Emilio Fede (Barcellona Pozzo di Gotto, 24 giugno 1931) è un giornalista e scrittore italiano, già direttore del TG1 (dal 1981 al 1982) e attualmente direttore del TG4, ruolo che ricopre dal 1992.
Indice[nascondi]
1 Biografia
1.1 Dalla carta stampata alla RAI
1.2 Il passaggio alla Fininvest-Mediaset e la direzione del TG4
2 Critiche e controversie
2.1 Accuse di favoritismo
2.2 Multe subite dall'autorità per le telecomunicazioni
2.3 Discussione con Piero Ricca
2.4 Critiche a Roberto Saviano
2.5 La querela da parte del Comune di Venezia
3 Vicende giudiziarie
4 Pubblicazioni
5 Presenze nella cinematografia
6 Note
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
//
Biografia
È figlio di un brigadiere dei Carabinieri, di stanza diversi anni in Etiopia, e trascorre parte della giovinezza nel paese d'origine della famiglia, San Piero Patti, dove frequenta le scuole dell'obbligo. Si trasferisce poi a Roma con la famiglia dopo la guerra. Sposato con la giornalista del TG1 Diana De Feo, eletta al Senato per il PdL nel 2008, ha due figlie: Sveva e Simona.
Dalla carta stampata alla RAI
Inizia giovanissimo l'attività nella carta stampata, collaborando con Il Momento - Mattino di Roma. Poi lavora per la Gazzetta del Popolo a Torino dove diviene inviato speciale. Inizia a collaborare con la RAI nel 1954 passando poi dalla carta stampata alla televisione. Il rapporto con la televisione di Stato diventa esclusivo dal 1961.
Inviato speciale in Africa per otto anni, realizza servizi in oltre 40 paesi nel periodo della postcolonizzazione e dell'inizio delle guerre civili. L'esperienza africana termina per una malattia e per un contenzioso relativo alle spese di viaggio, per la quale i suoi detrattori lo soprannomineranno "Sciupone l'africano".[1] Lavora nella redazione della trasmissione d'inchiesta TV7, il settimanale di approfondimento del TG1. Uno dei suoi contributi più significativi è un servizio riguardante le conseguenze dell'uso degli ormoni usati per la crescita dei bovini sulla salute umana. Dal 1976 è per cinque anni conduttore del TG1, dal 1981 ne è direttore per due anni; sotto la sua direzione la testata racconta la tragedia della morte di Alfredino Rampi, a Vermicino. Nel frattempo si candida alle elezioni politiche del 1979 nelle liste del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI). Nel 1983 conduce la trasmissione di intrattenimento Test.
Nel 1987 termina il rapporto con la RAI, in seguito ad un processo per gioco d'azzardo (finito con la sua assoluzione)[2] e, come lui stesso poi dichiara[senza fonte], per il cambiamento degli accordi politici sulle poltrone RAI; il passaggio della direzione del Tg1 dal Partito Socialista Italiano (PSI), ultimo riferimento politico di Fede, alla Democrazia Cristiana, nell'ambito dei riequilibri politici e di potere relativi al nascituro governo Craxi.
Il passaggio alla Fininvest-Mediaset e la direzione del TG4
Fede riprende il suo cammino professionale accettando l'offerta di Rete A. Nel 1989 passa alla Fininvest di Silvio Berlusconi, dapprima come direttore di Video News, poi di Studio Aperto che sarà il primo notiziario ad annunciare in diretta l'inizio della prima Guerra del Golfo il 17 gennaio 1991, proprio nel giorno della sua prima messa in onda su Canale 5. Studio Aperto sarà anche il primo telegiornale ad informare sulla cattura dei due piloti italiani Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone.
Nel 1993 lascia la direzione di Studio Aperto, nel frattempo passato a Italia 1; Fede però aveva già accettato l'anno prima la direzione del nuovo telegiornale di Rete 4, il TG4, che dirige e conduce ancora oggi. Nel luglio del 2004 conduce il TG4 in diretta da Nassiriya per portare la sua solidarietà ai militari italiani colpiti dall'attentato del 12 novembre 2003.
Critiche e controversie
Accuse di favoritismo
Il suo modo di condurre la testata, sbilanciato a favore di Silvio Berlusconi secondo i dati dell'osservatorio di Pavia[3], lo ha esposto a critiche sulla qualità del suo prodotto giornalistico e ad interventi dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a partire dal 1998. Il sostegno politico a Berlusconi, mai negato da Fede, è testimoniato anche da quanto accadde dopo le elezioni politiche del 1994, quando annunciò la vittoria dell'allora leader di Forza Italia (attualmente del Popolo delle Libertà) con elogi e opinioni parziali. Parte del suo discorso agiografico è stato anche documentato nel film Aprile di Nanni Moretti.[4]
Multe subite dall'autorità per le telecomunicazioni
Nel 2004, dopo la multa inflitta dall'Agcom per il mancato rispetto della par condicio nel suo telegiornale (elezioni europee), Fede andò in onda con una targhetta al collo sulla quale era riportato il contenuto della sentenza. Nel 2006, dopo un'altra multa di 250.000 € dell'Agcom per violazione della legge sulla par condicio[5] (la seconda in due settimane per un totale di 450.000 €[6]), Emilio Fede si dice contrario alla motivazione della sanzione e minaccia le dimissioni, mandando tre volte in sovraimpressione il contenuto della sentenza. Successivamente Fede ritira le dimissioni, dichiarando di esser stato indotto a restare dalle lettere dei telespettatori.
Discussione con Piero Ricca
Nel maggio 2007 venne fermato dal giornalista indipendente Piero Ricca, il quale volle porgli delle domande sul caso dell'emittente televisiva Europa 7, le cui frequenze, secondo una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, sono state occupate abusivamente da Rete 4 per evitare che quest'ultima finisse sul satellite[7]. Ricca prima chiede le sue dimissioni per l'illegittimità a trasmettere di Rete 4 poi, visto il rifiuto di Fede che dice "Berlusconi lo sa ed è praticamente d'accordo, e mi ha detto: "se incontri qualche imbecille che ti chiede se ti sei dimesso digli di sì"", indirizza al direttore gli insulti "servo", "verme". Il direttore poi sputa da una scalinata in direzione dei suoi contestatori.[7]
Il diverbio tra i due fu anche trasmesso da Striscia la notizia che però non mostrò l'antefatto dell'incontro tra Fede e Ricca, sia quando quest'ultimo parlò dell'abusivismo di Rete 4 e sia quando il direttore del TG4 sputò al reporter.[8] Fede successivamente querela Ricca, il cui blog viene temporaneamente bloccato dalla Guardia di Finanza per un mese[9] e il cui articolo precedentemente pubblicato viene reso inaccessibile a seguito dell'ordinanza.
Critiche a Roberto Saviano
In un'edizione del TG4 Fede commenterà la condizione di Roberto Saviano in quanto scortato, essendo minacciato dalla camorra. In questo commento risulterà molto polemica la critica del direttore riguardo a un Saviano il cui aspetto peculiare, a suo dire, sia di guadagnare molti soldi dal libro (e film) Gomorra e che pare lamentarsi della sua condizione di scortato e recluso perché minacciato dalla camorra.[10]
Tali attacchi si sono ripetuti (per di più nell'ambito di un servizio non direttamente riconducibile a Saviano o alla camorra) il 9 maggio 2010, suscitando immediate polemiche da parte di numerosi blog e di esponenti del Centro-sinistra. [11]
La querela da parte del Comune di Venezia
Durante una puntata del rotocalco del TG4 "Sipario Notte" dell'11 ottobre 2008, viene trasmesso un servizio inerente a una zona di Venezia, identificabile come Campo Santi Giovanni e Paolo, il cui commento da parte del direttore stesso scatena una violenta protesta via web tramite il social network Facebook e altri siti, accusando il suddetto servizio di essere mistificatorio e calunnioso. La polemica raggiunge il Comune di Venezia che di recente ha dato incarico all'Avvocatura civica di verificare gli estremi per sporgere querela e chiedere i danni arrecati all'immagine della città.[12][13][14]
Vicende giudiziarie
Nel gennaio 2011 è indagato dalla Procura della Repubblica per favoreggiamento alla prostituzione, insieme a Silvio Berlusconi, Lele Mora e Nicole Minetti sul "caso Ruby".[15][16]
Pubblicazioni
Finché c'è Fede (1997)
Privé. La vita è un gioco (1998)
L'invidiato speciale (1999)
La foglia di fico (2000)
Samba dei ruffiani (2001)
La cena dei cretini (2002)
Ladro d'amore (2003)
Peluche (2005)
Fuori Onda (2006)
Presenze nella cinematografia
Paparazzi (1998), regia di Neri Parenti, dove interpreta sé stesso in una scena con Mara Venier.
Aprile (1998), regia di Nanni Moretti, dove appare un suo filmato in TV in seguito alla vittoria alle elezioni politiche di Berlusconi nel 1994.
Buongiorno, notte (2003), regia e sceneggiatura di Marco Bellocchio, dove appare in filmati di repertorio nel film dedicato al rapimento e all'omicidio di Aldo Moro.
Io non ho paura (2003), regia di Gabriele Salvatores, dove appare in filmati di repertorio.
Note
^ Oliviero Beha cita Fede come sciupone l'africano
^ Gigi Marzullo, Bellidinotte: guerrieri moderni & cavalieri d'altri tempi , pag. 138, Guida Editori, 1999. ISBN 8871883047
^ dati febbraio 2006 del pluralismo politico in televisione dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
^ Ewa Mazierska Laura Rascaroli, Il cinema di Nanni Moretti: sogni e diari , pag. 111, Gremese Editore, 2006. ISBN 8884404185
^ Provvedimenti Par condicio: sanzioni a Tg 4 – Rete 4 e Studio Aperto – Italia 1. 03-04-2006. URL consultato il 25-07-2007.
^ Provvedimenti Par condicio: sanzioni a Tg 4 – Rete 4 e Studio Aperto – Italia 1. 22-03-2006. URL consultato il 25-07-2007.
^ a b Video dell'incontro tra Emilio Fede e il giornalista indipendente Pietro Ricca
^ Piero Ricca incontra Antonio Ricci. URL consultato il 10 ottobre 2008.
^ Il blog di Piero Ricca bloccato dalla Guardia di Finanza, dal sito www.quimilanolibera.net. URL consultato il 14 marzo 2008.
^ Video del commento di Fede su Saviano
^ Articolo di Repubblica.it e video dell'attacco di Fede a Saviano
^ Il Tempo.it: Venezia: ha offeso il buon nome della città. 01-11-2008. URL consultato il 08-11-2008.
^ Nuovavenezia.repubblica.it: Il Consiglio comunale approva mozione contro Emilio Fede. 04-11-2008. URL consultato il 08-11-2008.
^ Video della puntata di Sipario Notte
^ Indagati anche Emilio Fede e Lele Mora. 14 gennaio 2001. URL consultato il 18 gennaio 2001.
^ Domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari. 14 gennaio 2001. URL consultato il 18 gennaio 2001.
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Emilio Fede
Wikinotizie contiene notizie di attualità su Emilio Fede
Wikiquote contiene citazioni di o su Emilio Fede
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1 Biografia
1.1 Dalla carta stampata alla RAI
1.2 Il passaggio alla Fininvest-Mediaset e la direzione del TG4
2 Critiche e controversie
2.1 Accuse di favoritismo
2.2 Multe subite dall'autorità per le telecomunicazioni
2.3 Discussione con Piero Ricca
2.4 Critiche a Roberto Saviano
2.5 La querela da parte del Comune di Venezia
3 Vicende giudiziarie
4 Pubblicazioni
5 Presenze nella cinematografia
6 Note
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
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Biografia
È figlio di un brigadiere dei Carabinieri, di stanza diversi anni in Etiopia, e trascorre parte della giovinezza nel paese d'origine della famiglia, San Piero Patti, dove frequenta le scuole dell'obbligo. Si trasferisce poi a Roma con la famiglia dopo la guerra. Sposato con la giornalista del TG1 Diana De Feo, eletta al Senato per il PdL nel 2008, ha due figlie: Sveva e Simona.
Dalla carta stampata alla RAI
Inizia giovanissimo l'attività nella carta stampata, collaborando con Il Momento - Mattino di Roma. Poi lavora per la Gazzetta del Popolo a Torino dove diviene inviato speciale. Inizia a collaborare con la RAI nel 1954 passando poi dalla carta stampata alla televisione. Il rapporto con la televisione di Stato diventa esclusivo dal 1961.
Inviato speciale in Africa per otto anni, realizza servizi in oltre 40 paesi nel periodo della postcolonizzazione e dell'inizio delle guerre civili. L'esperienza africana termina per una malattia e per un contenzioso relativo alle spese di viaggio, per la quale i suoi detrattori lo soprannomineranno "Sciupone l'africano".[1] Lavora nella redazione della trasmissione d'inchiesta TV7, il settimanale di approfondimento del TG1. Uno dei suoi contributi più significativi è un servizio riguardante le conseguenze dell'uso degli ormoni usati per la crescita dei bovini sulla salute umana. Dal 1976 è per cinque anni conduttore del TG1, dal 1981 ne è direttore per due anni; sotto la sua direzione la testata racconta la tragedia della morte di Alfredino Rampi, a Vermicino. Nel frattempo si candida alle elezioni politiche del 1979 nelle liste del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI). Nel 1983 conduce la trasmissione di intrattenimento Test.
Nel 1987 termina il rapporto con la RAI, in seguito ad un processo per gioco d'azzardo (finito con la sua assoluzione)[2] e, come lui stesso poi dichiara[senza fonte], per il cambiamento degli accordi politici sulle poltrone RAI; il passaggio della direzione del Tg1 dal Partito Socialista Italiano (PSI), ultimo riferimento politico di Fede, alla Democrazia Cristiana, nell'ambito dei riequilibri politici e di potere relativi al nascituro governo Craxi.
Il passaggio alla Fininvest-Mediaset e la direzione del TG4
Fede riprende il suo cammino professionale accettando l'offerta di Rete A. Nel 1989 passa alla Fininvest di Silvio Berlusconi, dapprima come direttore di Video News, poi di Studio Aperto che sarà il primo notiziario ad annunciare in diretta l'inizio della prima Guerra del Golfo il 17 gennaio 1991, proprio nel giorno della sua prima messa in onda su Canale 5. Studio Aperto sarà anche il primo telegiornale ad informare sulla cattura dei due piloti italiani Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone.
Nel 1993 lascia la direzione di Studio Aperto, nel frattempo passato a Italia 1; Fede però aveva già accettato l'anno prima la direzione del nuovo telegiornale di Rete 4, il TG4, che dirige e conduce ancora oggi. Nel luglio del 2004 conduce il TG4 in diretta da Nassiriya per portare la sua solidarietà ai militari italiani colpiti dall'attentato del 12 novembre 2003.
Critiche e controversie
Accuse di favoritismo
Il suo modo di condurre la testata, sbilanciato a favore di Silvio Berlusconi secondo i dati dell'osservatorio di Pavia[3], lo ha esposto a critiche sulla qualità del suo prodotto giornalistico e ad interventi dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a partire dal 1998. Il sostegno politico a Berlusconi, mai negato da Fede, è testimoniato anche da quanto accadde dopo le elezioni politiche del 1994, quando annunciò la vittoria dell'allora leader di Forza Italia (attualmente del Popolo delle Libertà) con elogi e opinioni parziali. Parte del suo discorso agiografico è stato anche documentato nel film Aprile di Nanni Moretti.[4]
Multe subite dall'autorità per le telecomunicazioni
Nel 2004, dopo la multa inflitta dall'Agcom per il mancato rispetto della par condicio nel suo telegiornale (elezioni europee), Fede andò in onda con una targhetta al collo sulla quale era riportato il contenuto della sentenza. Nel 2006, dopo un'altra multa di 250.000 € dell'Agcom per violazione della legge sulla par condicio[5] (la seconda in due settimane per un totale di 450.000 €[6]), Emilio Fede si dice contrario alla motivazione della sanzione e minaccia le dimissioni, mandando tre volte in sovraimpressione il contenuto della sentenza. Successivamente Fede ritira le dimissioni, dichiarando di esser stato indotto a restare dalle lettere dei telespettatori.
Discussione con Piero Ricca
Nel maggio 2007 venne fermato dal giornalista indipendente Piero Ricca, il quale volle porgli delle domande sul caso dell'emittente televisiva Europa 7, le cui frequenze, secondo una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, sono state occupate abusivamente da Rete 4 per evitare che quest'ultima finisse sul satellite[7]. Ricca prima chiede le sue dimissioni per l'illegittimità a trasmettere di Rete 4 poi, visto il rifiuto di Fede che dice "Berlusconi lo sa ed è praticamente d'accordo, e mi ha detto: "se incontri qualche imbecille che ti chiede se ti sei dimesso digli di sì"", indirizza al direttore gli insulti "servo", "verme". Il direttore poi sputa da una scalinata in direzione dei suoi contestatori.[7]
Il diverbio tra i due fu anche trasmesso da Striscia la notizia che però non mostrò l'antefatto dell'incontro tra Fede e Ricca, sia quando quest'ultimo parlò dell'abusivismo di Rete 4 e sia quando il direttore del TG4 sputò al reporter.[8] Fede successivamente querela Ricca, il cui blog viene temporaneamente bloccato dalla Guardia di Finanza per un mese[9] e il cui articolo precedentemente pubblicato viene reso inaccessibile a seguito dell'ordinanza.
Critiche a Roberto Saviano
In un'edizione del TG4 Fede commenterà la condizione di Roberto Saviano in quanto scortato, essendo minacciato dalla camorra. In questo commento risulterà molto polemica la critica del direttore riguardo a un Saviano il cui aspetto peculiare, a suo dire, sia di guadagnare molti soldi dal libro (e film) Gomorra e che pare lamentarsi della sua condizione di scortato e recluso perché minacciato dalla camorra.[10]
Tali attacchi si sono ripetuti (per di più nell'ambito di un servizio non direttamente riconducibile a Saviano o alla camorra) il 9 maggio 2010, suscitando immediate polemiche da parte di numerosi blog e di esponenti del Centro-sinistra. [11]
La querela da parte del Comune di Venezia
Durante una puntata del rotocalco del TG4 "Sipario Notte" dell'11 ottobre 2008, viene trasmesso un servizio inerente a una zona di Venezia, identificabile come Campo Santi Giovanni e Paolo, il cui commento da parte del direttore stesso scatena una violenta protesta via web tramite il social network Facebook e altri siti, accusando il suddetto servizio di essere mistificatorio e calunnioso. La polemica raggiunge il Comune di Venezia che di recente ha dato incarico all'Avvocatura civica di verificare gli estremi per sporgere querela e chiedere i danni arrecati all'immagine della città.[12][13][14]
Vicende giudiziarie
Nel gennaio 2011 è indagato dalla Procura della Repubblica per favoreggiamento alla prostituzione, insieme a Silvio Berlusconi, Lele Mora e Nicole Minetti sul "caso Ruby".[15][16]
Pubblicazioni
Finché c'è Fede (1997)
Privé. La vita è un gioco (1998)
L'invidiato speciale (1999)
La foglia di fico (2000)
Samba dei ruffiani (2001)
La cena dei cretini (2002)
Ladro d'amore (2003)
Peluche (2005)
Fuori Onda (2006)
Presenze nella cinematografia
Paparazzi (1998), regia di Neri Parenti, dove interpreta sé stesso in una scena con Mara Venier.
Aprile (1998), regia di Nanni Moretti, dove appare un suo filmato in TV in seguito alla vittoria alle elezioni politiche di Berlusconi nel 1994.
Buongiorno, notte (2003), regia e sceneggiatura di Marco Bellocchio, dove appare in filmati di repertorio nel film dedicato al rapimento e all'omicidio di Aldo Moro.
Io non ho paura (2003), regia di Gabriele Salvatores, dove appare in filmati di repertorio.
Note
^ Oliviero Beha cita Fede come sciupone l'africano
^ Gigi Marzullo, Bellidinotte: guerrieri moderni & cavalieri d'altri tempi , pag. 138, Guida Editori, 1999. ISBN 8871883047
^ dati febbraio 2006 del pluralismo politico in televisione dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
^ Ewa Mazierska Laura Rascaroli, Il cinema di Nanni Moretti: sogni e diari , pag. 111, Gremese Editore, 2006. ISBN 8884404185
^ Provvedimenti Par condicio: sanzioni a Tg 4 – Rete 4 e Studio Aperto – Italia 1. 03-04-2006. URL consultato il 25-07-2007.
^ Provvedimenti Par condicio: sanzioni a Tg 4 – Rete 4 e Studio Aperto – Italia 1. 22-03-2006. URL consultato il 25-07-2007.
^ a b Video dell'incontro tra Emilio Fede e il giornalista indipendente Pietro Ricca
^ Piero Ricca incontra Antonio Ricci. URL consultato il 10 ottobre 2008.
^ Il blog di Piero Ricca bloccato dalla Guardia di Finanza, dal sito www.quimilanolibera.net. URL consultato il 14 marzo 2008.
^ Video del commento di Fede su Saviano
^ Articolo di Repubblica.it e video dell'attacco di Fede a Saviano
^ Il Tempo.it: Venezia: ha offeso il buon nome della città. 01-11-2008. URL consultato il 08-11-2008.
^ Nuovavenezia.repubblica.it: Il Consiglio comunale approva mozione contro Emilio Fede. 04-11-2008. URL consultato il 08-11-2008.
^ Video della puntata di Sipario Notte
^ Indagati anche Emilio Fede e Lele Mora. 14 gennaio 2001. URL consultato il 18 gennaio 2001.
^ Domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari. 14 gennaio 2001. URL consultato il 18 gennaio 2001.
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Collegamenti esterni
Beppe Grillo. V come Emilio Fede. URL consultato il 25-07-2007.
Intimazione a Rete 4 e Italia 1 di ripristino delle regole dal sito dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Portale Biografie
Portale Editoria
Portale Televisione
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Emilio_Fede"
Categorie: Giornalisti italiani del XX secolo Giornalisti italiani del XXI secolo Scrittori italiani del XX secolo Scrittori italiani del XXI secolo Nati nel 1931 Nati il 24 giugno Direttori di telegiornale Giornalismo in Sicilia Personaggi televisivi italiani Personalità legate a Messina Personalità legate a Barcellona Pozzo di Gotto Vincitori del Premio Saint Vincent
Categorie nascoste: Pagine semiprotette Voci protette parzialmente BioBot Voci con citazioni mancanti
Beppe Grillo. V come Emilio Fede. URL consultato il 25-07-2007.
Intimazione a Rete 4 e Italia 1 di ripristino delle regole dal sito dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
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