Pietro Berti

Pietro Berti

VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

PER ESPRIMERE IL VOSTRO PARERE

PER CHI VOLESSE ESPRIMERE IL PROPRIO PARERE SUGLI ARGOMENTI TRATTATI O VOLESSE RICHIEDERE IN MERITO AGLI STESSI DELUCIDAZIONI O CHIARIMENTI, E' POSSIBILE COMUNICARE CON ME INVIANDO UN COMMENTO (cliccando sulla scritta "commenti" è possibile inviare un commento anche in modo anonimo, selezionando l'apposito profilo che sarà pubblicato dopo l'approvazione) OPPURE TRAMITE MAIL (cliccando sulla bustina che compare accanto alla scritta "commenti")







FUSIORARI NEL MONDO

Majai Phoria


UN UOMO GIACE TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE, ED E’ SUBITO SERA

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

VIAGGIA CON RYANAIR

JE ME SOUVIENS

JE ME SOUVIENS

VILLA BERTI VIA BEL POGGIO N. 13 IMOLA http://www.villaberti.it/


Condizioni per l'utilizzo degli articoli pubblicati su questo blog

I contenuti degli articoli pubblicati in questo blog potranno essere utilizzati esclusivamente citando la fonte e il suo autore. In difetto, si contravverrà alle leggi sul diritto morale d’autore.
Si precisa che la citazione dovrà recare la dicitura "Pietro Berti, [titolo post] in http://pietrobertiimola.blogspot.com/"
E' poi richiesto - in ipotesi di utilizzo e/o citazione di tutto o parte del contenuto di uno e/o più post di questo blog - di voler comunicare all'autore Pietro Berti anche tramite e-mail o commento sul blog stesso l'utilizzo fatto del proprio articolo al fine di eventualmente impedirne l'utilizzo per l' ipotesi in cui l'autore non condividesse (e/o desiderasse impedire) l'uso fattone.
Auguro a voi tutti un buon viaggio nel mio blog.

Anchorage

Anchorage

mercoledì 1 dicembre 2010

Il Messico in guerra contro i Narcos






Corpi da una parte e teste dall’altra. L’ultimo ritrovamento, tra i cespugli, domenica 14 marzo nello stato di Guerrero, ad Acapulco, la città-cartolina del Messico. Ma se i cadaveri decapitati in Messico sono oramai la norma, non era mai successo che il “metodo” venisse esportato a Filadelfia, come ha denunciato lo scorso anno il congressman repubblicano Mark Kirk .
Preoccupato lui ma preoccupata soprattutto l’amministrazione di Barak Obama che sempre più spesso manda in Messico il segretario di Stato Hillary Clinton, il ministro della Giustizia Eric Holder e quello della Sicurezza interna Janet Napolitano. Da quando si è insediato, Obama si è già recato due volte in visita ufficiale dal presidente Felipe Calderon per discutere la situazione “sicurezza” e ad aprile potrebbe tornarci, per accompagnare la moglie Michelle in quella che inizialmente doveva essere una visita di piacere.
Il perché, numeri alla mano, è semplice: il Messico rischia di trasformarsi per Washington in un fronte di guerra sanguinoso quasi come l’Iraq ma, a differenza di Baghdad che dista migliaia di chilometri dal suolo statunitense, El Paso è separata appena da un ponte e dal Rio Bravo da Ciudad Juarez, stato di Chihuahua, terra di nessuno dove ogni anno viene ucciso un abitante su mille. Solo nell’ultimo week-end i morti ammazzati dai narcos messicani sono stati 60. Durante un funerale a Ciudad Juarez un commando armato ha sparato sulla folla uccidendo 8 persone. Il giovane di cui si celebrava il funerale era stato minacciato di morte dopo che aveva scoperto che l’automobile acquistata risultava rubata, denunciando il fatto alla polizia locale. Ma la situazione è tragica in tutto il paese ed è peggiorata negli ultimi 3 giorni. Poche ore dopo la strage del funerale, a Navolato (stato di Sinaloa), 20 uomini armati fino ai denti hanno fatto irruzione in una festa di compleanno di contadini uccidendo 7 persone. Mentre 32 sono state le vittime dell’ultima esplosione di violenza ad Acapulco, oramai un ex paradiso, dove domina il cartello di “La Familia”. Molte di queste vittime sono poliziotti, che hanno perso la vita in un agguato. Otto cadaveri decapitati sono invece stati trovati in diverse zone della città.
Molti analisti paventano per il Messico l’ipotesi di “fallimento dello stato” e, proprio per questo, Cia e Fbi hanno già classificato i cartelli dei narcos, che oltre alla droga trafficano armi e si stanno infiltrando negli Usa con sempre maggior aggressività, come la top priority, al pari del terrorismo di Al Qaeda. Anche perché nelle ultime ore ci sono state anche tre vittime statunitensi: un’impiegata dal consolato Usa e suo marito, e il marito di un’altra funzionaria in due diversi attentati a Ciudad Juarez. Il presidente Barack Obama si è affrettato ad emettere un comunicato condannando le uccisioni e porgendo le proprie condoglianze alle famiglie. Secondo un comunicato della missione congiunta di soldati e della polizia messicana che gestiscono la sicurezza, i sicari formano parte di un gruppo controllato dal cartello della droga di Juarez.
Ma l’emergenza messicana - dove secondo le cifre del governo sono state uccise oltre 19mila persone negli ultimi 3 anni dai narcos - preoccupa a tal punto il vicino statunitense che dopo le stragi dell’ultimo week-end il generale Gene Renuart, a capo del Comando Nord dell’esercito Usa (Northcom) è intervenuto sul tema definendo “insorti” i membri dei cartelli dei narcos e suggerendo di condividere con il Messico le tecniche di guerra poste in essere in Iraq ed Afghanistan.
paolo.manzo da http://blog.panorama.it/mondo/2010/03/16/messico-lemergenza-narcos-e-la-prima-guerra-di-obama/ di Martedì 16 Marzo 2010
Città del Messico, 6 novembre 2010 - In uno scontro a fuoco nei pressi del confine con gli Stati Uniti è stato ucciso dai militari messicani uno dei principali leader del cartello della droga del Golfo, Antonio Ezequiel Cardenas Guillen. Lo ha reso noto Alejandro Poire, portavoce per le questioni di sicurezza del presidente Felipe Calderon.
Insieme al 48enne narcotrafficante sono rimasti uccisi altri tre membri della banda, due soldati ed anche un giornalista in quella che è stata una vera e propria battaglia andata avanti diverse ore a Matamoros, sul confine con il Texas. Per evitare i colpi e le granate gli abitanti di Matamoros si sono rifugiati nei negozi e nelle abitazioni ed è stato chiuso il ponte che collega la cittadina con quella texana di Brownsville.
Il cartello del Golfo è uno dei più potenti in Messico dove controlla ampie porzioni del traffico della droga, delle armi e degli immigrati. Negli ultimi mesi è impegnato in una guerra per il controllo di queste attività criminali con Los Zetas, una banda criminale un tempo collegata allo stesso cartello.
Cardenas Guillen, detto ‘Tony Tormenta’, era alla guida del cartello dal 2003 quando suo fratello Osiel Cardenas Guillen era stato arrestato e poi, nel 2007, estradato negli Stati Uniti. E sulla testa del narcotrafficante ucciso il governo americano aveva posto una taglia di cinque milioni di dollari.

Libera ha pubblicato un dossier dedicato al Messico e alla guerra ai narcos. Il documento racconta ciò che sta avvenendo nelle strade di Mexico City e Ciudad Juarez, negli Stati di Michoacan, Oaxaca, Tamaulipas e in tutto il territorio del Messico.
E' la guerra più cruenta e sanguinosa del nostro tempo. Una violenza dilagante che interpella anche le nostre coscienze. Consapevoli che anche in questo caso il nostro silenzio sarebbe connivenza, complicità inerte, colpevole inadempienza, abbiamo deciso di prendere la parola e di urlare il dolore di un popolo.Abbiamo scelto di raccontare ciò che sta avvenendo nelle strade di Mexico City e Ciudad Juarez, negli Stati di Michoacan, Oaxaca, Tamaulipas e in tutto il territorio del Messico. Ma non solo del Messico. La strage quotidiana, la lunga scia di crudeltà che accompagna la storia recente del Messico, ci riguarda tutti. I suoi effetti condizionano pesantemente non solo la vita, l'economia, l'informazione, la politica del Paese americano, ma anche gli USA, l'Europa, l'intera America Latina. Familiarizzare con le cifre dell'eccidio, con i nomi dei cartelli dei narcotrafficanti e con la memoria delle vittime, diventa per noi impegno di giustizia e di responsabilità. Per queste ragioni abbiamo ritenuto di raccogliere in un dossier le informazioni necessarie per dare una ragione alle nostre domande. Una debacle umanitaria che non risparmia più nessuno. Alcuni lo definiscono narcoterrorismo! La "guerra al narcotraffico" è diventata una vera e propria guerra civile (o incivile come tutte le guerre!). Una guerra che non ha ampliato il fine originario del contrasto ai responsabili del traffico di droga e oggi non risparmia più alcun colpo e nessun obiettivo. I cartelli della droga e gli amministratori corrotti rimangono ancora gli attori principali e i primi destinatari di lucrosi profitti il cui bilancio supera quello delle multinazionali. Riprendendo le parole di una delle autrici del reportage, il Messico e i messicani sono ben lontani dal vedere una «soluzione pacifica a tanto dolore».Di fronte a tutto questo, la comunità internazionale sembra silenziosa, indifferente, inefficace mentre la cocaina invade anche le nostre strade e continua a mietere vittime in ogni angolo del pianeta. Per nulla inerte invece sono le mafie nostrane che che vedono crescere i proprio patrimoni grazie al traffico e allo spaccio non solo nel nostro Paese ma in giro per il mondo. Abbiamo sete di segni di speranza e li stiamo cercando perché siamo coscienti che la stragrande maggioranza della popolazione messicana è composta da gente onesta. Perché abbiamo conosciuto associazioni, giornalisti, preti, magistrati, insegnanti... che non solo non ci stanno a sopportare questa situazione, vogliono scrollarsi di dosso questo giogo pesante. Non si rassegnano e offrono quotidianamente competenze, energie e tempo per diffondere un'altra cultura che non sia quella della violenza e del malaffare. Sono i testimoni autentici di un Messico che vuole cambiare. Vuole voltare pagina offrendo altri modelli rispetto a quello del "narco" potente e ricco che proviene dalle periferie emarginate e povere.Abbiamo incontrato vite ferite, orfani di madri e di amici, di colleghi e di figli e ne vogliono onorare la memoria con un impegno coerente e responsabile. Questo dossier vuole farsi eco e speranza di queste stesse speranze per trasformarle in progetto. La solidarietà internazionale è un contributo essenziale non solo perché nessuno si senta solo nel cammino di liberazione e riscatto, ma anche per dare forza all'impegno civile di chi, dicendo no alla violenza, alla corruzione e al guadagno illecito, vuole provare a costruire un altro futuro per il Messico e per noi.
Indice
1. Introduzione 2. Prefazione: L'infiltrazione del male di Cynthia Rodriguez 3. "Siamo in guerra e ci sono danni collaterali" di Renato Forte 4. Il confine con glia U.S.A. E "Los Zetas" di Renato Forte 5. La mappa dei cartelli di Piero Innocenti 6. Il Plan Merida di Adriana Rossi 7. Giornalisti in Messico: "Se informi, muori" di José Gil Olmos 8. Sequestro di beni mafiosi di Renato Forte 9. La società civile: vittima o complice? di Renato Forte 10. Armi, politica e moti popolari di Renato Forte 11. Gli effetti della guerra messicana di Marcela Turati
Scarica il dossier.



Narcos: 2300 minori uccisi in 2 annni
Situazione peggiorata tra 2009 e 2010 con massacri di gruppo

ANSA) - CITTA' DEL MESSICO, 21 NOV - Piu' di 2.300 minori fino a 16 anni coinvolti nelle faide dei cartelli del narcotraffico sono stati assassinati in Messico tra il 2006 e il 2008. Lo denuncia in un rapporto la Rete per i diritti dell'infanzia. Tra il 2009 e il 2010, in attesa di disporre di dati sicuri, la Rete per l'infanzia afferma che la situazione e' ancora peggiorata, anche perche' di recente i narcos sono passati ai massacri di gruppi interi di giovani: nel Chihuahua quest'anno ne sono gia' avvenuti sette .

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/11/21/visualizza_new.html_1698395206.html

Messico, uccisa donna capo polizia. Nuova vittima della guerra dei narcos.


La prima donna ad aver raggiunto il grado di capo della polizia in Messico, la 38enne Hermila Garcia, è stata uccisa da un gruppo di sicari del narcotraffico davanti a casa nello stato di Chihuahua, al confine con gli Stati Uniti. La Garcia era al comando di una squadra di 90 agenti a Meoqui, cittadina dove abitava. Nel 2008 venne uccisa un'altra donna, Silvia Molina, direttore amministrativo della polizia di Ciudad Juarez. Oltre a lei, nello stato di Chihuahua, ci sono altre tre donne capo di polizia - ricorda El Mundo: Verónica Ríos Ontiveros a Samalayuca; Olga Herrera Castillo a Villa Luz; e Marisol Valles, di 20 anni, nel municipio Praxedis G. Guerrero.

Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo497098.shtml

Nessun commento:

Posta un commento

Presentazione candidature in quota UDC a Bologna - Lista Aldrovandi Sindaco

PLAYLIST MUSICALE 1^

Post più popolari

Elementi condivisi di PIETRO

Rachel

Rachel

FORZA JUVE! E BASTA. FORZA DRUGHI!

FORZA JUVE! E BASTA. FORZA DRUGHI!

GALWAY - IRLANDA

GALWAY - IRLANDA

PUNTA ARENAS

PUNTA ARENAS

VULCANO OSORNO

VULCANO OSORNO

Fairbanks

Fairbanks

Nicole Kidman - Birth , io sono Sean

Nicole Kidman - Birth , io sono Sean

DESERTO DI ATACAMA

DESERTO DI ATACAMA

Moorgh Lake Ramsey, Isle of Man

Moorgh Lake Ramsey, Isle of Man

Port Soderick

Port Soderick

TRAMONTO SU GERUSALEMME

TRAMONTO SU GERUSALEMME

Masada, l'inespugnabile

Masada, l'inespugnabile

KATYN

KATYN

I GUERRIERI DELLA NOTTE

I GUERRIERI DELLA NOTTE

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

THE WOLFMAN

THE WOLFMAN

Sistema Solare

Sistema Solare

TOMBSTONE

TOMBSTONE

coco

coco

PLAYLIST MUSICALE I^

Rebecca Hall

Rebecca Hall