L'uomo, di origine marocchina, bloccato a bordo di un traghetto diretto a Tangeri. Il fermo dopo una notte di interrogatori. E' imputato di omicidio e occultamento di cadavere. Ma continua a difendersi. Decisiva per le indagini una intercettazione telefonica. Setacciate le colline.
BERGAMO - C'è un fermato, imputato di omicidio e occultamento di cadavere, ma Yara Gambirasio ancora non si trova. E' arrivata a una svolta nelle ultime ventiquattro ore la vicenda della tredicenne scomparsa dieci giorni fa da Brembate Sopra in provincia di Bergamo. Con il fermo, sabato sera, di un 22enne di origine marocchina (e non tunisina, come si era detto in un primo momento) che, a bordo di una nave salpata da Genova, si stava dirigendo verso il Nordafrica. A indirizzare gli inquirenti verso di lui sarebbe stata l'intercettazione di una telefonata in cui il 22enne diceva "Allah mi perdoni, non sono stato io". Nel corso dell'interrogatorio in carcere, avrebbe "fornito le sue giustificazioni". Ma Brembate Sopra non vuole ascoltare: in paese spuntano le prime manifestazioni di razzismo, cartelli che chiedono la cacciata degli extracomunitari dalla zona. Il sindaco si dissocia. Ma la notizia, in contemporanea, di un altro giovane marocchino che alla guida di un'auto ha fatto strage di ciclisti 1 dall'altra parte della penisola, a Lamezia Terme, amplifica il malumore nei confronti degli immigrati. I cartelli razzisti 2
Le ricerche nei boschi 3La ragazza scomparsa 4 Le ricerche 5Il cantiere perquisito 6 Le unità cinofile 7Il fermato. Sembrano solo all'inizio le indagini per stabilire quale ruolo abbia avuto il 22enne nella scomparsa della ragazza. Gli accertamenti sono concentrati su quanto potrebbe essere accaduto nel cantiere di Mapello in cui il fermato lavorava (e dal quale si era assentato fin dal giorno della scomparsa della ragazzina) e in cui i cani avevano ripetutamente fiutato tracce di Yara, che le forze dell'ordine continuano a cercare. Il fermo potrebbe essere utile all'identificazione di eventuali complici. Nei giorni scorsi due testimoni avevano riferito di aver visto la ragazza parlare con due persone. Uno di questi, Enrico Tironi, di 19 anni, era stato denunciato per procurato allarme ma era poi stato nuovamente sentito nell'ambito dell'inchiesta.Della ragazzina nessuna traccia. Di Yara non c'è ancora traccia. Nelle ore prima del tramonto numerose squadre di vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile e unità cinofile hanno perlustrato i boschi e i campi che si estendono nella zona dietro il campo sportivo di Ambivere. I vigili del fuoco hanno anche prosciugato un pozzo nei pressi di un cascinale. Senza risultato anche i controlli effettuati nella cava di Palazzago in cui aveva lavorato in passato il fermato. A Brembate cartelli razzisti. In città striscioni e cartelli hanno cominciato a comparire dopo la notizia del fermo dell'uomo. "Occhio per occhio, dente per dente", è la scritta esposta da un automobilista davanti alla strada di accesso di villa Gambirasio; immigrati "fuori da Bergamo", compare su un lenzuolo bianco; il sindaco Diego Locatelli, alla guida di una giunta leghista, prende le distanze (AUDIO 8): "Non ci sarà nessuna caccia all'uomo, non è questa la reazione che mi aspetto dai miei cittadini e sono sicuro che non sarà così". Ma intanto su Facebook sale la rabbia tra i gruppi nati dopo la scomparsa della tredicenne. "Lasciatecelo in piazza a Brembate", "Noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne" sono alcuni dei commenti che si moltiplicano in rete.
Le ricerche nei boschi 3La ragazza scomparsa 4 Le ricerche 5Il cantiere perquisito 6 Le unità cinofile 7Il fermato. Sembrano solo all'inizio le indagini per stabilire quale ruolo abbia avuto il 22enne nella scomparsa della ragazza. Gli accertamenti sono concentrati su quanto potrebbe essere accaduto nel cantiere di Mapello in cui il fermato lavorava (e dal quale si era assentato fin dal giorno della scomparsa della ragazzina) e in cui i cani avevano ripetutamente fiutato tracce di Yara, che le forze dell'ordine continuano a cercare. Il fermo potrebbe essere utile all'identificazione di eventuali complici. Nei giorni scorsi due testimoni avevano riferito di aver visto la ragazza parlare con due persone. Uno di questi, Enrico Tironi, di 19 anni, era stato denunciato per procurato allarme ma era poi stato nuovamente sentito nell'ambito dell'inchiesta.Della ragazzina nessuna traccia. Di Yara non c'è ancora traccia. Nelle ore prima del tramonto numerose squadre di vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile e unità cinofile hanno perlustrato i boschi e i campi che si estendono nella zona dietro il campo sportivo di Ambivere. I vigili del fuoco hanno anche prosciugato un pozzo nei pressi di un cascinale. Senza risultato anche i controlli effettuati nella cava di Palazzago in cui aveva lavorato in passato il fermato. A Brembate cartelli razzisti. In città striscioni e cartelli hanno cominciato a comparire dopo la notizia del fermo dell'uomo. "Occhio per occhio, dente per dente", è la scritta esposta da un automobilista davanti alla strada di accesso di villa Gambirasio; immigrati "fuori da Bergamo", compare su un lenzuolo bianco; il sindaco Diego Locatelli, alla guida di una giunta leghista, prende le distanze (AUDIO 8): "Non ci sarà nessuna caccia all'uomo, non è questa la reazione che mi aspetto dai miei cittadini e sono sicuro che non sarà così". Ma intanto su Facebook sale la rabbia tra i gruppi nati dopo la scomparsa della tredicenne. "Lasciatecelo in piazza a Brembate", "Noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne" sono alcuni dei commenti che si moltiplicano in rete.
L'articolo prosegue sul sito http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/05/news/yara-9867213/ da cui è estratto il brano che precede
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