BOLOGNA: RAID NOTTURNO IN VIA SAN DONATO
Rogo in strada e banche danneggiateLa polizia arresta due anarchici
Copertoni in fiamme, bancomat imbrattati e vetrine di due banche danneggiate. E' il bilancio di una notte di atti vandalici di un gruppo, con ogni probabilita’ vicino al circolo Fuoriluogo. I due sono stati arrestati con le accuse di danneggiamento aggravato in concorso, danneggiamento seguito da incendio, imbrattamento e deturpamento. Sono entrambi noti alla Digos
Rogo in strada e banche danneggiateLa polizia arresta due anarchici
Copertoni in fiamme, bancomat imbrattati e vetrine di due banche danneggiate. E' il bilancio di una notte di atti vandalici di un gruppo, con ogni probabilita’ vicino al circolo Fuoriluogo. I due sono stati arrestati con le accuse di danneggiamento aggravato in concorso, danneggiamento seguito da incendio, imbrattamento e deturpamento. Sono entrambi noti alla Digos
Bologna, 11 luglio 2009 - “Bloccare quando meno se l’aspett”. Queste la frase, evidentemente incompleta, che si puo’ leggere sull’asfalto di via San Donato nel punto in cui questa notte e’ stata incendiata una fila di pneumatici e sono state danneggiate le vetrine di due banche. Pochi metri piu’ in la’, sempre sull’asfalto, la “A” cerchiata simbolo dell’anarchia. Sulla carreggiata le tracce del rogo sono ancora visibili, cosi’ come i danneggiamenti alle banche. Quattro vetrine Unicredit crepate sul lato che da’ su via Gherardi e un’altra, quella dell’ingresso su via San Donato, anche imbrattata di vernice nera cosi’ come il bancomat. Due le vetrine danneggiate alla vicina filiale Carisbo. Sui muri intorno, tra cui quello del cortiletto della Carisbo, diverse scritte “Nicu libero”.
Ovvero Roman Nikusor, anarchico del circolo Fuoriluogo arrestato il 26 maggio per aver resistito ad un controllo della Digos e condannato in direttissima a sei mesi di carcere. Da allora il suo nome e’ finito sui muri di mezza citta’ e al centro di diverse iniziative di solidarieta’. Alcune di quelle intorno al luogo del raid di questa notte sono sicuramente vecchie di giorni, altre sono piu’ recenti. A firmarle sempre la “A” cerchiata, in alcuni casi in versione piu’ articolata: il cerchio diventa infatti la sagoma di una bomba con la miccia accesa. Poco distante, sul muro che costeggia il circolo San Donato del Pd, la scritta “L’Onda non si arresta”. Ma in questo caso il simbolo utilizzato (una saetta cerchiata) non e’ riconducibile all’area anarchica.
Ovvero Roman Nikusor, anarchico del circolo Fuoriluogo arrestato il 26 maggio per aver resistito ad un controllo della Digos e condannato in direttissima a sei mesi di carcere. Da allora il suo nome e’ finito sui muri di mezza citta’ e al centro di diverse iniziative di solidarieta’. Alcune di quelle intorno al luogo del raid di questa notte sono sicuramente vecchie di giorni, altre sono piu’ recenti. A firmarle sempre la “A” cerchiata, in alcuni casi in versione piu’ articolata: il cerchio diventa infatti la sagoma di una bomba con la miccia accesa. Poco distante, sul muro che costeggia il circolo San Donato del Pd, la scritta “L’Onda non si arresta”. Ma in questo caso il simbolo utilizzato (una saetta cerchiata) non e’ riconducibile all’area anarchica.
Nel frattempo la Procura di Bologna ha gia’ chiesto la convalida dell’arresto dei due ragazzi fermati questa notte subito dopo l’azione in San Donato (Mattia De Santis, 22enne originario di Ascoli Piceno, e Robert Ferro, 23enne di Bolzano), accusati di danneggiamento aggravato in concorso, danneggiamento seguito da incendio, imbrattamento e deturpamento. In piazza Trento e Trieste si conferma che il raid notturno ha prodotto una situazione di pericolo, con fiamme alte due metri che impedivano la circolazione su via San Donato. Le iniziative in solidarieta’ a Nikusor, intanto, si spostano da Bologna al carcere di Sollicciano, in provincia di Firenze, dove l’anarchico e’ stato trasferito. Un volantino a firma di “anarchici bolognesi”, infatti, e’ comparso qualche giorno fa sui muri della zona universitaria per promuovere domani un presidio a Sollicciano con “musica e microfono aperto per salutare i detenuti, contro il carcere e in solidarieta’ a Nicu”. Lo stesso manifesto pubblicizza il presidio svolto giovedi’ alla Dozza contro l’arresto degli studenti dell’Onda, e la scritta “La solidarieta’ e’ un’arma, puntiamola contro il nemico” circonda l’immagine di fiamme che si levano dalla finestra di un carcere. Nel testo si invita a “difendere assieme ai compagni le pratiche per le quali sono stati arrestati”, perche’ “diversificare ed allargare la solidarieta’ e’ il modo migliore per rilanciare le lotte”.
A Sollicciano, pero’, Nikusor verra’ raggiunto anche da una richiesta di rinvio a giudizio per un presidio svolto il 3 marzo scorso sotto il Cie di via Mattei. Dieci attivisti di Fuoriluogo sono accusati di manifestazione non autorizzata, Nikusor e un altro anche di imbrattamento (per aver tracciato alcune scritte sui muri del Cie) e violenza privata, in quanto spintono’ e minaccio’ un fotografo.
A Sollicciano, pero’, Nikusor verra’ raggiunto anche da una richiesta di rinvio a giudizio per un presidio svolto il 3 marzo scorso sotto il Cie di via Mattei. Dieci attivisti di Fuoriluogo sono accusati di manifestazione non autorizzata, Nikusor e un altro anche di imbrattamento (per aver tracciato alcune scritte sui muri del Cie) e violenza privata, in quanto spintono’ e minaccio’ un fotografo.
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