Mamma Ebe, all'anagrafe Gigliola Ebe Giorgini (Bologna, 1934), è una presunta santona e guaritrice italiana, fondatrice dell' "Ordine di Gesù Misericordioso" e condannata a sette anni di reclusione, con sentenza del 2008, dal Tribunale di Forlì per truffa ed esercizio abusivo della professione medica.[1] L' 11 giugno 2010 viene di nuovo arrestata, insieme al marito e ad un collaboratore con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'esercizio abusivo della professione medica e alla truffa aggravata; notificati anche altri 14 provvedimenti cautelari a carico di adepti e collaboratori della donna.
Biografia [modifica]
Fu soprannominata la "santona di Carpineta", in quanto nome del sito della sua casa-tempio presso l'omonimo paese tra le colline toscane di Pistoia.
La sua fondazione non fu mai riconosciuta dalla Chiesa. Negli anni ottanta operò nella zona di San Baronto in provincia di Pistoia, poi Borgo d'Ale in provincia di Vercelli e quindi Roma e Carpineta.
Mamma Ebe fu a più riprese posta sotto accusa dal 1980 al 1994: i suoi reati andavano dall'estorsione a poveri anziani malati con la promessa di una guarigione, alla persuasiva suggestione psicologica dei seguaci, spesso donne.
La sua vita ispirò, al regista Carlo Lizzani, il film omonimo, che venne poi presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985
Note [modifica]
^ La sentenza di condanna da Il Tirreno
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Mamma_Ebe"
Categorie: Nati nel 1934 Personalità legate a Bologna
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LA SENTENZA
'Mamma Ebe', all'anagrafe Gigliola Giorgini, è stata condannata in serata a sette anni di reclusione dal Tribunale di Forlì, dopo un'ora di camera di consiglio; il Pm Filippo Santangelo ne aveva chiesti dieci. Per gli altri 15 imputati, pene da sei anni (per il medico Mauro Martelli, che prescriveva le ricette di psicofarmaci) fino all' assoluzione per prescrizione dei reati. La sentenza riconosce i reati di truffa ed esercizio abusivo della professione medica, con l'aggravante dell'associazione a delinquere. I difensori hanno già preannunciato appello. "Mamma Ebe', all'anagrafe Gigliola Giorgini, 74 anni, nata a Bologna e conosciuta come la 'santona di Carpineta', era stata rinviata a giudizio insieme a un'altra quindicina di persone tra cui il marito Gabriele Casotto, 52 anni. Gli imputati erano accusati di una serie di reati tra cui, a vario titolo, associazione a delinquere per la commissione di esercizio abusivo della professione medica, somministrazione di medicinali pericolosi, falso ideologico in ricetta, truffa ai danni dell'Ausl di Cesena (che si è costituita parte civile), sequestro e maltrattamenti di bambini, «per motivi abbietti in danno di persone 'sofferenti' nel corpo o nell'anima».
Il Pm Filippo Santangelo, che ha depositato una memoria di 380 pagine per ripercorrere le accuse, nella requisitoria aveva chiesto dieci anni di reclusione per la donna (oltre a una sanzione di 10.000 euro), due anni per il coniuge e fino a sei anni e mezzo per gli altri imputati. Mamma Ebe si era presentata a fine gennaio davanti alla Corte confermando di aver fatto applicazioni con le mani ai 'pazienti' e di aver impartito la 'benedizione di san Michele Arcangelo', ma di non aver mai prescritto ricette o farmaci. «Non so nulla», aveva detto sulla provenienza di un miliardo di vecchie lire trovato sul suo conto. Da alcuni anni il suo quartier generale si era trasferito dalla lussuosa villa di Carpineta, sulle colline cesenati, a S.Baronto di Lamporecchio, nel pistoiese, meta dei 'pellegrinaggi della speranza'.
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I collaboratori, secondo l'accusa, mantenevano attivo tutto l'apparato della guaritrice: chi metteva a disposizione locali e abitazioni (una sede fu scoperta anche a Morlupo, in provincia di Roma), chi trasportava i pazienti negli ambulatori, chi acquistava medicinali, chi seguiva aspetti economici e beni immobiliari, chi si occupava di organizzare riti spirituali. C'era anche un medico, oggi cinquantenne, che per anni aveva vissuto nella sua comunità e che con le sue ricette riforniva l'associazione dei farmaci (utilizzati in campo psichiatrico) necessari alle 'cure', che venivano rivenduti a prezzo maggiorato perchè 'benedetti' dalla santona. Secondo le indagini condotte dalla polizia, i 'pazienti' venivano trattati con questi psicofarmaci e, indotti in soggezione, per poter essere 'efficacemente curati' dovevano privarsi dei propri beni e darli alla 'santona'.
Mamma Ebe - fondatrice dell»Opera di Gesù Misericordioso" un mix tra religione e medicina, cura del corpo e dello spirito - era finita in carcere nel gennaio 2002 ed era stata nuovamente arrestata due anni dopo nella sua abitazione-studio toscana. Ma i suoi primi guai con la giustizia risalgono al 1980. La sua figura ispirò anche un film al regista Carlo Lizzani, che lo presentò nell'85 alla Mostra del Cinema di Venezia.
dal sito web http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2008/04/09/news/mamma-ebe-condannata-a-sette-anni-1443035
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