http://www.youtube.com/watch?v=HaiDirn5Jyk
"Mi impiccano fra pochi secondi, aiutatemi!": cosi', alle 06.00 dell’1 maggio, Delara Darabi, la pittrice iraniana condannata a morte per un omicidio commesso a 17 anni, ha informato per telefono i genitori che la stavano portando sul patibolo. Lo ha raccontato il suo avvocato, Abdolsamad Khorramshahi, aggiungendo che il padre della ragazza e' ora ricoverato in ospedale in stato di shock. Con queste scarne per quanto agghiaccianti parole, RAINEWS24 (http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116961 ) dà la notizia dell’esecuzione capitale della ventitreenne pittrice iraniana, la cui colpevolezza in ordine al reato contestatole è molto controversa. Infatti, benché ella avesse successivamente al suo arresto (all’epoca aveva appunto 17 anni) confessato l’omicidio dopo il processo di primo grado, aveva ritrattato la sua originaria confessione e aveva raccontato una nuova verità. Aveva parlato di come, con il suo gesto, avesse cercato di coprire l'allora compagno, di due anni più vecchio di lei, autore materiale dell'omicidio. Ma i giudici non si convincono e nel febbraio del 2007 la Corte suprema di Teheran, ritenendola comunque coinvolta attivamente nell'assassinio, aveva confermato la sentenza. La condanna è stata eseguita di venerdì, giorno sacro per gli islamici. L'esecuzione e' avvenuta a sorpresa ieri nel carcere di Rasht, nel nord dell'Iran, anche se il capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva annunciato il 19 aprile scorso un rinvio di due mesi dell'impiccagione per dare modo alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono avanzata dai genitori di Delara.A mettere ieri personalmente la corda intorno al collo della ragazza, scrive il quotidiano Etemad, e' stato un figlio della donna per la cui uccisione e' stata condannata, nonostante Delara avesse accettato le condizioni poste dalla famiglia della vittima per concedere il perdono che le avrebbe salvato la vita: dichiararsi colpevole e cambiare avvocato. La ragazza e' stata messa a morte senza che nemmeno il suo avvocato venisse informato, come invece vorrebbe la legge. L’Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=838372 commenta che Iran Human Rights, Amnesty International e le altre associazioni che si erano battute per la salvezza della donna avevano puntato soprattutto sulla minore età della ragazza all'epoca dei fatti, parlando di possibili violazioni della legge internazionale. L'Iran infatti ha ratificato la Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che appunto vieta la pena di morte per i minorenni. Ma di fatto ancora le indicazioni non vengono seguite. Secondo le dichiarazioni rese da Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights, Delara è il simbolo di tutti i minorenni in carcere ed “è ora che Teheran paghi le conseguenze per una violazione della convenzione sui diritti dell'infanzia che pure ha sottoscritto. L'Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano semplicemente un pezzo di carta”. La comunità internazionale deve condannare l'esecuzione di Delara Darabi, che ''ha sconvolto tutte le forze democratiche del mondo'', ha detto Maryam Rajavi, presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana. Inoltre, in Iran le ragazze raggiungono la maggiore età a nove anni! La legge iraniana è basata su una interpretazione della Sharia e prevede che un condannato a morte per omicidio possa salvarsi se i familiari della vittima concedono il perdono. Di solito ciò avviene in cambio di un risarcimento in denaro. Questo però non è avvenuto. Delara proveniva da una famiglia benestante e i suoi genitori si erano offerti di pagare il “prezzo del sangue”, l'indennizzo ai parenti della vittima. Ma la famiglia della donna uccisa non ne ha voluto sapere. L'avvocato di Delara, Abdolsamad Khoramshahi, dal quotidiano "Etemad", aveva parlato di errori nella gestione del caso da parte dei giudici. Il legale avrebbe anche raccontato di come la donna sarebbe stata drogata dal suo compagno di allora. Delara si era infatti inizialmente addossata le responsabilità per quanto accaduto. L’ANSA ha riportato poi la notizia che da BRUXELLES il 2 maggio la presidenza ceca dell'Ue ha espresso ''una forte condanna'' per l'esecuzione, ieri in Iran, della pittrice Delara Darabi. E' stata uccisa in carcere a 23 anni per un crimine commesso quando ne aveva 17. La presidenza Ue ha protestato contro l'esecuzione, giudicandola un ''atto contrario gli impegni internazionali che l'Iran ha volontariamente assunto', sollecitando il Paese ad ''evitare condanne a morte ed eliminare dal codice penale la sentenza capitale per i minori''( http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2009-05-02_102339036.html )
Quanto sopra sintetizzato è la prova dei metodi totalitari utilizzati dal regime di Teheran contro gli esseri umani, i cui diritti umani fondamentali ed inviolabili vengono quotidianamente calpestati. Nonostante l’immagine che dell’Iran cerca di fornire il Medio Oriente, l’Iran è quello che abbiamo visto capitare a questa giovanissima donna, è quello che capita alle bambine di trovarsi sposate e divorziare già all’età di nove anni; inoltre, per le donne in Iran come purtroppo del resto in altri Paesi islamici la legge islamica fa “dono” della pena esclusivamente loro destinata della lapidazione (dei cui metodi di realizzazione ho parlato nel mio precedente articolo http://pietrobertiimola.blogspot.com/2009/04/il-senso-della-democrazia.html ). Questo scempio praticato contro gli esseri umani specie se persone di libero pensiero e contro le donne in particolare deve finire e la comunità internazionale, l’ONU, tutti gli organismi internazionali devono attivarsi per impedire che tali assassinii possano proseguire ad essere perpetrati in modo indisturbato. La vita umana è sacra ed essa va protetta e tutelata ovunque nel mondo, senza alcuna distinzione. Possiamo solo augurarci che si possa impedire la prossima esecuzione in Iran, ma purtroppo i dati ci confermano che nel 2009 l’Iran è al primo posto nel mondo con le sue quasi 200 esecuzioni dall’inizio di quest’anno.
"Mi impiccano fra pochi secondi, aiutatemi!": cosi', alle 06.00 dell’1 maggio, Delara Darabi, la pittrice iraniana condannata a morte per un omicidio commesso a 17 anni, ha informato per telefono i genitori che la stavano portando sul patibolo. Lo ha raccontato il suo avvocato, Abdolsamad Khorramshahi, aggiungendo che il padre della ragazza e' ora ricoverato in ospedale in stato di shock. Con queste scarne per quanto agghiaccianti parole, RAINEWS24 (http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116961 ) dà la notizia dell’esecuzione capitale della ventitreenne pittrice iraniana, la cui colpevolezza in ordine al reato contestatole è molto controversa. Infatti, benché ella avesse successivamente al suo arresto (all’epoca aveva appunto 17 anni) confessato l’omicidio dopo il processo di primo grado, aveva ritrattato la sua originaria confessione e aveva raccontato una nuova verità. Aveva parlato di come, con il suo gesto, avesse cercato di coprire l'allora compagno, di due anni più vecchio di lei, autore materiale dell'omicidio. Ma i giudici non si convincono e nel febbraio del 2007 la Corte suprema di Teheran, ritenendola comunque coinvolta attivamente nell'assassinio, aveva confermato la sentenza. La condanna è stata eseguita di venerdì, giorno sacro per gli islamici. L'esecuzione e' avvenuta a sorpresa ieri nel carcere di Rasht, nel nord dell'Iran, anche se il capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva annunciato il 19 aprile scorso un rinvio di due mesi dell'impiccagione per dare modo alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono avanzata dai genitori di Delara.A mettere ieri personalmente la corda intorno al collo della ragazza, scrive il quotidiano Etemad, e' stato un figlio della donna per la cui uccisione e' stata condannata, nonostante Delara avesse accettato le condizioni poste dalla famiglia della vittima per concedere il perdono che le avrebbe salvato la vita: dichiararsi colpevole e cambiare avvocato. La ragazza e' stata messa a morte senza che nemmeno il suo avvocato venisse informato, come invece vorrebbe la legge. L’Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=838372 commenta che Iran Human Rights, Amnesty International e le altre associazioni che si erano battute per la salvezza della donna avevano puntato soprattutto sulla minore età della ragazza all'epoca dei fatti, parlando di possibili violazioni della legge internazionale. L'Iran infatti ha ratificato la Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che appunto vieta la pena di morte per i minorenni. Ma di fatto ancora le indicazioni non vengono seguite. Secondo le dichiarazioni rese da Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights, Delara è il simbolo di tutti i minorenni in carcere ed “è ora che Teheran paghi le conseguenze per una violazione della convenzione sui diritti dell'infanzia che pure ha sottoscritto. L'Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano semplicemente un pezzo di carta”. La comunità internazionale deve condannare l'esecuzione di Delara Darabi, che ''ha sconvolto tutte le forze democratiche del mondo'', ha detto Maryam Rajavi, presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana. Inoltre, in Iran le ragazze raggiungono la maggiore età a nove anni! La legge iraniana è basata su una interpretazione della Sharia e prevede che un condannato a morte per omicidio possa salvarsi se i familiari della vittima concedono il perdono. Di solito ciò avviene in cambio di un risarcimento in denaro. Questo però non è avvenuto. Delara proveniva da una famiglia benestante e i suoi genitori si erano offerti di pagare il “prezzo del sangue”, l'indennizzo ai parenti della vittima. Ma la famiglia della donna uccisa non ne ha voluto sapere. L'avvocato di Delara, Abdolsamad Khoramshahi, dal quotidiano "Etemad", aveva parlato di errori nella gestione del caso da parte dei giudici. Il legale avrebbe anche raccontato di come la donna sarebbe stata drogata dal suo compagno di allora. Delara si era infatti inizialmente addossata le responsabilità per quanto accaduto. L’ANSA ha riportato poi la notizia che da BRUXELLES il 2 maggio la presidenza ceca dell'Ue ha espresso ''una forte condanna'' per l'esecuzione, ieri in Iran, della pittrice Delara Darabi. E' stata uccisa in carcere a 23 anni per un crimine commesso quando ne aveva 17. La presidenza Ue ha protestato contro l'esecuzione, giudicandola un ''atto contrario gli impegni internazionali che l'Iran ha volontariamente assunto', sollecitando il Paese ad ''evitare condanne a morte ed eliminare dal codice penale la sentenza capitale per i minori''( http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2009-05-02_102339036.html )
Quanto sopra sintetizzato è la prova dei metodi totalitari utilizzati dal regime di Teheran contro gli esseri umani, i cui diritti umani fondamentali ed inviolabili vengono quotidianamente calpestati. Nonostante l’immagine che dell’Iran cerca di fornire il Medio Oriente, l’Iran è quello che abbiamo visto capitare a questa giovanissima donna, è quello che capita alle bambine di trovarsi sposate e divorziare già all’età di nove anni; inoltre, per le donne in Iran come purtroppo del resto in altri Paesi islamici la legge islamica fa “dono” della pena esclusivamente loro destinata della lapidazione (dei cui metodi di realizzazione ho parlato nel mio precedente articolo http://pietrobertiimola.blogspot.com/2009/04/il-senso-della-democrazia.html ). Questo scempio praticato contro gli esseri umani specie se persone di libero pensiero e contro le donne in particolare deve finire e la comunità internazionale, l’ONU, tutti gli organismi internazionali devono attivarsi per impedire che tali assassinii possano proseguire ad essere perpetrati in modo indisturbato. La vita umana è sacra ed essa va protetta e tutelata ovunque nel mondo, senza alcuna distinzione. Possiamo solo augurarci che si possa impedire la prossima esecuzione in Iran, ma purtroppo i dati ci confermano che nel 2009 l’Iran è al primo posto nel mondo con le sue quasi 200 esecuzioni dall’inizio di quest’anno.
mi complimento per le sue prese di posizione su temi così difficili. sandra F., Bo
RispondiEliminavedo che lei si occupa di temi molto importanti ed al contempo è stato anche candidato per le provinciali. io abito a Bologna, nel quartiere S. Donato che dalle amministrazioni di sinistra è stato trasformato nel ricettacolo di tutti i problemi che la Bologna bene non vuole vedere. mi farebbe piacere che si possa parlare delle condizioni in cui si trovano i quartieri che la politica fino ad ora a Bologna ha abbandonato. siamo soli. è necessario che qualcuno si occupi di noi.
RispondiEliminal'Iran prosegue indisturbato nelle sue attività contrarie ai diritti umani e contrarie al diritto internazionale. E' giusto parlare dei crimini di questi paesi e continuare a denunciare. non si può lasciarli fare indisturbati. i diritti umani devono essere tutelati. roberto t. bologna
RispondiEliminaè giusto quello che stai dicendo. io lo condivido. hai le idee chiare e le affermi. è una qualità rara in un politico. giulio s. s lazzaro bo
RispondiEliminaapprezzo la tua battaglia per la tutela dei diritti umani e anche la tua attenzione alle disumane violazioni perpetrate quotidianamente nei confronti delle donne nel mondo. guia v, casalecchio di reno,bo
RispondiEliminala lotta per la tutela dei diritti umani nel mondo non deve prevedere tregua. mai abbassare la guardia. la denuncia della violazione dei diritti umani è un passo doveroso. silvano d. f. toscanella bo
RispondiEliminapena di morte.tortura.retaggi di un passato che ,noi tutti,si credeva dimenticato.purtroppo,non e cosi.si tortura e si uccide,nei paesi,come iran,cina,afghanistan,yemen,iraq,come se nulla fosse.l occidente non fa nulla.forse ha paura,forse teme la corea del nord.oppure,semplicemente se ne frega,considerando il tutto,una questione di politica interna.necessario muoversi.sanzionare economicamente,gli autori di queste atrocita.se non basta anche diplomaticamente.paolo savioli mordano,bo.
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