Perchè anoressia e bulimia sono correlate al mito della bellezza?I disturbi dell'alimentazione sono in aumento nei paesi occidentali, anche a causa del crescente risalto dato dai media al mito della bellezza, alle mode, alla corsa al fitness e alle nuove diete che arrivano da oltre oceano e che spesso, sebbene prive di ogni fondamento scientifico, si impongono come il rimedio miracoloso del momento e spopolano con gravi rischi per la salute di chi le segue. Questi condizionamenti trovano terreno fertile sui giovanissimi che vivono già una fase critica, quella dello sviluppo adolescenziale, in cui devono fare i conti con cambiamenti evidenti del loro corpo, spesso difficili da accettare e fonte di disagio. La moda riverbera su spot e riviste il mito di una magrezza estrema imponendo di indossare pantaloni sempre più a vita bassa che lascino scoperto un fisico efebico. Questo mito si radica soprattutto nelle giovanissime e induce a diete squilibrate e troppo povere. La dieta diventa un’ossessione e talvolta esaspera comportamenti alimentari sbagliati adottati incautamente dalle giovani spesso prive delle conoscenze necessarie per dimagrire in salute. A ciò si somma il mito del fitness, che “obbliga” a estenuanti sessioni in palestra trasformando uno stile di vita sano quale quello di praticare sport in un comportamento patologico. E, come se non bastasse l’influenza dei miti da copertina e il risalto che si dà a diete di grido “made in Usa”, ecco un altro fenomeno mediatico di cui bisogna preoccuparsi: il passe-partout per il successo nella vita, incarnato da veline, show girl, ballerine, è l’esser magri, che, infatti, sono i protagonisti indiscussi della TV.
Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare?Con il termine Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) si fa abitualmente riferimento a un disturbo o disagio caratterizzato da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo. Nei disturbi alimentari l’alimentazione può assumere caratteristiche assai disordinate, caotiche, ossessive e ritualistiche tali da compromettere la possibilità di consumare un pasto in modo “abbastanza normale” e da mantenere normali attitudini verso il cibo e il momento del pasto.Tutti possiamo avere nel nostro stile alimentare aspetti peculiari, ma quando questi elementi divengono tali da compromettere la qualità della nostra vita e dei nostri rapporti sociali dobbiamo pensare ad un disturbo alimentare. Accanto all’alterazione del comportamento alimentare vi è una alterata valutazione del corpo e delle sue forme, con la sensazione di essere grassi e brutti e quindi socialmente non accettabili. Questa condizione può fortemente influenzare la propria autostima. Quando le caratteristiche del disturbo alimentare divengono importanti e coincidono con i criteri diagnostici di uno stato patologico specifico come quelli riportati nei manuali medici, allora si può parlare di vera e propria malattia. Tra questi disturbi, classificati come ben precise patologie, sono comprese l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi non altrimenti specificati (nella terminologia inglese definiti come EDNOS: Eating Disorders Not Otherwise Specified).
Cosa s’intende per anoressia nervosa?L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una restrizione dell’alimentazione dovuta ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee, che si esprime in una continua e ossessiva paura di ingrassare e nella ricerca della magrezza. I pensieri nei riguardi del cibo e del suo controllo divengono così “pervasivi”, così fortemente presenti nella nostra mente, da assumere la forma di una sorta di rimuginio instancabile che non lascia spazio ad altro.
CRITERI DIAGNOSTICI PER L’ANORESSIA NERVOSA (DSM IV) 1. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al livello minimo considerato normale in rapporto all’età e alla statura o al di sopra di esso (per esempio perdita di peso che porta a mantenere un peso corporeo al di sotto dell’85% di quello stesso, o, in età evolutiva, mancanza dell’aumento di peso previsto, che porta a un peso corporeo inferiore all’85% di quello atteso). 2. Intensa paura di aumentare di peso o di ingrassare, anche se sottopeso. 3. Disturbi nel modo di sentire il peso e le forme del proprio corpo, influenza indebita del peso e delle forme del corpo sulla valutazione si sé o diniego della gravità della perdita di peso attuale. 4. Nelle donne che hanno già avuto il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. (Si considera una donna amenorroica se i suoi cicli avvengono solo in seguito a somministrazione di ormoni, per esempio di estrogeni). Tipo restrittivo: durante l’episodio di anoressia nervosa il soggetto non presenta frequenti episodi di abbuffate compulsive o di comportamenti purgativi ( per esempio vomito autoindotto o abuso-uso improprio di lassativi o diuretici). Tipo bulimico purgativo: durante l’episodio di anoressia nervosa il soggetto presenta frequenti episodi di abbuffate compulsive o comportamenti purgativi (per esempio vomito autoindotto o abuso-uso improprio di lassativi o diuretici).Criteri diagnostici per l’anoressia nervosaL’anoressia nervosa è presente in uguale misura in tutte le classi sociali e coinvolge prevalentemente nel nostro Paese il sesso femminile: solo 1 caso su 10 o meno riguarda i soggetti maschi. L’età di insorgenza del disturbo è compresa fra i 12 e i 25 anni, con la frequenza maggiore fra i 13 e i 16 anni. Raramente si manifesta dopo i 30 anni; in questi casi se si va ad indagare bene nella storia passata spesso si ritrovano precedenti segnali di disagio rispetto alla dieta e al corpo se non una pregressa crisi anoressica ben superata.Il principale sintomo dell’anoressia nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo entro i livelli di normalità; il verificarsi di un marcato dimagrimento può essere il primo segnale indicatore del disturbo. La perdita di peso è accompagnata nei soggetti di sesso femminile dalla scomparsa delle mestruazioni (amenorrea).
Quali sono le complicazioni di tipo medico della malnutrizione?Le persone che soffrono di anoressia nervosa possono arrivare ad un livello di logoramento fisico che può comportare danni e complicazioni anche gravi a carico di tutti gli organi interni.
• Complicanze gastro-intestinali consistono in un rallentamento della funzione digestiva con presenza di gonfiori, dolori, sensazioni fastidiose e stipsi. Generalmente questi disturbi regrediscono quando si torna ad una alimentazione e ad un peso normali. E’ sconsigliato l’uso di lassativi poiché nel tempo incide negativamente sulla funzionalità intestinale, irrita le mucose e potrebbe favorire comportamenti di abuso.• Complicanze cardio-vascolari quali il rallentamento del ritmo cardiaco e l’abbassamento della pressione arteriosa sono presenti nella maggioranza dei casi. La frequenza del battito cardiaco può scendere pericolosamente al di sotto dei 40 battiti al minuto con elevato rischio di sincopi o arresto cardiaco. L’ipotensione arteriosa può favorire crisi lipotimiche con conseguenti cadute e perdite di coscienza.• Alterazioni dell’equilibrio idro-elettrolitico sono meno frequenti ma più pericolose, specie per quanto riguarda il potassio, la cui carenza può essere causa di gravi alterazioni del ritmo dei battiti cardiaci. Questa eventualità si presenta più frequentemente in concomitanza con la presenza di comportamenti come il vomito autoindotto e/o con l’abuso di lassativi e diuretici e verrà pertanto trattata più diffusamente nel paragrafo della bulimia nervosa.• Alterazioni ematologiche sono rappresentate dall’anemia e dalla leucopenia. Sono di frequente riscontro, soprattutto nell’anoressia di maggior durata situazioni di carenza di emoglobina (anemia) dovute principalmente al mancato apporto di ferro e vitamine. La carenza di globuli bianchi (leucopenia) è spesso presente ed è un segno caratteristico della malnutrizione, ma non significa necessariamente diminuzione delle difese immunologiche. Non vi sono, infatti, segnalazioni di maggior presenza di infezioni intercorrenti nella anoressia.• Complicanze a livello osseo sono caratterizzate dall’osteoporosi che è dovuta alla scomparsa del ciclo mestruale. La gravità dell’osteoporosi è tanto più elevata quanto più precoce è l’insorgenza dell’anoressia. In particolare è grave quando inizia prima della comparsa del menarca, quando la struttura ossea non è ancora completamente formata e non è stato raggiunto il picco di massa ossea. In questo caso può verificarsi un blocco della crescita ossea con mancato sviluppo in altezza. Abitualmente il problema si aggrava con il perdurare della amenorrea, con una rarefazione ossea sempre più marcata che comporta un aumento del rischio di fratture. Oggi, nel tentativo di contenere il progredire dell’osteoporosi si ricorre più frequentemente alla terapia estroprogestinica, ma non vi è un pieno consenso sulle modalità e sull’utilità della stessa.• Complicanze a livello neurologico, alcuni studi effettuati con l’uso della tomografia assiale computerizzata (TAC) e con la risonanza magnetica nucleare (RMN) hanno messo in luce una pseudoatrofia cerebrale e l’allargamento dei ventricoli. Non è chiaro se si tratti di danni reversibili con il recupero del peso. In alcuni casi si osservano delle alterazioni dell’elettroencefalogramma, verosimilmente legate all’alterazione dell’equilibrio idro-elettrolitico. • Complicanze dermatologiche sono rappresentate dalla frequente comparsa di un colorito giallastro delle estremità legato all’aumentato deposito cutaneo di carotenoidi, dall’aumento della peluria (detta lanugo), dalla pelle secca e disidratata, dalla perdita dei capelli. Nelle persone che si procurano il vomito si possono produrre delle caratteristiche abrasioni, piccole lesioni e/o callosità sul dorso delle mani. Inoltre, lo stato di malnutrizione può portare anche alla morte. La mortalità nell’anoressia è compresa tra il 5 e il 15% dei casi e rappresenta una tra le maggiori cause di mortalità tra le giovani ragazze e tra le malattie psichiatriche.
Cos’è la bulimia nervosa?La bulimia nervosa è un disturbo per certi aspetti simile all’anoressia: il nucleo centrale di entrambe le patologie è rappresentato da una paura morbosa di diventare grasse e di essere sovrappeso, il peso e la forma del corpo influenzano in modo eccessivo e inadeguato la valutazione della stima di sé. Si tratta generalmente di ragazze con un peso corporeo nella norma. L’esordio può essere inizialmente simile all’anoressia, caratterizzato da una intensa volontà a perdere peso e da una forte insoddisfazione per il proprio corpo; il decorso invece è diverso, spesso la persona che soffre di bulimia mantiene un peso abbastanza normale alternando tentativi di dimagrire con abbuffate e condotte di compenso (principalmente il vomito indotto). La bulimia nervosa è presente nell’1-3% della popolazione femminile in età a rischio. Proprio per la caratteristica di avere un peso nei limiti della norma non è facile identificare la ragazze affette da bulimia che a loro volta tendono a tenere nascosto il problema. Analogamente all’anoressia nervosa la bulimia è diffusa soprattutto nei paesi industrializzati e riguarda nella grande maggioranza dei casi il sesso femminile. Tende ad essere più frequente nelle popolazioni femminili delle grandi aree urbane rispetto alle zone rurali e colpisce come l’anoressia ragazze in età compresa tra i 12 e i 25 anni, con un picco di insorgenza verso i 18-19 anni. Pertanto, mentre l’anoressia si presenta tipicamente all’inizio della adolescenza, la bulimia compare più frequentemente in un età che coincide con la fine degli studi liceali, quando si verificano i primi cambiamenti verso l’autonomia e l’indipendenza con l’accesso all’università o l’inizio del lavoro. L’insorgenza della bulimia è spesso preceduta, più che nell’anoressia, da ripetuti tentativi di dieta (comportamento definito come “dieting”) che solitamente falliscono entro breve tempo. Sono ragazze molto insoddisfatte del proprio corpo e del peso, con alle spalle già alcuni tentativi di dimagrire. La ragazza si mette a dieta e in un primo tempo riesce a ottenere il calo di qualche chilogrammo ma poi non riesce a mantenere il risultato, riprende a mangiare troppo, recupera peso e perde il controllo della situazione. A questo punto scopre che può procurarsi il vomito, rimedio efficace a vincere la paura che la perdita di controllo del cibo le causa. La delusione di aver mangiato come non voleva, la paura di ingrassare, il senso di colpa per la propria incapacità di controllo porta la ragazza a rimediare sempre con la speranza di dimagrire, eliminando con il vomito il cibo ingerito in una sorta di dieta estrema. I criteri diagnostici della bulimia nervosa sono riportati qui di seguito:
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA BULIMIA NERVOSA (DSM IV) 1. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri seguenti (entrambi necessari). a)Mangiare,in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. b) Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). 2. Ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo. 3. Le abbuffate compulsive e utilizzo improprio di mezzi di compenso avvengono in media almeno due volte a settimana per tre mesi. 4. La valutazione di sé è inappropriatamente influenzata dalle forme e dal peso del corpo. 5. Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di episodi di anoressia nervosa. Tipo purgativo: il soggetto ha l’abitudine di provocarsi il vomito, o quella di usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.Tipo non purgativo: il soggetto usa altri comportamenti impropri di compenso, come il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non ha l’abitudine di provocarsi il vomito né quella di usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.
Quali sono le complicazioni di tipo medico nella Bulimia Nervosa?Anche nella Bulimia Nervosa si possono presentare i sintomi legati al digiuno. Nel caso della bulimia il digiuno va inteso nel senso del costante tentativo di dieta, di controllare la propria alimentazione riducendo il numero dei pasti e il loro contenuto a cui segue l’abbuffata. Chi soffre di bulimia nervosa va incontro ad una serie di problemi di tipo organico legati all’abbuffata e all’utilizzo dei metodi purgativi.La pratica del vomito autoindotto genera complicanze di tipo odontoiatrico. Il vomito procura un’erosione dello smalto soprattutto nella parete interna dei denti frontali. L’utilizzo dello spazzolino dopo aver vomitato contribuisce a peggiorare l’effetto dell’erosione causato dal contatto tra i succhi acidi gastrici e lo smalto dentario. Sarebbe più indicato l’uso di un collutorio che neutralizzi l’acido del vomito. Solitamente si riscontrano anche infiammazioni alle gengive. Il perdurare del comportamento bulimico comporta nel tempo una grave compromissione della dentatura in generale. È proprio il dentista che per primo può sospettare la presenza della bulimia. Sempre a carico del cavo oro-faringeo è frequente il riscontro di un rigonfiamento delle ghiandole salivari, in particolare delle parotidi. Questo non genera particolari problemi medici, se non un aumento della secrezione salivare; il gonfiore da al viso un aspetto “paffuto” che viene a volte confuso con un ingrassamento. Questo gonfiore è reversibile e scompare con la interruzione del vomito autoindotto. Possono prodursi piccole ferite con possibili infezioni nel continuo ripetersi di microlesioni causate dal tentativo di stimolare il vomito.Le complicanze del tratto gastro-esofageo sono frequenti anche se fortunatamente quelle pericolose sono rare. Le infiammazioni all’esofago e dello stomaco, esofagite e gastrite, producono disturbi caratterizzati da difficoltà digestive, bruciori, dolori, rigurgito, sensazione di digestione lenta e difficoltosa. Una conseguenza frequente dell’abbuffata è la comparsa di un fastidioso senso di pienezza gastrica, talvolta dolorosa. Raramente all’abbuffata può seguire, specie se molto abbondante, una sorta di paralisi dello stomaco che non riesce a far progredire il contenuto alimentare; in questi casi è sempre necessario il ricovero in ospedale per un’attenta sorveglianza della situazione e/o attuare manovre per lo svuotamento dello stomaco. Altra complicanza rara è la lacerazione della parete dello stomaco e la rottura dell’esofago per una lenta e costante erosione da parte dei succhi gastrici; sono da considerarsi un’emergenza medica seria e quasi sempre mortale. La presenza di sangue nel vomito va sempre interpretata come un segnale di pericolo che richiede la consultazione del medico e l’esecuzione di una gastroscopia.Il vomito frequente può facilmente condurre ad alterazioni dell’equilibrio idro-elettrolitico. Il bilanciamento dei liquidi corporei con gli elettroliti (sodio, magnesio, potassio, ecc.) può essere alterato con conseguenze particolarmente serie. Più grave è la carenza di potassio (ipopotassiemia) che può dar luogo ad alterazioni, anche gravi, del battito cardiaco. Gli squilibri elettrolitici possono essere riconosciuti da alcuni sintomi (vertigini, sete, ritenzione idrica con gonfiori agli arti, dolori muscolari vaghi, spasmi nervosi, apatia) ma talvolta possono essere completamente asintomatici. Le ragazze affette da bulimia presentano spesso una situazione di disidratazione legata al vomito, all’abuso di lassativi o, più raramente, al controllo dell’assunzione di liquidi. Questa disidratazione può spiegare il repentino recupero di peso (2-3kg) quando smettono di vomitare. E’ importante tenere questi aspetti sotto controllo con periodiche analisi del sangue. Tutte le complicanze sin qui segnalate sono legate al comportamento “purgativo” che ricordiamo sono presenti anche della Anoressia Nervosa nella variante del tipo bulimico.
Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati?I disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (EDNOS nella terminologia inglese) comprendono da un lato situazioni simili all’anoressia o alla bulimia alle quali manca tuttavia uno dei criteri richiesti per la diagnosi e vengono perciò definite anche sindromi parziali o disturbi sotto soglia, dall’altro una serie di disturbi ancora non completamente definiti e delineati.Tra le anoressie sottosoglia ve ne è una forma che non presenta, almeno in apparenza, un disturbo dell’immagine corporea. Questo quadro è caratterizzato da una difficoltà a mangiare causata da difficoltà digestive. Le persone che ne soffrono affermano che vorrebbero mangiare ed aumentare di peso, ma non riescono perché, non appena introducono del cibo, compaiono sintomi dolorosi nel tratto gastrointestinale e una fastidiosa sensazione di “avere la pancia gonfia”. Nella categoria dei disturbi non altrimenti specificati o atipici rientra la sindrome “mastica e sputa” (chewing and spitting): i soggetti che presentano questo disturbo passano parte del loro tempo a masticare grandi quantità di cibo che poi non viene deglutito .
Criteri diagnostici per i Disturbi del Comportamento Alimentare Non Altrimenti Specificati (DSM IV). La categoria include quei disturbi alimentari che non soddisfano i criteri di nessuno specifico disturbo dell’alimentazione. Gli esempi includono: 1. per il sesso femminile, tutti i criteri dell’anoressia nervosa in presenza di un ciclo mestruale regolare. 2. Tutti i criteri dell’anoressia nervosa risultano soddisfatti e, malgrado la significativa perdita di peso, il peso attuale risulta nei limiti della norma. 3. Tutti i criteri della bulimia nervosa risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza inferiore a 2 episodi per settimana per 3 mesi. 4. Un soggetto di peso normale, che si dedica regolarmente ad inappropriate condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo (per esempio induzione del vomito dopo aver mangiato due biscotti). 5. Il soggetto ripetutamente mastica e sputa, senza deglutire, grandi quantità di cibo. Disturbo da alimentazione incontrollata: ricorrenti episodi di abbuffate in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate tipiche della bulimia nervosa.
Cosa s’intende per “dieta cronica” (dieting)?E’ un Disturbo caratterizzato da un controllo esasperato del peso, da una costante attenzione alla dieta e da sentimenti di angoscia ogni volta che questo varia. Le persone che controllano in questo modo il loro peso svolgono apparentemente una vita normale, che tuttavia risulta polarizzata verso questo unico interesse e viene limitata dalle esigenze della dieta; può risultare molto problematico ad esempio uscire a cena con amici e condurre una vita sociale accettabile.
Cos’è il “Binge Eating Disorder” (BED) o “disturbo da alimentazione incontrollata”?E’ un disturbo caratterizzato dalla presenza di “abbuffate” non accompagnate però da strategie per compensare l’ingestione di cibo in eccesso. Le persone che manifestano questo disturbo assumono, in un tempo limitato, quantità di cibo esagerate, con la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare. Queste situazioni si ripetono anche più volte la settimana anche in momenti in cui non si ha una sensazione fisica di fame. A differenza dalla bulimia non si riscontra il circolo vizioso tra i tentativi di restrizione, l’abbuffata e i comportamenti eliminativi. Il problema principale sembra consistere in una difficoltà a controllare l’impulso ad alimentarsi. Il disturbo da alimentazione incontrollata è correlato all’obesità anche se tale caratteristica non è necessaria per la diagnosi di BED. il BED è presente nel 30% circa dei casi di soggetti obesi che richiedono una cura per la loro situazione e nel 2-3% di tutti i soggetti obesi. La difficoltà ad inquadrare questa situazione è legata alla definizione di abbuffata e ai fattori che possono favorirne la persistenza. L’abbuffata, così come avviene nella bulimia nervosa, viene definita dalla sensazione di perdita di controllo, dal senso di colpa e dai pensieri negativi che la accompagnano. Nei soggetti BED è frequente la presenza di un quadro psicologico problematico caratterizzato dalla depressione, dall’insoddisfazione corporea e da un comportamento alimentare variamente disturbato. Negli obesi BED i disturbi dell’umore e altri quadri psicopatologici sembrano essere presenti in circa l’80% dei casi.
Criteri diagnostici per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) (DSM IV) 1. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri seguenti (entrambi necessari). a. Mangiare,in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. b. Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). 2. Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti caratteri: - Mangiare molto più rapidamente del normale; - Mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno;- Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame; - Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite; - Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo. 3. Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio. 4. Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno due giorni la settimana per almeno sei mesi. Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di anoressia o di bulimia nervosa.
Cos’è l’ortoressia?L’ortoressia è l'ossessione per il mangiare cibi sani, come anticipato dall'etimologia greca: "Orthos" che significa giusto, sano, corretto, e "orexis" che è l'appetito. L'ortoressia, tuttavia, non è ancora ufficialmente riconosciuta né dal DSM, che è il manuale diagnostico dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). L'ortoressia, tuttavia, richiama l'attenzione verso le numerose diete esistenti sul mercato (un mercato ormai saturo in cui ogni settimana appaiono su Tv e giornali nuove diete sempre meno logiche che favoriscono un pericoloso "fai da te"). Ciò che la caratteizza è l’ipreselezione degli alimenti che finisce per essere pericolosa nell'educazione alimentare e che è ormai dimostrato sono spesso alla base di alcune malattie infantili. Il problema dell'ortoressia infatti non si limita solo alle pesanti limitazioni della vita sociale delle persone che ne sono affette, le quali non possono accettare un invito a cena a casa di amici o al ristorante perché si imbatterebbero in cibi non sicuri o selezionati (per non parlare delle limitazioni provocate dal doversi procurare cibi particolari, trattarli igienicamente con controlli scrupolosi che si presentano come rituali ossessivo-maniacali e che possono richiedere molte ore di tempo), ma tocca anche il campo prettamente medico, visto che tali soggetti si espongono ad avitaminosi, osteoporosi e artereosclerosi con grande frequenza rispetto a soggetti di controllo che seguono un'alimentazione completa.Ciò che differenzia l'ortoressia dalle altre forme più conosciute di disturbi del comportamento alimentare, è che mentre nell'anoressia-bulimia tutte le attenzioni sono poste sulla quantità di cibo e sulle sue ricadute, quindi l'estetica e le forme del corpo, il calcolo delle calorie, al colpa per aver mangiato troppo, ecc, nell'ortoressia al contrario tutte le preoccupazioni riguardano solo la qualità del cibo, il rischio di contaminazione, la minaccia che sia sporco o non sano, non puro, fino alla vera e propria mania di persecuzione, come se qualcuno volesse avvelenare il soggetto.Anche il desiderio inconscio che sta alla base dell'ortoressia si differenzia da quello che è alla base degli altri disturbi alimentari. Se nell'anoressia-bulimia ci troviamo davanti ad una irriducibile pulsione di morte, che punta ad un tentativo di annullamento della vita, nell'ortoressia invece il desiderio inconscio più frequente è il suo contrario, cioè quello dell'immortalità, perseguita attraverso un evitamento di tutto ciò che, nel cibo (ma non solo) può risultare tossico o dannoso.
Quali sono le complicazioni di tipo medico legate alle abbuffate?Le complicanze di questo Disturbo sono legate all’aumento significativo del peso corporeo cui questi soggetti vanno incontro e sono quelle tipiche dell’obesità:
- Il diabete si riscontra in misura tre volte maggiore nelle persone obese rispetto a quelle normopeso; il rischio è superiore quando esiste una familiarità positiva per diabete.- L’ipercolesterolemia aumenta il rischio di andare incontro a problemi cardiovascolari. Sembra che l’obesità sia correlata ad un aumento del colesterolo nel sangue fino a 40-50 anni, dopodiché non sembra esistano differenze significative con i soggetti normopeso.- L’ipertensione arteriosa è presente in circa il 35-45% degli obesi, percentuale più che doppia rispetto alla popolazione generale. I rischi correlati sono rappresentati dall’infarto al miocardio, dall’ictus e dalle malattie renali.- La malattia coronarica (infarto) rappresenta la principale causa di morte in Italia ed è dovuta alla riduzione del flusso sanguigno nelle coronarie. - Le alterazioni della funzione respiratoria si verificano più frequentemente negli uomini in particolar modo quando il peso eccede del 50% il peso ideale e il grasso è presente soprattutto a livello addominale (obesità viscerale). Le conseguenze sono rappresentate dalle apnee notturne e da colpi di sonno durante il giorno, tale quadro comporta un aumentato rischio di morte improvvisa.
Anoressia, bulimia, obesità, BED possono colpire anche gli uomini?Anoressia, bulimia e i disordini alimentari non sono un fenomeno esclusivamente femminile, sebbene questi disagi colpiscano prevalentemente le donne. Il corpo maschile, ostentato sulle riviste e nelle pubblicità, è un chiaro segnale che l'ossessione della forma fisica ha sconfinato nel mondo degli uomini.Si parla di incremento dei casi di disordini alimentari fra gli uomini ed i ragazzi; si tratta, piuttosto, di un aumento della capacità di chiedere aiuto, di rivolgere una domanda di cura alle istituzioni terapeutiche.E' dunque diventato socialmente più “lecito” per un uomo chiedere aiuto. E' vero, infatti, che si tratta di un disturbo tipicamente femminile, relativo alle questioni intimamente legate all'essere donna; ma è anche vero che la psicoanalisi ha fatto passare nella mentalità comune una delle sue verità, ossia che l'essere uomo o donna non è una questione biologica, ma una questione simbolica. Per la psicoanalisi l'anatomia non è un destino.L'obesità, rispetto agli altri disordini alimentari, rappresenta una questione a parte, non essendo, questa, una patologia così legata al genere sessuale. Per quanto riguarda l'esordio è da rilevare un'importante differenza: nei maschi avviene, di solito, più tardi rispetto al periodo puberale, non nella primissima adolescenza, forse appunto perché il disturbo in questi casi non è legato ai tempi della maturazione sessuale femminile.Per quanto riguarda l'eziologia, può risultare “scatenante" l'incontro con l'altro sesso, che risulta essere per varie ragioni “traumatico”.La soluzione anoressica maschile può funzionare, allora, come rimedio a questo incontro; al contrario di quanto avviene sul versante femminile, dove è utilizzata per mettere alla prova l'altro, con l'imperativo “Amami a prescindere dal mio corpo, desiderami come persona”, o per tenerlo a distanza, rifiutando, attraverso la negazione del proprio corpo, anche la sessualità.Su quello maschile l'anoressia permette invece l'incontro sessuale; in un certo senso disinibisce il soggetto, come succede con l'uso di cocaina, quindi in modo chiaramente patologico, e ristabilisce un alto valore di sé. Alcuni soggetti, infatti, vivono con euforia la fase anoressica e in questa si sentono di conseguenza facilitati nelle relazioni con l'altro sesso, perché hanno conferma del proprio valore nel coincidere con il proprio ideale estetico e virile. Questa facilitazione sembra valere anche in quei casi in cui dimagrire è anche un modo per mettere a freno, tenere a bada una pulsione che è vissuta in modo persecutorio. Queste sono alcune delle differenze rispetto all'anoressia “classica” femminile; altre certamente ne individueremo inoltrandoci sempre più nello studio di questo particolare fenomeno clinico; ma aldilà delle differenze va sottolineato un aspetto che le accomuna: una seria pericolosità che, come sappiamo, può portare ad effetti devastanti.
Quali sono le cause dei Disturbi del Comportamento Alimentare?Oggi la comunità scientifica tende a proporre per i disturbi del comportamento alimentare modelli multifattoriali che si rifanno ad un'ottica bio-psico-sociale, ed è concorde nell'affermare che non esiste una causa unica ma una concomitanza di fattori che possono variamente e diversamente interagire tra loro nel favorirne la comparsa e il perpetuarsi.
Quali sono i fattori predisponenti?
1. Caratteristiche individuali: ci sono alcune note individuali che accomunano le persone che soffrono di anoressia e bulimia; questi elementi concorrono a predisporre un terreno sul quale può innestarsi il disturbo del comportamento alimentare. Il primo elemento è di tipo anagrafico: gli adolescenti sono più vulnerabili e i più colpiti. L’adolescenza è un periodo estremamente delicato di passaggio fra la dipendenza dell’infanzia e l’autonomia della fase adulta. Il disturbo alimentare può nascere dall’incapacità di far fronte a questi cambiamenti, alla paura della maturità e a tutte le richieste e responsabilità che comporta. In un certo senso la malattia è un mezzo, un modo per restare o ritornare bambini, in una situazione “protetta” sia sul piano fisico che su quello affettivo, cognitivo e sociale. Tra i fattori di tipo psicologico sembra rilevante l’idealizzazione della magrezza, peraltro rinforzata dai messaggi veicolati quotidianamente dai mass-media. Viene costruita un’immagine di sé strettamente legata a tratti fisici che vedono e pongono la magrezza come segno di valore e di bellezza (magro è bene; grasso è male). Tutto ruota intorno al corpo come fonte di autonomia, di controllo e di sicurezza. Le donne, in particolare le ragazze più giovani, sono più vulnerabili degli uomini a questo aspetto per motivi legati all’educazione e al contesto socioculturale: sono molto sensibili al giudizio degli altri e il valore personale è maggiormente legato all’immagine esteriore. Per le ragazze il corpo è un potente mezzo di comunicazione e di relazione, essere magre può diventare il requisito indispensabile per essere e sentirsi accettate. Questo è il messaggio forte che manda la società. Le ragazze sanno che gli uomini guardano il loro corpo e vengono educate ad essere guardate; avere un corpo che rispetti i canoni estetici imperanti diviene una sorta di necessità per le relazioni sociali.Generalmente sono presenti tratti di personalità caratterizzati da perfezionismo. Si tratta di ragazze ambiziose, con ottimi risultati a scuola e nelle attività che intraprendono, che mostrano un impegno e una tenacia spesso considerati prova di grande maturità e responsabilità. Quasi sempre questo atteggiamento di dedizione e sacrificio nasconde una bassa autostima e una profonda insicurezza personale, che esprime il timore di non essere accettati dagli altri per quello che si è. La persona pensa che potrà essere accettata solo a condizione di dare il massimo delle proprie possibilità senza la minima smagliatura. Nelle persone che si ammalano questi tratti vengono spinti all’esasperazione, viene eliminato qualsiasi impegno che non abbia a che fare con lo studio o l’attività su cui si è investito, la paura di deludere e di fallire è grande. Il giudizio altrui viene valutato l’unico modo per stimare il proprio valore. Molte ragazze sono assolutamente convinte di non essere come gli altri le vorrebbero e a questa idea si adeguano cercando in tutti i modi di soddisfare le aspettative altrui.Nella maggior parte dei casi a causa del disturbo alimentare si giunge a livelli di impegno, ad esempio nella scuola, non sostenibili con il conseguente abbandono degli studi quale risultato dell’insicurezza e del perfezionismo per cui nessun risultato è giudicato accettabile. Legato al perfezionismo è un particolare tipo di pensiero, definito pensiero “tutto o niente” o pensiero “dicotomico”, caratterizzato dall’assenza di ogni gradualità nel modo di argomentare e di ragionare: tutto è visto in bianco o nero, i risultati ottenuti sono assolutamente positivi o irrimediabilmente negativi, qualunque cosa è inaccettabile se non si raggiunge il massimo. La ragazza che affronta la dieta per sentirsi più accettata dagli altri penserà che il suo corpo deve essere perfetto, altrimenti ogni suo sforzo sarà stato vano. Prima che la malattia diventi evidente in molte di queste ragazze si ritrovano tratti di ossessività, di ansia e di depressione. È possibile che questi aspetti siano conseguenti allo stato di malnutrizione (vedi più oltre paragrafo sui “Sintomi da digiuno”). Gli aspetti ossessivi, comunque, paiono essere spesso preesistenti al manifestarsi del disturbo alimentare; tratti ossessivi si possono ritrovare nel bisogno di mettere ordine, di fare le pulizie, di avere un elevato controllo in generale.La presenza anche di un modesto sovrappeso in una adolescente con le caratteristiche psicologiche a cui abbiamo prima accennato la farà sentire diversa dal modello fisico dominante, facilmente potrà polarizzare la sua attenzione sull’esigenza di condurre una dieta, di mettere ordine nel proprio comportamento alimentare per raggiungere l’aspetto fisico desiderato. 22. Caratteristiche familiari: il ruolo della famiglia nell’insorgenza di un disturbo alimentare è stato spesso enfatizzato anche a sproposito. Le varie teorie che si sono occupate di questo aspetto hanno spesso fatto riferimento ad un rapporto disturbato tra madre e figlia o ad una particolare configurazione della dinamica familiare, che presenterebbe una madre dominante iperprotettiva, intrusiva e un padre assente. In realtà è impossibile sapere se un particolare clima familiare sia causa piuttosto che conseguenza del disturbo. Sarebbe strano immaginare che di fronte ad una figlia che deperisce giorno per giorno un genitore non diventi iperprotettivo e che questo non provochi un grande aumento della tensione familiare. Ciò che appare dalle osservazioni allargate di famiglie con un componente affetto da anoressia è che esiste una molteplicità di situazioni familiari diverse ed è difficile trovare dei denominatori comuni. Oggi non viene più accettata l’idea che vi sia una famiglia “tipica” che favorisca l’insorgenza dell’anoressia. Una considerazione a parte va spesa per quelle famiglie in cui esiste una particolare attenzione ai temi dell’aspetto fisico e dell’alimentazione. E’ probabile che un clima familiare in cui questi aspetti vengono enfatizzati possa portare alla costruzione di un’immagine di sé polarizzata sull’aspetto esteriore. Tuttavia, anche in questo caso, non esistono prove che i disturbi del comportamento alimentare si manifestino più frequentemente in contesti di questo tipo. Studi significativi hanno evidenziato che una elevata insoddisfazione corporea nei genitori favorisce un analogo atteggiamento in particolare nelle figlie femmine. Analogamente atteggiamenti ossessivi e ipercritici sembrano essere più frequentemente presenti nelle famiglie delle ragazze anoressiche, ma questi riscontri non significano di per sé che questi fattori siano causa diretta del disturbo alimentare. 3. Caratteristiche socioculturali: l’anoressia nervosa e la bulimia sono diffuse principalmente nei paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo in proporzione al livello di assimilazione della cultura occidentale: questo fa pensare che i disturbi del comportamento alimentare abbiano una determinante socioculturale.L’ideale della magrezza è esaltato da tutti i mezzi di comunicazione: l’aumento dei casi di anoressia e bulimia negli ultimi anni va di pari passo con la diffusione di articoli relativi alle diete e di prodotti per dimagrire. L’immagine attuale di donna di successo non è legata tanto al possesso di particolari capacità quanto piuttosto a modelli irreali di donne attraenti e, soprattutto, molto magre (si pensi alle copertine delle riviste e le passerelle in cui imperano ragazze ossute e dall’aspetto emaciato). E’ facile intuire quanto potere questi modelli culturali possano avere su persone particolarmente vulnerabili alle influenze esterne come per esempio gli adolescenti o soggetti con tendenza al perfezionismo e con bassa autostima. Nella nostra società la donna magra rappresenta l’ideale di donna potente, ricca, di successo, sessualmente attraente e vincente. Il culto del valore estetico è tale che solo ciò che è bello può anche essere buono, e tende a porre la bellezza come presupposto implicito delle qualità della persona. A tutto ciò si aggiunge il fatto che disturbi quali l’anoressia e la bulimia vengono facilmente mitizzati: spesso i rotocalchi li presentano come malattie delle ragazze di classe sociale elevata, belle, intelligenti e attraenti. E’ indubbio che per molte ragazze alla ricerca della propria identità, la capacità di controllo sul proprio corpo propria dell’anoressica e la possibilità di attrarre l’attenzione su di sé possano rappresentare in una prima fase un elemento di fascino.
Quali sono i fattori scatenanti?Si ritiene che intraprendere una dieta dimagrante anche in condizioni di modesto sovrappeso, qualora esista una predisposizione al disturbo, rappresenti un fattore cruciale scatenante. Ciò ovviamente non significa che tutte le persone che iniziano una dieta andranno incontro ad un disturbo alimentare. La combinazione di fattori predisponenti e fattori scatenanti sembra essere la formula necessaria per la manifestazione del disturbo. A volte l’inizio del calo di peso non si associa a situazioni di insoddisfazione corporea ma a problematiche adolescenziali come i cambiamenti impetuosi che si osservano durante lo sviluppo puberale, il distacco dalla famiglia, l’occasione di un viaggio senza i genitori e l’inizio o la conclusione di una relazione affettiva, il cambio di residenza e di scuola con perdita degli amici, il verificarsi di molestie fisiche o psicologiche. Altre volte si tratta di situazioni legate a momenti difficili e negativi della vita come la morte di un congiunto, di un amico, una malattia, una crisi familiare. Si tratta sempre di eventi che tendono ad accrescere le difficoltà che una giovane incontra sul piano delle capacità di relazione e della propria autonomia e autostima. Molta influenza, in questa età, hanno comunque i commenti delle persone, coetanei e genitori, in riferimento all’aspetto fisico.
Quali sono i fattori di mantenimento?Per fattori di mantenimento della malattia intendiamo tutti quegli eventi che contribuiscono a rinforzare e perpetuare la condizione patologica una volta innestata. E' molto importante tenere in debita considerazione questi aspetti poiché, soprattutto nelle situazioni più gravi e di lunga durata, gli interventi vanno indirizzati proprio alla riduzione di questi fattori. Nell'impossibilità di reperire una causa precisa da rimuovere, l'intervento più efficace è rappresentato dalla modifica di quegli elementi che tengono in vita il disturbo.
Inizialmente sono importanti gli aspetti legati al pensiero: le idee sul peso e sulle forme corporee spingono la persona a formulare un unico pensiero "è assolutamente fondamentale che io sia magra!", a questo seguono tutte quelle azioni che possono portare al raggiungimento di questo obiettivo. Spesso queste idee vengono rinforzate dall'esterno: non è raro trovare qualcuno che si complimenti con una ragazza normopeso che si mette a dieta. Le persone che si sottopongono ad una alimentazione ridotta, dopo una prima fase caratterizzata da euforia e iperattività, sviluppano una complessa serie di sintomi e segni che coinvolgono aspetti organici, comportamentali e psichici costituendo quella che viene definita come la "sindrome da digiuno".
Sul piano fisico compaiono disturbi legati al ritmo del sonno (la fame spesso impedisce di dormire), alla bassa temperatura corporea (difesa delle residue energie e risparmio energetico) da cui la sensazione costante di freddo sofferta dalle anoressiche. I sintomi digestivi (nausea, senso di pienezza gastrica, tensione addominale) sono a volte così importanti che spesso dolori, spasmi, gonfiori, sensazioni di difficoltà digestive sono segnalati come motivo del rifiuto del cibo. Sul piano psicologico si riscontra un'attenzione completamente polarizzata sul cibo, che porta il soggetto a imperniare tutta la sua quotidianità sull'alimentazione, talvolta con comportamenti bizzarri, ritualistici e spesso caratteristici in particolare dell'anoressia restrittiva.
Si assiste spesso a modificazioni importanti sul piano emotivo, emergono stati depressivi, ansiosi e di irritabilità; talvolta si possono riscontrare manifestazioni psichiatriche anche di maggiore gravità. Spesso risulta evidente una tendenza all'isolamento sociale, amplificata dalle oggettive difficoltà che la ragazza anoressica incontra nel frequentare altre persone. Gli amici, dopo un primo momento in cui hanno a volte incoraggiato la sua dieta per la linea, divengono perplessi di fronte all'eccessivo dimagrimento e non condividono le sue preoccupazioni per il cibo. Inoltre, lo stare insieme spesso prevede momenti conviviali quali mangiare la pizza o il gelato; in queste occasioni chi soffre di anoressia sperimenta solo ansia, imbarazzo, voglia di evitamento e di autoesclusione. L'insorgenza della sintomatologia psichiatrica (ansia, depressione, irritabilità) e la tendenza a chiudersi in se stessa pongono la ragazza in una condizione in cui ogni relazione è difficile ed anche l'accettazione di un aiuto esterno è problematica. La ragazza con un DCA ha imparato che il controllo del cibo è un potente strumento per controllare le sue ansie e paure: ogni tentativo di ridurre il controllo può scatenare una crisi di ansia e depressione. È allora giocoforza per la ragazza riprendere quel controllo che riesce a darle un seppur breve sollievo. Sul piano del pensiero si riscontra, dopo la fase iniziale, una diminuzione della capacità di concentrazione, che spesso ha a che fare con la necessità di aumentare l'impegno nello studio fino a ritmi estenuanti per mantenere il profitto scolastico. Si assiste, inoltre, ad una regressione della forma del pensiero che diviene simile a quello infantile, legato ai dati concreti della quotidianità e incapace di elaborare ipotesi sul futuro o su situazioni diverse da quella presente. Si verifica una situazione in cui apatia, scarsa capacità di concentrazione e ridotto pensiero critico si accompagnano in un quadro che tende a perpetuare il disturbo di base. E' importante sapere che i sintomi descritti sono legati in modo diretto e contingente alla condizione di malnutrizione e sono quindi reversibili.
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