Continuano a giungere tristi notizie dall’America. Dopo la clinica degli orrori di Philadelphia, agli occhi del mondo si pone un altro caso: Jordan Brown, un ragazzino di soli 13 anni che abita in Pennsylvania, è accusato di omicidio volontario plurimo aggravato. L’accusa è pesantissima e, se i giudici useranno il pugno di ferro, Jordan passerà il resto della sua vita in galera. Toccherà alla Corte Suprema della Pennsylvania decidere se sottoporre il piccolo a un regolare processo o farlo giudicare da un tribunale minorile. La difesa di Jordan chiede che il ragazzino sia processato da un tribunale minorile, cosa che gli garantirebbe la permanenza in carcere fino a 21 anni e poi la possibilità di un successivo reinserimento nella società. La Corte però tentenna: il fatto che Jordan si sia sempre professato innocente induce infatti la Corte a ritenere che il piccolo non sia in grado di assumersi la responsabilità delle sue azioni, quindi non degno del diritto di reinserimento.
Ma veniamo ai fatti. Nel febbraio 2009, quando aveva appena 11 anni, Jordan imbracciò il fucile del padre e freddò Kenzie Houck con un colpo alla testa. La donna era la compagna di suo padre e portava in grembo un bambino di 8 mesi. Il ragazzino, poi, fece come se nulla fosse: prese il bus, andò a scuola e lasciò che a fare la macabra scoperta fosse la figlia di Kenzie che aveva solo 4 anni. La madre di Kenzie vuole che il ragazzino venga trattato con tutta la durezza possibile: “Ha ucciso la mia bambina e deve pagare. Sapeva quello che stava facendo“. Il padre di Jordan, invece, continua a sostenere con forza l’innocenza di suo figlio.
Ma veniamo ai fatti. Nel febbraio 2009, quando aveva appena 11 anni, Jordan imbracciò il fucile del padre e freddò Kenzie Houck con un colpo alla testa. La donna era la compagna di suo padre e portava in grembo un bambino di 8 mesi. Il ragazzino, poi, fece come se nulla fosse: prese il bus, andò a scuola e lasciò che a fare la macabra scoperta fosse la figlia di Kenzie che aveva solo 4 anni. La madre di Kenzie vuole che il ragazzino venga trattato con tutta la durezza possibile: “Ha ucciso la mia bambina e deve pagare. Sapeva quello che stava facendo“. Il padre di Jordan, invece, continua a sostenere con forza l’innocenza di suo figlio.
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