Pietro Berti

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Anchorage

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giovedì 17 marzo 2011

"Pronti a bombardare Gheddafi"




LA MOSSA DELLA DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE
"Pronti a bombardare Gheddafi"Via libera Onu ai raid sulla Libia




Sì alla risoluzione dell'Onu in difesa dei civili: "No fly zone".Il raiss offre il cessate il fuoco.E a Bengasi i ribelli festeggiano
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 1973 che impone una no fly zone sui cieli della Libia e prevede «tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile», tranne un’ invasione di terra. Conto alla rovescia per il blitzLo stop agli aerei di Gheddafi, secondo la Francia, potrebbe essere messo in atto nel giro di poche ore, forse già nelle prossime ore. La Bbc ha riferito che non è escluso «entro oggi, venerdì» un intervento dell’aviazione britannica. Il testo è stato approvato con il voto favorevole di dieci Paesi: Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, entrambe con diritto di veto, oltre a Germania, Brasile e India. Il via libera dei Paesi arabiÈ stato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, a presentare in Consiglio la risoluzione che impone la no fly zone. In funzione del documento approvato, il via libera alla zona di non sorvolo sulla Libia potrebbe scattare già nella notte. La Francia ha reso noto al Palazzo di Vetro che «diversi Paesi arabi parteciperanno alla no fly zone». Secondo indiscrezioni, la partecipazione araba alla no fly zone potrebbe arrivare da Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Eau), Egitto e Giordania. Il testo, appoggiato anche dalle delegazioni di Londra, Washington e Beirut (a nome della Lega Araba), ha ottenuto un voto in più dei nove previsti prima della riunione del Consiglio. Ha votato a favore anche il Portogallo, mentre la Germania è stata l’unico dei Paesi europei votanti ad astenersi.A Bengasi la folla nelle strade festeggia il sì dell'OnuNel momento stesso in cui la risoluzione è stata approvata, migliaia di persone hanno festeggiato in piazza a Bengasi, davanti alla sede del Consiglio nazionale transitorio (Cnt), il governo degli insorti, nonostante pochi minuti prima fossero state udite tre forti esplosioni e fosse subito entrata in azione la contraerea dei ribelli. Il nuovo testo esclude la possibilità di avere in Libia una «forza occupante», ma contemplare l’uso di «tutte le misure necessarie» per la protezione dei civili. Compreso un intervento militare aereo. Queste misure prevedono in maniera esplicita l’istituzione della no fly zone, ma secondo alcuni diplomatici del Palazzo di Vetro potrebbero aprire la strada anche ad altre operazioni terrestri. «È questione di giorni, se non di ore», aveva detto il ministro francese Juppè, chiedendo il voto favorevole del Consiglio. «Dobbiamo agire subito per fermare Gheddafi, sperando che non sia già troppo tardi». Nella città degli insorti corsa contro il tempo per evitare il bagno di sanguePer effetto della risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, vengono bloccate una serie di entità finanziare libiche come la Central Bank of Libya, la Libyan Investment Authority, la Libyan Foreign Bank, oltre che la Libyan National Oil Company. Inoltre tutti i voli di tipo commerciale da e per la Libia sono da ora vietati, esattamente come quelli militari, in modo da fermare l’afflusso di denaro nelle casse del Colonnello o l’arrivo di nuovi mercenari. In un discorso rivolto in particolare agli abitanti di Bengasi, la roccaforte dei rivoltosi nella Cirenaica, Gheddafi ha annunciato che la sua aviazione attaccherà stanotte: «Preparatevi, stiamo arrivando» ha detto il Colonnello, in un messaggio audio diffuso dalla tv libica. Gheddafi ha lanciato l'ultimo appello: «Chi consegnerà le armi e si darà alla fuga non dovrà temere - ha dichiarato - non sarà perseguito». A Bengasi però gli insorti hanno promesso battaglia e subito dopo il via libera dell'Onu all'intervento militare sono scesi in strada per festeggiare con canti e grida di giubilo. Tripoli: se attaccati colpiremo aerei e navi civili nel MediterraneoIntanto arriva la prima reazione del regime libico al voto con cui le Nazioni Unite hanno deciso di attuare una serie di misure per proteggere la popolazione libica: la risoluzione votata questa sera dall’Onu «mette a rischio l’unità del paese». Il vice-ministro degli Esteri libico Khaled Kaaim ha detto in una conferenza stampa a Tripoli che il suo governo è pronto a osservare un cessate il fuoco ma che resta in attesa di dettagli tecnici dopo la risoluzione sul cessate il fuoco approvata dal Consiglio di sicurezza del’Onu. «Speriamo che l’Italia si tenga fuori da questa iniziativa», ha aggiunto commentando la disponibilità del governo italiano a consentire l’utilizzo delle basi sul territorio italiano per la no-fly zone. Il Ministero della Difesa, in caso di intervento militare estero nel Paese, ha minacciato di attaccare il traffico aereo e marittimo sul Mediterraneo: «Ogni operazione militare estera contro la Libia metterà a rischio tutto il traffico aereo e marittimo nel Mediterraneo, e ogni mezzo mobile civile o militare sarà obbiettivo di una controffensiva libica», ha dichiarato un portavoce del governo. Vertice di governo, arriva anche NapolitanoIl presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è unito al vertice informale convocato dal premier Silvio Berlusconi con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ed è stato informato degli ultimi eventi relativi alla Libia dal premier. L’incontro, riferiscono fonti governative, è stato informale e si è tenuto in una sala del teatro dell’opera al termine della rappresentazione del Nabucco per i 150 anni dell’unità d’Italia. Il capo dello Stato, riferiscono le stesse fonti, ha raggiunto i membri del governo che lo hanno prontamente ragguagliato su quanto sta avvenendo. «Abbiamo avuto in tempo reale notizia» della risoluzione Onu sulla No fly zone in Libia, «anzi avevamo già prima l’orientamento, e dopo abbiamo svolto una riunione informale in cui abbiamo discusso delle conseguenze di questa risoluzione», ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, all’uscita del teatro dell’Opera, ai cronisti che lo interpellano sul vertice che si è tenuto al termine dell’esecuzione del Nabucco. «Alla fine dell’opera è stato informato il presidente della Repubblica - racconta lo stesso ministro - che si è intrattenuto con il presidente del Consiglio per apprendere tutte le informazioni ed esaminare la situazione». Di più La Russa non ha voluto aggiungere: «E' tutto quello che ho da dirvi».
estratto da: http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/393807/

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