Al Sud è boom di emigrati per lavoro Il Capo dello Stato: "Superare i divari"
Il rapporto Svimez: riparte la fugadal Meridione, nel 2008 122 mila persone si sono trasferite al Nord
dal sito web http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200907articoli/45574girata.asp dove è reperibile l'articolo in versione integrale.
ROMA Regioni dalle quali in 11 anni sono partite 700mila persone per lavorare altrove, sempre più povere di laureati e dove aumenta l’esercito degli "scoraggiati", coloro che ormai un’occupazione non la cercano neanche più. Questa la condizione del Sud Italia, così come è descritta dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno, che fotografa un Meridione in recessione, colpito particolarmente dalla crisi nel settore industriale (dove il Pil ha registrato un -3,8%), che da sette anni consecutivi cresce meno del centro-nord, cosa mai avvenuta dal dopoguerra ad oggi. Il Sud diventa sempre più un’area periferica per chi vuole lavorare: tra il 1997 e il 2008 sono circa 700mila persone che sono andate via, a tutto vantaggio di «un Centro-Nord che attira e smista flussi al suo interno», mentre il Mezzogiorno «espelle giovani e manodopera, senza rimpiazzarla con pensionati, stranieri o individui provenienti da altre regioni». Nel 2008 le regioni meridionali hanno perso oltre 122mila residenti a favore delle regioni del Centro-Nord a fronte di un rientro di circa 60mila persone, con oltre l’87% delle partenze ha origine in tre regioni: Campania, Puglia, Sicilia. Si aggrava anche la fuga dei cervelli: nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni più tardi la percentuale è balzata a quasi il 38%. Senza contare il fenomeno dei pendolari di lungo raggio, vale a dire i circa 173mila che vivono al Sud ma lavorano altrove e tornano a casa per il weekend o un paio di volte al mese.
ROMA Regioni dalle quali in 11 anni sono partite 700mila persone per lavorare altrove, sempre più povere di laureati e dove aumenta l’esercito degli "scoraggiati", coloro che ormai un’occupazione non la cercano neanche più. Questa la condizione del Sud Italia, così come è descritta dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno, che fotografa un Meridione in recessione, colpito particolarmente dalla crisi nel settore industriale (dove il Pil ha registrato un -3,8%), che da sette anni consecutivi cresce meno del centro-nord, cosa mai avvenuta dal dopoguerra ad oggi. Il Sud diventa sempre più un’area periferica per chi vuole lavorare: tra il 1997 e il 2008 sono circa 700mila persone che sono andate via, a tutto vantaggio di «un Centro-Nord che attira e smista flussi al suo interno», mentre il Mezzogiorno «espelle giovani e manodopera, senza rimpiazzarla con pensionati, stranieri o individui provenienti da altre regioni». Nel 2008 le regioni meridionali hanno perso oltre 122mila residenti a favore delle regioni del Centro-Nord a fronte di un rientro di circa 60mila persone, con oltre l’87% delle partenze ha origine in tre regioni: Campania, Puglia, Sicilia. Si aggrava anche la fuga dei cervelli: nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni più tardi la percentuale è balzata a quasi il 38%. Senza contare il fenomeno dei pendolari di lungo raggio, vale a dire i circa 173mila che vivono al Sud ma lavorano altrove e tornano a casa per il weekend o un paio di volte al mese.
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