BOLOGNAORE 14.30, ieri in piazza Maggiore. Nabil, nel salotto buono di Bologna, guarda l’ingresso dell’Urp del Comune e al primo passante chiede: «Treno per Parigi?». Con lui, altri diciotto tunisini. Sono i primi, in Emilia-Romagna, che beneficeranno del permesso di soggiorno temporaneo. Ora sono ospitati in una struttura del Comune, in attesa dei documenti che riceveranno tra martedì e giovedì dalla Questura. Molti pensano alla Francia, altri alla Germania. Pochi vogliono fermarsi in Italia. Il permesso temporaneo è l’inizio di una nuova vita: l’altra sera li avevano già accompagnati in Questura, ma solo all’ora di pranzo erano ancora al Cie in via Enrico Mattei. Nessuno di loro immaginava che sarebbe uscito in poche ore: «I miei parenti abitano vicino a Parigi, vorrei andare là», dice Alì. Per oltre due mesi sono stati chiusi al centro di identificazione ed espulsione: «Ho pagato mille euro per arrivare qua, ho fatto 25 ore di barca, sono stato un giorno a Lampedusa e da febbraio a Bologna: a saperlo prima, non mi sarei nemmeno messo in viaggio. L’Italia per me era solo una tappa intermedia», si sfoga Sem, 20 anni.SPIAZZATI i dipendenti comunali. Erano impegnati in sopralluoghi nelle strutture dismesse (la caserma Prati di Caprara; la storica Villa Aldini, gioiello aggrappato sui colli che incantarono anche Napoleone) per gli arrivi dei prossimi giorni, i primi rilasci hanno costretto il Comune a un piano d’emergenza. Il pronto soccorso sociale è entrato in funzione e la cooperativa Dolce ha allestito in meno di tre ore stanze e brandine in un dormitorio per senzatetto. In piazza Maggiore, ieri, i tunisini sono arrivati in autobus. Raccontano: «Nessuno è fuggito via, aspettiamo i documenti». Anche a Modena, dove c’è un altro Cie, i primi rilasci: ventisette, più che a Bologna. Là gli immigrati dormiranno nelle case comunali sfitte.Valerio Baroncini . Continua a leggere su: http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2011/04/10/487941-scaricati_centro_bologna_parte_treno_parigi.shtml#ixzz1J7ihJ8cQ
fonte: http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2011/04/10/487941-scaricati_centro_bologna_parte_treno_parigi.shtml Immigrati rilasciati dal CieSbarcano in piazza Maggiore Permesso temporaneo per 19 tunisini. Ora sono in via Sabatucci. Gli stranieri rilasciati dal Cie BOLOGNA, 10 APRILE 2011 - BUSSANO all’Urp. Indirizzati da qualcuno, ovvio, al Cie di via Enrico Mattei. Sbarcano in piazza Maggiore alle 14.30 o giù di lì. L’altro sbarco, a febbraio, a Lampedusa con le carrette del mare. Un giorno, poco più, nell’isola degli infiniti arrivi. Poi il trasferimento a Bologna, al Centro per l’identificazione e l’espulsione. Ieri, dopo pranzo, la sorpresa: «Siete liberi», dicono al Cie. Tecnicamente, rilasciati in attesa dei documenti che la questura sta preparando e che arriveranno martedì o giovedì. Liberi di essere liberi. Forse. Abbandonati, piuttosto: perché loro, i diciannove ragazzi che per sei mesi avranno un permesso di soggiorno e sognano la Francia e la Germania «dove c’è lavoro, mica l’Italia», han pigliato l’autobus e sono arrivati in autonomia in centro. Raccontano così, i diciannove ragazzi tunisini, lo sbarco-bis. Spiazzati i dipendenti e i dirigenti comunali. Spiazzati il commissario e il subcommissario. Nessuno li aspettava. TOC TOC, bussano all’Urp. Quindi una soluzione va presa. Pochi minuti, scatta la rete del pronto soccorso sociale. Vengono rifiutati da alcune associazioni cattoliche: «Non c’è posto». In via Lombardia fervono i lavori per la riapertura di lunedì, ma la struttura non si può utilizzare. Per la caserma di Prati di Caprara manca ancora l’ok dell’esercito (arriverà lunedì sera, forse); a Villa Aldini, l’ultima struttura emersa nel toto-siti, non è possibile programmare il trasferimento immediato. C’è ancora un sopralluogo da fare. E allora? Gli immigrati restano lì, in piazza. Finché la Coop Dolce mette una pezza e accoglie, in collaborazione col Comune, il gruppetto. Lucio e la Carla coordinano, operatori e ospiti (sì, proprio i senzatetto) si mettono al lavoro: in tre ore il dormitorio di via Sabatucci, il centro Beltrame, è pronto. Il Comune trova le brandine, il rebus accoglienza è risolto. «Siamo l’Sos Tata», scherza Pietro Segata, numero uno della cooperativa. Oggettivamente: organizzazione incredibile, «ma è il nostro lavoro, tutto qua», spiega Segata. Qualcosa, nella comunicazione Roma-Bologna, non è andato. Ma tant’è: «Abbiamo risposto all’emergenza», spiega il subcommissario Raffaele Ricciardi. LUNEDÌ ne arriveranno altri, in Comune tutti si preparano all’emergenza dopo la sorpresina del sabato pomeriggio. La conferenza metropolitana dei sindaci porrà i paletti sui siti disponibili per l’accoglienza, martedì invece la sintesi tra Prefettura e Regione. «Ma i clandestini ci sono già, da tempo. Da alcune settimane c’è un aumento di richieste di aiuto, soprattutto di maghrebini — osserva Paolo Mengoli, direttore della Caritas —. quest’emergenza è vera. Serviamo 300 pasti al giorno, un primo flusso c’è già stato» di VALERIO BARONCINI Arrivati i primi profughiin 19 alloggiano al Sabatini Dopo lo sbarco a Lampedusa il 12 febbraio ed essere stati trattenuti per 2 mesi al Cie di via Mattei, ieri hanno ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo previsto dal recente decreto e sono stati fatti uscire dal centro di identificazione e espulsionedi ELEONORA CAPELLI e CARLO GULOTTA Alloggiano al centro Beltrame di via Sabatucci i primi 19 tunisini ospitati dal Comune di Bologna dopo lo sbarco a Lampedusa il 12 febbraio. Dopo essere stati trattenuti per 2 mesi al Cie di via Mattei, con altri 6 compagni di viaggio, ieri hanno ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo (il documento gli arriverà giovedì) previsto dal recente decreto e sono stati fatti uscire dal centro di identificazione e espulsione di via Mattei. I migranti sono scesi dal bus davanti all’Urp di piazza Maggiore nel primo pomeriggio e poi verso le 17 hanno trovato alloggio nelle stanze del centro Beltrame, che erano state allestite per il piano freddo ed erano ancora attrezzate. "Sarà solo una sistemazione temporanea - dice Pietro Segata, presidente della coop Dolce che gestisce il dormitorio - anche perché la situazione del Beltrame comincia a diventare un po’ problematica. In generale, comunque, non sono molte le strutture già attrezzate per accogliere i migranti che arriveranno a Bologna". Il Comune sta ancora valutando le strutture a disposizione (in via Lombardia sono stati trasferiti i senza tetto di via Capo di Lucca mentre a Villa Aldini avrebbe dovuto trovare posto il Centro Marconi che è stato chiuso per lavori) ma Palazzo d’Accursio è soddisfatto per il primo “test”. "Siamo riusciti a sistemare questi primi 19 arrivi in poche ore - dice il sub commissario Raffaele Ricciardi - il piano per gli altri arrivi sarà presto pronto".Il piano per l’accoglienza profughi non è ancora ufficialmente operativo, ma il governatore Errani è pronto a firmare il decreto per attivare l’intera filiera della Protezione Civile della Regione, per l’individuazione dei siti: caserme dismesse, strutture del Comune e della Curia. A Bologna, già individuata nella caserma della Croce Rossa militare in via Prati di Caprara 12 un’area dove potrebbero trovare alloggio fino a 300 persone. Nel giro di quattro giorni dalla richiesta formale di accoglienza, la struttura militare sarà operativa. I primi profughi, oltre a quelli che hanno ottenuto il permesso straordinario ieri, potrebbero arrivare entro pochi giorni. Bologna dovrebbe accoglierne subito 330 e in tutto da Piacenza a Rimini sono attesi 1500 migranti, su un totale di 3700. Una parte di questi, circa 500, si trova a bordo della nave Flaminia, che oggi dovrebbe raggiungere Livorno.
estratto da: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/04/10/news/arrivati_i_primi_profughi_in_19_alloggiano_al_sabatini-14736659/
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