La Moto Laverda è una casa motociclistica italiana fondata a Breganze nel 1949.
Indice[nascondi]
1 Storia
2 Produzione
3 L'ultima gamma
4 Note
5 Altri progetti
6 Bibliografia
7 Collegamenti esterni
Storia[modifica]
L'idea di costruire motocicli venne a Francesco Laverda, dottore in fisica e direttore tecnico della già importante azienda di famiglia.
Vista la grande richiesta di veicoli per il trasporto personale, creatasi nel secondo dopoguerra, nel 1947 decise di realizzare un motociclo adatto alle esigenze dell'epoca. Il lavoro di progettazione e sviluppo venne effettuato, nei ritagli di tempo libero, in coppia con il tecnico Luciano Zen, riuscendo costruire il prototipo funzionante. Si trattava di una motoleggera con telaio in lamiera stampata e motore a 4 tempi che rispondeva pienamente alle qualità di economia costruttiva e di gestione, prefigurate dall'ideatore.
Francesco Laverda dovette superare l'iniziale ostilità dei fratelli, i quali guardavano con diffidenza alla possibilità di impegnare l'azienda in un campo produttivo tanto diverso dalle macchine agricole, per finalmente fondare la "S.A.S Dottor Francesco Laverda & Fratelli", il 13 ottobre 1949.
Il primo modello fu la Laverda 75, presentata nel 1950 e prodotta a partire dall'anno seguente. La produzione si è limitata a motocicli di piccola cilindrata e scooter fino a circa metà degli anni sessanta.
Nel 1964 Massimo Laverda, figlio del fondatore, decide di sviluppare moto di grossa cilindrata e presenta due anni dopo la Laverda 650 cc, cui seguirà l'anno successivo la 750 cc che otterrà un notevole successo commerciale.
Una Laverda 750SF
È del 1970 la Laverda SF 750 che verrà prodotta fino al 1975 insieme alla versione Competizione denominata 750 SFC, plurivittoriosa nelle gare riservate alle moto di serie e nelle gare di durata.
All'inizio degli anni 70 nasce anche una serie di maxi moto di cilindrata 1000 cc o 1200 cc che giungerà fino alla fine degli anni ottanta. Da segnalare le serie Jota (soprattutto nelle raffinate versioni bicolore) e 3CL a tre cilindri.
Indimenticabile la Laverda 6 cilindri: due soli esemplari prodotti, ma che in gara ha dimostrato prestazioni eccezionali. Motore a V longitudinale, 6 cilindri, progetto modulare (per ricavarne V2, V4, 3 in linea) di scuola Maserati, che con il pilota Nico Cereghini ha fatto sperare gli appassionati in una rinascita del marchio.
Ha suscitato ammirazione il modello RGS1000 (1981), forte di un'estetica avveniristica per il periodo, con soluzioni originali come le pedane regolabili (dispositivi brevettato), ed il tappo del serbatoio nel cupolone). In seguito sono state derivate le versioni RGA e Jota. Purtroppo il motore (qui in versione con fasatura a 120 gradi) non poteva reggere la concorrenza in termini prestazionali.
Le versioni sportive delle moto Laverda sono state sempre contraddistinte dal colore arancio, divenuto nel tempo un marchio di fabbrica.
Le cilindrate inferiori di 350cc e 500cc non vengono comunque abbandonate ed affiancano i modelli di più elevata cilindrata. Vengono addirittura prodotte due ruote di piccole cilindrate che ottengono un lusinghiero successo di vendite come la serie delle Laverda LZ.
Un motociclo Laverda
Negli anni novanta Laverda non trova più spazi sul mercato e scompare per poi riapparire dopo poco tempo con modelli come la Ghost e la Strike in cilindrata 668cc, dotate rispettivamente di telaio a traliccio e telaio scatolato, la Strike e il modello S nella cilindrata 750 entrambe con telaio scatolato, a queste si aggiungevano delle versioni ancor più esclusive come la "Legend" la "Cafè racer" e la "Black strike", oltre al modello "Formula", il più sportivo in tutta la gamma che partecipò anche a qualche gara in Inghilterra nella Superstock con il team Alto Performance Racing.
Nonostante la componentistica di altissimo livello: freni Brembo, cerchi forgiati Marchesini, sospensioni Paioli, non riusciranno però a fare breccia nei cuori degli appassionati portando ad una nuova chiusura della produzione, schiacciata da quella nipponica e da quella sempre più emergente della Ducati.
Acquisita nel 2000 dall'Aprilia, è stata travolta dalle difficoltà finanziarie di quest'ultima. Attualmente, come tutto il gruppo Aprilia che comprende anche Moto Guzzi, è di proprietà del Gruppo Piaggio.
I capitali necessari a risanare la Piaggio stessa, la Moto Guzzi e l'Aprilia hanno costretto la proprietà a sacrificare questo storico Marchio, che quindi nel 2006 ha dovuto sospendere ogni attività.
L'ultima motocicletta prodotta è stata la SFC1000 (dotata del motore bicilindrico a V di Aprilia e prodotta in serie limitata)[1]. Negli ultimi anni Laverda commercializzava anche una serie di scooter e quad di importazione.
Massimo Laverda, uomo fondamentale per il marchio e per i suoi successi, è morto il 26 ottobre 2005 per arresto cardiaco.
Produzione[modifica]
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Modelli storici dalla Moto Laverda
Ciclomotori
4T Turismo (1958-1961)
4T Sport (1958-1961)
LZ 50 (1981-1984)
Gaucho 50 (1990-1993)
Motoleggere
75 S (1950-1954)
100 (1955-1960)
125 (1966-1969)
LZ 125 (1978-1983)
LB 125 (1984-1985)
Lesmo 125 (1985-1986)
CU Ride 125 (1986-1990)
Toledo 125 (19??-19??)
LZ 175 (1978-19??)
Laverda 150 American Eagle Renegade (1969-1970)
200 (1962-1967)
Motopesanti
350 (1977-1981)
500 (1977-1983)
650 (1968-1969)
668 (1995-2001)
750 GT (1969-1976)
750 S (1969-1970)
750 SF (1970-1978)
750 SFC (1971-1976)
750 (1997-2001)
1000 3C (1972-1977)
1000 Jota (1976-1983)
1000 RGS (1982-1986)
1000 RGA (1984-1986)
1000 SFC (1985-1986)
1200 T (1978-1981)
1200 TS (1979-1982)
Fuoristrada
Atlas 50 (1986-1990)
125 Trail (1966-1969)
125 LH (1975-1979)
125 Regolarità (1977-1980)
250 Chott (1974-1976)
250 2TR (1975-1979)
Atlas 600 (1986-1990)
Scooter
50 Mini (1959-1962)
60 Mini (1962-1965)
Phoenix 125 (19??-19??)
Phoenix 150 (19??-19??)
Phoenix 200 (19??-19??)
Competizione
1000 V6
Prototipi
350 GS Lesmo (1985)
L'ultima gamma[modifica]
Motociclette
SFC1000 (in tiratura limitata)
Quad
Quasar
Quasar 4x4
MiniQuasar
Scooter
Phoenix
Note[modifica]
^ Presentazione su motorsport della SFC1000
Altri progetti[modifica]
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Moto Laverda
Bibliografia[modifica]
Storia di una passione. Moto Laverda 1947-1997 di Tamiello Bruno - Palma Paolo - ISBN 88-86650-07-8
Collegamenti esterni[modifica]
Sito gestito dai discendenti della dinastia Laverda
Sito non ufficiale di appassionati italiani
Museo Laverda olandese
Storia della Moto Laverda
estratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Moto_Laverda
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