Gerald Rudolph Ford Jr. - nato Leslie Lynch King, Jr.[1] (Omaha, 14 luglio 1913 – Rancho Mirage, 26 dicembre 2006) è stato un politico statunitense, trentottesimo presidente degli Stati Uniti d'America.
È stato l'unico a non essere stato eletto come Presidente né come vicepresidente. Venne, infatti, nominato alla seconda carica dell'Unione, in quanto leader della minoranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, carica che detenne dal 1965 al 1973, dopo le dimissioni del vicepresidente eletto con Nixon, Spiro Agnew. Divenne presidente il 9 agosto 1974, allorquando Nixon dovette rassegnare le dimissioni a seguito del cosiddetto scandalo Watergate, e non venne confermato in carica alle successive elezioni. In seguitò ricordò che dovette accettare controvoglia quel gravoso incarico.
Circa un mese dopo la sua entrata in carica, concesse il Perdono presidenziale a Nixon: utilizzando un potere previsto dalla Costituzione degli Stati Uniti d'America cancellò ogni addebito penale per quanto l'ex presidente poteva aver commesso di illegale. Fu un provvedimento molto discusso, tanto che Ford è ricordato come "The man who pardoned Nixon", l'uomo che perdonò Nixon. Fu presidente dal 1974 al 1977, e scelse quale vicepresidente il Governatore dello Stato di New York, Nelson Aldrich Rockefeller. Dick Cheney era il suo Capo di gabinetto.
Indice[nascondi]
1 Onorificenze
2 Biografia
3 Note
4 Altri progetti
Onorificenze [modifica]
Medaglia presidenziale della libertà
Biografia
Onesto e dal carattere mite, ma decisamente privo di carisma, il nuovo presidente scelse di mantenere un profilo basso. Oppose il veto a molte leggi promosse dal Congresso a maggioranza democratica.
Alle elezioni presidenziali del 2 novembre 1976, in cui ebbe come candidato vicepresidente Bob Dole (futuro sfidante di Clinton nelle elezioni del 1996), fu sconfitto da Jimmy Carter.
Lyndon Baines Johnson, suo acerrimo rivale, aveva coniato una frase perfida su Ford[senza fonte], che rimase celebre e che venne ricordata dalla stampa all'indomani di una clamorosa caduta dalle scalette dell'aereo presidenziale, all'arrivo all'aeroporto di Vienna: Ford non è capace di camminare e masticare una gomma contemporaneamente. Cadde poi in pubblico una seconda volta suscitando perplessità (anche in campo repubblicano) sul suo stato di salute.
Membro del Congresso per 24 anni, dichiarò più volte di non aver mai voluto correre per la Nomination presidenziale: il suo maggiore sogno politico era, infatti, quello di diventare Speaker della Camera.[senza fonte]
Fece parte della Commissione Warren, che indagò sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963.
È morto all'età di 93 anni a Rancho Mirage (Los Angeles), rivalutato da molti dei suoi avversari, che riconoscono in lui un servitore dello Stato in tempi difficili, maturati per colpe non sue.[senza fonte]
Note [modifica]
^ il nome gli fu cambiato dopo l'adozione
Altri progetti [modifica]
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Wikiquote contiene citazioni di o su Gerald Ford
Articolo su Wikinotizie: Gerald Ford è morto
estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Gerald_Ford
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