Pietro Berti

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Anchorage

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mercoledì 2 marzo 2011

Agorafobia


Il termine Agorafobia deriva dalla parola greca Agorà che significa piazza; infatti, i primi utilizzi della parola in psicologia e psichiatria si rivolgevano a persone che avevano paura di recarsi in posti affollati. In realtà, i pazienti con Agorafobia temono le situazioni in cui è difficile scappare o ricevere soccorso; di conseguenza, essi evitano tali luoghi al fine di controllare l’ansia legata alla prefigurazione di una nuova crisi di panico. Infatti, nella maggior parte dei casi, l’Agorafobia è un problema che emerge secondariamente all’insorgenza di attacchi di panico o crisi d’ansia minori; si instaura quando il soggetto comincia ad evitare sistematicamente tutti i luoghi, le situazioni ed i contesti nei quali ci potrebbero essere ostacoli alla possibilità di essere aiutati. Tra le situazioni che più frequentemente vengono evitate si riscontrano: uscire da soli o stare a casa da soli; guidare o viaggiare in automobile; frequentare luoghi affollati come mercati o concerti; prendere l’autobus o l’aeroplano; essere su un ponte o in ascensore. Quando questi evitamenti iniziano a compromettere le attività quotidiane ed il funzionamento socio-lavorativo della persona allora si parla di Agorafobia. Talvolta, il problema è più difficile da individuare perché il soggetto non evita certe situazioni temute ma diviene incapace di affrontarle senza l’assistenza di una persona di fiducia.L’Agorafobia può essere diagnosticata all’interno del Disturbo di Panico con Agorafobia o come Agorafobia senza anamnesi di Disturbo di Panico. In questo ultimo caso, le crisi che il paziente evita sono caratterizzate da sintomi d’ansia tipo panico, ma senza tutte le caratteristiche dell’Attacco di Panico vero e proprio. L’Agorafobia è in sintesi caratterizzata da:• Ansia legata al trovarsi in luoghi in cui sarebbe difficile allontanarsi, fuggire oppure chiedere e ricevere soccorso, nel caso in cui si verificasse un Attacco di Panico o una crisi d’ansia.• Le situazioni temute vengono evitate o affrontate con molta difficoltà oppure tramite il supporto di un accompagnatore.• L’ansia e l’evitamento limitano il funzionamento socio-lavorativo del soggetto e non derivano da altri tipi di paura o fobie (evitare gli ascensori per un Claustrofobico, evitare le situazioni sociali per il Fobico Sociale, evitare stimoli che ricordino un evento traumatico nel Disturbo Post-Traumatico da stress). All’interno della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, le tecniche di esposizione si sono dimostrate utili nel ridurre i comportamenti che alimentano l’ansia agorafobica. Altri autori suggeriscono metodi combinati con tecnche cognitivo-comprtamentali e addestramento al rilassamento


Sintomi e Diagnosi di Agorafobia


L'agorafobia, così come l'attacco di panico, non è di per se un disturbo, lo diventa quando, in presenza di ricorrenti sintomi agorafobici, possiamo escludere la presenza di un disturbo da attacchi di panico (anche se gli attacchi di panico sono spesso presenti) altrimenti parleremo di Disturbi di Panico con agorafobia.
L'agorafobia è definita come ansia relativa all'essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un Attacco di Panico inaspettato o sensibile alla situazione, o di sintomi tipo panico. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni caratteristiche che includono l'essere fuori casa da soli; l'essere in mezzo alla folla o in coda, l'essere su un ponte ed il viaggiare in autobus, treno o automobile.
Nella diagnosi differenziale lo psicologo dovrà considerare la diagnosi di Fobia Specifica se l'evitamento è limitato ad una o solo a poche situazioni specifiche, o la Fobia Sociale se l'evitamento è limitato alle situazioni sociali.
Le situazioni vengono evitate oppure sopportate con molto disagio o con l'ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la presenza di un compagno, di un partner solidale, di una persona in grado di rassicurare.Per una diagnosi corretta di agorafobia in psicologia è necessario tenere in considerazione che l'ansia o l'evitamento fobico non siano meglio giustificabili da altre condizioni psicopatologiche.
Comprensione del Paziente AgorafobicoL'agorafobia, quando è ricorrente, è un disturbo d'ansia molto frequente anche se, come spesso accade, la persona che ne soffre può ritenere di essere se non l'unico almeno uno dei pochi.
In genere le persone che soffrono di stati ansiosi ritengono di essere eccezioni. Dopotutto la tendenza della persona che soffre di agorafobia è quella di evitare. Pertanto se la maggior parte degli individui agorafobici evita sarà molto improbabile che si incontrino. Visto anche l'imbarazzo la comunicazione relativa al disturbo diventa piuttosto complessa. L'isolamento e l'evitamento sono tendenze tipiche di chi soffre di agorafobia.Evitare di parlarne ed evitare situazione non permette alla persona di sapere quanto il problema e diffuso e soprattutto quanto sia possibile migliorare e risolvere la maggior parte dei sintomi con terapie psicologiche non farmacologiche brevi e mirate.
Troppo spesso il farmaco ansiolitico (esistono preparati molti diffusi come en, lexotan, xaxan, ecc.) viene utilizzato o portato con se anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
I farmaci, nella maggior parte dei casi, non aiutano la cura e sono necessari, dal punto di vista psicologico, soltanto in casi rari in cui ci sia un reale rischio di problemi cardio-vascolari. Nella maggior parte dei casi l'uso del farmaco diviene "patogenetico" ovvero si inserisce nel "loop disfunzionale" che caratterizza il paziente con agorafobia.Significa che se il farmaco potrebbero ridurre il sintomo poco dopo la sua assunzione, difficilmente la persona riuscirà a fare a meno di essi, ovvero si potrebbe creare una forma secondaria di dipendenza. In questi casi il farmaco viene visto come una "ancora di salvezza" e sarà portato sempre con sé perché, in fondo, diremo a noi stessi "non si sa mai". Quando ciò avviene ecco che il farmaco non permette alla persona di "risolvere" realmente il problema.
Terapia Psicologica indirizzo di Psicologia Emotocognitiva: Curare l'AgorafobiaL'intervento psicologico l'agorafobia, utilizzando le nuove metodologie cliniche prodotte grazie alle innovazioni in psicologia emotocognitiva, è mirato alla risoluzione e al miglioramento della situazione di disagio attraverso una riorganizzazione delle risorse della persona al fine di risolvere tutti quei processi circolari ridondanti, definiti in psicologia emotocognitiva come loop disfunzionale, che continuano a mantenere i sintomi agorafobici.L'intervento psicologico mirato alla remissione sintomatologica è generalmente di breve durata e con altissime aspettative di efficacia. Lo scopo della terapia psicologica ad orientamento di psicologia emotocognitiva è quello di risolvere ciò che sostiene il disturbo e la sofferenza psicofisiologica associata lasciando inalterato tutto il resto.L'obiettivo della terapia psicologica è quindi teso alla risoluzione dei sintomi di agorafobia attraverso la valutazione dei processi di mantenimento del disturbo. Si valuta cosa il disturbo causa, quindi come si organizza la persona in funzione del sintomo, e non tanto quale sia la causa inconscia o remota del disturbo. L'approccio psicologico in psicologia emotocognitiva, diremo che è orientato al futuro agendo sul qui-e-ora. Si ricorda che la terapia psicologica non breve l'uso di alcun farmaco che, dalla nostra casistica clinica, risulta in realtà non soltanto inefficace ma anche patogenetico, ovvero di sviluppare e mantenere i sintomi a lungo termine. L'azione dei farmaci ansiolitici non risolve in genere il problema ma ne crea di secondari.La persona che prende il farmaco infatti tende a livello psicofisiologico a mantenere la percezione di sé come malato e ciò tende a generare azioni, pensieri e comportamenti coerenti con tale percezione. Di fatto la persona si comporta da malato.La terapia secondo l'approccio della psicologia emotocognitiva scardina, in tempi brevi, tali processi portando la sintomatologia a remissione in tempi, oggi, molto brevi e nella quasi totalità dei casi trattati.
Il problema del paziente agorafobico non è cosa ha fatto ieri, ma cosa potrà fare domani. Anche per l'agorafobia le sedute non avranno una frequenza elevata ma saranno dilazionate nel tempo.
a cura delDott. Marco Baranello
fonte: http://www.psicologiapsicoterapia.com/ansia/agorafobia.htm


Agorafobia
Che cos’è?
Quanto è diffusa?
Quali sono le cause?
Quali sono le conseguenze?
Trattamento

Che cos’è?
La parola agorafobia viene dal greco e letteralmente significa: “paura degli spazi aperti”. Le persone che ne soffrono temono perciò lo spazio esterno, vissuto come ostile. Ad esempio, hanno paura di guidare in autostrada, temono – nelle forme più gravi – di allontanarsi dai posti che sono loro familiari, di andare in giro da soli, ecc. Ma, nonostante il significato della parola, chi soffre di questo disturbo di solito teme anche gli spazi chiusi come le banche, gli ascensori, gli aerei, ha paura di usare i mezzi pubblici, specialmente la metropolitana, ha paura della folla, di entrare nei supermercati, di guidare nei tunnel, sui ponti.La definizione corretta di agorafobia, perciò, è la paura di trovarsi in situazioni in cui non sia possibile ricevere soccorsi o dalle quali sia difficile la fuga in caso di necessità.

Quanto è diffusa?
È stato stabilito che fino a una persona su dieci può avere difficoltà in una o due delle situazione elencate qui sopra.

Quali sono le cause?
Non sono state individuate della cause precise dell’agorafobia.Questo disturbo è spesso legato agli attacchi di panico: almeno il 60% dei pazienti che hanno attacchi di panico soffre anche di agorafobia. Non è ancora stato stabilito con certezza se siano gli attacchi di panico a provocare l’agorafobia o se l’agorafobia semplicemente sia spesso associata con il panico. In genere, comunque, la paura di avere un nuovo attacco di panico alimenta anche il disturbo dell’agorafobia.

Quali sono le conseguenze?
La principale conseguenza dell’agorafobia riguarda la qualità della vita di chi ne soffre. Queste persone non hanno la possibilità di avere una vita serena perché progressivamente evitano un gran numero di situazioni che creano loro disagio. Ad esempio, la paura di prendere l’ascensore o la paura di guidare in autostrada o di prendere la metropolitana può rendere disagevole la vita di tutti i giorni, o può impedire addirittura di raggiungere certi luoghi. Nelle forme più gravi alcuni arrivano persino a non uscire di casa, se non in compagnia di una persona di fiducia. Scelgono così un compagno-accompagnatore (genitore, partner, ecc.) insieme al quale riescono ad affrontare meglio le situazioni temute. Una modalità comportamentale di questo tipo risulta, ovviamente, dannosa per i rapporti inter-personali (amicizie, legami sentimentali, relazioni professionali).

Il trattamento
La terapia cognitivo-comportamentale si serve di diverse tecniche per fronteggiare l’agorafobia (desensibilizzazione sistematica, flooding, modelling…). Una delle più efficaci è quella dell’esposizione. Questa tecnica prevede un’esposizione sistematica, anche se molto graduale, del paziente alle situazioni che teme, in modo da far scendere progressivamente l’ansia. Ad esempio, volendo fronteggiare la paura di prendere l’ascensore verranno insegnate prima di tutto tecniche di rilassamento e di corretta respirazione, poi il paziente comincerà a prendere l’ascensore magari solo per un piano e in compagnia di una persona che gli dia sicurezza. Dopo averlo fatto per diverse volte senza provare ansia, prenderà l’ascensore per due piani e così via, fino ad arrivare ad usare l’ascensore da solo senza difficoltà.Trattamento farmacologicoGli ansiolitici sono in genere efficaci nella cura dell’agorafobia. Risultano utili soprattutto quando i sintomi dell’ansia sono così gravi da costituire una seria limitazione alle attività quotidiane. Vanno comunque presi per il più breve periodo possibile e sempre sotto stretto controllo medico. Va comunque evidenziato il fatto che negli ultimi venticinque anni le terapie psicologiche si sono dimostrate estremamente efficaci nella cura dell’agorafobia.
fonte: http://www.istitutobeck.it/Clinica/Agorafobia.asp

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