LA PENSIONE
L’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale per chi non è Italiano è uno degli enti che erogano le pensioni) ha ricevuto pubblicamente le proteste da parte di Renato Curcio, di 67 anni, ex capo delle BR perché non gli ha concesso la pensione sociale (per chi non è Italiano, la pensione sociale è versata a chi non ha versato -o non ha coperto il minimo ex lege- ma ha maturato l’età pensionabile). Curcio lamenta che nonostante i lunghi anni di lavoro prestato in carcere per i quali “nessuno ha pagato i contributi”, egli è costretto a dover continuare a lavorare nella cooperativa editoriale presieduta da sua moglie per colpa dell’INPS. Tutto ciò premesso, riteniamo che la richiesta del sig. Renato Curcio, non solo non debba essere, giustamente, presa in considerazione dall’INPS ma teniamo a sottolineare il coraggio, nella sfrontatezza e nella sfacciataggine, da parte del suddetto nel voler chiedere di essere mantenuto ,fino alla fine dei suoi giorni, da uno Stato e da una forma di Stato che lui nel corso di tutta la vita ha combattuto militarmente tentando di distruggere: proprio quelle istituzioni cui adesso chiede soccorso. Dal nostro modesto punto di vista, ci limitiamo ad una breve osservazione, ma il sig. Curcio che ora pretende aiuto e si lamenta di non averlo (benché non sia un provvedimento ad hoc questo nei suoi confronti ma che condivide con altri Italiani) si rende conto di quanto male ha fatto nella sua vita, di quanto dolore ha provocato ed ancora provoca alle famiglie che durante i cc.dd. anni di piombo hanno subìto gravissime perdite solo perché erano parenti di quelli che invece nello Stato e nelle Istituzioni democratiche ci credevano veramente?
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