Palestra e shoppingin orario di lavoro Indagati 33 fannulloni
Incastrati dalle telecamere della Finanza dopo la denuncia di un dipendente disgustato dai colleghi del dipartimento comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico. Sotto inchiesta i quattro capi settore. Accuse di truffa aggravata
BOLOGNA, 9 APRILE 2011 - Sono tutti finiti sotto inchiesta i quattro capi settore del Dipartimento comunicazioni ispettorato territoriale dell’Emilia-Romagna, il sott’ufficio del ministero dello Sviluppo economico in via Nazario Sauro a Bologna dove un’inchiesta delle Fiamme gialle ha scoperto che 33 dipendenti su una quarantina in tutto erano “fannulloni”. Tra i 33 finiti sotto inchiesta per truffa aggravata ai danni dello Stato (nei giorni scorsi hanno ricevuto un avviso di fine indagine, solitamente preludio di una richiesta di rinvio a giudizio), ci sono anche i quattro capi settore delle diverse aree di cui l’ufficio di via Nazario Sauro si compone. Sono due donne e due uomini. C’e’ A.F., direttrice del settore ‘Autorizzazioni, verifiche e controlli’, e A.I., responsabile del settore ‘Logistico’. Gli uomini, invece, sono E.B., capo del settore ‘Reti e servizi di radiodiffusione’, e P.M., che dirige il settore ‘Reti e servizi di comunicazione elettronica’. Le posizioni dei quattro dirigenti non sono tutte uguali. Del resto, tra i 33 indagati, a qualcuno sono contestati ritardi di venti minuti e assenze ‘clandestine’ di tre quarti d’ora, mentre ad altri sono imputate uscite sistematiche (come quella dell’assistente amministrativa che andava abitualmente in palestra) o ‘fughe’ di quattro o cinque ore. Di certo c’e’ che, tra i quattro dirigenti, la posizione piu’ grave e’ quella di A.F., la direttrice del settore ‘Autorizzazioni, verifiche e controlli’. Fa infatti parte del ‘nucleo duro’ dei primi sette colleghi denunciati all’autorita’ giudiziaria dal dipendente presento’ l’esposto nel maggio 2009, indignato per il comportamento tenuto da tanti in ufficio. L’onesto impiegato punto’ il dito su sette persone, tra cui A.F. e diverse altre persone che lavoravano nel settore da lei diretto.--> GUARDA IL VIDEO estratto da: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2011/04/09/487732-dipendenti_fannulloni.shtml
Bologna: fannulloni in ufficio periferico ministero, 33 avvisi fine indagine Cronaca Bologna, 9 apr. (Adnkronos) - Su circa 40 dipendenti 33 si facevano gli affari propri durante l'orario d'ufficio. Ma i fannulloni sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Bologna e ora sono finiti nei guai per truffa aggravata ai danni dello Stato. Nei loro confronti la pm della Procura felsinea, Antonella Scandellari, ha emesso altrettanti avvisi di fine indagine che solitamente preludono alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati lavorano per il Dipartimento Comunicazioni Ispettorato Territoriale Emilia-Romagna legato al ministero dello Sviluppo economico. Le indagini sono partite nel maggio del 2009 dopo la denuncia di un dipendente stanco di assistere al comportamento lassista di un gruppo di 7 o 8 colleghi che erano i piu' determinati a fare nulla influenzando negativamente tutti gli altri. La telecamera piazzata dalle fiamme gialle davanti al portone dell'ufficio situato in via Nazario Sauro, nel centro di Bologna, ha poi suffragato la denuncia. I 33 indagati giungevano in ufficio oltre l'orario di entrata e uscivano solitamente prima. (segue) 09/04/2011 fonte: http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=711797 DIPENDENTI MINISTERO ASSENTI IN ORARIO UFFICIO, 33 INDAGATI
18:20 09 APR 2011 (AGI) - Bologna, 9 apr. - A fare la spesa o in palestra in orario di ufficio, magari timbrandosi reciprocamente, per farsi un favore, il cartellino: in questo modo alcuni dipendenti arrivavano in ufficio con due ore di ritardo od uscivano prima della fine del turno, certi di farla franca. Dovranno rispondere di truffa aggravata ai danni dello stato 33 dipendenti della sede di Bologna del Ministero dello Sviluppo Economico - dipartimento comunicazioni ispettorato regionale dell'Emilia Romagna, indagati dalla procura di Bologna in seguito alla denuncia di un collega. A tutti e' stato recapitato un avviso di fine indagine, che di solito prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. A incastrare i "fannulloni", una telecamera della Guardia di Finanza, piazzata per due mesi sopra al portone d'ingresso del palazzo, che ha filmato entrate e uscite dei dipendenti. Le indagini delle fiamme gialle, coordinate dal pm Antonella Scandellari, hanno evidenziato comportamenti definiti "abituali" degli indagati.
Shopping e palestra, non al lavoro Nei guai 33 fannulloni Sono dipendenti di un sottufficio ministeriale C’era chi usciva a fare la spesa, chi andava a fare acquisti e chi, al colmo, andava serenamente in palestra. Il tutto in orario d’ufficio. È successo fino alla fine del 2009 al Dipartimento comunicazioni ispettorato territoriale dell’Emilia-Romagna, un sottufficio del ministero dello Sviluppo economico in via Nazario Sauro a Bologna. Trentatrè dipendenti, su un totale di una quarantina scarsa di impiegati, nei giorni scorsi hanno ricevuto un avviso di fine indagine (che solitamente prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio) per truffa aggravata ai danni dello Stato. Sono accusati di essersi assentati in modo ingiustificato dal lavoro, senza autorizzazioni, e in certi casi di essersi messi d’accordo tra loro per timbrarsi i cartellini a vicenda. Poi via, uscivano tranquillamente dall’ufficio e andavano ad occuparsi di faccende personali. Per una mezz’oretta in alcuni casi, ma in altri anche per quattro o cinque ore. Le accuse nei loro confronti sono state documentate dalla Guardia di finanza, che aveva piazzato una telecamera proprio sopra il portone del palazzo. L’indagine delle Fiamme gialle, coordinata dal pm Antonella Scandellari, ha preso il via nel maggio 2009 sulla base di un esposto presentato da un dipendente dello stesso ufficio. Uno dei pochi diligenti, hanno dimostrato le successive indagini. L’uomo, stanco di assistere a situazioni imbarazzanti e ai comportamenti sfacciati e spudorati di alcuni suoi colleghi, ha presentato una denuncia querela. Il dipendente ha puntato il dito su sette persone (tra cui anche un responsabile di un ufficio), che ne combinavano di tutti i colori. L’indagine, che si è inizialmente concentrata su questi sette, in un secondo momento si è estesa a tutti i dipendenti e ha portato a scoprire che le irregolarità riguardavano molte più persone. Il «nucleo duro» (i fannulloni della peggior specie) è rimasto comunque circoscritto ai primi indagati: le condotte più gravi, facendo un bilancio alla fine delle indagini, riguardano infatti sei persone. Sulla settima persona, che era stata denunciata dal dipendente indignato, non sono emerse irregolarità e quindi non ha ricevuto l’avviso indagine (la sua posizione, probabilmente, sarà successivamente stralciata). Il ministero dello Sviluppo economico è stato avvertito della situazione nei giorni scorsi, contemporaneamente all’invio dell’avviso di fine indagine. Ma la quarantina di dipendenti fannulloni, in realtà, ha cominciato a rigare dritto molto tempo fa. Non appena i sette indagati iniziali hanno ricevuto l’avviso di proroga delle indagini nel loro confronti (verso la fine del 2009), hanno cambiato radicalmente abitudini: loro e tutti i colleghi dell’ufficio (evidentemente la voce si è sparsa in fretta) sono diventati improvvisamente super puntuali e molto rigorosi. Infatti le contestazioni dell’accusa si fermano alla fine del 2009. Le Fiamme gialle (ha svolto le indagini il Nucleo di Polizia tributaria) hanno in mano 40 giorni di filmati. I 33 indagati rispondono tutti di truffa aggravata ai danni dello Stato. Ma le accuse nei loro confronti variano da caso a caso, alcune sono più gravi, altre molto meno. Vincono la palma dei ’peggiorì i sei finiti sotto inchiesta fin dal principio: a volte arrivavano al lavoro, rimanevano un paio d’ore e poi se ne andavano senza fare più ritorno in ufficio. Qualcuno timbrava il cartellino al posto loro. A volte è capitato che un dipendente si sia assentato per 4-5 ore in una stessa giornata, ovvero quasi l’intero orario lavorativo, che è quello statale classico. La più clamorosa, però, è la donna che andava in palestra. Questa dipendente, assistente amministrativa, si allontanava costantemente dall’ufficio per andare in una vicina palestra, poi tornava come niente fosse. E aveva anche il coraggio di chiedere all’ufficio i buoni pasto. Il «costume» di accordarsi per la timbratura dei cartellini riguarda in particolare i sei indagati che sono più inguaiati. Agli altri 27 sono contestate assenze ingiustificate dal lavoro: c’era chi usciva per fare una commissione, chi per fare la spesa (è stato immortalato mentre rientrava in ufficio carico di sportine) e chi faceva acquisti (e anche qui le borse lo provano). Arrivavano, timbravano il cartellino e poi dopo poco (dieci minuti, a volte mezz’ora) uscivano per fare altro. Le situazioni meno gravi riguardano dipendenti che arrivavano in ritardo o uscivano in anticipo. Tra i 33 indagati ci sono impiegati di vario livello. Tra loro ci sono anche persone con l’incarico da responsabile (uno è appunto tra quelli più ’inguaiatì). L’accusa, per tutti, è truffa aggravata ai danni dello Stato, per averla commessa in violazione dei propri doveri di impiegati pubblici. L’avviso di fine indagine parla di «allontanamenti clandestini dal luogo di lavoro in assenza di autorizzazioni o giustificazioni». Si parla di «artifici e raggiri», con cui i dipendenti fannulloni hanno fatto credere alla Pubblica amministrazione di essere stati ininterrottamente in ufficio, e gli viene contestato anche l’ingiusto profitto, ovvero la retribuzione che gli è stata versata anche per le ore che in realtà non hanno mai fatto. 09 aprile 2011 fonte: http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/9-aprile-2011/shopping-palestra-non-lavoro-guai-33-fannulloni-190405101923.shtml
a quanto pare esisteva anche uno"zoccolo duro"di fannulloni composto da una squadra di circa 10 dipendenti che-nonostante l'ing.Cevenini continui a definire l'ufficio(di tot 40 persone di cui 33 indagate o meglio inchiodate dalle telecamere)"un fiore all'occhiello"-incuranti dei propri doveri si preoccupavano pure che i loro colleghi gli segnassero ore di lavoro straordinario perchè oltre alla palestra c'era la spesa al supermercato, il giretto in centro, la botanica, la buona cucina, etc...
RispondiEliminaSchifo.
RispondiEliminaNon mi viene altro da dire.