Pietro Berti

Pietro Berti

VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

PER ESPRIMERE IL VOSTRO PARERE

PER CHI VOLESSE ESPRIMERE IL PROPRIO PARERE SUGLI ARGOMENTI TRATTATI O VOLESSE RICHIEDERE IN MERITO AGLI STESSI DELUCIDAZIONI O CHIARIMENTI, E' POSSIBILE COMUNICARE CON ME INVIANDO UN COMMENTO (cliccando sulla scritta "commenti" è possibile inviare un commento anche in modo anonimo, selezionando l'apposito profilo che sarà pubblicato dopo l'approvazione) OPPURE TRAMITE MAIL (cliccando sulla bustina che compare accanto alla scritta "commenti")







FUSIORARI NEL MONDO

Majai Phoria


UN UOMO GIACE TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE, ED E’ SUBITO SERA

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

VIAGGIA CON RYANAIR

JE ME SOUVIENS

JE ME SOUVIENS

VILLA BERTI VIA BEL POGGIO N. 13 IMOLA http://www.villaberti.it/


Condizioni per l'utilizzo degli articoli pubblicati su questo blog

I contenuti degli articoli pubblicati in questo blog potranno essere utilizzati esclusivamente citando la fonte e il suo autore. In difetto, si contravverrà alle leggi sul diritto morale d’autore.
Si precisa che la citazione dovrà recare la dicitura "Pietro Berti, [titolo post] in http://pietrobertiimola.blogspot.com/"
E' poi richiesto - in ipotesi di utilizzo e/o citazione di tutto o parte del contenuto di uno e/o più post di questo blog - di voler comunicare all'autore Pietro Berti anche tramite e-mail o commento sul blog stesso l'utilizzo fatto del proprio articolo al fine di eventualmente impedirne l'utilizzo per l' ipotesi in cui l'autore non condividesse (e/o desiderasse impedire) l'uso fattone.
Auguro a voi tutti un buon viaggio nel mio blog.

Anchorage

Anchorage

venerdì 24 dicembre 2010

Augusto Pinochet



Augusto José Ramón Pinochet Ugarte (Valparaíso, 25 novembre 1915Santiago del Cile, 10 dicembre 2006) è stato un generale, politico e dittatore cileno. A seguito di un golpe militare si nominò Presidente e governò il Paese da dittatore dall'11 settembre 1973 all'11 marzo 1990; durante la sua dittatura militare vennero attuati un vero e proprio democidio, con l'uccisione di circa 3000 oppositori politici su 130.000 arrestati in maniera arbitraria, e sistematiche violazioni di diritti umani.
Generale dell'esercito, di orientamento fortemente conservatore, arrivato al potere a seguito del golpe del 1973 (il colpo di Stato militare - appoggiato da Stati Uniti, esponenti di ceti elevati, vertici della Chiesa cattolica cilena - che rovesciò il legittimo governo del Presidente socialista Salvador Allende, il quale perse la vita nel golpe). Attuò una politica economica fortemente liberista. Un referendum nel 1988 mise fine alla dittatura, lo costrinse ad avviare la transizione, e reintrodusse la democrazia con libere elezioni nel 1989. Lasciò ufficialmente il potere due anni dopo, nel 1990, rimanendo però capo delle forze armate fino al 1998. Divenne poi senatore a vita, godendo dell'immunità parlamentare. Arrestato nel Regno Unito su mandato del governo spagnolo, per la sparizione di cittadini iberici, non fu però mai condannato per motivi di salute: rientrò in Cile dove morì nel 2006.
Le origini [modifica]
Figlio di un medico e nipote di contadini, gli avi paterni di Pinochet lasciarono la Bretagna nel XVIII secolo per trasferirsi in Cile. Ugarte - il cognome materno - è invece di origine basca.
Gli inizi della carriera [modifica]
Pinochet frequentò la scuola primaria e secondaria al Seminario San Rafael di Valparaíso, l'Istituto "Rafael Ariztía" di Quillota (tenuto dai Fratelli Maristi), la Scuola dei Fratelli francesi di Valparaíso, e la Scuola Militare, nella quale entrò nel 1933 dopo essere stato bocciato due volte. Dopo quattro anni di studio, si diplomò in quest'ultima con il grado di alférez di fanteria. Nel settembre 1937, si unì al Reggimento Chacabuco, a Concepción. Due anni dopo, nel 1939, con il rango di sottotenente, si trasferì al Reggimento Maipo, di stanza a Valparaíso.
Ritornò alla scuola di Fanteria nel 1940. Nel gennaio del 1943 sposò la ventunenne Lucía Hiriart Rodríguez, figlia di un senatore radicale che fu anche ministro dell'Interno, con la quale ebbe cinque bambini: tre figlie e due figli, che chiamò Marco Antonio e Cesare Augusto, a motivo della sua passione per la storia romana che lo portò a paragonarsi a Cincinnato. Alla fine del 1945, entrò nel Reggimento Carampangue, a Iquique. Nel 1948 entrò nell'Accademia di Guerra, ma dovette posporre i suoi studi, perché, essendo l'ufficiale più giovane, doveva portare a termine una missione nella zona carbonifera di Lota. L'anno seguente ritornò ai suoi studi in Accademia.
Dopo aver ottenuto il titolo di ufficiale di Stato Maggiore, nel 1951, ritornò ad insegnare alla Scuola Militare. Nello stesso periodo, lavorò come aiuto insegnante all'Accademia di Guerra nei corsi di geografia e geopolitica militare. In aggiunta a questo, era attivo come direttore della rivista istituzionale Cien águilas (Cento Aquile), un organo che rappresentava la voce degli ufficiali.
Durante l'inizio del 1953, con il grado di Maggiore, fu inviato per due anni al Reggimento Rancagua ad Arica. Mentre si trovava là, fu nominato professore dell'Accademia di Guerra, e ritornò a Santiago del Cile per occupare il suo nuovo incarico. Ottenne un baccalaureato e, con questo diploma, entrò nella Scuola di Legge dell'Università del Cile. All'inizio del 1956 Pinochet fu scelto, insieme ad un gruppo di giovani ufficiali per formare una missione militare che avrebbe collaborato con l'organizzazione dell'Accademia della Guerra dell'Ecuador a Quito, il che lo obbligò a sospendere i suoi studi di legge. Rimase con la missione a Quito per tre anni e mezzo, tempo durante il quale si dedicò allo studio della geopolitica, della geografia militare e dell'intelligence.
Alla fine del 1959, ritornò in Cile e fu inviato al Quartier generale della 1ª Divisione dell'esercito, ad Antofagasta. L'anno successivo, fu assegnato al comando del 7º Reggimento Esmeralda, a Line. Grazie al suo successo in questa posizione, fu nominato vice-direttore dell'Accademia di Guerra nel 1963. Nel 1968, fu nominato comandante in capo della 2ª Divisione dell'esercito, a Santiago, e alla fine dell'anno fu nominato generale di Brigata e Comandante in Capo della 6ª Divisione del presidio di Iquique. Nella sua nuova funzione, fu anche nominato intendente rappresentante della regione di Tarapacá.
Nel gennaio del 1971, salì al grado di generale di Divisione e fu nominato generale comandante della guarnigione dell'esercito di Santiago. All'inizio del 1972, fu nominato generale capo di Stato Maggiore dell'esercito. Mentre i conflitti interni crescevano in Cile, Pinochet fu nominato comandante in capo dell'esercito, il 23 agosto 1973, dal Presidente, il socialista Salvador Allende, che lo considerava e lo definì un militare tutto d'un pezzo.
La situazione sociale prima del golpe [modifica]
Al momento del colpo di stato, l'economia era in forte crisi. Il presidente Salvador Allende, che era stato eletto nel 1970 con il 36 per cento dei voti, per risollevare l'economia del Paese, aveva varato numerose riforme economiche e sociali, come la nazionalizzazione delle miniere di rame, carbone e ferro, riforma costituzionale approvata all'unanimità dal parlamento, controllate fino allora da imprese straniere, un'autentica riforma agraria e la nazionalizzazione di piccole e medie imprese strategiche e banche. Queste riforme non erano però gradite dalla borghesia cilena. Il 15 luglio 1971 i commercianti cominciarono ad accaparrare generi alimentari e di prima necessità, mettendo in ginocchio economicamente il Paese.
Il 4 giugno 1972 i camionisti cileni organizzarono uno storico sciopero contro il governo, provocando l'interruzione dei rifornimenti di carburante ed aggravando ancor di più la situazione a livello di approvvigionamento alimentare; il primo dicembre le donne del Barrio Alto (quartieri eleganti come Los Condes, ecc. letteralmente "quartiere alto") scesero nelle strade per un "cacerolazo", concerto con le pentole vuote. L'università era sotto il controllo del Movimento gremialista di Jaime Guzman.
Il 22 agosto 1973 il Congresso cileno votò una risoluzione in cui si elencavano le violazioni delle legalità compiute dal governo Allende e si invitava l'esercito a rimuovere il presidente. Secondo la costituzione cilena, per essere approvata una risoluzione simile necessitava del voto favorevole di due terzi del parlamento. La votazione si concluse con una maggioranza di voti favorevoli, ma senza raggiungere i due terzi richiesti.
Colpo di Stato del 1973 [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Golpe cileno del 1973.
I vertici militari cileni, l'11 settembre 1973, tradendo la fiducia del Presidente Allende, lo destituirono con un cruento colpo di Stato militare. I leader del golpe, acerrimi nemici di Allende, usarono aerei da combattimento Hawker Hunter per bombardare il Palazzo Presidenziale che lo ospitava. Lì morì Salvador Allende, ma la reale causa della sua morte rimane un mistero: secondo la versione ufficiale si suicidò, mentre altri sostengono che fu ucciso dai golpisti di Pinochet mentre difendeva il palazzo presidenziale. Pinochet fu nominato a capo del concilio di governo della giunta vittoriosa, e si mosse per frantumare l'opposizione socialista del Cile, arrestando approssimativamente 130.000 individui in un periodo di tre anni.
Il ruolo di Pinochet nella pianificazione del colpo di Stato è soggetto a discussioni. È comunemente accettato che Pinochet sia stato il capo dei congiuranti e che usò la sua posizione di Comandante dell'Esercito per coordinare un piano ad ampio raggio con le altre forze militari. Questa è la versione degli eventi che Pinochet stesso conferma nelle sue memorie. In anni recenti, comunque, alti ufficiali militari del tempo hanno raccontato che Pinochet fu coinvolto da Nixon in modo riluttante nel colpo di Stato, solo pochi giorni prima che questo avvenisse. Quale che fosse la verità, una volta che la Giunta fu al potere, Pinochet presto consolidò il suo controllo su di essa, prima divenendo il solo presidente della giunta (che originariamente avrebbe dovuto ruotare tra i suoi membri), e quindi proclamando se stesso Presidente della Repubblica.
In contrasto con la maggior parte delle altre nazioni dell'America Latina, il Cile aveva avuto, prima del colpo di Stato, una lunga tradizione di governi democratici civili; l'intervento militare in politica era stato raro. Alcuni ricercatori politici hanno ascritto la sanguinosità del colpo di Stato alla stabilità del sistema democratico esistente, che richiese azioni estreme per essere rovesciato.
La politica economica di Allende implicava il possesso da parte dello Stato di molte compagnie chiave, soprattutto le miniere di rame possedute dagli U.S.A. In altri termini Allende si attirò l'odio dei grandi proprietari terrieri cileni, che detenevano, prima del suo governo, molta ricchezza accentrata nelle loro mani, a discapito della maggioranza della popolazione povera. Inoltre rifiutava la politica di privatizzazione delle risorse primarie dello Stato cileno, temendo abusi, e arrivò persino a statalizzare il sistema bancario. Questo gli portò contro molte persone potenti. Pinochet promise di promuovere lo sviluppo di un mercato più aperto o, per usare le sue parole, "di fare del Cile non una nazione di proletari, ma una nazione di imprenditori".
Il governo di Allende era in rapporti amichevoli con Cuba. Archivi declassificati degli USA provano che gli Stati Uniti d'America approvarono fondi per azioni che prevenissero l'elezione di Allende e, più tardi, per destabilizzare il suo governo. Il ruolo degli USA nel colpo stesso non è stato stabilito, ma un documento rilasciato dalla CIA nel 2000, intitolato "CIA Activities in Chile", rivelava che l'agenzia americana supportò attivamente la giunta militare prima e dopo il rovesciamento di Allende e che essa fece di molti ufficiali di Pinochet degli agenti pagati dalla CIA o dai militari USA, anche se l'agenzia sapeva che erano coinvolti in sistematiche e ampie violazioni dei diritti umani[1].
Tra repressione e normalizzazione [modifica]
Pinochet fino al 27 giugno 1974 è presidente della Giunta militare. Da quella data assume il titolo di "Capo Supremo della Nazione".
La violenza e il bagno di sangue del colpo di Stato continuarono durante l'amministrazione di Pinochet. Una volta al potere, Pinochet governò con pugno di ferro. I dissidenti che erano stati assassinati per aver pubblicamente parlato contro la politica di Pinochet venivano definiti "scomparsi". Non si sa esattamente quanta gente sia stata uccisa dalle forze del governo e dei militari durante i diciassette anni che rimase al potere, ma la Commissione Rettig, voluta dal nuovo governo democratico, elencò ufficialmente 2.095 morti e 1.102 "scomparsi". Tra le vittime, ucciso nello stadio di Santiago insieme a molti altri, anche il regista e cantante Víctor Jara. Anche la tortura era usata comunemente contro i dissidenti. Migliaia di cileni lasciarono il Paese per sfuggire al regime.
Il 17 dicembre 1974 diviene presidente della Repubblica. La presidenza di Pinochet era frequentemente resa instabile da sollevazioni e da isolati attacchi violenti. I tentativi di assassinio erano comuni, il che aumentò la paranoia del governo e per alcuni alimentò il ciclo dell'oppressione. La situazione in Cile raggiunse l'attenzione internazionale nel settembre 1976 quando Orlando Letelier, un ex-ambasciatore cileno negli Stati Uniti e ministro del governo Allende, fu assassinato con un'autobomba a Washington. Il generale Carlos Prats, predecessore di Pinochet come comandante dell'esercito, che si era dimesso piuttosto che sostenere le azioni contro Allende, era morto in circostanze simili a Buenos Aires, Argentina due anni prima. Nell'ottobre del 1999, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti declassificò una collezione di 1.100 documenti prodotti da varie agenzie degli USA che trattavano degli anni che portarono al colpo di Stato militare. Uno di questi documenti diede indicazione della scala della collaborazione degli USA con Pinochet.
Si stima che l'aiuto militare USA era cresciuto drammaticamente tra la venuta al potere di Allende nel 1970, quando ammontava a 800.000 dollari all'anno, fino a 10,9 milioni di dollari nel 1972, quando il colpo di Stato avvenne. Il 10 di settembre del 2001, una causa fu intentata dalla famiglia del generale René Schneider, una volta capo dello staff del generale cileno, accusando il precedente Segretario di Stato Henry Kissinger di aver preparato il suo assassinio nel 1970 per essersi opposto al colpo di Stato militare[2]. Nonostante il regime di Pinochet sia durato 17 anni, non tutti i Paesi riconobbero il nuovo Governo. L'Italia e la Svezia non riconobbero mai il cambio degli ambasciatori, e formalmente rimasero in carica quelli nominati da Salvador Allende.
Politica economica [modifica]
La brutale repressione politica di Pinochet esistette in parallelo alle riforme economiche. Per formulare la sua politica economica, Pinochet si affidò ai cosiddetti Chicago boys, che erano giovani economisti cileni istruiti all'Università di Chicago e pesantemente influenzati dalle politiche monetaristiche di Milton Friedman. Privatizzazione, taglio della spesa pubblica e politiche anti-sindacali alienarono il proletariato cileno, sebbene strati della società abbiano beneficiato di una crescita reale. Sotto i primi anni del governo Pinochet l'economia cilena mise in campo un massiccio recupero.
Alcuni economisti mondiali lo chiamarono il Miracolo del Cile mentre altri hanno contraddetto questa affermazione teorizzando che, anche se le riforme di Pinochet attrassero grossi investimenti esteri, poca parte di quei soldi venne investita nella produzione. Il regime dei cambi fissi strideva, però, con il liberismo e nel 1982 l'aumento dei tassi di interesse internazionale innescò una fortissima recessione.
Dal maggio 1983, l'opposizione e il movimento sindacale organizzarono dimostrazioni e scioperi contro il regime, provocando una violenta risposta da parte delle forze di sicurezza. Molte piccole imprese dichiararono bancarotta, mentre l'economia, comprese le industrie appena privatizzate finirono per essere dominate da monopoli con connessioni con la giunta e le imprese straniere. L'inflazione toccò il suo massimo nel 1976, ma venne tagliata e l'economia iniziò a crescere di nuovo verso la fine degli anni settanta. Benché la disoccupazione rimase alta, la povertà iniziò a diminuire. Comunque, una seconda recessione colpì il Cile nel 1982, e l'economia non ripartì fino al 1986, quando ci fu un nuovo boom economico, che da allora non si è più arrestato.
Anche la disoccupazione cominciò a calare, arrivando al 7,8% nel 1990, quando Pinochet lasciò la presidenza. La crescita durante quel periodo fu superiore di molto al resto dell'America Latina. Al 2004, il Cile è considerato un esempio di successo, avendo sostenuto la crescita delle esportazioni e del PIL per diversi anni. La relazione tra le politiche economiche di Pinochet e questo boom rimangono materia di discussione.
Ritorno alla democrazia [modifica]
Nel settembre del 1986, un attentato alla vita di Pinochet venne organizzato, senza successo, dal Fronte Patriottico Manuel Rodríguez (FPMR), che si pensava fosse connesso al fuorilegge Partito Comunista. Pinochet subì solo ferite superficiali.
In accordo con le norme transitorie della nuova Costituzione del Cile, che Pinochet stesso aveva voluto e scritta da Jaime Guzman, un referendum fu tenuto nell'ottobre del 1988, per votare un nuovo mandato presidenziale di 8 anni per Pinochet. Nel plebiscito, a sorpresa i sostenitori del "NO" vinsero con il 58% dei voti e, ancora in accordo con le norme della costituzione, elezioni libere furono convocate da Pinochet e tenute l'anno successivo. Pinochet lasciò la presidenza l'11 marzo del 1990.
Capo delle Forze armate [modifica]
Grazie alle norme transitorie della costituzione, Pinochet ebbe nel 1990 la carica di comandante in capo delle Forze armate del Cile democratico, dove restò fino al marzo 1998. Una volta abbandonata questo ruolo, egli divenne senatore a vita e gli fu garantita l'immunità parlamentare.
Rapporti con il Regno Unito [modifica]
Pinochet permise il rifornimento di carburante agli aerei inglesi durante la Guerra delle Falkland, cementando così la propria alleanza con il Regno Unito e con il Primo Ministro Margaret Thatcher. Successivamente andò in visita da Margaret Thatcher per il tè e per molte altre occasioni[3]. I rapporti controversi di Pinochet con la Thatcher furono oggetto di scherno da parte del Primo Ministro laburista Tony Blair, che, nel 1999, derise il Partito Conservatore britannico definendolo "il partito di Pinochet".
L'arresto [modifica]
Nell'ottobre del 1998, mentre si trovava a Londra, Pinochet fu arrestato e fu posto agli arresti domiciliari, prima nella clinica nella quale era appena stato sottoposto ad un intervento chirurgico alla schiena e poi in una residenza in affitto. Il mandato di arresto era stato emesso dal giudice spagnolo Baltasar Garzón per crimini contro l'umanità e le accuse includevano 94 casi di tortura contro cittadini spagnoli e un caso di cospirazione per commettere tortura. La Gran Bretagna aveva solo di recente firmato la Convenzione internazionale contro la tortura, e tutte le accuse erano per fatti avvenuti negli ultimi 14 mesi del suo regime.
Il governo del Cile si oppose al suo arresto, alla sua estradizione e al suo processo. Ci fu una dura battaglia legale nella Camera dei Lords, il massimo organo giurisdizionale britannico, che durò 16 mesi. Pinochet rivendicò l'immunità diplomatica in quanto ex capo di Stato, ma i Lords gliela negarono in considerazione della gravità delle accuse e concessero l'estradizione, pur con vari limiti. Poco tempo dopo però una seconda pronuncia della Camera dei Lords consentì a Pinochet di evitare l'estradizione a causa delle sue precarie condizioni di salute (aveva 82 anni al momento del suo arresto).
Dopo alcuni accertamenti sanitari, l'allora ministro degli esteri britannico Jack Straw consentì a Pinochet, dopo quasi quattro anni di arresti domiciliari o in clinica, di fare ritorno nel suo Paese. Al suo rientro in Cile (2 marzo 2002), comunque, un giudice era stato nominato per indagare contro di lui a seguito di numerose accuse.
Nonostante il suo rilascio per cause di cattiva salute, la detenzione di Pinochet in uno Stato straniero per crimini contro l'umanità commessi nel suo Paese costituisce un punto di svolta molto rilevante nel diritto internazionale. Il mandato d'arresto emesso da Baltasar Garzón si fondava infatti in maniera significativa sul principio della giurisdizione universale: alcuni crimini internazionali sono talmente gravi che qualsiasi Stato può procedere per eseguire la loro punizione.
I rapporti con il Vaticano [modifica]
Papa Giovanni Paolo II visitò il Cile nell'aprile 1987 e incontrò Pinochet. A volere fortemente quel viaggio l'allora nunzio apostolico nel Paese sudamericano Angelo Sodano. Polemiche ci furono per l'affacciarsi del Papa al balcone del Palazzo della Moneda con il generale e la benedizione impartita, nel cortile interno dello stesso palazzo ai funzionari del governo.[4]
Il 18 febbraio del 1993 giunsero a Pinochet due lettere di auguri da parte del papa Wojtyła e del Segretario di Stato Angelo Sodano in occasione della ricorrenza delle sue nozze d'oro.[5]
Processo in patria [modifica]
Nel 2000 la Corte d'Appello di Santiago votò per togliere a Pinochet l'immunità parlamentare (13 voti a favore e 9 contrari), ed egli venne quindi inquisito. Comunque, il caso venne annullato dalla Corte Suprema per motivi medici (demenza vascolare) nel luglio 2002. Poco dopo il verdetto, Pinochet si dimise dal Congresso, e visse quietamente da ex senatore. Fece rare apparizioni pubbliche, e fu soprattutto assente dagli eventi che celebravano il 30º anniversario del golpe, l'11 settembre 2003.
Il 28 maggio 2004, la Corte d'Appello votò per revocare lo stato di demenza di Pinochet (14 voti a favore e 9 contrari), e quindi la sua immunità al processo. Nel sostenere il suo caso, l'accusa presentò una recente intervista televisiva concessa da Pinochet ad un canale televisivo di Miami. I giudici trovarono che l'intervista sollevava dubbi sulle reali facoltà mentali di Pinochet. Il 26 agosto 2004, con un voto di 9 a 8, la Corte Suprema confermò la decisione che Pinochet dovesse perdere l'immunità senatoriale ed affrontare il processo, portando i suoi critici a sperare di vederlo giudicato per le numerose violazioni di diritti umani. Come parte importante del processo, il suo reale stato di salute mentale è stato valutato da un gruppo di esperti proposto dal giudice e dalle parti (12 ottobre 2004). Il 2 dicembre 2004, la Corte d'Appello di Santiago del Cile ha tolto a Pinochet l'immunità dal processo per l'assassinio del suo predecessore, generale Carlos Prats, che fu ucciso nel 1974 da un'autobomba mentre era in esilio in Argentina.
Dal 13 dicembre 2004 fu messo agli arresti domiciliari. Lo annunciò il giudice Juan Guzmán, il magistrato indagava sul ruolo di Pinochet nella Operazione Condor, il piano concordato negli anni settanta tra le dittature latinoamericane e gli Stati Uniti d'America per reprimere le derive progressiste del continente.
Nel gennaio del 2005 viene pubblicato il Rapporto Valech il quale ha indicato in 35.000 i casi di torture commesse dal regime, di cui 28.000 provate.
La Riggs Bank [modifica]
Un comitato investigativo del Senato degli Stati Uniti, ha rilasciato il 15 luglio 2004, dopo un anno di lavori, un rapporto sulla Riggs Bank, che valutò tra i quattro e gli otto milioni di dollari del patrimonio di Pinochet. Secondo il rapporto, la Riggs partecipò al riciclaggio di denaro per conto di Pinochet, costituendo società di comodo offshore (riferendosi a Pinochet solo come a "un ex funzionario pubblico") e nascondendo i suoi conti correnti alle agenzia regolatrici. Il rapporto diceva che le violazioni erano "sintomatiche di una scorretta e, a volte, inefficace applicazione di tutte le regolamentazioni bancarie federali o del compimento da parte della banca degli obblighi contro il riciclaggio di denaro".
Cinque giorni dopo una corte cilena aprì formalmente un'investigazione sulle finanze di Pinochet, per la prima volta, con accuse di frode, appropriazione indebita di fondi e corruzione. Quindi, poche ore dopo, il procuratore di Stato del consiglio di difesa statale del Cile (Consejo de Defensa del Estado), presentò una seconda richiesta allo stesso giudice per investigare sul patrimonio di Pinochet, ma senza accusarlo direttamente di reati. Il 1º ottobre 2004, il Servizio delle Imposte Interne cileno (Servicio Impuestos Internos) istruì un'azione legale contro Pinochet, accusandolo di frode ed evasione fiscale, per un totale di 3,6 milioni di dollari in conti di investimento alla Riggs, tra il 1996 e il 2002. Pinochet avrebbe potuto affrontare sanzioni per un totale pari a tre volte tale somma e la condanna al carcere se fosse stato condannato.
Gli ultimi anni [modifica]
Dall'età di ottantatré anni ha vissuto nella sua villa di Santiago, afflitto da problemi di salute ed inseguito dalla giustizia cilena per le atrocità commesse durante gli anni in cui governò il Paese. Pur essendo finito per ben quattro volte agli arresti domiciliari (l'ultima delle quali il 30 ottobre 2006 per i crimini avvenuti nel centro di detenzione clandestino Villa Grimaldi) riesce ad evitare fino alla fine un processo vero e proprio.
La morte [modifica]
Il 3 dicembre 2006, all'età di 91 anni, viene ricoverato in un ospedale militare di Santiago per un arresto cardiaco e un edema polmonare, e subisce un intervento di bypass. Il giorno seguente si aggrava ulteriormente, al punto tale da ricevere il sacramento dell'estrema unzione.
Il 10 dicembre 2006, Pinochet muore per scompenso cardiaco presso l'Ospedale Militare di Santiago del Cile. Anche da morto il dittatore ha diviso il suo Paese: nel giorno della sua morte sono state fermate, a Santiago del Cile ed in un'altra dozzina di città, 53 persone, in seguito a scontri tra i sostenitori dell'ex dittatore, che ne piangevano la morte, e gli oppositori che manifestavano per festeggiare l'evento.Il Presidente della repubblica, la socialista Michelle Bachelet ha negato al generale i funerali di Stato, ma non ha potuto evitare le esequie militari. Sessantamila persone hanno reso omaggio alla salma. Poco prima della cerimonia religiosa hanno fatto il loro ingresso, alla scuola militare di Santiago del Cile, 3.000 persone (altre 5.000 sono rimaste fuori). Alla cerimonia era presente, per il governo, il Ministro della Difesa Vivianne Blanlot. La salma è stata cremata e portata a Los Boldos. Parallelamente al funerale un migliaio di oppositori ha reso omaggio alla memoria di Salvador Allende.
Eredità politica [modifica]
I cileni rimangono divisi tra quanti vedono in lui un brutale dittatore, che pose fine al governo democratico di Allende e guidò un regime caratterizzato da violente repressioni, e quanti affermano che egli abbia evitato al Paese una deriva verso il comunismo e guidato la trasformazione dell'economia cilena in un'economia moderna. Anche se vi è un crescente riconoscimento della innegabile brutalità del suo regime, i suoi sostenitori giustificano ciò nel contesto della crescente violenza nella società cilena provocata dai gruppi politici armati rivoluzionari nel decennio che precedette il colpo di Stato.
Note [modifica]
^ CIA Acknowledges Ties to Pinochet’s Repression nel sito della CIA
^ Why the law wants a word with Kissinger su smh.com.au
^ BBC NEWS UK UK Politics Pinochet death 'saddens' Thatcher
^ Il papa e Pinochet - Repubblica.it » Ricerca
^
« Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarte Rodriguez, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale. »
(Giovanni Paolo II)Orazio la Rocca. Pinochet, auguri dal Papa. Repubblica, 29 giugno 1993. URL consultato il 11 settembre 2009.
Bibliografia [modifica]
(FR) Catherine Blaya, Femmes et dictatures: être chilienne sous Pinochet, ESF, 2000 ISBN 978-2-7101-1378-2
(FR) Collectif, Pinochet face à la justice espagnole, L'Harmattan, 2000 ISBN 978-2-7384-8318-8
(FR) Rémy Bellon et Dominique Rizet, Le Dossier Pinochet, tortures, enlèvements, disparitions, implications internationales, Michel Lafon, 2002 ISBN 978-2-84098-791-8
(FR) Marc Fernandez et Jean-Christophe Rampal, Pinochet: Un dictateur modèle, Hachette, 2003 ISBN 978-2-01-235696-2
(FR) Michel Pinçon et Monique Pinçon-Charlot, Le cas Pinochet: Justice et politique, Syllepse, 2003 ISBN 978-2-84797-025-8
(FR) Juan Guzmán, Au bord du monde: les mémoires du juge de Pinochet, Arènes, 2005, 324 p. ISBN 2-912485-52-5
(IT) Ariel Dorfman, L'autunno del generale. La storia infinita del caso Pinochet, Marco Tropea Editore, 2003. ISBN 88-438-0448-0
(FR) Luis Sepúlveda, La folie de Pinochet, Métaillé, 2003, 111 p.
(ES) Raquel Correa et Elizabeth Subercaseaux, Ego sum Pinochet, Éditions Zig-zag, Santiago du Chili, 1989
(ES) Carlos Huneeus, El Régimen de Pinochet, Editorion Sudamericana, 2000, 670p, ISBN 956-262-126-X
(ES) Gonzalo Vial, Pinochet: La Biografía, El Mercurio / Aguilar, Santiago, 2002, 2 tomes, 759 p. ISBN 956-239-234-1
Voci correlate [modifica]
Golpe cileno del 1973
Cile di Pinochet
Operazione Condor
Missing - Scomparso, un film basato sulla storia vera del giornalista Americano Charles Horman che scomparve a seguito del colpo di Stato di Pinochet.
Altri progetti [modifica]
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Augusto Pinochet
Articolo su Wikinotizie: Pinochet colpito da infarto: grave ma stazionario 3 dicembre 2006
Articolo su Wikinotizie: Augusto Pinochet è morto 10 dicembre 2006
Collegamenti esterni [modifica]
Partido Nacional-Pinochetista de Chile
(EN) BBC coverage (special report)
CIA activities in Chile (dettagliato rapporto della CIA stessa)
The truth about Pinochet (analisi economica del suo governo e dei Chicago boys)
The crimes of Augusto Pinochet
I giornali dell'epoca
Il Cile ha deciso: processo a Pinochet
Il giudice Guzman fa arrestare l' ex dittatore, «coautore e mandante di 57 omicidi»
OAS_AD('Bottom1');
Il Cile ha deciso: processo a Pinochet Il giudice Guzman fa arrestare l' ex dittatore, «coautore e mandante di 57 omicidi» RIO DE JANEIRO - Il giudice Juan Guzmán non si ferma, il processo cileno ad Augusto Pinochet si farà. Ieri l' ex dittatore cileno è stato nuovamente arrestato e incriminato per i crimini commessi dalla «carovana della morte», subito dopo il golpe del 1973. Un ufficiale giudiziario si recherà nelle prossime ore nella sua villa e svolgerà le modalità di rito: prenderà al vecchio generale le impronte digitali e scatterà la foto segnaletica. Pinochet, per ragioni di età, resterà agli arresti domiciliari. Per tutta la mattinata, prima e dopo il verdetto, gruppi a favore e contro Pinochet si sono sgolati di fronte al Palazzo del tribunale. E' una scena consueta a Santiago. Per ogni passaggio di questo interminabile iter, è stata una fazione o l' altra a festeggiare. Stavolta, però, non ci sono dubbi. In lacrime Viviana Diaz, leader dei familiari dei desaparecidos: «Siamo felici ed emozionati. Non avevamo mai smesso di considerare possibile questo momento, per 27 anni. Per i nostri cari oggi comincia la giustizia». Per il Cile è una giornata storica. A tre anni dalle prime denunce giudiziarie, alle quali seguì, nell' ottobre del 1998, l' arresto a Londra su richiesta della giustizia spagnola, il processo alla dittatura si può dire ora ufficialmente iniziato. Guzmán ha accolto in pieno le tesi dell' accusa. Pinochet è senza dubbio «coautore, mandante, complice e insabbiatore» per l' omicidio dei 75 oppositori cileni, colpiti dalle squadracce del generale Arellano Stark subito dopo il golpe. Di essi 57 sono certamente morti e 18 scomparsi. Per questo le imputazioni sono «omicidio» e «sequestro qualificato». E' proprio grazie al mancato ritrovamento di alcuni corpi che il magistrato, in questi anni di caparbio lavoro, è riuscito a sfilare il caso «carovana della morte» dall' amnistia generale che Pinochet aveva promulgato poco prima di lasciare il potere. Guzmán non ha creduto a una sola delle parole che Pinochet ha pronunciato la scorsa settimana, nella villa di La Dehesa, nel primo, storico faccia a faccia tra i due. «Non ho ordinato di ammazzare nessuno - disse il generale - e di quelle morti sono responsabili solo i comandanti delle vari guarnigioni del Cile». Il magistrato, avendo trovato l' ex dittatore fisicamente malandato, ma «straordinariamente normale» per quanto riguarda le sue capacità mentali, ha respinto la richiesta della difesa di archiviare il processo. Non lo ha commosso nemmeno il ricovero-lampo del generale in un ospedale, tre giorni fa, per un lieve attacco di ischemia. Guzmán ha piuttosto creduto alle durissime parole pronunciate, alla fine della scorsa settimana, da un alto generale dell' epoca, Joaquin Lagos Osorio. Indignato per il tentativo di Pinochet di scaricare sui subordinati le responsabilità degli omicidi, Lagos ha rotto gli indugi e svelato particolari sui crimini, in parte inediti. «Mai avrei pensato che Pinochet avrebbe risposto a Guzmán attribuendo a me la colpa di quegli episodi - ha detto Lagos Osorio - e in cuor mio speravo che a questo punto della sua vita avrebbe detto la verità». Oggi ottantenne, Lagos Osorio si ritirò dall' esercito alla fine del 1974, un anno dopo gli eccidi. Era il responsabile dell' esercito nella città di Antofagasta. Racconta di essersi dissociato già allora dagli omicidi, di aver raccontato a Pinochet la brutalità degli episodi dei quali era venuto a conoscenza. Si occupò anche di far riavere subito alle famiglie i corpi delle vittime. «Pinochet mi apparve più preoccupato per i miei dubbi che per la sostanza delle cose che gli stavo raccontando. Non c' è dubbio che fosse molto soddisfatto per il lavoro dell' esercito». Inoltre Lagos Osorio racconta che il generale Stark gli mostrò un documento nel quale Pinochet lo nominava suo delegato personale nella caccia agli oppositori. Gli spazi per la difesa di Pinochet sono ormai ridottissimi. I suoi avvocati hanno presentato ricorso alla Corte suprema contro l' arresto. Il 1° dicembre scorso, di fronte a una mossa analoga di Guzmán, riuscirono a ribaltare la decisione, sulla base che un processo non può partire senza un interrogatorio e, nel caso di un imputato anziano, senza gli esami medici sullo stato mentale. Ora tutto questo è avvenuto. Pinochet resterà un detenuto in attesa di giudizio, nel Paese che ha governato per 17 anni con la forza, fino alla sentenza. Si trova già nella sua residenza estiva, a Los Boldos e lì probabilmente resterà. Isabel Allende, figlia dell' ex presidente socialista suicida il giorno del golpe, si è detta assolutamente d' accordo con gli arresti domiciliari: «Il carcere sarebbe disumano. La civiltà ha delle regole, ben diverse da quelle della dittatura». Che il processo riesca mai a concludersi, però, resta incerto. Potrebbe durare dai sei agli otto anni, si dice in tribunale a Santiago, troppi per un imputato dell' età di Pinochet. Rocco Cotroneo Dal potere al tribunale COLPO DI STATO L' 1 settembre ' 73 il generale Augusto Pinochet rovescia il presidente socialista Salvador Allende, democraticamente eletto, che si toglie la vita LA DITTATURA Dal ' 73 al ' 90 il regime militare perseguita oppositori e intellettuali. Nel ' 89 un referendum dice no alla permanenza di Pinochet al potere. Il dittatore rimane capo delle Forze armate fino al ' 98 e senatore a vita LA DETENZIONE Il 16 ottobre ' 98 Pinochet viene arrestato a Londra su richiesta del giudice spagnolo Baltasar Garzón nell' ambito di un inchiesta sui «desaparecidos» spagnoli in Cile. Madrid e altri Paesi chiedono l' estradizione IL RITORNO Il 3 marzo 2000 Londra permette a Pinochet di rientrare in Cile. L' 1 agosto l' Alta corte cilena lo priva dell' immunità parlamentare su richiesta del giudice Juan Guzmán. L' 1 dicembre Guzmán ordina gli arresti domiciliari e il processo a Pinochet, ma la corte revoca la decisione. Ieri, un nuovo ordine di arresto per aver ordinato il rapimento e l' uccisione di 57 persone
Cotroneo Rocco
Pagina 15 (30 gennaio 2001) - Corriere della Sera
La decisione della Corte d'appello. L'accusa: "Così viene cancellata ogni giustizia"Pinochet, addio processo"Infermità mentale"di OMERO CIAI dal sito http://www.repubblica.it/online/mondo/santiago/infermita/infermita.html
Non ci sarà in Cile nessun processo ad Augusto Pinochet. Ieri mattina la corte d'appello di Santiago ha accolto la richiesta dei difensori dell'ex dittatore ed ha sospeso "temporaneamente" tutti i procedimenti contro di lui per ragioni di salute. In pratica li ha sospesi per sempre: a 85 anni - Pinochet nacque a Valparaiso il 25 novembre 1915 - è difficile che le sue condizioni possano migliorare. Gli avvocati dell'accusa possono presentare ricorso alla Corte suprema. I tempi però sono molto lunghi. Almeno sei mesi, forse un anno. Sulle reali condizioni di salute dell'ex generale non ci sono molte certezze. I familiari delle vittime, che dopo l'arresto tre anni fa a Londra, speravano di vederlo finalmente alla sbarra, restano convinti che i medici esagerino nel descriverlo morente. Gli esami si sono sempre svolti nelle sale dell'Ospedale militare e i periti non si sono mai messi d'accordo. Quelli della difesa hanno sostenuto che era inevitabile fermare il processo per infermità mentale, quelli dell'accusa che Pinochet poteva tranquillamente andare davanti ad un tribunale. La infermità mentale, cioè l'incapacità di intendere le domande che vengono rivolte all'imputato e la difficoltà a ricordare i fatti , è l'unica circostanza che, secondo la legge cilena, impone l'annullamento del processo penale. A lungo, la famiglia di Pinochet ha evitato di usare l'argomento della "follia". Ma alla fine è diventata l'unica chance. E, convinta dagli avvocati, anche la signora Lucia ha ceduto.D'altra parte, fonti affidabili vicine ai parenti, sostengono che dal ritorno in patria, il 3 marzo dell'anno scorso, le condizioni di salute di Pinochet si sono progressivamente deteriorate. Ha il diabete e un cuore sempre più stanco. È molto debole. Si alza raramente dal letto. A volte dicono fatica a riconoscere i parenti. La famiglia ha accolto la sentenza d'appello con sollievo. "Con questa decisione - ha detto il figlio Marco Antonio - speriamo per lo meno di vedere nostro padre più tranquillo, almeno per quello che gli resta da vivere". Delusi avvocati dell'accusa e familiari delle vittime della dittatura. "È una sconfitta per la giustizia in Cile, per mettere fine all'impunità e approfondire la democrazia di questo paese", ha detto Carmen Hertz, l'avvocato di parte civile. Molto critiche sulla sentenza di ieri anche le organizzazioni internazionali per i diritti umani. "È incredibile - ha sostenuto Amnesty, respingendo la decisione del tribunale cileno - che dopo tanto tempo l'autorità giudiziaria non sia stata capace di emettere un verdetto sulla vicenda 'Carovana della morte'. Speriamo -aggiunge il comunicato di Amnesty - che gli altri militari implicati nelle stragi vengono giudicati al più presto". Si chiude così la battaglia contro l'impunità del massimo responsabile dei tremila desaparecidos di una dittatura lunga diciassette anni (1973-1990). Battaglia contro l'impunità iniziata nell'ottobre di tre anni fa grazie al giudice Balthazar Garzon che riuscì a far arrestare Pinochet in un ospedale di Londra. Era il primo atto di una giustizia globale che, esclusa l'ex Jugoslavia, non ha ancora trovato diritto di cittadinanza. (10 luglio 2001)
dal sito
Francia: condannati gerarchi Pinochet
Ma in aula nessun imputato. Parenti desaparecidos soddisfatti 17 dicembre, 20:47
(ANSA) - PARIGI, 17 DIC - Condanne dai 15 anni di reclusione fino all'ergastolo sono state pronunciate oggi dalla giustizia della Francia contro un gruppo di ex gerarchi della dittatura cilena processati in loro assenza a Parigi per la scomparsa di 4 francesi ai tempi del regime di Pinochet (1973-1990). Il processo si era aperto lo scorso 8 dicembre. La sentenza ha soprattutto un valore simbolico e quasi nessuna chance di essere eseguita. Soddisfatti i parenti delle vittime, che attendevano da piu' di 35 anni.

Nessun commento:

Posta un commento

Presentazione candidature in quota UDC a Bologna - Lista Aldrovandi Sindaco

PLAYLIST MUSICALE 1^

Post più popolari

Elementi condivisi di PIETRO

Rachel

Rachel

FORZA JUVE! E BASTA. FORZA DRUGHI!

FORZA JUVE! E BASTA. FORZA DRUGHI!

GALWAY - IRLANDA

GALWAY - IRLANDA

PUNTA ARENAS

PUNTA ARENAS

VULCANO OSORNO

VULCANO OSORNO

Fairbanks

Fairbanks

Nicole Kidman - Birth , io sono Sean

Nicole Kidman - Birth , io sono Sean

DESERTO DI ATACAMA

DESERTO DI ATACAMA

Moorgh Lake Ramsey, Isle of Man

Moorgh Lake Ramsey, Isle of Man

Port Soderick

Port Soderick

TRAMONTO SU GERUSALEMME

TRAMONTO SU GERUSALEMME

Masada, l'inespugnabile

Masada, l'inespugnabile

KATYN

KATYN

I GUERRIERI DELLA NOTTE

I GUERRIERI DELLA NOTTE

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

THE WOLFMAN

THE WOLFMAN

Sistema Solare

Sistema Solare

TOMBSTONE

TOMBSTONE

coco

coco

PLAYLIST MUSICALE I^

Rebecca Hall

Rebecca Hall