ragazzina 13enne, Samantha Geimer. La ragazzina lo accusò di averla drogata con champagne e una pillola di un calmante, un Quaalude, nella casa di Jack Nicholson (l'attore non era presente). Arrestato, Polanski si dichiarò colpevole di rapporti fuori legge con una minorenne e fu mandato in prigione per 42 giorni. Gli avvocati delle due parti giunsero a un patteggiamento che avrebbe dovuto limitare a quel mese e mezzo la pena carceraria ma il giudice (che nel frattempo è defunto) cambiò idea e decise di proseguire il caso. Polanski nel 1978 fuggì dagli Stati uniti. La vittima, Samantha Geimer, che raggiunse all'epoca un accordo extragiudiziale con Polanski, ha più volte detto che vorrebbe la chiusura definitiva del caso e che la pubblicità danneggia la sua famiglia. L'avvocato francese di Polanski, Georges Kiejman, ha dichiarato che è "troppo presto" per sapere se il regista sarà estradato. "Per ora stiamo cercando di far revocare l'arresto a Zurigo" ha spiegato. A Los Angeles, il caso era tornato alla ribalta quest'anno. Il giudice Peter Espinoza aveva respinto la richiesta di Polanski di chiudere il caso, perché il regista non si era presentato di persona in aula. Espinoza però ammise che ci sono "motivi sostanziali" per parlare di vizi di forma nel caso originale.

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