Afghanistan, truppe italiane sotto attacco per tre giorni
I nostri militari presi di mira a Bala Murgab insieme ai colleghi afgani e
a quelli Isaf. Non si registrano feriti
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201001articoli/50887girata.asp
I nostri militari presi di mira a Bala Murgab insieme ai colleghi afgani e
a quelli Isaf. Non si registrano feriti
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ROMA
Settandadue ore di scontri, per i militari italiani e di Isaf, in Afghanistan. È quanto si apprende dal comando di Herat, secondo cui «nei giorni scorsi», nel corso di un’operazione congiunta per il controllo di alcuni avamposti strategici nei pressi di Bala Morghab, nell’ovest del Paese, «militari delle forze di sicurezza afghane e di Isaf, tra i quali i soldati del contingente italiano, sono stati fatti oggetto di ripetuti attacchi con colpi d’arma da fuoco e di razzi controcarro da parte di oltre 60 insorti».
Dal comando di Herat, dove non si parla di feriti tra gli italiani, sottolineano che «l’efficacia della reazione, frutto del coordinamento tra le forze in campo, ha consentito di rispondere al fuoco degli insorti e, grazie a mirate incursioni aeree alleate ed al fuoco delle armi a tiro curvo, garantire in tempi successivi la totale libertà di movimento per le truppe ed il pieno controllo dell’area». Gli scontri, «protrattisi con brevi intervalli per pi— di 72 ore, si sono verificati a Bala Morghab», località in cui sorge la base operativa avanzata che ospita, insieme ad unità dell’esercito afghano e statunitense, i militari italiani della Task Force North su base 151/o reggimento della Brigata Sassari. La stessa base dove l’altro giorno un militare afgano ha sparato, uccidendo un soldato Usa e ferendo due italiani.
L’intervento delle forze Nato a Bala Morghab, secondo il comando del contingente italiano, si è concluso con «la neutralizzazione della minaccia ed il completo sostegno della popolazione civile»: gli stessi responsabili delle forze di sicurezza del distretto «hanno assistito dal posto comando ad ogni istante dell’operazione coadiuvandola molto attivamente». Nel corso delle ’shurè che si sono tenute nei giorni delle operazioni militari - cui hanno preso parte, come di consueto, anche i comandanti italiani e americani - gli anziani del villaggio hanno manifestato il loro «pieno appoggio all’intervento militare» ed hanno ringraziato i responsabili dei contingenti di Isaf impegnati nell’ovest dell’Afghanistan, «a portare - ha detto il mullah più anziano del villaggio - sviluppo, assistenza e speranza».
La situazione, dicono dal comando di Herat, «è tuttora in bilico per il perdurare di pur minime reazioni da parte degli insorti ancora presenti nell’area»: quando si sarà stabilizzata del tutto, i militari di Isaf «riprenderanno l’opera di ricostruzione e sviluppo garantendo, fra l’altro, la distribuzione di aiuti umanitari, l’assistenza medica alla popolazione e tutte quelle iniziative già intraprese, con successo, a novembre e dicembre». Bala Morghab, 170 chilometri a nordest di Herat, al confine con il Turkmenistan, all’interno della provincia di Badghis (una delle quattro che compongono l’area sotto responsabilità italiana) è una zona a lungo contesa da ’insortì e militari afghani che, con il supporto delle truppe della Nato, in questa valle hanno combattuto e subito diverse vittime. «Il fine - spiegano al comando italiano - resta quello di garantire il controllo della valle, punto strategico perchè di frontiera, ma soprattutto perchè da qui passa una tratto della Ring Road, l’anello stradale che attraversa tutto l’Afghanistan collegando tra loro le città principali».
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