Il Partito Pensionati è un partito politico italiano fondato a Milano il 19 ottobre 1987 da Carlo Fatuzzo.
Indice[nascondi]
1 Storia
1.1 Una collocazione moderata
1.2 Il passaggio a L'Unione e la scissione
1.3 Il ritorno nel centrodestra e il PdL
2 Valori
3 Controversia sul finanziamento pubblico
4 Risultati elettorali
5 Note
6 Bibliografia
7 Collegamenti esterni
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Storia [modifica]
Una collocazione moderata [modifica]
Dopo aver contribuito ad eleggere alcuni consiglieri regionali e provinciali in competizioni amministrative, prevalentemente nel nord Italia, il partito si fa notare alle elezioni europee del 1999 quando si presenta liste in tutte le circoscrizioni ed riesce a raggiungere lo 0,75% nazionale facendo eleggere il segretario Fatuzzo al Parlamento Europeo[1].
Il partito si ripresenta alle elezioni europee del 2004, riscuotendo l'1,1% su base nazionale ed eleggendo di nuovo un parlamentare europeo[2].
Da sempre schierato su posizioni moderate e di centrodestra (nel parlamento europeo aderisce al Partito Popolare Europeo e ha a lungo sostenuto le giunte regionali di centrodestra), il partito presenta propri candidati autonomi in alcuni collegi del Senato alle elezioni politiche del 1996 e del 2001.
In occasione delle elezioni regionali del 2005 sceglie alleanze diversificate regione per regione, talora col centrosinistra e talora col centrodestra.
Il passaggio a L'Unione e la scissione [modifica]
La rottura definitiva col centrodestra si consuma, però, il 6 febbraio 2006, dopo un incontro a Bologna tra Fatuzzo e Romano Prodi, quando il partito delibera di schierarsi (in vista delle elezioni politiche) con L'Unione: Fatuzzo, in tale circostanza, dichiara finita l'alleanza tra i pensionati ed il centrodestra, in quanto il governo Berlusconi ha "disatteso alcune promesse", riferendosi alla riforma pensionistica che posticipa l'età pensionabile a partire dal 2008[3]. In seguito a questa decisione, un gruppo di dissidenti esce dal partito, fondando la Federazione Italiana Pensionati Uniti - F.I.P.U., che rimane alleata del centrodestra.
All'indomani delle consultazioni, i risultati mostrano la riconferma sostanziale dei recenti consensi, che però non attribuiscono al partito alcun seggio, in quanto non ha superato il 2% previsto dalla legge elettorale e nella lista dei partiti della maggioranza miglior perdenti è stato superato dall'UDEUR di Mastella. Tra i partiti di maggioranza esclusi dal parlamento è quello che ha ricevuto più voti. I Pensionati raccolgono 334 mila voti alla Camera (0,9%) e 340 mila al Senato (1,0%). Il partito, tuttavia, non ottiene rappresentanti all'interno del Governo Prodi II.
In occasione del referendum costituzionale del 2006, il partito si schiera sulle posizioni del "No".
Il ritorno nel centrodestra e il PdL [modifica]
In una conferenza tenutasi il 20 novembre 2007 a Roma Carlo Fatuzzo ha dichiarato chiusa l'alleanza del Partito Pensionati con l'Unione di centrosinistra e annuncia l'adesione del partito al gruppo di Forza Italia nel Parlamento Europeo, decisione che è stata ratificata dall'Assemblea nazionale del partito, composta da 24 persone[4]Il Partito Pensionati è stato inoltre presente alla manifestazione del 2 dicembre 2006 a Roma contro la Finanziaria del Governo Prodi II[5].
Nei primi mesi del 2008 il partito ha dichiarato la sua confluenza nel Popolo della Libertà, il partito unico del centrodestra fondato da Silvio Berlusconi.
Alle elezioni politiche del 2008 tuttavia, nonostante la vittoria del PdL, il Partito non riesce a eleggere nessuno dei suoi rappresentanti né nelle liste PdL della Camera (nelle quali era candidato in Lombardia il vicesegretario Lino Miserotti), né del Senato (nelle quali era candidato il presidente nazionale Giacinto Boldrini, sempre in Lombardia). Nessun esponente viene nemmeno insignito di incarichi nel governo Berlusconi IV.
In seguito alla nascita del PdL (25 marzo 2009), il Partito Pensionati decide di non confluire. Alle elezioni europee del 2009 i Pensionati presentano una lista comune con La Destra di Francesco Storace, il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo e l'Alleanza di Centro di Francesco Pionati, il Polo dell'Autonomia[6].
Nel 2010, con le elezioni regionali, il Partito Pensionati si schiera col centro-sinistra in Lombardia (dove viene eletta Elisabetta Fatuzzo figlia del leader del partito), e in Emilia Romagna (nessun eletto ma è riuscito a presentare le liste solo a Modena riportando lo 0,91% e a Ferrara ottenendo l'1,19%); si schiera invece col centrodestra in Piemonte (con l'elezione di un consigliere, Michele Giovine), Liguria (nessun eletto), Lazio (nessun eletto) e Puglia (nessun eletto). In Campania il partito ha dato vita alla lista "Alleanza di popolo" insieme con altri movimenti locali ("Alleanza Democratica" di Nicola Turco, e "Noi Consumatori" di Angelo Pisani)[1] e ha sostenuto la candidatura del centrodestra. La lista ha eletto un consigliere, Roberto Conte ex-Verdi e ex-Margherita, rifiutato da altre liste per problemi giudiziari.
Valori [modifica]
Il programma del partito consiste nella tutela corporativa del pensionato e nel perseguimento di alcuni obiettivi basilari, come dare ai lavoratori la possibilità di trattenere i propri contributi in busta paga, dare un contributo alle famiglie che assistono anziani non autosufficienti, l'abolizione del cumulo di reddito fra coniugi per le pensioni dirette, portare al 100% la pensione di reversibilità del coniuge defunto (attualmente è al 60%), ottenere un rimborso dei contributi per chi non arriva all'età pensionabile, case di riposo dignitose e in numero sufficiente, abolire la lunga tempistica d'attesa per le visite ospedaliere, dare contributi alle associazioni di anziani e pensionati e alle Università libere e della Terza età.
Controversia sul finanziamento pubblico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce finanziamento pubblico ai partiti.
Nel libro "La Casta" (Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, Rizzoli 2007) vengono riportate le cifre dei rimborsi elettorali ricevuti dal partito di Fatuzzo in occasione delle consultazioni. Emerge come in occasione delle elezioni europee del 2004 il Partito dei Pensionati abbia ricevuto 180 Euro per ogni Euro speso in campagna elettorale[7].
Note [modifica]Indice[nascondi]
1 Storia
1.1 Una collocazione moderata
1.2 Il passaggio a L'Unione e la scissione
1.3 Il ritorno nel centrodestra e il PdL
2 Valori
3 Controversia sul finanziamento pubblico
4 Risultati elettorali
5 Note
6 Bibliografia
7 Collegamenti esterni
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Storia [modifica]
Una collocazione moderata [modifica]
Dopo aver contribuito ad eleggere alcuni consiglieri regionali e provinciali in competizioni amministrative, prevalentemente nel nord Italia, il partito si fa notare alle elezioni europee del 1999 quando si presenta liste in tutte le circoscrizioni ed riesce a raggiungere lo 0,75% nazionale facendo eleggere il segretario Fatuzzo al Parlamento Europeo[1].
Il partito si ripresenta alle elezioni europee del 2004, riscuotendo l'1,1% su base nazionale ed eleggendo di nuovo un parlamentare europeo[2].
Da sempre schierato su posizioni moderate e di centrodestra (nel parlamento europeo aderisce al Partito Popolare Europeo e ha a lungo sostenuto le giunte regionali di centrodestra), il partito presenta propri candidati autonomi in alcuni collegi del Senato alle elezioni politiche del 1996 e del 2001.
In occasione delle elezioni regionali del 2005 sceglie alleanze diversificate regione per regione, talora col centrosinistra e talora col centrodestra.
Il passaggio a L'Unione e la scissione [modifica]
La rottura definitiva col centrodestra si consuma, però, il 6 febbraio 2006, dopo un incontro a Bologna tra Fatuzzo e Romano Prodi, quando il partito delibera di schierarsi (in vista delle elezioni politiche) con L'Unione: Fatuzzo, in tale circostanza, dichiara finita l'alleanza tra i pensionati ed il centrodestra, in quanto il governo Berlusconi ha "disatteso alcune promesse", riferendosi alla riforma pensionistica che posticipa l'età pensionabile a partire dal 2008[3]. In seguito a questa decisione, un gruppo di dissidenti esce dal partito, fondando la Federazione Italiana Pensionati Uniti - F.I.P.U., che rimane alleata del centrodestra.
All'indomani delle consultazioni, i risultati mostrano la riconferma sostanziale dei recenti consensi, che però non attribuiscono al partito alcun seggio, in quanto non ha superato il 2% previsto dalla legge elettorale e nella lista dei partiti della maggioranza miglior perdenti è stato superato dall'UDEUR di Mastella. Tra i partiti di maggioranza esclusi dal parlamento è quello che ha ricevuto più voti. I Pensionati raccolgono 334 mila voti alla Camera (0,9%) e 340 mila al Senato (1,0%). Il partito, tuttavia, non ottiene rappresentanti all'interno del Governo Prodi II.
In occasione del referendum costituzionale del 2006, il partito si schiera sulle posizioni del "No".
Il ritorno nel centrodestra e il PdL [modifica]
In una conferenza tenutasi il 20 novembre 2007 a Roma Carlo Fatuzzo ha dichiarato chiusa l'alleanza del Partito Pensionati con l'Unione di centrosinistra e annuncia l'adesione del partito al gruppo di Forza Italia nel Parlamento Europeo, decisione che è stata ratificata dall'Assemblea nazionale del partito, composta da 24 persone[4]Il Partito Pensionati è stato inoltre presente alla manifestazione del 2 dicembre 2006 a Roma contro la Finanziaria del Governo Prodi II[5].
Nei primi mesi del 2008 il partito ha dichiarato la sua confluenza nel Popolo della Libertà, il partito unico del centrodestra fondato da Silvio Berlusconi.
Alle elezioni politiche del 2008 tuttavia, nonostante la vittoria del PdL, il Partito non riesce a eleggere nessuno dei suoi rappresentanti né nelle liste PdL della Camera (nelle quali era candidato in Lombardia il vicesegretario Lino Miserotti), né del Senato (nelle quali era candidato il presidente nazionale Giacinto Boldrini, sempre in Lombardia). Nessun esponente viene nemmeno insignito di incarichi nel governo Berlusconi IV.
In seguito alla nascita del PdL (25 marzo 2009), il Partito Pensionati decide di non confluire. Alle elezioni europee del 2009 i Pensionati presentano una lista comune con La Destra di Francesco Storace, il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo e l'Alleanza di Centro di Francesco Pionati, il Polo dell'Autonomia[6].
Nel 2010, con le elezioni regionali, il Partito Pensionati si schiera col centro-sinistra in Lombardia (dove viene eletta Elisabetta Fatuzzo figlia del leader del partito), e in Emilia Romagna (nessun eletto ma è riuscito a presentare le liste solo a Modena riportando lo 0,91% e a Ferrara ottenendo l'1,19%); si schiera invece col centrodestra in Piemonte (con l'elezione di un consigliere, Michele Giovine), Liguria (nessun eletto), Lazio (nessun eletto) e Puglia (nessun eletto). In Campania il partito ha dato vita alla lista "Alleanza di popolo" insieme con altri movimenti locali ("Alleanza Democratica" di Nicola Turco, e "Noi Consumatori" di Angelo Pisani)[1] e ha sostenuto la candidatura del centrodestra. La lista ha eletto un consigliere, Roberto Conte ex-Verdi e ex-Margherita, rifiutato da altre liste per problemi giudiziari.
Valori [modifica]
Il programma del partito consiste nella tutela corporativa del pensionato e nel perseguimento di alcuni obiettivi basilari, come dare ai lavoratori la possibilità di trattenere i propri contributi in busta paga, dare un contributo alle famiglie che assistono anziani non autosufficienti, l'abolizione del cumulo di reddito fra coniugi per le pensioni dirette, portare al 100% la pensione di reversibilità del coniuge defunto (attualmente è al 60%), ottenere un rimborso dei contributi per chi non arriva all'età pensionabile, case di riposo dignitose e in numero sufficiente, abolire la lunga tempistica d'attesa per le visite ospedaliere, dare contributi alle associazioni di anziani e pensionati e alle Università libere e della Terza età.
Controversia sul finanziamento pubblico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce finanziamento pubblico ai partiti.
Nel libro "La Casta" (Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, Rizzoli 2007) vengono riportate le cifre dei rimborsi elettorali ricevuti dal partito di Fatuzzo in occasione delle consultazioni. Emerge come in occasione delle elezioni europee del 2004 il Partito dei Pensionati abbia ricevuto 180 Euro per ogni Euro speso in campagna elettorale[7].
^ Elezioni Europee del 13 Giugno 1999 in Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 23-03-2010.
^ Elezioni Europee del 12 Giugno 2004 in Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 23-03-2010.
^ Giovanna Cavalli. «Fatuzzo. Il leader dei «nonni»: Silvio? Mi trascurava». Corriere della Sera, 09 02 2006, p. 6. URL consultato in data 23-03-2010.
^ Claudio Del Frate. «Assemblea del partito dei pensionati: arrivano in 24». Corriere della Sera, 26 11 2006, p. 13. URL consultato in data 23-03-2010.
^ «Mister Pensionati torna alla Cdl Prodi ha tradito». La Repubblica, 21 11 2006, p. 9. URL consultato in data 23-03-2010.
^ Nino Alongi. «La strana alleanza del governatore». La Repubblica, 04 05 2009, p. 1 sezione:Palermo. URL consultato in data 23-03-2010.
^ Rizzo, Stella, 2007, op. cit.
Bibliografia [modifica]
Sergio Rizzo - Gian Antonio Stella, La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili, Rizzoli, 2007. pp. 138-141 ISBN 8817017145
Collegamenti esterni [modifica]
Il programma del Partito Pensionati
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v · d · m Partiti politici italiani
Maggiori
Il Popolo della Libertà – Partito Democratico
Medi
Lega Nord – Unione dei Democratici Cristiani e di Centro/Unione di Centro – Sinistra Ecologia Libertà – Futuro e Libertà per l'Italia – Italia dei Valori
Minori
Radicali Italiani – Alleanza per l'Italia – Movimento per le Autonomie – I Popolari di Italia Domani – Noi Sud – Partito Repubblicano Italiano – Movimento Repubblicani Europei – Liberal Democratici – Alleanza di Centro – Partito Liberale Italiano – Partito Socialista Italiano – Partito della Rifondazione Comunista – Partito dei Comunisti Italiani – Federazione dei Verdi – MoVimento 5 Stelle – Popolari per il Sud – La Destra – Fiamma Tricolore – Partito Comunista dei Lavoratori – Movimento Associativo Italiani all'Estero
Regionali
Union Valdôtaine – Autonomie Liberté Democratie – Stella Alpina – Fédération Autonomiste – Moderati per il Piemonte – Südtiroler Volkspartei – Die Freiheitlichen – Süd-Tiroler Freiheit – Unione per il Trentino – Partito Autonomista Trentino Tirolese – Verso Nord - Popolari Uniti – La Puglia prima di tutto – Io Sud – Riformatori Sardi – Partito Sardo d'Azione – Unione Democratica Sarda – Forza del Sud
Sistema politico della Repubblica Italiana – Camera dei deputati – Senato della Repubblica – Parlamento europeo
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Pensionati"
Categoria: Partiti politici italiani (presente)
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