Gaetano Badalamenti (Cinisi, 14 settembre 1923 – Ayer, 29 aprile 2004) è stato un criminale italiano, tra i membri più potenti di Cosa Nostra.
"Don Tano" Badalamenti fu il capomafia della sua città natale, Cinisi in Sicilia, e capeggiò la cupola mafiosa nel 1970. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della allora chiamata Pizza connection, un anello di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari che, dal 1975 al 1984, aveva utilizzato pizzerie come punto di spaccio[1][2].
Tano Badalamenti rimase sempre un mafioso vecchio stile, fedele alla regola dell'omertà, e durante la sua condanna di 45 anni negli USA non diventò mai un pentito La Stampa 10-3-1995 ">.
Al suo nome sono legate la morte di Peppino Impastato e parte delle rivelazioni rese dal primo pentito di mafia Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone [4].
Indice[nascondi]
1 Primi anni
2 Capomafia di Cinisi
3 Il traffico di eroina ed il ruolo nella Commissione di Cosa Nostra
4 Il caso Pecorelli ed i contatti politici
5 Condanna in Italia e ultimi anni negli Usa
6 Leonardo Badalamenti
7 Note
8 Bibliografia
9 Filmografia
10 Collegamenti esterni
11 Voci correlate
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Primi anni [modifica]
Tano Badalamenti fu il più giovane in una famiglia di 5 maschi e 4 femmine. Frequentò per breve tempo la scuola prima di iniziare a lavorare come bracciante all'età di 10 anni. Arruolato nell'esercito italiano nel 1941, disertò prima che gli alleati sbarcassero in Sicilia nel luglio 1943. Suo fratello maggiore Emanuele Badalamenti emigrò negli Stati Uniti e avviò un supermarket e una pompa di benzina nella contea di Monroe, Michigan. Nel 1946 Gaetano ricevette un avviso di garanzia per cospirazione e rapimento. Nel 1947 venne anche accusato di omicidio, circostanze che lo portarono a scappare negli Stati Uniti da suo fratello Emanuele. Nel 1950 fu arrestato ed estradato in Italia. Sposò Teresa Vitale (la cui sorella sposò Filippo Rimi, il capomafia di Alcamo) e avviò un'attività familiare come coltivatore di limoni. Successivamente le sue difficoltà giudiziarie si risolsero completamente per mancanza di prove.
Badalamenti creò un redditizio business fornendo il materiale roccioso per la costruzione dell'Aeroporto di Punta Raisi di Palermo, caduto nella sfera di influenza della famiglia di Cinisi. La costruzione dell'aeroporto avvenne nelle vicinanze del territorio di Badalamenti, su indicazione dello stesso Don Tano, al fine di permettere un miglior controllo nell'esportazione della droga in America [5].
Capomafia di Cinisi [modifica]
La casa di Gaetano Badalamenti, a cento passi dalla casa di Peppino Impastato, nel film di Marco Tullio Giordana
Nel 1963 assunse la leadership della Mafia di Cinisi dopo aver ucciso con un attentato Cesare Manzella [6] durante la prima guerra di mafia.
Dopo la strage di Ciaculli, avvenuta il 30 giugno 1963 e che portò alla morte sette poliziotti e ufficiali militari inviati per disinnescare una bomba in un'automobile che aveva come obiettivo Salvatore Greco, lo stato e le forze dell'ordine iniziarono ad inasprire la lotta ai clan e alle famiglie mafiose [7]
Fu il primo concreto piano anti-mafia dello stato italiano nel dopoguerra. In un periodo di dieci settimane, 1200 mafiosi furono arrestati e molti di loro sparirono dalla circolazione per almeno 5-6 anni, innescando lo scioglimento della cupola mafiosa.
Badalamenti in pochissimo tempo assunse il completo controllo di Cinisi.
Giovanni Impastato, fratello di Giuseppe Impastato [8], dichiarò:"Sembrava che Badalamenti fosse ben voluto dai carabinieri, in presenza dei quali era calmo, sicuro, e con i quali parlava volentieri. Sembrava quasi facesse loro un favore non facendo accadere nulla, rendendo sicura e calma la cittadina di Cinisi." [...] "Spesso si potevano vedere camminare insieme a Badalamenti e ai suoi guardiaspalle. Non si può avere fiducia nella istituzioni quando si vedono braccio a braccio con i mafiosi." Questa dichiarazione venne resa prima dell'istituzione della commissione parlamentare antimafia.[9]
Il traffico di eroina ed il ruolo nella Commissione di Cosa Nostra [modifica]
Gaetano Badalamenti diventò uno dei maggiori trafficanti di eroina di Cosa Nostra. Dal 1975 al 1984 fu uno dei maggiori protagonisti di una operazione di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari conosciuta come Pizza connection [10].
Questo business mafioso importava eroina dal Medio Oriente e utilizzava come centro di spaccio il retro di molte pizzerie degli Stati Uniti medio-occidentali[2][11].
Già nel 1951, la polizia Americana identificò 50 chili di eroina spedita a Badalamenti che allora viveva a Detroit come un immigrato clandestino. Tuttavia, a quel tempo, la maggior parte degli illeciti ricavi erano ancora frutto del contrabbando di sigarette in Italia e solamente nel 1953 avvenne il primo arresto di Badalamenti per questo reato. In seguito, nel 1957 fu nuovamente catturato con 3 tonnellate di sigarette di contrabbando.
La repressione da parte delle forze dell'ordine scaturita in seguito alla strage di Ciaculli distrusse il commercio di eroina della mafia siciliana con gli Stati Uniti, dato che molti mafiosi furono arrestati e incarcerati, ed azzerò la cupola mafiosa, facendone sciogliere di fatto la commissione [12].
Il controllo del business degli stupefacenti cadde nelle mani di pochi latitanti: i cugini Greco (Salvatore "Ciaschiteddu" Greco e Salvatore Greco che insieme a Marco Pellegrino erano conosciuti come "gli ingegneri"), "Totò il lungo", Pietro Davì, e Gaetano Badalamenti.
Nel 1970, la Cupola mafiosa venne ricreata. Composta da 10 membri fu inizialmente governata dal triumvirato costituito da Gaetano Badalamenti, Stefano Bontade e i boss Corleonesi: tra questi ultimi inizialmente Luciano Liggio poi Salvatore Riina [13].
Dopo il 1975, Badalamenti si alleò con Salvatore Catalano della famiglia siciliana di Bonanno di New York e fu implicato nell'affare Pizza connection.
La Cupola mafiosa aveva la funzione di assumere decisioni importanti, sciogliere eventuali dispute e per mantenere la equilibrio tra le famiglie mafiose, ma Luciano Liggio e il suo luogotenente e successore Salvatore Riina, meditavano di decimare i clan di Palermo. Alla fine del 1978 Gaetano Badalamenti fu espulso dalla Cupola mafiosa su ordine di Riina e fu rimpiazzato da Michele Greco. Quella fu la fine di un periodo di relativa pace e un grande cambiamento dall'interno della mafia. Tano Badalamenti fu rimpiazzato anche come capo della famiglia mafiosa di Cinisi da suo cugino Antonio Badalamenti. Si spostò in Brasile soggiornando a San Paolo.
Quando l'FBI iniziò a completare le indagini sul traffico di droga nel 1984, Badalamenti scappò in Spagna, ma fu lo stesso raggiunto ed arrestato a Madrid assieme al figlio Vito [14][15].
Ad interrogarlo, pochi giorni dopo l'arresto, verrà inviato in Spagna anche Giovanni Falcone [16].
Nel novembre del 1984, Badalamenti viene estradato negli Usa su precisa richiesta dell'Fbi [17].
Nel 1985 Gaetano Badalamenti e altri implicati nel caso furono accusati di traffico illegale di narcotici, associazione a delinquere di stampo mafioso e riciclaggio di denaro illecito. Nell'impianto accusatorio trovarono spazio anche le responsabilità di molti omicidi di Mafia avvenuti negli USA ed in Sicilia negli anni precedenti.
Il processo a Badalamenti e ai suoi alleati durò 17 mesi durante i quali Badalamenti e Catalano testimoniarono uno contro l'altro. Il 22 giugno 1987 Badalamenti fu condannato assieme a Catalano per riciclaggio di denaro illecito, ad una pena detentiva di 45 anni [18] (riducibili a 30) e ad una ammenda di 125.000 dollari [19].
Negli anni novanta, Gaetano Badalamenti rifiutò di tornare in Italia per il confronto con Tommaso Buscetta, ma comunque lo attaccò pubblicamente negando la veridicità delle dichiarazioni del pentito [20] [21].
Il caso Pecorelli ed i contatti politici [modifica]
La corte di Cassazione nell'ottobre 2004 ha decretato che l'ex presidente del consiglio Giulio Andreotti ebbe contatti "amichevoli e talvolta anche diretti" con uomini importanti del clan di Cosa Nostra, Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade, favoriti da Salvo Lima attraverso i cugini Salvo.
Secondo una ipotesi di alcuni magistrati e investigatori, Andreotti potrebbe aver commissionato l'uccisione del giornalista Mino Pecorelli, direttore del giornale Osservatorio Politico (OP). Pecorelli che sembra utilizzasse il giornale per ricattare personalità importanti, accettò di fermare la pubblicazione del giornale ma l'uccisione avvenne ugualmente il 20 marzo 1979. Sempre secondo l'ipotesi accusatoria, Andreotti aveva paura che Pecorelli pubblicasse informazioni che avrebbero potuto infangare la sua onorabilità. Queste informazioni avrebbero riguardato finanziamenti illegali al partito della Democrazia Cristiana e segreti riguardo al rapimento e l'uccisione dell'ex primo ministro Aldo Moro avvenuto nel 1978 ad opera delle Brigate Rosse. Il pentito mafioso Tommaso Buscetta dichiarò che stando a quanto gli aveva raccontato Gaetano Badalamenti, a commissionare l'omicidio Pecorelli fossero stati i cugini Salvo probabilmente per conto di Giulio Andreotti.
Nel 1999 la corte di Perugia dopo attenta valutazione delle carte processuali ha prosciolto Giulio Andreotti[22], il suo stretto collaboratore Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti, Giuseppe Calò, il presunto killer Massimo Carminati (uno dei fondatori del gruppo di estrema destra NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari) e Michelangelo La Barbera [23].
Il 17 novembre 2002 la Corte d'appello ribaltò le condanne di Badalamenti ed Andreotti. Furono entrambi condannati a 24 anni di carcere come mandanti dell'omicidio Pecorelli [24].
Infine nel 2003, Giulio Andreotti è stato definitivamente assolto dall'accusa di associazione mafiosa [25] e successivamente fu assolto assieme a Badalamenti anche dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio del giornalista [26].
Condanna in Italia e ultimi anni negli Usa [modifica]
Nel 2002 la corte italiana ha condannato Gaetano Badalamenti all'ergastolo come mandante dell'omicidio di Giuseppe Impastato avvenuto il 9 maggio 1978.
Giuseppe Impastato fu ucciso in modo da simulare un suicidio o un errato attentato, dopo che questi aveva pubblicamente attaccato la Mafia. Nella sua famosa trasmissione radio "Onda Pazza" derise sia politici sia mafiosi. Quotidianamente denunciava i crimini e gli affari dei mafiosi di "Mafiopoli" (Cinisi) e le attività di "Tano Seduto", soprannome ironico e dispregiativo dato a Gaetano Badalamenti, l'allora capomafia di Cinisi [27].
Prima di giungere alla condanna, il caso di Giuseppe Impastato fu archiviato due volte, nel 1984 e nel 1992 [28].
Gaetano Badalamenti affetto da un tumore che aveva provocato gravi conseguenze renali e una epatite, morì per arresto cardiaco il 29 aprile 2004 all'età di 81 anni nel Centro medico federale di Devens nel Massachusetts [29] [30].
Tre anni dopo la morte, si è chiuso il procedimento iniziato nel 1982 per la confisca dei beni del Boss, passati totalmente allo stato [31].
Leonardo Badalamenti [modifica]
Il figlio di Gaetano Badalamenti, Leonardo è stato arrestato insieme a 16 persone il 22 maggio 2009 a San Paolo del Brasile nell'Operazione Centopassi dei carabinieri del ROS per associazione mafiosa, corruzione e truffa. Sono stati sequestrati beni per un valore di 5 milioni di euro. Nelle loro attività criminali, sono arrivati a gestire titoli di credito ed hanno tentato truffe ai danni di alcune banche [32] quali Lehman Brothers, della Banca di Hong Kong e Shanghai Bank [33]. Nel giugno del 2009, Leonardo Badalamenti è stato scarcerato dal Tribunale del Riesame di Palermo [34]. La Cassazione ha però annullato la scarcerazione nel febbraio del 2010, ordinando il nuovo arresto del figlio del boss, datosi però alla fuga e resosi latitante da tale data [35].
Note [modifica]
^ Family Affairs, Time Magazine, October 14, 1985
^ a b Extra Cheese: Busting a pizza connection, Time Magazine, April 23, 1984
^ PERSONAGGIO UN PADRINO IN ESILIO Don Tano, mente politica degli La Stampa 10-3-1995
^ La retromarcia del boss L'avvocato: non verra' in Italia Ma 2 settimane fa aveva detto si'
^ Morto Badalamenti, sepolto con i suoi segreti
^ Biografia Impastato su Ansa.it
^ Strage di Ciaculli, Ciaculli (Pa), 30 giugno 1963 Sito della Camera dei deputati
^ Giuseppe Impastato: la sua vita, il suo assassinio, l'investigazione e l'insabbiamento di Tom Behan, Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
^ Condividevo ma non ho avuto lo stesso coraggio... Interview with Giovanni Impastato, Girodivita, March 2004.
^ IN TRIBUNALE LA 'PIZZA CONNECTION' La Repubblica 8 settembre 1985
^ The Sicilian Connection, Time Magazine, October 15, 1984
^ ECCO I COMANDAMENTI DELLA MAFIA La Repubblica 2 ottobre 1984
^ ECCO I COMANDAMENTI DELLA MAFIA La Repubblica 2 ottobre 1984
^ GAETANO BADALAMENTI SI RIFIUTA DI RISPONDERE AL MAGISTRATO La Repubblica 6 giugno 1984
^ Morto Badalamenti, sepolto con i suoi segreti
^ Morto Badalamenti, sepolto con i suoi segreti
^ IL BOSS BADALAMENTI ESTRADATO IN USA L' FBI SPERA NELLE SUE CONFESSION La Repubblica 17 novembre 1984
^ 'PIZZA CONNECTION' BADALAMENTI CONDANNATO A 45 ANNI
^ Approfondimento a cura di rainews24
^ Badalamenti parla e attacca Buscetta(3 maggio 1996) - Corriere della Sera
^ " Badalamenti offrì un patto mafioso a Buscetta: tu mi difendi, io sto zitto "
^ Quell' incontro in cella: io, i pentiti e il senatore a vita
^ Omicidio Pecorelli: "Nessuna prova contro Andreotti" Repubblica.it 1 agosto 2000
^ Omicidio Pecorelli. Il testo della sentenza di condanna Rainews24
^ Mafia, Andreotti assolto anche in appello Corriere della Sera maggio 2003
^ Delitto Pecorelli. Andreotti assolto: "Mi hanno rivoltato per 10 anni come un pedalino. Da Violante gravi scorrettezze" Rainews24 31 ottobre 2003
^ Mafia. Omicidio Impastato, ergastolo al boss Badalamenti Rainews24 11 aprile 2002
^ [http://palermo.repubblica.it/dettaglio/peppino-impastato-la-verita-uccisa-due-volte/1456321 Peppino Impastato La verità uccisa due volte]
^ Articolo in inglese della BBC sulla morte di Gaetano Badalamenti, Necrologio BBC News, sabato 1 maggio 2004
^ [http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/cronaca/bada/bada/bada.html Mafia, è morto il boss Gaetano Badalamenti]
^ Tano Badalamenti, lo Stato gli confisca i beni
^ La 'mafioimpresa' di Badalamenti jr La Repubblica 25 maggio 2009
^ «Mafia, nuovo colpo ai Badalamenti sgominato il clan del figlio di don Tano». Repubblica.it.
^ Scarcerato il figlio del boss Gaetano Badalamenti
^ Mafia, Leonardo Badalamenti è in fuga Il giornale di Cinisi
Bibliografia [modifica]
(EN) Dickie, John (2004). Cosa Nostra. A history of the Sicilian Mafia, London: Coronet, ISBN 0-340-82435-2
(EN) Gambetta, Diego (1993). The Sicilian Mafia: The Business of Private Protection, London: Harvard University Press, ISBN 0-674-80742-1
(EN) Paoli, Letizia (2003). Mafia Brotherhoods: Organized Crime, Italian Style, New York: Oxford University Press ISBN 0-19-515724-9
(EN) Shawcross, Tim & Martin Young (1987). Men Of Honour: The Confessions Of Tommaso Buscetta, Glasgow: Collins ISBN 0-00-217589-4
(EN) Sterling, Claire (1990). Octopus. How the long reach of the Sicilian Mafia controls the global narcotics trade, New York: Simon & Schuster, ISBN 0-671-73402-4
Filmografia [modifica]
I cento passi - di Marco Tullio Giordana
Collegamenti esterni [modifica]
Il processo Impastato
Caso Impastato sentenza della commissione parlamentare antimafia, 6 dicembre 2000
Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
Voci correlate [modifica]
Vito Badalamenti
Mafia
Cosa Nostra
Democrazia Cristiana
Giulio Andreotti
Mino Pecorelli
Peppino Impastato
Pizza connection
Prima guerra di mafia
Seconda guerra di mafia
Predecessore:Cesare Manzella
Boss di CinisiGaetano Badalamenti26 aprile 1963 - 1978
Successore:Antonio Badalamenti
Predecessore:Salvatore Greco
Commissione di Cosa NostraGaetano Badalamenti, Luciano Leggio, Stefano Bontade1970 - 1975
Successore:Michele Greco
[espandi]
v · d · mCosa nostra
Struttura
Famiglia · Mandamento · Capo-mandamento · Capo-decina · Picciotto · Segretario · Commissione (interprovinciale)
Storia
Prima guerra di mafia · Seconda guerra di mafia · Maxiprocesso di Palermo · Presunta trattativa tra Stato e mafia · Storia della mafia siracusana
Capi
Palermo
Stefano Bontate · Angelo La Barbera · Salvatore Inzerillo · Michele Greco · Giuseppe Calò · Salvatore "Ciaschiteddu" Greco · Michele Cavataio
Corleonesi
Michele Navarra · Luciano Liggio · Salvatore Riina · Bernardo Provenzano · Leoluca Bagarella
Catania
Antonino Calderone · Giuseppe Calderone · Nitto Santapaola · Alfio Ferlito
Altri
Vito Cascio Ferro · Calogero Vizzini · Giuseppe Genco Russo · Cesare Manzella · Ignazio e Antonino SalvoGaetano Badalamenti · Matteo Messina Denaro · Salvatore Lo Piccolo
Pentiti
Leonardo Vitale · Tommaso Buscetta · Totuccio Contorno · Giuseppe Di Cristina · Santino Di Matteo · Antonino Giuffrè · Leonardo Messina · Baldassare Di Maggio · Gaspare Spatuzza
Lotta aCosa Nostra
Maxiprocesso di Palermo · Associazione di tipo mafioso · Alto Commissariato per la lotta alla mafia · Libera · Libera Terra · Centopassi · Persone: Emanuele Notarbartolo · Placido Rizzotto · Carlo Alberto Dalla Chiesa · Peppino Impastato · Boris Giuliano · Giovanni Falcone · Paolo Borsellino · Pino Puglisi · Ninni Cassarà · Rocco Chinnici · Beppe Montana · Antonino Caponnetto · Libero Grassi · Piersanti Mattarella · Cesare Mori · Rosario Livatino · Giuliano Guazzelli · Pippo Fava
Stragi
Strage Chinnici · Strage di Ciaculli · Strage di Viale Lazio · Strage della circonvallazione · Strage del Rapido 904 · Strage di Capaci · Strage di via d'Amelio · Strage di via dei Georgofili · Stragi del 1992-93
Altro
Pizzo · Voto di scambio · Pizzino · Lupara bianca · Vittime di Cosa Nostra · Pizza connection · Cosa nostra americana · Quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa · Papello · Mafia e fascismo
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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Badalamenti"
Categorie: Criminali italiani Nati nel 1923 Morti nel 2004 Nati il 14 settembre Morti il 29 aprile Mafiosi legati a Cosa Nostra
Categoria nascosta: BioBot
"Don Tano" Badalamenti fu il capomafia della sua città natale, Cinisi in Sicilia, e capeggiò la cupola mafiosa nel 1970. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della allora chiamata Pizza connection, un anello di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari che, dal 1975 al 1984, aveva utilizzato pizzerie come punto di spaccio[1][2].
Tano Badalamenti rimase sempre un mafioso vecchio stile, fedele alla regola dell'omertà, e durante la sua condanna di 45 anni negli USA non diventò mai un pentito La Stampa 10-3-1995 ">.
Al suo nome sono legate la morte di Peppino Impastato e parte delle rivelazioni rese dal primo pentito di mafia Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone [4].
Indice[nascondi]
1 Primi anni
2 Capomafia di Cinisi
3 Il traffico di eroina ed il ruolo nella Commissione di Cosa Nostra
4 Il caso Pecorelli ed i contatti politici
5 Condanna in Italia e ultimi anni negli Usa
6 Leonardo Badalamenti
7 Note
8 Bibliografia
9 Filmografia
10 Collegamenti esterni
11 Voci correlate
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Primi anni [modifica]
Tano Badalamenti fu il più giovane in una famiglia di 5 maschi e 4 femmine. Frequentò per breve tempo la scuola prima di iniziare a lavorare come bracciante all'età di 10 anni. Arruolato nell'esercito italiano nel 1941, disertò prima che gli alleati sbarcassero in Sicilia nel luglio 1943. Suo fratello maggiore Emanuele Badalamenti emigrò negli Stati Uniti e avviò un supermarket e una pompa di benzina nella contea di Monroe, Michigan. Nel 1946 Gaetano ricevette un avviso di garanzia per cospirazione e rapimento. Nel 1947 venne anche accusato di omicidio, circostanze che lo portarono a scappare negli Stati Uniti da suo fratello Emanuele. Nel 1950 fu arrestato ed estradato in Italia. Sposò Teresa Vitale (la cui sorella sposò Filippo Rimi, il capomafia di Alcamo) e avviò un'attività familiare come coltivatore di limoni. Successivamente le sue difficoltà giudiziarie si risolsero completamente per mancanza di prove.
Badalamenti creò un redditizio business fornendo il materiale roccioso per la costruzione dell'Aeroporto di Punta Raisi di Palermo, caduto nella sfera di influenza della famiglia di Cinisi. La costruzione dell'aeroporto avvenne nelle vicinanze del territorio di Badalamenti, su indicazione dello stesso Don Tano, al fine di permettere un miglior controllo nell'esportazione della droga in America [5].
Capomafia di Cinisi [modifica]
La casa di Gaetano Badalamenti, a cento passi dalla casa di Peppino Impastato, nel film di Marco Tullio Giordana
Nel 1963 assunse la leadership della Mafia di Cinisi dopo aver ucciso con un attentato Cesare Manzella [6] durante la prima guerra di mafia.
Dopo la strage di Ciaculli, avvenuta il 30 giugno 1963 e che portò alla morte sette poliziotti e ufficiali militari inviati per disinnescare una bomba in un'automobile che aveva come obiettivo Salvatore Greco, lo stato e le forze dell'ordine iniziarono ad inasprire la lotta ai clan e alle famiglie mafiose [7]
Fu il primo concreto piano anti-mafia dello stato italiano nel dopoguerra. In un periodo di dieci settimane, 1200 mafiosi furono arrestati e molti di loro sparirono dalla circolazione per almeno 5-6 anni, innescando lo scioglimento della cupola mafiosa.
Badalamenti in pochissimo tempo assunse il completo controllo di Cinisi.
Giovanni Impastato, fratello di Giuseppe Impastato [8], dichiarò:"Sembrava che Badalamenti fosse ben voluto dai carabinieri, in presenza dei quali era calmo, sicuro, e con i quali parlava volentieri. Sembrava quasi facesse loro un favore non facendo accadere nulla, rendendo sicura e calma la cittadina di Cinisi." [...] "Spesso si potevano vedere camminare insieme a Badalamenti e ai suoi guardiaspalle. Non si può avere fiducia nella istituzioni quando si vedono braccio a braccio con i mafiosi." Questa dichiarazione venne resa prima dell'istituzione della commissione parlamentare antimafia.[9]
Il traffico di eroina ed il ruolo nella Commissione di Cosa Nostra [modifica]
Gaetano Badalamenti diventò uno dei maggiori trafficanti di eroina di Cosa Nostra. Dal 1975 al 1984 fu uno dei maggiori protagonisti di una operazione di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari conosciuta come Pizza connection [10].
Questo business mafioso importava eroina dal Medio Oriente e utilizzava come centro di spaccio il retro di molte pizzerie degli Stati Uniti medio-occidentali[2][11].
Già nel 1951, la polizia Americana identificò 50 chili di eroina spedita a Badalamenti che allora viveva a Detroit come un immigrato clandestino. Tuttavia, a quel tempo, la maggior parte degli illeciti ricavi erano ancora frutto del contrabbando di sigarette in Italia e solamente nel 1953 avvenne il primo arresto di Badalamenti per questo reato. In seguito, nel 1957 fu nuovamente catturato con 3 tonnellate di sigarette di contrabbando.
La repressione da parte delle forze dell'ordine scaturita in seguito alla strage di Ciaculli distrusse il commercio di eroina della mafia siciliana con gli Stati Uniti, dato che molti mafiosi furono arrestati e incarcerati, ed azzerò la cupola mafiosa, facendone sciogliere di fatto la commissione [12].
Il controllo del business degli stupefacenti cadde nelle mani di pochi latitanti: i cugini Greco (Salvatore "Ciaschiteddu" Greco e Salvatore Greco che insieme a Marco Pellegrino erano conosciuti come "gli ingegneri"), "Totò il lungo", Pietro Davì, e Gaetano Badalamenti.
Nel 1970, la Cupola mafiosa venne ricreata. Composta da 10 membri fu inizialmente governata dal triumvirato costituito da Gaetano Badalamenti, Stefano Bontade e i boss Corleonesi: tra questi ultimi inizialmente Luciano Liggio poi Salvatore Riina [13].
Dopo il 1975, Badalamenti si alleò con Salvatore Catalano della famiglia siciliana di Bonanno di New York e fu implicato nell'affare Pizza connection.
La Cupola mafiosa aveva la funzione di assumere decisioni importanti, sciogliere eventuali dispute e per mantenere la equilibrio tra le famiglie mafiose, ma Luciano Liggio e il suo luogotenente e successore Salvatore Riina, meditavano di decimare i clan di Palermo. Alla fine del 1978 Gaetano Badalamenti fu espulso dalla Cupola mafiosa su ordine di Riina e fu rimpiazzato da Michele Greco. Quella fu la fine di un periodo di relativa pace e un grande cambiamento dall'interno della mafia. Tano Badalamenti fu rimpiazzato anche come capo della famiglia mafiosa di Cinisi da suo cugino Antonio Badalamenti. Si spostò in Brasile soggiornando a San Paolo.
Quando l'FBI iniziò a completare le indagini sul traffico di droga nel 1984, Badalamenti scappò in Spagna, ma fu lo stesso raggiunto ed arrestato a Madrid assieme al figlio Vito [14][15].
Ad interrogarlo, pochi giorni dopo l'arresto, verrà inviato in Spagna anche Giovanni Falcone [16].
Nel novembre del 1984, Badalamenti viene estradato negli Usa su precisa richiesta dell'Fbi [17].
Nel 1985 Gaetano Badalamenti e altri implicati nel caso furono accusati di traffico illegale di narcotici, associazione a delinquere di stampo mafioso e riciclaggio di denaro illecito. Nell'impianto accusatorio trovarono spazio anche le responsabilità di molti omicidi di Mafia avvenuti negli USA ed in Sicilia negli anni precedenti.
Il processo a Badalamenti e ai suoi alleati durò 17 mesi durante i quali Badalamenti e Catalano testimoniarono uno contro l'altro. Il 22 giugno 1987 Badalamenti fu condannato assieme a Catalano per riciclaggio di denaro illecito, ad una pena detentiva di 45 anni [18] (riducibili a 30) e ad una ammenda di 125.000 dollari [19].
Negli anni novanta, Gaetano Badalamenti rifiutò di tornare in Italia per il confronto con Tommaso Buscetta, ma comunque lo attaccò pubblicamente negando la veridicità delle dichiarazioni del pentito [20] [21].
Il caso Pecorelli ed i contatti politici [modifica]
La corte di Cassazione nell'ottobre 2004 ha decretato che l'ex presidente del consiglio Giulio Andreotti ebbe contatti "amichevoli e talvolta anche diretti" con uomini importanti del clan di Cosa Nostra, Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade, favoriti da Salvo Lima attraverso i cugini Salvo.
Secondo una ipotesi di alcuni magistrati e investigatori, Andreotti potrebbe aver commissionato l'uccisione del giornalista Mino Pecorelli, direttore del giornale Osservatorio Politico (OP). Pecorelli che sembra utilizzasse il giornale per ricattare personalità importanti, accettò di fermare la pubblicazione del giornale ma l'uccisione avvenne ugualmente il 20 marzo 1979. Sempre secondo l'ipotesi accusatoria, Andreotti aveva paura che Pecorelli pubblicasse informazioni che avrebbero potuto infangare la sua onorabilità. Queste informazioni avrebbero riguardato finanziamenti illegali al partito della Democrazia Cristiana e segreti riguardo al rapimento e l'uccisione dell'ex primo ministro Aldo Moro avvenuto nel 1978 ad opera delle Brigate Rosse. Il pentito mafioso Tommaso Buscetta dichiarò che stando a quanto gli aveva raccontato Gaetano Badalamenti, a commissionare l'omicidio Pecorelli fossero stati i cugini Salvo probabilmente per conto di Giulio Andreotti.
Nel 1999 la corte di Perugia dopo attenta valutazione delle carte processuali ha prosciolto Giulio Andreotti[22], il suo stretto collaboratore Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti, Giuseppe Calò, il presunto killer Massimo Carminati (uno dei fondatori del gruppo di estrema destra NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari) e Michelangelo La Barbera [23].
Il 17 novembre 2002 la Corte d'appello ribaltò le condanne di Badalamenti ed Andreotti. Furono entrambi condannati a 24 anni di carcere come mandanti dell'omicidio Pecorelli [24].
Infine nel 2003, Giulio Andreotti è stato definitivamente assolto dall'accusa di associazione mafiosa [25] e successivamente fu assolto assieme a Badalamenti anche dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio del giornalista [26].
Condanna in Italia e ultimi anni negli Usa [modifica]
Nel 2002 la corte italiana ha condannato Gaetano Badalamenti all'ergastolo come mandante dell'omicidio di Giuseppe Impastato avvenuto il 9 maggio 1978.
Giuseppe Impastato fu ucciso in modo da simulare un suicidio o un errato attentato, dopo che questi aveva pubblicamente attaccato la Mafia. Nella sua famosa trasmissione radio "Onda Pazza" derise sia politici sia mafiosi. Quotidianamente denunciava i crimini e gli affari dei mafiosi di "Mafiopoli" (Cinisi) e le attività di "Tano Seduto", soprannome ironico e dispregiativo dato a Gaetano Badalamenti, l'allora capomafia di Cinisi [27].
Prima di giungere alla condanna, il caso di Giuseppe Impastato fu archiviato due volte, nel 1984 e nel 1992 [28].
Gaetano Badalamenti affetto da un tumore che aveva provocato gravi conseguenze renali e una epatite, morì per arresto cardiaco il 29 aprile 2004 all'età di 81 anni nel Centro medico federale di Devens nel Massachusetts [29] [30].
Tre anni dopo la morte, si è chiuso il procedimento iniziato nel 1982 per la confisca dei beni del Boss, passati totalmente allo stato [31].
Leonardo Badalamenti [modifica]
Il figlio di Gaetano Badalamenti, Leonardo è stato arrestato insieme a 16 persone il 22 maggio 2009 a San Paolo del Brasile nell'Operazione Centopassi dei carabinieri del ROS per associazione mafiosa, corruzione e truffa. Sono stati sequestrati beni per un valore di 5 milioni di euro. Nelle loro attività criminali, sono arrivati a gestire titoli di credito ed hanno tentato truffe ai danni di alcune banche [32] quali Lehman Brothers, della Banca di Hong Kong e Shanghai Bank [33]. Nel giugno del 2009, Leonardo Badalamenti è stato scarcerato dal Tribunale del Riesame di Palermo [34]. La Cassazione ha però annullato la scarcerazione nel febbraio del 2010, ordinando il nuovo arresto del figlio del boss, datosi però alla fuga e resosi latitante da tale data [35].
Note [modifica]
^ Family Affairs, Time Magazine, October 14, 1985
^ a b Extra Cheese: Busting a pizza connection, Time Magazine, April 23, 1984
^ PERSONAGGIO UN PADRINO IN ESILIO Don Tano, mente politica degli
^ La retromarcia del boss L'avvocato: non verra' in Italia Ma 2 settimane fa aveva detto si'
^ Morto Badalamenti, sepolto con i suoi segreti
^ Biografia Impastato su Ansa.it
^ Strage di Ciaculli, Ciaculli (Pa), 30 giugno 1963 Sito della Camera dei deputati
^ Giuseppe Impastato: la sua vita, il suo assassinio, l'investigazione e l'insabbiamento di Tom Behan, Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
^ Condividevo ma non ho avuto lo stesso coraggio... Interview with Giovanni Impastato, Girodivita, March 2004.
^ IN TRIBUNALE LA 'PIZZA CONNECTION' La Repubblica 8 settembre 1985
^ The Sicilian Connection, Time Magazine, October 15, 1984
^ ECCO I COMANDAMENTI DELLA MAFIA La Repubblica 2 ottobre 1984
^ ECCO I COMANDAMENTI DELLA MAFIA La Repubblica 2 ottobre 1984
^ GAETANO BADALAMENTI SI RIFIUTA DI RISPONDERE AL MAGISTRATO La Repubblica 6 giugno 1984
^ Morto Badalamenti, sepolto con i suoi segreti
^ Morto Badalamenti, sepolto con i suoi segreti
^ IL BOSS BADALAMENTI ESTRADATO IN USA L' FBI SPERA NELLE SUE CONFESSION La Repubblica 17 novembre 1984
^ 'PIZZA CONNECTION' BADALAMENTI CONDANNATO A 45 ANNI
^ Approfondimento a cura di rainews24
^ Badalamenti parla e attacca Buscetta(3 maggio 1996) - Corriere della Sera
^ " Badalamenti offrì un patto mafioso a Buscetta: tu mi difendi, io sto zitto "
^ Quell' incontro in cella: io, i pentiti e il senatore a vita
^ Omicidio Pecorelli: "Nessuna prova contro Andreotti" Repubblica.it 1 agosto 2000
^ Omicidio Pecorelli. Il testo della sentenza di condanna Rainews24
^ Mafia, Andreotti assolto anche in appello Corriere della Sera maggio 2003
^ Delitto Pecorelli. Andreotti assolto: "Mi hanno rivoltato per 10 anni come un pedalino. Da Violante gravi scorrettezze" Rainews24 31 ottobre 2003
^ Mafia. Omicidio Impastato, ergastolo al boss Badalamenti Rainews24 11 aprile 2002
^ [http://palermo.repubblica.it/dettaglio/peppino-impastato-la-verita-uccisa-due-volte/1456321 Peppino Impastato La verità uccisa due volte]
^ Articolo in inglese della BBC sulla morte di Gaetano Badalamenti, Necrologio BBC News, sabato 1 maggio 2004
^ [http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/cronaca/bada/bada/bada.html Mafia, è morto il boss Gaetano Badalamenti]
^ Tano Badalamenti, lo Stato gli confisca i beni
^ La 'mafioimpresa' di Badalamenti jr La Repubblica 25 maggio 2009
^ «Mafia, nuovo colpo ai Badalamenti sgominato il clan del figlio di don Tano». Repubblica.it.
^ Scarcerato il figlio del boss Gaetano Badalamenti
^ Mafia, Leonardo Badalamenti è in fuga Il giornale di Cinisi
Bibliografia [modifica]
(EN) Dickie, John (2004). Cosa Nostra. A history of the Sicilian Mafia, London: Coronet, ISBN 0-340-82435-2
(EN) Gambetta, Diego (1993). The Sicilian Mafia: The Business of Private Protection, London: Harvard University Press, ISBN 0-674-80742-1
(EN) Paoli, Letizia (2003). Mafia Brotherhoods: Organized Crime, Italian Style, New York: Oxford University Press ISBN 0-19-515724-9
(EN) Shawcross, Tim & Martin Young (1987). Men Of Honour: The Confessions Of Tommaso Buscetta, Glasgow: Collins ISBN 0-00-217589-4
(EN) Sterling, Claire (1990). Octopus. How the long reach of the Sicilian Mafia controls the global narcotics trade, New York: Simon & Schuster, ISBN 0-671-73402-4
Filmografia [modifica]
I cento passi - di Marco Tullio Giordana
Collegamenti esterni [modifica]
Il processo Impastato
Caso Impastato sentenza della commissione parlamentare antimafia, 6 dicembre 2000
Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
Voci correlate [modifica]
Vito Badalamenti
Mafia
Cosa Nostra
Democrazia Cristiana
Giulio Andreotti
Mino Pecorelli
Peppino Impastato
Pizza connection
Prima guerra di mafia
Seconda guerra di mafia
Predecessore:Cesare Manzella
Boss di CinisiGaetano Badalamenti26 aprile 1963 - 1978
Successore:Antonio Badalamenti
Predecessore:Salvatore Greco
Commissione di Cosa NostraGaetano Badalamenti, Luciano Leggio, Stefano Bontade1970 - 1975
Successore:Michele Greco
[espandi]
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Struttura
Famiglia · Mandamento · Capo-mandamento · Capo-decina · Picciotto · Segretario · Commissione (interprovinciale)
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Prima guerra di mafia · Seconda guerra di mafia · Maxiprocesso di Palermo · Presunta trattativa tra Stato e mafia · Storia della mafia siracusana
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