Venere ha un passato violento
Terremoti ed eruzioni vulcaniche provocati dalla deriva dei continenti, su un oceano che non c'è più
dal sito web http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/spacenews/grubrica.asp?ID_blog=276&ID_articolo=11&ID_sezione=633&sezione=Space%20News
Un tempo, forse centinaia di milioni di anni fa, la terra su Venere tremava violentemente. Terremoti ed eruzioni vulcaniche erano all’ordine del giorno come risultato dello scontro di placche tettoniche galleggianti sopra un oceano di acqua. Sarebbe stato infatti un processo analogo alla deriva dei continenti avvenuta sulla Terra quello da cui avrebbero avuto origine gli altipiani rocciosi del nostro gemello nel Sistema Solare. È l’affascinante ipotesi che prende corpo dopo che la sonda Venus Express dell’ESA ha completato la prima mappa dell’emisfero sud di Venere. Alla luce di questa scoperta, quel puntino che brilla nel cielo notturno appare ancora più simile al nostro pianeta, non solo per le dimensioni e la composizione solida, ma anche per il suo passato geologico.
La mappa di Venere (nell'immagine sotto) è stata ottenuta combinando insieme migliaia di singole immagini scattate grazie allo spettrometro VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer), una telecamera a infrarossi in gran parte ideata e realizzata in Italia da ricercatori dell'INAF e dalla Società Galileo Avionica per conto dell'Agenzia Spaziale Italiana. La coltre di nubi che avvolge il pianeta impedisce ai normali strumenti ottici di fotografare il suolo di Venere, mentre VIRTIS è in grado di “bucare” il micidiale e irreversibile effetto serra che rende il pianeta così caldo e inospitale per la vita.
I dati raccolti attraverso lo spettrografo permettono di studiare la composizione chimica delle rocce in maniera molto più raffinata di quanto consentissero in passato i sistemi di osservazione radar. E da queste prime analisi tutto lascia pensare agli scienziati che le formazioni montuose dei plateau di Phoebe e Alpha Regio si siano innalzate in seguito alla collisione di placche contigue.
Dall’intensità delle emissioni infrarosse, una misura della temperatura del terreno, sulla mappa è possibile notare che gli altipiani hanno un colore più chiaro e sono più antichi rispetto al resto della superficie. Sulla Terra solitamente queste formazioni rocciose sono fatte di granito, un materiale che si forma quando le antiche rocce, composte di basalto, intrudono nel terreno a causa spostamento dei continenti. Quando l’acqua si combina con il basalto forma il granito, che poi fuoriesce dalle viscere della terra attraverso le eruzioni vulcaniche.
“Se ci fosse granito su Venere, allora significherebbe che un tempo c’è stato un oceano e che si è verificato il fenomeno della tettonica a placche”, ha detto Nils Müller, ricercatore del Joint Planetary Interior Physics della University Münster che ha capitanato la mappatura. “L’unico modo per avere la certezza che si tratta di altipiani continentali è inviare laggiù una sonda”. Se mai c’è stata, oggi comunque l’acqua su Venere non c’è più. Potrebbe però essere rimasta ancora un’attività vulcanica, anche se finora Venus Express non ha registrato scosse sismiche.Notizia a cura di A.S.I. - Agenzia Spaziale Italia
La mappa di Venere (nell'immagine sotto) è stata ottenuta combinando insieme migliaia di singole immagini scattate grazie allo spettrometro VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer), una telecamera a infrarossi in gran parte ideata e realizzata in Italia da ricercatori dell'INAF e dalla Società Galileo Avionica per conto dell'Agenzia Spaziale Italiana. La coltre di nubi che avvolge il pianeta impedisce ai normali strumenti ottici di fotografare il suolo di Venere, mentre VIRTIS è in grado di “bucare” il micidiale e irreversibile effetto serra che rende il pianeta così caldo e inospitale per la vita.
I dati raccolti attraverso lo spettrografo permettono di studiare la composizione chimica delle rocce in maniera molto più raffinata di quanto consentissero in passato i sistemi di osservazione radar. E da queste prime analisi tutto lascia pensare agli scienziati che le formazioni montuose dei plateau di Phoebe e Alpha Regio si siano innalzate in seguito alla collisione di placche contigue.
Dall’intensità delle emissioni infrarosse, una misura della temperatura del terreno, sulla mappa è possibile notare che gli altipiani hanno un colore più chiaro e sono più antichi rispetto al resto della superficie. Sulla Terra solitamente queste formazioni rocciose sono fatte di granito, un materiale che si forma quando le antiche rocce, composte di basalto, intrudono nel terreno a causa spostamento dei continenti. Quando l’acqua si combina con il basalto forma il granito, che poi fuoriesce dalle viscere della terra attraverso le eruzioni vulcaniche.
“Se ci fosse granito su Venere, allora significherebbe che un tempo c’è stato un oceano e che si è verificato il fenomeno della tettonica a placche”, ha detto Nils Müller, ricercatore del Joint Planetary Interior Physics della University Münster che ha capitanato la mappatura. “L’unico modo per avere la certezza che si tratta di altipiani continentali è inviare laggiù una sonda”. Se mai c’è stata, oggi comunque l’acqua su Venere non c’è più. Potrebbe però essere rimasta ancora un’attività vulcanica, anche se finora Venus Express non ha registrato scosse sismiche.Notizia a cura di A.S.I. - Agenzia Spaziale Italia
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