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Fissata la data del voto di primavera:sfida Lega-Pdl per le regioni del Nord
ROMALa campagna elettorale per le regionali è di fatto già iniziata. E oggi è arrivata anche una data per il voto. Ad annunciarla è stato il ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Si voterà il 21 e 22 marzo: è, probabilmente, l’unica data possibile», ha detto. Dunque mancano poco più di sei mesi alla nuova tornata elettorale, che si annuncia un test cruciale per "pesare" la consistenza dei partiti, a destra come a sinistra. La forza della Lega, e di An, nel Pdl; la capacità di coagulare consenso del Pd, il ruolo dell’Udc e dell’Idv, ma anche l’incognita del partito del Sud sono alcune delle questioni rispetto alle quali le prossime regionali rappresentano una cartina al tornasole. Anche perchè i numeri sono massicci. Si torna alle urne in ben 13 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Nel precedente appuntamento elettorale di proporzioni paragonabili a quello in programma la prossima primavera, ossia le regionali del 2005 quando si votò per il rinnovo di 14 enti, il centrosinistra fece man bassa portando a casa 12 Regioni. Al centro destra ne restarono solo due, benchè di peso: Lombardia e Veneto. Dall’Emilia Romagna in giù, e il Piemonte al Nord, tutto finì sotto l’egida dell’Ulivo. Poi il panorama politico si è via via modificato. Nel 2006 in Molise Michele Iorio, centro destra, è stato riconfermato presidente. Nel 2008 si è votato in 4 Regioni: in Sicilia si è affermato Raffaele Lombardo, leader del Movimento delle autonomie, sostenuto da Pdl e Udc; in Friuli Venezia Giulia ha vinto Renzo Tondo, Pdl; in Abruzzo a conquistare la guida della giunta è stato Gianni Chiodi, anche lui Pdl; in Valle d’Aosta si è riconfermata l’egemonia dell’Union Valdotaine. E lo scorso anno in Sardegna ha vinto il centrodestra con l’elezione di Ugo Cappellacci, centrodestra, a governatore. Le elezioni comunali e provinciali del giugno scorso hanno confermano lo spostamento dell’asse politico. Molto potrebbe cambiare ancora nei sei mesi che restano da qui alle regionali. La Lega da giorni reclama almeno tre regioni. Un’istanza che ha suscitato reazioni nel Pdl, rilanciata oggi dal presidente dei deputati del Carroccio, Roberto Cota: «Io penso che la Lega abbia voti e classe dirigente per governare le tre regioni del Nord», ha detto, premettendo però che «decideranno Bossi e Berlusconi». Un leit motiv, quest’ultimo, oggi ripetuta come una parola d’ordine, tanto da Maroni, quanto da Franco Frattini. «È un negoziato serio - ha detto il ministro degli Esteri - e si deve fare così ». Altro appuntamento politico decisivo in ottobre, con il congresso del Pd e con l’elezione del nuovo segretario. E per le regioni del Sud un’altra variabile significativa è rappresentata dai vari movimenti ’neomeridionalistì che hanno preso corpo negli ultimi mesi. Dal Pdl predicano cautela. Per il coordinatore Denis Verdini «le richieste sono legittime, così come le risposte e le trattative che faremo». La Lombardia è un obiettivo primario per il Carroccio, ma il candidato del Pdl resta Roberto Formigoni. Lo stesso premier Berlusconi, d’altra parte, sarebbe più propenso a confermarlo al Pirellone che a "compensarlo" con un incarico a Roma. Più probabile, invece, è la possibilità che il Carroccio esprima il candidato in Veneto (i nomi sono quelli di Luca Zaia e Flavio Tosi), in Piemonte (il "papabile" è Roberto Cotà), mentre la terza Regione sarebbe l’Emilia Romagna (con Angelo Alessandri).
ROMALa campagna elettorale per le regionali è di fatto già iniziata. E oggi è arrivata anche una data per il voto. Ad annunciarla è stato il ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Si voterà il 21 e 22 marzo: è, probabilmente, l’unica data possibile», ha detto. Dunque mancano poco più di sei mesi alla nuova tornata elettorale, che si annuncia un test cruciale per "pesare" la consistenza dei partiti, a destra come a sinistra. La forza della Lega, e di An, nel Pdl; la capacità di coagulare consenso del Pd, il ruolo dell’Udc e dell’Idv, ma anche l’incognita del partito del Sud sono alcune delle questioni rispetto alle quali le prossime regionali rappresentano una cartina al tornasole. Anche perchè i numeri sono massicci. Si torna alle urne in ben 13 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Nel precedente appuntamento elettorale di proporzioni paragonabili a quello in programma la prossima primavera, ossia le regionali del 2005 quando si votò per il rinnovo di 14 enti, il centrosinistra fece man bassa portando a casa 12 Regioni. Al centro destra ne restarono solo due, benchè di peso: Lombardia e Veneto. Dall’Emilia Romagna in giù, e il Piemonte al Nord, tutto finì sotto l’egida dell’Ulivo. Poi il panorama politico si è via via modificato. Nel 2006 in Molise Michele Iorio, centro destra, è stato riconfermato presidente. Nel 2008 si è votato in 4 Regioni: in Sicilia si è affermato Raffaele Lombardo, leader del Movimento delle autonomie, sostenuto da Pdl e Udc; in Friuli Venezia Giulia ha vinto Renzo Tondo, Pdl; in Abruzzo a conquistare la guida della giunta è stato Gianni Chiodi, anche lui Pdl; in Valle d’Aosta si è riconfermata l’egemonia dell’Union Valdotaine. E lo scorso anno in Sardegna ha vinto il centrodestra con l’elezione di Ugo Cappellacci, centrodestra, a governatore. Le elezioni comunali e provinciali del giugno scorso hanno confermano lo spostamento dell’asse politico. Molto potrebbe cambiare ancora nei sei mesi che restano da qui alle regionali. La Lega da giorni reclama almeno tre regioni. Un’istanza che ha suscitato reazioni nel Pdl, rilanciata oggi dal presidente dei deputati del Carroccio, Roberto Cota: «Io penso che la Lega abbia voti e classe dirigente per governare le tre regioni del Nord», ha detto, premettendo però che «decideranno Bossi e Berlusconi». Un leit motiv, quest’ultimo, oggi ripetuta come una parola d’ordine, tanto da Maroni, quanto da Franco Frattini. «È un negoziato serio - ha detto il ministro degli Esteri - e si deve fare così ». Altro appuntamento politico decisivo in ottobre, con il congresso del Pd e con l’elezione del nuovo segretario. E per le regioni del Sud un’altra variabile significativa è rappresentata dai vari movimenti ’neomeridionalistì che hanno preso corpo negli ultimi mesi. Dal Pdl predicano cautela. Per il coordinatore Denis Verdini «le richieste sono legittime, così come le risposte e le trattative che faremo». La Lombardia è un obiettivo primario per il Carroccio, ma il candidato del Pdl resta Roberto Formigoni. Lo stesso premier Berlusconi, d’altra parte, sarebbe più propenso a confermarlo al Pirellone che a "compensarlo" con un incarico a Roma. Più probabile, invece, è la possibilità che il Carroccio esprima il candidato in Veneto (i nomi sono quelli di Luca Zaia e Flavio Tosi), in Piemonte (il "papabile" è Roberto Cotà), mentre la terza Regione sarebbe l’Emilia Romagna (con Angelo Alessandri).
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