LA VERITA’ SULL’ECCIDIO DI KATYN.
Il Coraggio del regista polacco A. Vaida di raccontare la verità su questo terribile massacro.
Katyn : foresta russa nei pressi di Smolensk nella quale le truppe tedesche in ritirata scoprirono nell’aprile del 1943 i resti di 4321 ufficiali polacchi sepolti in fosse comuni. Secondo la versione tedesca generalmente accolta in Occidente si trattava dei circa 22 mila ufficiali polacchi catturati dai sovietici nell’ottobre del 1939 , tutti uccisi con un colpo alla nuca, buttati nella fossa, ricoperti dalle ruspe per dar spazio alla successiva serie di giustiziati anch’essi buttati nella fossa e ricoperti con le ruspe fino ad arrivare a quella cifra mostruosa di cui sopra. La conseguente tesi dell’eccidio da parte sovietica venne respinta dall’URSS che addossò tutte le colpe alla Germania nazista. Contrariamente, le risultanze storiche, i documenti rinvenuti con le firme dei generali sovietici che autorizzavano l’esecuzione con il colpo alla nuca di tutti gli ufficiali polacchi catturati confermano, senza margine di incertezza, le responsabilità dei Sovietici. Il rilievo è che di questo efferato massacro è stata data conferma ufficiale negli anni ’90 del secolo scorso in quanto la dirigenza bolscevica dei comunisti imperialisti si è ben guardata dall’addossarsi delle sue responsabilità e addossando comodamente le responsabilità di questa strage ai tedeschi, solo perché dopo la fine della guerra l’URSS faceva parte di quelli che la guerra l’avevano vinta. Questo sterminio così efferato e vergognoso una volta che documenti alla mano, fotografia alla mano e cineprese che riprendono di nascosto le esecuzioni è giunto nelle mani del governo polacco ha aperto molteplici istruttorie attraverso cui il Governo polacco ha inteso far piena luce sull’accaduto fino a quando prove alla mano ha scoperto l’inquietante e triste verità: numero esatto dei caduti; l’identità dei caduti; la metodologia di esecuzione delle vittime e i documenti in cui si attesta l’ordine di esecuzione delle vittime da parte di generali dell’esercito sovietico.
Il Maestro polacco A. Vaida, famosissimo regista in patria (Polonia), ha deciso di girare un film storico sulla triste vicenda, anche perché uno dei graduati ucciso dai bolscevichi era suo padre, il quale era ben lungi dall’avere simpatie nei confronti dei comunisti e dei nazisti considerandoli alla stessa stregua. Il film – di altissimo valore storico- è uscito in Polonia ed è stato visto da più di 4 milioni di spettatori nella prima settimana di programmazione e lo stesso vale per l’Ucraina, la Repubblica Cecoslovacca, la Bulgaria, l’Ungheria. La cosa che fa specie è il fatto che questo film girato magistralmente da uno dei grandi del cinema polacco abbia avuto una distribuzione in Europa in pochissime sale, quasi che esista ancora nei confronti di determinate problematiche una forma inquietante di omertà, come se tutti i mali che sono stati commessi dai perdenti debbano essere a memoria d’uomo condannati mentre tutti quelli che sono stati commessi dalle parti vincitrice debbano essere insabbiati o ancor peggio tollerati.
La nostra protesta sta nel fatto che, venendo in Italia, il film è stato distribuito in pochissime copie nelle città italiane e si è proiettato in pochissime sale, tant’è che è difficilissimo assistere alla sua proiezione.
Con questa nostra, siamo ad inviare le proteste formali al Ministero dei Beni Culturali per questa situazione aberrante che fa in modo che l’opera di un Maestro di tale livello che narra la storia documentata di un eccidio che a molti fa comodo nascondere, ora ancor più che le responsabilità sono state definitivamente attribuite e confermate, sia così ferocemente boicottato e sia così pericolosamente proiettato in un numero di sale esigue in rapporto al numero disponibile in Italia, come a voler far sembrare che questo argomento possa dare ancora fastidio. Con la stessa siamo a chiedere che il Ministero in indirizzo voglia invitare il Maestro a spiegare di persona e con appositi eventi organizzati allo scopo (magari attraverso concrete opere di commemorazione) i fatti di cui agli eventi del film al fine di dare opportuna conoscenza su cosa e quali effetti in concreto abbia realmente prodotto la seconda guerra mondiale. Data l’importanza di questa vicenda, potrebbe essere opportuno inoltre concordare con il Ministero dell’Istruzione e della ricerca la proiezione del film anche durante l’orario scolastico con apposite proiezioni agli studenti delle medie superiori, stante l’alto valore storico-educativo del film.
Specificando che non si vuole (e non si potrebbe in ogni caso senza commettere un crimine contro le persone massacrate, contro la storia e contro la verità) in alcun modo giustificare, minimizzare o, peggio, negare l’abominio dei crimini contro l’umanità commessi dal nazismo (ingiustificabili da qualsiasi punto di vista), tuttavia si deve in ogni caso denunciare qualsiasi altro crimine contro l’umanità commesso da chiunque in qualsiasi momento e a prescindere dai risultati bellici: ciò deve valere sempre, comunque, in ogni caso e nei confronti di chiunque (ancor peggio se trattasi di un’intera nazione).
Vige forse ancora il principio della negazione storica? Vige ancora il principio che a quelli che hanno vinto è permesso e giustificato tutto, compresa l’eliminazione coatta di persone per poi addossarne la responsabilità a chi almeno in quel caso non ne aveva colpa?
Premesso ciò, da cinefilo quale sono, consiglio senza mezzi termini a tutti coloro che sono amanti
A) Del cinema; B) del grande cinema; C) del cinema storico e D) soprattutto del cinema verità
Di fare in modo di andare a vedere questo film che io considero un film dedicato alla memoria di coloro che oltre ad essere stati uccisi senza pietà e senza ragione, sono stati considerati alla storia come vittime di una parte quando in realtà è stata un’altra parte a dare l’ordine di massacrarli.
Pietro Berti
Il Coraggio del regista polacco A. Vaida di raccontare la verità su questo terribile massacro.
Katyn : foresta russa nei pressi di Smolensk nella quale le truppe tedesche in ritirata scoprirono nell’aprile del 1943 i resti di 4321 ufficiali polacchi sepolti in fosse comuni. Secondo la versione tedesca generalmente accolta in Occidente si trattava dei circa 22 mila ufficiali polacchi catturati dai sovietici nell’ottobre del 1939 , tutti uccisi con un colpo alla nuca, buttati nella fossa, ricoperti dalle ruspe per dar spazio alla successiva serie di giustiziati anch’essi buttati nella fossa e ricoperti con le ruspe fino ad arrivare a quella cifra mostruosa di cui sopra. La conseguente tesi dell’eccidio da parte sovietica venne respinta dall’URSS che addossò tutte le colpe alla Germania nazista. Contrariamente, le risultanze storiche, i documenti rinvenuti con le firme dei generali sovietici che autorizzavano l’esecuzione con il colpo alla nuca di tutti gli ufficiali polacchi catturati confermano, senza margine di incertezza, le responsabilità dei Sovietici. Il rilievo è che di questo efferato massacro è stata data conferma ufficiale negli anni ’90 del secolo scorso in quanto la dirigenza bolscevica dei comunisti imperialisti si è ben guardata dall’addossarsi delle sue responsabilità e addossando comodamente le responsabilità di questa strage ai tedeschi, solo perché dopo la fine della guerra l’URSS faceva parte di quelli che la guerra l’avevano vinta. Questo sterminio così efferato e vergognoso una volta che documenti alla mano, fotografia alla mano e cineprese che riprendono di nascosto le esecuzioni è giunto nelle mani del governo polacco ha aperto molteplici istruttorie attraverso cui il Governo polacco ha inteso far piena luce sull’accaduto fino a quando prove alla mano ha scoperto l’inquietante e triste verità: numero esatto dei caduti; l’identità dei caduti; la metodologia di esecuzione delle vittime e i documenti in cui si attesta l’ordine di esecuzione delle vittime da parte di generali dell’esercito sovietico.
Il Maestro polacco A. Vaida, famosissimo regista in patria (Polonia), ha deciso di girare un film storico sulla triste vicenda, anche perché uno dei graduati ucciso dai bolscevichi era suo padre, il quale era ben lungi dall’avere simpatie nei confronti dei comunisti e dei nazisti considerandoli alla stessa stregua. Il film – di altissimo valore storico- è uscito in Polonia ed è stato visto da più di 4 milioni di spettatori nella prima settimana di programmazione e lo stesso vale per l’Ucraina, la Repubblica Cecoslovacca, la Bulgaria, l’Ungheria. La cosa che fa specie è il fatto che questo film girato magistralmente da uno dei grandi del cinema polacco abbia avuto una distribuzione in Europa in pochissime sale, quasi che esista ancora nei confronti di determinate problematiche una forma inquietante di omertà, come se tutti i mali che sono stati commessi dai perdenti debbano essere a memoria d’uomo condannati mentre tutti quelli che sono stati commessi dalle parti vincitrice debbano essere insabbiati o ancor peggio tollerati.
La nostra protesta sta nel fatto che, venendo in Italia, il film è stato distribuito in pochissime copie nelle città italiane e si è proiettato in pochissime sale, tant’è che è difficilissimo assistere alla sua proiezione.
Con questa nostra, siamo ad inviare le proteste formali al Ministero dei Beni Culturali per questa situazione aberrante che fa in modo che l’opera di un Maestro di tale livello che narra la storia documentata di un eccidio che a molti fa comodo nascondere, ora ancor più che le responsabilità sono state definitivamente attribuite e confermate, sia così ferocemente boicottato e sia così pericolosamente proiettato in un numero di sale esigue in rapporto al numero disponibile in Italia, come a voler far sembrare che questo argomento possa dare ancora fastidio. Con la stessa siamo a chiedere che il Ministero in indirizzo voglia invitare il Maestro a spiegare di persona e con appositi eventi organizzati allo scopo (magari attraverso concrete opere di commemorazione) i fatti di cui agli eventi del film al fine di dare opportuna conoscenza su cosa e quali effetti in concreto abbia realmente prodotto la seconda guerra mondiale. Data l’importanza di questa vicenda, potrebbe essere opportuno inoltre concordare con il Ministero dell’Istruzione e della ricerca la proiezione del film anche durante l’orario scolastico con apposite proiezioni agli studenti delle medie superiori, stante l’alto valore storico-educativo del film.
Specificando che non si vuole (e non si potrebbe in ogni caso senza commettere un crimine contro le persone massacrate, contro la storia e contro la verità) in alcun modo giustificare, minimizzare o, peggio, negare l’abominio dei crimini contro l’umanità commessi dal nazismo (ingiustificabili da qualsiasi punto di vista), tuttavia si deve in ogni caso denunciare qualsiasi altro crimine contro l’umanità commesso da chiunque in qualsiasi momento e a prescindere dai risultati bellici: ciò deve valere sempre, comunque, in ogni caso e nei confronti di chiunque (ancor peggio se trattasi di un’intera nazione).
Vige forse ancora il principio della negazione storica? Vige ancora il principio che a quelli che hanno vinto è permesso e giustificato tutto, compresa l’eliminazione coatta di persone per poi addossarne la responsabilità a chi almeno in quel caso non ne aveva colpa?
Premesso ciò, da cinefilo quale sono, consiglio senza mezzi termini a tutti coloro che sono amanti
A) Del cinema; B) del grande cinema; C) del cinema storico e D) soprattutto del cinema verità
Di fare in modo di andare a vedere questo film che io considero un film dedicato alla memoria di coloro che oltre ad essere stati uccisi senza pietà e senza ragione, sono stati considerati alla storia come vittime di una parte quando in realtà è stata un’altra parte a dare l’ordine di massacrarli.
Pietro Berti
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