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Anchorage

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martedì 25 gennaio 2011

Il costo sociale ed economico dell’insicurezza

Il costo sociale ed economico dell’insicurezza
Infortuni sul lavoro: un conto da più 40 miliardi di euro l’anno. Nel 2008, gli infortuni sul lavoro sono stati 874.940 (37 ogni 1.000 occupati). Considerando un costo per singolo infortunio di circa 50.000 euro, i costi economici e sociali hanno superato i 43,8 miliardi di euro, pari al 2,8% del Pil italiano dello stesso anno.
L’Eurispes stima che la riduzione del numero di infortuni sul lavoro genererebbe un risparmio economico compreso tra 438 milioni di euro (nell’ipotesi di diminuzione dell’1% del numero di infortuni), quasi 2,2 miliardi di euro (diminuzione del 5%) e circa 4,4 miliardi di euro (diminuzione del 10%).
28 miliardi di buone ragioni per ridurre l’incidentalità stradale. Nel 2008, il numero di incidenti stradali è stato pari a 218.963 (+0,04% rispetto al 2007) e ha causato il ferimento e la morte, rispettivamente, di 310.739 persone (-4,6% rispetto al 2007) e 4.731 persone (-7,8% rispetto al 2007). Il costo medio di un incidente stradale è pari a 131.600 euro (Istat). Quindi, il costo complessivo degli incidenti stradali nel 2008 è di 28,8 miliardi di euro. Il costo degli incidenti nel solo 2008, 28,8 miliardi di euro, equivale ad un costo pro capite per la collettività di circa 480 euro l’anno.
Secondo i calcoli dell’Eurispes, il risparmio economico che deriverebbe dalla messa in sicurezza della rete stradale e dal minor numero di incidenti potrebbe essere compreso tra 288 milioni di euro (nell’ipotesi di diminuzione dell’1% del numero di incidenti stradali), 1,4 miliardi di euro (diminuzione del 5%) e 2,8 miliardi di euro (diminuzione del 10%).
Incidenti sul lavoro e stradali: 72,6 mld di euro di costi economico-sociali. Il lavoro e la circolazione stradale sono i due àmbiti a più elevato impatto economico e sociale dell’insicurezza, stimabile per il solo 2008 a oltre 72,6 miliardi di euro, pari al 4,6% del Pil nazionale.
Insicurezza nelle infrastrutture energetiche. Con riguardo al settore dell’energia elettrica, una stima di una parte dei costi economici dell’insicurezza può essere realizzata considerando il numero, la durata e la frequenza delle interruzioni di corrente che si verificano annualmente sulla rete elettrica e causate, prevalentemente, da guasti sulla linea di alimentazione dell’utente o sulle linee ad esse connesse, guasti su reti interne di clienti e correnti d’inserzione di trasformatori e condensatori. Ci si riferisce, in particolare, alle interruzioni di corrente in bassa tensione, di durata superiore ai 3 minuti e senza preavviso, che, in quanto improvvisi e di lunga durata, arrecano maggiore danno economico all’utenza finale rispetto a interruzioni brevi (di durata inferiore ai 3 minuti) o interruzioni lunghe e brevi con preavviso.
Dato il numero medio di interruzioni subite da ciascun cliente in bassa tensione nel corso del 2007 (2,16) e il numero di clienti finali allacciati alla rete di distribuzione che hanno subìto tali interruzioni (35,8 milioni circa), è possibile stimare il numero complessivo di interruzioni di corrente senza preavviso e lunghe, in oltre 77 milioni (di cui il 33,1% al Sud, il 23,2% nelle Isole, il 17,1% al Centro, il 15,3% nel Nord-Ovest e l’11,3% nel Nord-Est), con un numero massimo di interruzioni di corrente in Sicilia, Campania, Lazio e Puglia (rispettivamente 14,6, 12,1, 7,4 e 6,5 milioni di interruzioni) e un numero di interruzioni inferiore ad un milione in Umbria, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.
Ipotizzando un costo economico medio per minuto d’interruzione di 50 centesimi, l’Eurispes ha stimato il costo complessivo delle interruzioni lunghe senza preavviso verificatesi nel corso del 2007 in circa 1 miliardo di euro (0,07% del Pil nazionale dello stesso anno). La realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento degli standard di sicurezza della rete di distribuzione elettrica consentirebbe di ridurre il rischio di interruzioni di corrente lunghe e senza preavviso e dei costi economici ad essi riconducibili, con un risparmio economico stimabile tra 10,3 milioni di euro (ipotesi di riduzione delle interruzioni elettriche dell’1%), 51,9 milioni di euro (riduzione del 5%) e 103,9 milioni di euro (riduzione del 10%).

estratto dal sito web http://www.eurispes.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1095:rapporto-italia-2010&catid=47:rapporto-italia&Itemid=222

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