Un morto e decine di feriti in piazza al Cairo. Fermato El Baradei
Il governo chiede a Vodafone di sospendere la copertura. L'operatore «ubbidisce». Oscurato anche Internet
Sangue nelle strade del Cairo anche oggi. Testimoni citati da un collegamento in diretta di al Jazira hanno detto che in piazza Tahrir ci sono morti. Secondo l'emittente il primo bilancio del «venerdì della collera» starebbe di un morto e decine di feriti. Gli oppositori del presidente Hosni Mubarak lo avevano denominato il Venerdì della Rabbia e i fatti hanno confermato che non si trattava soltanto di uno slogan: in tutto l'Egitto, la rabbia popolare è esplosa davvero, ancora più di quanto non fosse avvenuto nei giorni precedenti. E, come previsto e annunciato, è dilagata subito dopo le tradizionali preghiere del riposo settimanale islamico.
NELLA MOSCHEA - L'ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Mohammed ElBaradei, che era tornato in Egitto giovedì candidandosi a guidare la transizione, è stato fermato dalla polizia, riporta Al-Jazeera. La polizia ha usato manganelli per disperdere il cordone di manifestanti che si era formato attorno a ElBaradei per proteggerlo dall'intervento delle forze dell'ordine. I suoi sostenitori sono quindi stati picchiati dalle forze dell'ordine, che per disperdere la folla hanno anche fatto uso di idranti. Al momento dello scoppio dei duri scontri tra manifestai e la polizia presso la piazza della moschea di Guiza, il premio Nobel per la pace Mohamed Elbaradei si è messo al sicuro all'interno del luogo di culto. Lo riporta un fotografo dell'agenzia Afp.
CARICHE DAVANTI ALLA MOSCHEA - Al Jazira ha precisato che gli agenti hanno proibito a ElBaradei, rientrato ieri in patria, di allontanarsi dalla zona, il popolare quartiere di Giza dove nel frattempo erano divampati nuovo disordini. Al contempo, una vasta folla si è radunata nei pressi di uno dei palazzi presidenziali della capitale egiziana, reclamando a gran voce la fine del regime di Hosni Mubarak. Persino davanti alla moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita, si sono verificate cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno reagito con lanci di pietre e immondizia agli idranti, ai lacrimogeni e ai proiettili rivestiti in gomma utilizzati dalle forze speciali per disperderli.
OSCURAMENTO- E intanto, dalla notte internet risulta inaccessibile in tutto l'Egitto e da più parti si segnalano disturbi sulla Rete. «Oggi la rete Internet è inaccessibile in Egitto», ha fatto sapere la reception di un grande albergo della capitale. Informazione confermata da altre strutture alberghiere. E anche Seabone, il maggiore provider egiziano con sede in Italia, ha riferito che non si è registrato traffico in entrata e in uscita da mezzanotte e mezza, ora locale. Il governo sembra aver bloccato la principale arma degli attivisti. I social network sono stati fondamentali per l'organizzazione delle proteste cresciute in questi giorni . Bloccato anche il servizio di sms fra cellulari. La conferema arriva anche da Vodafone. L'operatore inglese ha fatto sapere che oggi il governo egiziano ha chiesto all'azienda di sospendere la copertura in alcune aree del Paese. E Vodafone ha fatto sapere che eseguirà la richiesta e che le autorità egiziane chiariranno la situazione a tempo debito. Sarebbero almeno dieci i giornalisti arrestati, si legge sul sito di al-Masry al-Youm, secondo il quale la polizia avrebbe aggredito un gran numero di reporter, tra cui quelli della Bbc, di al-Jazeera, di al-Arabiya e di altri media locali e internazionali. L'emittente satellitare al-Jazeera ha dato notizia di quattro reporter francesi arrestati al Cairo, di un suo corrispondente, Ahmed Mansour, picchiato da poliziotti in borghese, di un reporter della Bbc ferito, sempre al Cairo, mentre seguiva le proteste. Il canale all news di Al Jazira, Mubasher, è stato «completamente oscurato in Egitto»: lo afferma un producer dell'emittente araba su Twitter. Reparti della polizia avrebbero inoltre aggredito due troupe della tv satellitare al-Arabiya nel centro della capitale, sequestrando il materiale filmato. In un momento in cui molti mezzi di cominicazione sono stati oscurati è difficle trovare conferme.
Idranti sulla protesta per le strade del Cairo (Ap
SCONTRI - Le verità sono quelle «battute» dalle agenzie. Ci sono notizie di incidenti anche ad Alessandria (dove migliaia di dimostranti si sono raccolti attorno all'ex parlamentare nasseriano Hamdiia Sabahi, possibile candidato alla presidenza) e manifestazioni ad al-Munia e a Suez. Un reporter della Bbc è stato ferito, a due troupe di Al-Arabiya è stato sequestrato il materiale filmato. Secondo Al-Jazeera, la polizia è intervenuta al Cairo all'esterno della grande moschea di al-Azhar dopo la preghiera islamica del venerdì per disperdere la folla. Cortei si stanno dirigendo in direzione di piazza Tahrir, nei pressi della presidenza del Consiglio e del Parlamento. È massiccio il dispiegamento delle forze di sicurezza nella capitale egiziana. Gli uomini dei reparti speciali sono posizionati in tutti i punti strategici, riferiscono testimoni citati dal sito web del quotidiano The Telegraph.
LE ALTRE PAZZE - Non solo al Cairo, ma in tutto l'Egitto il Venerdì della collera ha riscosso partecipazione popolare. Stando a quanto riferito dai diversi testimoni oculari, da Alessandria ad Assuan, da Suez a Mansoura, decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare. Le autorità non hanno invece fornito alcuna stima. La situazione in molti casi è precipitata rapidamente e dai semplici raduni e cortei seguiti alle preghiere del venerdì si è passati a scontri di piazza con le forze di sicurezza, tavolta anche molto violenti. Nella capitale gli agenti in assetto anti-sommossa hanno completamente occupato la centralissima piazza al-Tahir, teatro nei giorni scorsi delle manifestazioni più imponenti. Massicio il dispiegamento di poliziotti e soldati anche in altri punti, in particolare presso la sede della televisione di Stato e la moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita
ELBARADEI - L'ex direttore dell'Aiea non è formalmente a capo di alcun partito, ma ha formato un movimento, l'Associazione nazionale per il cambiamento, che difende la necessità di riforme democratiche e sociali. Nell'ultimo anno ElBaradei è stato oggetto di una virulenta campagna di diffamazione da parte del regime. Uomo austero, considerato fermo nelle sue convinzioni, ElBaradei, considerato anche dagli studiosi occidentali «credibile candidato» alle elezioni presidenziali del prossimo settembre, aveva suscitato la simpatia in gran parte dell'opinione pubblica egiziana. In particolare fra i giovani e le classi medie: anche all'estero, soprattutto in alcuni Paesi europei, si era guadagnato fama di coraggio e integrità per essersi opposto - quando era a capo dell'Aiea - al «teorema» dell'amministrazione Bush sull'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq.
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ARRESTI - Prima delle nuove manifestazioni, le forze di sicurezza hanno arrestato una ventina di attivisti dei Fratelli Musulmani, principale forza di opposizione: lo ha reso noto il loro avvocato, Abdel-Moneim Abdel Maqsoud, secondo cui si potrebbe in realtà trattare di un numero anche più elevato, giacché «è difficile calcolare la cifra esatta», ha affermato. Arrestati, nel raid notturno, anche i portavoce Essam El-Erian, Mohamed Mursi e Hamdy Hassan. Una fonte della sicurezza ha confermato che le autorità hanno ordinato un'operazione contro il gruppo nella notte: «Abbiamo ordini per un'operazione di sicurezza contro i Fratelli», ha detto a Reuters la fonte.
OPPOSIZIONE ISLAMICA - Finora i Fratelli Musulmani si erano mantenuti relativamente ai margini delle proteste di piazza contro il regime del presidente egiziano Hosni Mubarak, lasciando ai propri militanti libertà di scelta se parteciparvi o meno. Per oggi tuttavia avrebbero deciso di scendere pure loro nelle strade, dopo le preghiere del venerdì, seguendo l'esempio del più importante dissidente del Paese, ElBaradei, rientrato in patria giovedì. Il governo ha messo in guardia i giovani manifestanti perché non consentano ai Fratelli di strumentalizzare le proteste. Rappresentanti dell'opposizione come ElBaradei sostengono che il governo usi l'opposizione islamica come scusa per mantenere la stretta autoritaria. Gli attivisti puntano a organizzare venerdì la maggiore delle manifestazioni di questi giorni, ispirate da quanto successo in Tunisia.
MINACCIA - Venerdì si presenta come decisiva per le proteste contro Mubarak, le più gravi mai affrontata dal rais nei suoi oltre trent'anni di governo. Il ministero degli Interni del Cairo ha avvertito di voler prendere «misure decisive» per arginare le proteste, «in conformità alla legge». L'arresto dei membri dei Fratelli Musulmani ne un esempio. Il malcontento popolare ha da giovedì anche un volto moderato e - almeno agli occhi della comunità internazionale - credibile su cui convogliare le sue speranze di cambiamento: l'ex direttore generale dell'Aiea e premio Nobel per la pace, Mohammed ElBaradei, tornato in patria per partecipare alle proteste, che al momento hanno causato sette morti e decine di feriti. Non appena arrivato all'aeoporto internazionale del Cairo, ElBaradei ha subito cominciato la campagna per la sua candidatura a «guidare la transizione» del regime egiziano: «La volontà di cambiamento deve essere rispettata, il regime non deve utilizzare la violenza nelle manifestazioni: è un momento critico nella storia egiziana».
NELLA MOSCHEA - L'ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Mohammed ElBaradei, che era tornato in Egitto giovedì candidandosi a guidare la transizione, è stato fermato dalla polizia, riporta Al-Jazeera. La polizia ha usato manganelli per disperdere il cordone di manifestanti che si era formato attorno a ElBaradei per proteggerlo dall'intervento delle forze dell'ordine. I suoi sostenitori sono quindi stati picchiati dalle forze dell'ordine, che per disperdere la folla hanno anche fatto uso di idranti. Al momento dello scoppio dei duri scontri tra manifestai e la polizia presso la piazza della moschea di Guiza, il premio Nobel per la pace Mohamed Elbaradei si è messo al sicuro all'interno del luogo di culto. Lo riporta un fotografo dell'agenzia Afp.
CARICHE DAVANTI ALLA MOSCHEA - Al Jazira ha precisato che gli agenti hanno proibito a ElBaradei, rientrato ieri in patria, di allontanarsi dalla zona, il popolare quartiere di Giza dove nel frattempo erano divampati nuovo disordini. Al contempo, una vasta folla si è radunata nei pressi di uno dei palazzi presidenziali della capitale egiziana, reclamando a gran voce la fine del regime di Hosni Mubarak. Persino davanti alla moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita, si sono verificate cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno reagito con lanci di pietre e immondizia agli idranti, ai lacrimogeni e ai proiettili rivestiti in gomma utilizzati dalle forze speciali per disperderli.
OSCURAMENTO- E intanto, dalla notte internet risulta inaccessibile in tutto l'Egitto e da più parti si segnalano disturbi sulla Rete. «Oggi la rete Internet è inaccessibile in Egitto», ha fatto sapere la reception di un grande albergo della capitale. Informazione confermata da altre strutture alberghiere. E anche Seabone, il maggiore provider egiziano con sede in Italia, ha riferito che non si è registrato traffico in entrata e in uscita da mezzanotte e mezza, ora locale. Il governo sembra aver bloccato la principale arma degli attivisti. I social network sono stati fondamentali per l'organizzazione delle proteste cresciute in questi giorni . Bloccato anche il servizio di sms fra cellulari. La conferema arriva anche da Vodafone. L'operatore inglese ha fatto sapere che oggi il governo egiziano ha chiesto all'azienda di sospendere la copertura in alcune aree del Paese. E Vodafone ha fatto sapere che eseguirà la richiesta e che le autorità egiziane chiariranno la situazione a tempo debito. Sarebbero almeno dieci i giornalisti arrestati, si legge sul sito di al-Masry al-Youm, secondo il quale la polizia avrebbe aggredito un gran numero di reporter, tra cui quelli della Bbc, di al-Jazeera, di al-Arabiya e di altri media locali e internazionali. L'emittente satellitare al-Jazeera ha dato notizia di quattro reporter francesi arrestati al Cairo, di un suo corrispondente, Ahmed Mansour, picchiato da poliziotti in borghese, di un reporter della Bbc ferito, sempre al Cairo, mentre seguiva le proteste. Il canale all news di Al Jazira, Mubasher, è stato «completamente oscurato in Egitto»: lo afferma un producer dell'emittente araba su Twitter. Reparti della polizia avrebbero inoltre aggredito due troupe della tv satellitare al-Arabiya nel centro della capitale, sequestrando il materiale filmato. In un momento in cui molti mezzi di cominicazione sono stati oscurati è difficle trovare conferme.
Idranti sulla protesta per le strade del Cairo (Ap
SCONTRI - Le verità sono quelle «battute» dalle agenzie. Ci sono notizie di incidenti anche ad Alessandria (dove migliaia di dimostranti si sono raccolti attorno all'ex parlamentare nasseriano Hamdiia Sabahi, possibile candidato alla presidenza) e manifestazioni ad al-Munia e a Suez. Un reporter della Bbc è stato ferito, a due troupe di Al-Arabiya è stato sequestrato il materiale filmato. Secondo Al-Jazeera, la polizia è intervenuta al Cairo all'esterno della grande moschea di al-Azhar dopo la preghiera islamica del venerdì per disperdere la folla. Cortei si stanno dirigendo in direzione di piazza Tahrir, nei pressi della presidenza del Consiglio e del Parlamento. È massiccio il dispiegamento delle forze di sicurezza nella capitale egiziana. Gli uomini dei reparti speciali sono posizionati in tutti i punti strategici, riferiscono testimoni citati dal sito web del quotidiano The Telegraph.
LE ALTRE PAZZE - Non solo al Cairo, ma in tutto l'Egitto il Venerdì della collera ha riscosso partecipazione popolare. Stando a quanto riferito dai diversi testimoni oculari, da Alessandria ad Assuan, da Suez a Mansoura, decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare. Le autorità non hanno invece fornito alcuna stima. La situazione in molti casi è precipitata rapidamente e dai semplici raduni e cortei seguiti alle preghiere del venerdì si è passati a scontri di piazza con le forze di sicurezza, tavolta anche molto violenti. Nella capitale gli agenti in assetto anti-sommossa hanno completamente occupato la centralissima piazza al-Tahir, teatro nei giorni scorsi delle manifestazioni più imponenti. Massicio il dispiegamento di poliziotti e soldati anche in altri punti, in particolare presso la sede della televisione di Stato e la moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita
ELBARADEI - L'ex direttore dell'Aiea non è formalmente a capo di alcun partito, ma ha formato un movimento, l'Associazione nazionale per il cambiamento, che difende la necessità di riforme democratiche e sociali. Nell'ultimo anno ElBaradei è stato oggetto di una virulenta campagna di diffamazione da parte del regime. Uomo austero, considerato fermo nelle sue convinzioni, ElBaradei, considerato anche dagli studiosi occidentali «credibile candidato» alle elezioni presidenziali del prossimo settembre, aveva suscitato la simpatia in gran parte dell'opinione pubblica egiziana. In particolare fra i giovani e le classi medie: anche all'estero, soprattutto in alcuni Paesi europei, si era guadagnato fama di coraggio e integrità per essersi opposto - quando era a capo dell'Aiea - al «teorema» dell'amministrazione Bush sull'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq.
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ARRESTI - Prima delle nuove manifestazioni, le forze di sicurezza hanno arrestato una ventina di attivisti dei Fratelli Musulmani, principale forza di opposizione: lo ha reso noto il loro avvocato, Abdel-Moneim Abdel Maqsoud, secondo cui si potrebbe in realtà trattare di un numero anche più elevato, giacché «è difficile calcolare la cifra esatta», ha affermato. Arrestati, nel raid notturno, anche i portavoce Essam El-Erian, Mohamed Mursi e Hamdy Hassan. Una fonte della sicurezza ha confermato che le autorità hanno ordinato un'operazione contro il gruppo nella notte: «Abbiamo ordini per un'operazione di sicurezza contro i Fratelli», ha detto a Reuters la fonte.
OPPOSIZIONE ISLAMICA - Finora i Fratelli Musulmani si erano mantenuti relativamente ai margini delle proteste di piazza contro il regime del presidente egiziano Hosni Mubarak, lasciando ai propri militanti libertà di scelta se parteciparvi o meno. Per oggi tuttavia avrebbero deciso di scendere pure loro nelle strade, dopo le preghiere del venerdì, seguendo l'esempio del più importante dissidente del Paese, ElBaradei, rientrato in patria giovedì. Il governo ha messo in guardia i giovani manifestanti perché non consentano ai Fratelli di strumentalizzare le proteste. Rappresentanti dell'opposizione come ElBaradei sostengono che il governo usi l'opposizione islamica come scusa per mantenere la stretta autoritaria. Gli attivisti puntano a organizzare venerdì la maggiore delle manifestazioni di questi giorni, ispirate da quanto successo in Tunisia.
MINACCIA - Venerdì si presenta come decisiva per le proteste contro Mubarak, le più gravi mai affrontata dal rais nei suoi oltre trent'anni di governo. Il ministero degli Interni del Cairo ha avvertito di voler prendere «misure decisive» per arginare le proteste, «in conformità alla legge». L'arresto dei membri dei Fratelli Musulmani ne un esempio. Il malcontento popolare ha da giovedì anche un volto moderato e - almeno agli occhi della comunità internazionale - credibile su cui convogliare le sue speranze di cambiamento: l'ex direttore generale dell'Aiea e premio Nobel per la pace, Mohammed ElBaradei, tornato in patria per partecipare alle proteste, che al momento hanno causato sette morti e decine di feriti. Non appena arrivato all'aeoporto internazionale del Cairo, ElBaradei ha subito cominciato la campagna per la sua candidatura a «guidare la transizione» del regime egiziano: «La volontà di cambiamento deve essere rispettata, il regime non deve utilizzare la violenza nelle manifestazioni: è un momento critico nella storia egiziana».
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