Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Anchorage

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domenica 6 marzo 2011

Mubārak


Muḥammad Ḥosnī Sayyid Ibrāhīm Mubārak, comunemente conosciuto come Hosni Mubarak (arabo: محمد حسنى سيد إبراهيم مبارك, Muḥammad Ḥusni Sayyid Ibrāhīm Mubārak; Kafr el-Musilha, 4 maggio 1928), è un politico egiziano, è stato il quarto Presidente dell'Egitto, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni, a partire dal 14 ottobre 1981 fino all'11 febbraio 2011[1].
Mubārak è stato nominato vice-Presidente della Repubblica d'Egitto dopo una brillante carriera militare svolta nei ranghi dell'aeronautica egiziana, nella quale si distinse come generale durante la guerra del Kippur. Assunse la Presidenza, succedendo al Presidente Anwar al-Sādāt, a seguito dell'assassinio di questi il 6 ottobre 1981.
In quanto Presidente dell'Egitto è stato considerato uno dei più potenti leader della regione vicino-orientale. Grazie alla Costituzione del 1971, il Presidente Mubārak ha esercitato un forte controllo sul Paese.


Indice[nascondi]
1 Biografia
2 Il rientro dell'Egitto nella Lega Araba
3 Mubārak e la corruzione
4 Timori di una dittatura familiare
5 Cambiamenti sulla scena economica
6 Guerre e vantaggi economici derivanti dalla prima Guerra del Golfo Persico
7 Mubārak e la Chiesa copta
8 Dimissioni da Presidente dell'Egitto dopo trent'anni di potere
9 Il ritiro a Sharm-el-Sheik
9.1 Responsabilità politiche e militari
10 Onorificenze
11 Note
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni
[modifica] Biografia
Mubārak è nato il 4 maggio 1928 a Kafr el-Musilha, nel governatorato egiziano di al-Manūfiyya. Dopo aver completato le scuole superiori, entrò nell'Accademia Militare Egiziana, dove ricevette il diploma in Scienze Militari nel 1949. Nel 1950 entrò nell'Accademia Aeronautica e alla fine conseguì un Diploma in Scienze Aeronautiche e fu assegnato agli Squadroni Bombardieri. Parte del suo addestramento da pilota che egli completò fu da lui ricevuto nella Scuola sovietica di Addestramento Piloti di Frunze (dal 1991 Bishkek), nella Repubblica Sovietica del Kyrgyzstan. Nella sua progressione militare di comando fu dapprima pilota, quindi istruttore, comandante di Squadrone Aereo e comandante di Base Aeronautica. Nel 1964 fu nominato capo della Delegazione Militare Egiziana in URSS.
Negli anni 1967-1972, durante la Guerra d'Attrito fra Egitto e Israele, voluta da Jamāl ʿAbd al-Nāṣir, Mubārak fu nominato Direttore dell'Accademia Aeronautica e Capo di Stato Maggiore delle Forze Aeree Egiziane. Nel 1972 divenne Comandante delle Forze Aeree Egiziane e vice-Ministro della Guerra. Nell'ottobre 1973, in seguito alla "Guerra d'Ottobre", conosciuta anche come guerra del Kippur o guerra del Ramadan, Mubārak fu promosso al rango di Maresciallo dell'Aria. Nell'aprile 1975 fu nominato Vice-Presidente dell'Egitto e, nel 1978, fu scelto come Vice-Presidente del Partito Nazionale Democratico (NDP).
A seguito dell'assassinio del Presidente Anwar al-Sādāt da parte di fondamentalisti nel 1981, Mubārak diventò Presidente della Repubblica Araba d'Egitto e Presidente del Partito Democratico Nazionale (NDP). Mubārak è sfuggito a non meno di sei tentativi di omicidio.[2]
Hosni Mubārak è sposato con Suzanne Mubārak e ha due figli: ʿAlāʾ e Gamāl Mubārak.
[modifica] Il rientro dell'Egitto nella Lega Araba
L'Egitto è stato l'unico paese nella storia della Lega Araba a essere sospeso a causa della politica del Presidente al-Sādāt, che firmò un Trattato di pace con Israele, e che però fu riammesso nella Lega - otto anni dopo l'assassinio di Sādāt (6 ottobre 1981) - nel 1989, sotto la Presidenza Mubārak. La sede principale della Lega è stata ricollocata nel medesimo complesso di edifici al Cairo.[2] Tuttavia Mubārak cominciò a perdere sostegni a metà degli anni '90. La crisi economica dei primi anni '90 fu imponente. Secondo l'Indice che valuta l'attenzione garantita ai Diritti Umani, l'Egitto occupa il 119º posto su 177 nazioni e viene valutato con un indice di 0,659 su 1.
[modifica] Mubārak e la corruzione
Un duro colpo alla credibilità di Mubārak intervenne allorquando circolarono notizie sul fatto che suo figlio ‘Alā’ era stato favorito dal governo nei processi di privatizzazione avviati dal padre. L'organizzazione Transparency International (TI), che si occupa di valutare tra l'altro l'indice di corruzione politica di un Paese, colloca l'Egitto al 70º posto su 159 nazioni.[3]
[modifica] Timori di una dittatura familiare
Oltre alle voci sul favoritismo che avrebbe avvantaggiato suo figlio ʿAlāʾ prima del suo defilarsi intorno all'anno 2000, un elemento di forte inquietudine è quello che deriva dall'ambizione politica dell'altro figlio di Mubārak, Jamāl, la cui ascesa all'interno del Partito Nazional Democratico si è accompagnata all'ingresso di una generazione di neo-liberisti, passo preliminare per il successivo ingresso nel Governo. Voci sempre più insistenti parlano di una successione in pectore di Jamāl alla Presidenza della Repubblica, secondo una tradizione nepotistica che spesso in Egitto ha avuto modo di manifestarsi pesantemente. Bisogna dire che tale sospetto è stato smentito più volte ma questo non ha fatto diminuire i timori e le ansie di chi vorrebbe uno sviluppo in senso democratico del regime egiziano, finora caratterizzato dal forte peso dell'apparato militare.
[modifica] Cambiamenti sulla scena economica
Nel luglio 2004, Mubārak accolse le dimissioni del Primo Ministro Atef ʿEbeyd e di tutto il suo Gabinetto. Mubārak nominò quindi Ahmed Nazif nuovo Primo Ministro. La nuova compagine ministeriale è stata accolta con un moderato ottimismo, anche per un miglioramento della declinante situazione economica dell'Egitto. Il mercato egiziano è diventato percentualmente il primo paese fra quelli emergenti nell'anno fiscale 2004/2005. Persiste però una forte disoccupazione e Mubārak è stato criticato per aver favorito il grande capitale e le privatizzazioni dell'imponente comparto pubblico dell'economia, avvilendo i diritti dei lavoratori.
[modifica] Guerre e vantaggi economici derivanti dalla prima Guerra del Golfo Persico
Il Presidente Mubārak si è espresso contro la guerra in Iraq del 2003 voluta dagli USA e dalla Gran Bretagna, affermando che la situazione Israelo-palestinese avrebbe dovuto essere affrontata per prima. L'Egitto era un membro della coalizione alleata nella I guerra del Golfo del 1991 (se non si considera il lungo conflitto fra Iraq e Iran che l'aveva preceduta) e i fanti egiziani erano stati tra i primi militari a sbarcare in Kuwait per impegnare le forze armate irachene, godendo per questo di grandi, ma non precisati, vantaggi economici elargitigli dagli USA.[4] In questa sua partecipazione convinta si dice che l'Egitto abbia sofferto pesanti perdite in vite umane, anche se mancano conferme o smentite ufficiali in merito. Secondo Reporter Senza Frontiere i media egiziani sono collocati per libertà d'espressione al 143º posto su 167 nazioni considerate[5].
[modifica] Mubārak e la Chiesa copta
Prima che Mubārak assumesse la Presidenza, il precedente Presidente egiziano Anwar al-Sādāt aveva ordinato a Papa Shenuda III, il capo della Chiesa Ortodossa Copta, di ritirarsi in esilio nel monastero di San Bishoi. In aggiunta, otto vescovi, 24 sacerdoti e molti altri eminenti personalità copte furono posti agli arresti. Sādāt rimpiazzò la gerarchia ecclesiastica con un Comitato di 5 vescovi e si riferì a Papa Shenūda come all' "ex-papa".
Più di tre anni dopo l'assassinio di Sādāt nel 1981 e la salita al potere di Mubārak, il Presidente richiamò dall'esilio Papa Shenūda III d'Alessandria, il 2 gennaio 1985. Questi tornò al Cairo per celebrare la festività natalizia del 7 gennaio (secondo il calendario copto), e la folla che lo accolse fu valutata in più di 10.000 persone. I cristiani hanno goduto di diritti umani e religiosi relativamente migliori sotto Mubārak, con la loro festività del 7 gennaio riconosciuta come festività nazionale nel 2002.
[modifica] Dimissioni da Presidente dell'Egitto dopo trent'anni di potere.


Per approfondire, vedi la voce Proteste nel Nord Africa e Medio Oriente del 2010-2011.

Per approfondire, vedi la voce Sommosse popolari in Egitto del 2011.
Lo stato d'emergenza in atto nel Paese, decretato nel 1981 a seguito dell'assassinio del Presidente al-Sādāt, è stato oggetto di dure critiche da parte dell'opposizione per l'abnorme estensione dello stesso, che prevede de iure, tra le altre cose, arresti preventivi e controllo diretto dei media. Dopo l'inizio delle sommosse popolari del 2011, innescate dai recenti sommovimenti capitati in Tunisia, durante le quali Mubarak, al 17° giorno di proteste, ha annunciato di volerlo rimuovere solo quando la situazione lo richiederà, il rais viene sottoposto a forti pressioni da parte dei manifestanti e di alcuni governi esteri perché rimetta il proprio mandato.
La rivolta si inasprirà, prolungandosi in giorni di violenti scontri tra esercito e manifestanti, arrivando a costringere alle dimissioni il presidente l'11 febbraio 2011.[6] Piazza Tahrir, al Cairo, luogo simbolo della rivolta, accoglie con manifestazioni di giubilo l’annuncio del vicepresidente Omar Suleiman delle dimissioni da presidente egiziano, dopo trent'anni, di Hosni Mubarak.
[modifica] Il ritiro a Sharm-el-Sheik
Mubarak a poche ore dalle dimissioni dalla carica di presidente lasciò il Cairo per raggiungere la sua residenza a Sharm-el-Sheik, rifiutandosi di espatriare pur in presenza di offerte di ospitalità provenienti da vari stati. [7] Subito si sono susseguite voci su un suo cattivo stato di salute, ipotizzando persino un suo presunto stato comatoso. L'emittente ABC ha tuttavia smentito queste voci, affermando che Mubarak gode invece di "buona salute".[8]
[modifica] Responsabilità politiche e militari
Rieletto per il quinto mandato presidenziale (Settembre 2005)
Presidente del G-15 (1998&2000)
Rieletto per il quarto mandato (1999)
Presidente del Summit Arabo dal giugno (1996)
Presidente dell'Organizzazione per l'Unità Africana "OUA"(1993 - 1994)
Rieletto per il terzo mandato presidenziale (1993)
Presidente dell'Organizzazione per l'Unità Africana "OUA" (1989 - 1990)
Rieletto per il secondo mandato presidenziale (1987)
Presidente del Partito Nazionale Democratico (1982)
Presidente della Repubblica (1981-2011)
Vice-Presidente del Partito Nazionale Democratico (1979)
Vice-Presidente della Repubblica Araba d'Egitto (1975)
Promosso al rango di Tenente Generale (1974)
Comandante dell'Aeronautica Militare e vice-Ministro della Guerra (1972)
Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare (1969)
Direttore dell'Accademia Aeronautica (1968)
Comandante della Base Aerea di Cairo Ovest (1964)
Distaccato all'Accademia Militare sovietica di Frunz (1964)
Docente all'Accademia Aeronautica (1952 - 1959)
[modifica] Onorificenze

Gran Collare dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique
[modifica] Note
^ «Egitto, Mubarak si è dimesso: poteri passano in mano ai militari». Adnkronos, 11 02 2011. URL consultato in data 11-02-2011.
^ a b http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/country_profiles/737642.stm
^ L'Italia nel 2009 figura al 63º posto, dal 55° che occupava l'anno precedente. Cfr. questo sito.
^ http://www.economist.com/surveys/PrinterFriendly.cfm?story_id=319594
^ http://www.rsf.org/article.php3?id_article=15331
^ Mubarak si è dimesso. Pieno potere a forze armate.. la Repubblica, 11 febbraio 2011. URL consultato il 11 febbraio 2011.
^ «Egitto: Mubarak rifiuta offerte espatrio». ANSA, 16 02 2011. URL consultato in data 17-2-2011.
^ «Egitto: Abc, Mubarak è in buona salute». ANSA, 17 02 2011. URL consultato in data 17-2-2011.
[modifica] Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Hosni Mubarak
Wikinotizie contiene notizie di attualità su Hosni Mubarak
Wikiquote contiene citazioni di o su Hosni Mubarak
[modifica] Collegamenti esterni
Pagina governativa egiziana
Sito del candidato alle elezioni, di W.H

(Questa voce o sezione tratta eventi in corso o di immediata attualità. Le informazioni possono pertanto cambiare rapidamente con il progredire degli eventi.)

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