Pietro Berti

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Anchorage

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venerdì 1 aprile 2011

Olgiata, la svolta vent'anni dopo Confessa il domestico filippino: "Mi volevo togliere questo peso"

Resta in prigione con una nuova ordinanza di custodia cautelare Olgiata, la svolta vent'anni dopo Confessa il domestico filippino: "Mi volevo togliere questo peso"
ultimo aggiornamento: 01 aprile, ore 21:02 Roma - (Adnkronos/Ign) - L'ammissione di Manuel Winston Reves, in carcere per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, uccisa il 10 luglio 1991, è avvenuta durante l'interrogatorio con il pm Francesca Loi a Regina Coeli. L'uomo in lacrime: ''Sono stato io a uccidere la contessa. Chiedo scusa all'Italia e alla sua famiglia''. A casa della vittima era andato per chiedere di essere riassunto (VIDEO). La Procura chiederà il rito immediato. Il marito della vittima, Pietro Mattei: "Giustizia è fatta". Iacono: "La mia vita ricomincia adesso". Il Dna aveva confermato le accuse
Roma, 1 apr. (Adnkronos/Ign) - ''Mi volevo togliere un peso che mi portavo dentro da venti anni: sono stato io a uccidere la contessa''. Ha confessato Manuel Winston Reves, il domestico filippino in carcere per l'omicidio di Alberica Filo della Torre, uccisa all'Olgiata il 10 luglio 1991.
L'uomo, che resta in carcere con una nuova ordinanza di custodia cautelare, ha poi chiesto scusa all'Italia, agli italiani, ai figli della contessa e a tutta la famiglia. Per lui la Procura della Repubblica di Roma è propensa a chiedere il rinvio a giudizio con rito immediato. I difensori dell'uomo però, che sono Mattia La Marra, Flaminia Caldani e Andrea Guidi, chiederanno invece che il processo venga fatto con rito abbreviato. La decisione sarà presa nei prossimi giorni e comunque dopo aver esaminato l'ordinanza emessa oggi dal gip Patrone per mantenere lo stato di detenzione in carcere del filippino che ha reso piena confessione. Nel corso della confessione avvenuta dopo l'interrogatorio di Patrone, Manuel Winston Reves ha inoltre raccontato di non ricordare esattamente tutti i particolari di quella giornata ma solo di essere andato a casa della contessa per chiedere di tornare a lavorare. Voleva essere riassunto. E ha poi ammesso che ogni volta che sentiva parlare della storia veniva assalito dall'angoscia. "Avevo bisogno di lavorare... ero stato cacciato ma ripeto avevo bisogno di lavorare. La mattina prima di andare a casa dei Mattei ho bevuto un bicchiere di whisky per farmi coraggio... di quel giorno non ricordo molto". Ricordando quanto accaduto quella mattina, il filippino ha detto che incontrata la contessa Filo della Torre ebbe con lei una discussione... prese uno zoccolo ma non ricorda altro. Ha poi aggiunto di essere fuggito dalla porta-finestra della villa allontanandosi attraverso il tetto. Dentro la villa era entrato passando per il garage. Una volta entrato ha seguito la Filo della Torre nella stanza e qui è accaduto il peggio. Winston nega comunque di avere preso i gioielli. Confessò alla moglie di avere ucciso Alberica Filo della Torre ma lei non gli credette. Ha aggiunto che si aspettava di essere arrestato il giorno dopo il delitto. Ora dice di voler scontare la pena e di iniziare ad avere una vita normale. Dopo l'omicidio, ha raccontato ancora l'uomo, a causa dello stress provocato da quanto accaduto si sentì male, tanto da finire su una sedia a rotelle per una encefalite. Reves si trasferì allora per curarsi nelle Filippine ed è qui che, ha raccontato ai magistrati, conobbe la seconda moglie da cui ha avuto tre figli, tra cui una femmina a cui ha dato il nome di Alberica. "Giustizia è fatta", sono le parole pronunciate da Pietro Mattei, marito della contessa. Avvisato dal suo legale Giuseppe Marazzita mentre era alla guida, Mattei, come spiega il suo avvocato, è rimasto un attimo in silenzio. "Era molto emozionato - dice Marazzita all'Adnkronos -. Erano venti anni che aspettava di avere giustizia e anche se in ritardo alla fine è arrivata". Dal canto suo, Giuseppe Marazzita ricorda che "la richiesta di riapertura delle indagini era stata avanzata nel 2007. Allora si disse che nel lenzuolo c'erano solo tracce della vittima. Non era così". Ancora prematuro pensare che Mattei possa perdonare il filippino. "Pietro Mattei - spiega il legale - deve ancora metabolizzare le novità". Un particolare induce il legale di Mattei a una ulteriore considerazione: "Il filippino aveva chiamato una delle figlie con il nome della contessa. Potrebbe essere indice di pentimento". Quanto alla ricostruzione fornita ai pm dal filippino nella confessione, Marazzita dice: "Che fosse tornato a casa della Filo Della Torre solo per riavere il lavoro mi pare poco credibile. Va ricordato che da quella casa sparì un collier molto prezioso". E c'è un ulteriore particolare che riaffiora dall'attività passata del filippino che prestò il suo lavoro di domestico in case di persone molto note come quella di Montezemolo. "Subito dopo il delitto dell'Olgiata - ricorda l'avvocato Marazzita - l'allora legale di Winston raccontò che Montezemolo ebbe modo di esprimere qualche dubbio sul filippino che poi tenne a servizio dopo avere ricevuto rassicurazioni". ''La mia vita ricomincia adesso'', è invece il commento di Roberto Iacono che ha parlato all'ADNKRONOS attraverso il suo legale, l'avvocato Alessandro Cassiani. L'uomo era stato indagato per l'omicidio della contessa insieme a Manuel Winston Reves.

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