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martedì 25 gennaio 2011

Popolari UDEUR


Popolari UDEUR, nato come Unione Democratici per l'Europa (U.D.EUR.) è stato un partito politico italiano di ispirazione centrista, nato nel 1999 da una formazione parlamentare con l'obiettivo di sostenere il Governo D'Alema I. Svolge la sua attività politica nell'ambito del centrosinistra fino al 2008, quando sfiducia il Governo Prodi II, e in seguito passa nel centrodestra.
Il partito, che aveva per simbolo un campanile, fu fondato da Clemente Mastella, in seguito al precedente tentativo di costruire un partito centrista, l'UDR, nel quale Mastella ha condotto un gruppo di cristiano-democratici provenienti dal CCD.
Dal 2000 collaborò organicamente con i partiti del centro-sinistra nella coalizione dell'Ulivo e dell'Unione, fino al 2008 quando provocò la caduta del Governo Prodi II per questioni di natura giudiziaria che coinvolsero Mastella e la sua consorte Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale della Campania. L'UDEUR non partecipò alle successive elezioni politiche né alle elezioni europee del 2009, candidando però il segretario nazionale Mastella nella lista del PDL per la circoscrizione sud.
Il 25 giugno 2010 il Consiglio Nazionale del partito ha approvato all'unanimità la proposta del segretario di dar vita ai Popolari per il Sud[1][2].
Indice[nascondi]
1 Storia
1.1 XIII Legislatura
1.1.1 La nascita nel 1999 dopo l'esperienza dell'UDR
1.1.2 L'adesione al centro-sinistra
1.2 XIV Legislatura
1.2.1 Dalla Margherita all'Alleanza Popolare
1.2.2 Il 2005, adesione e insofferenza nell'Unione
1.2.3 Mastella terzo alle primarie
1.3 XV Legislatura
1.3.1 Le elezioni 2006 e l'ingresso al Governo
1.4 La fine del governo e il "D-day"
1.5 Lo sfaldamento del partito
1.5.1 La diaspora degli udeurrini campani
1.6 Udeur con Udc per le Regionali in Abruzzo 2008
1.7 UDEUR col PdL per le Europee e Amministrative 2009
1.8 Nuovi problemi giudiziari per il partito
1.9 Fine dell'UDEUR e nascita dei Popolari per il Sud
2 Risultati elettorali
3 Congressi
4 Segretari
5 Presidenti
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Collegamenti esterni
//
Storia [modifica]
XIII Legislatura [modifica]
La nascita nel 1999 dopo l'esperienza dell'UDR [modifica]

sede udeur a Roma (aprile 2007)
Con la fine dell'Unione Democratica per la Repubblica (UDR) sancita il 24 febbraio 1999[3], l'ormai ex segretario Clemente Mastella imbastisce un duro scontro politico per mantere nome e simbolo dell'UDR[4].
In attesa che venga risolta la querelle legale, a metà marzo Mastella opta per la creazione dell'Unione Democratica per l'Europa[5] e il 20 presenta ufficialmente il nuovo simbolo e nome. Per Mastella, che rivendica ancora il titolo di segretario UDR, l'UDEUR è la versione elettorale dell'UDR in vista delle elezioni europee[6], ma gli altri componenti dell'UDR bollano l'iniziativa come una semplice scissione[7][8].
L'UDR comunque non esiste più per sfaldamento e a Mastella non resta tardiva che la soddisfazione di essere il titolare del simbolo[9].
Il 23 maggio l'UDEUR è ufficialmente costituito con Mastella alla segreteria e l'ex presidente della Camera Irene Pivetti presidente[10][11].
L'UDEUR debutta immediatamente alle elezioni europee del 13 giugno 1999 raccogliendo mezzo milione di voti (1,6%) ma dimostrando il suo radicamento e la sua forza elettorale soprattutto al sud e nelle isole (dove raggiunge punte di oltre il 6%).
In seguito a questi risultati positivi (soprattutto in Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata, Molise), l'UDEUR adotta una linea distintiva nella difesa del Mezzogiorno d'Italia, in contrapposizione alla Lega Nord di Umberto Bossi, ma senza eccessi.
L'adesione al centro-sinistra [modifica]
L'UDEUR lavora, in questo periodo, per la costituzione di un grande centro, mantenendo una posizione di autonomia verso i due poli ma, dopo circa un anno, stringe accordi con la coalizione dell'Ulivo di centrosinistra, guidata in questa fase da Massimo D'Alema, il cui governo in precedenza aveva già ricevuto la fiducia di Mastella e dell'UDR.
Così, alle elezioni regionali del 2000, l'UDEUR è parte integrante delle coalizioni di centrosinistra: non presenta liste in tutte le regioni, si attesta intorno all'1,5% (dato nazionale) ma radica sempre di più la sua forza al sud (in Campania è al 7%, in Basilicata al 7,4%).
"Siamo alleati di un centro-sinistra scritto col trattino, anzi col trattone", precisa spesso Mastella, che sostiene in modo convinto il ritorno al sistema proporzionale e l'accentuazione del ruolo degli organi assembleari (primi fra tutti i consigli regionali) a discapito degli esecutivi.
XIV Legislatura [modifica]
Dalla Margherita all'Alleanza Popolare [modifica]
L'alleanza con l'Ulivo prosegue e, alle elezioni politiche del 13 maggio 2001, l'UDEUR sostiene la candidatura al governo di Francesco Rutelli presentata dalla coalizione, aderendo al progetto federativo della Margherita presentando una lista unitaria insieme al Partito Popolare Italiano, a I Democratici e Rinnovamento Italiano, formazione che conquista il 14,5% dei consensi e costituisce gruppi parlamentari unici (80 deputati e 43 senatori).
Quando, però, la Margherita decide di andare oltre il progetto elettorale e di costituirsi come partito unico (luglio 2002), l'UDEUR non vi aderisce, preferendo proseguire il cammino per la propria strada e abbandonando i gruppi parlamentari unitari: non c'è però la consistenza necessaria per costituire gruppi autonomi e l'UDEUR finisce nel gruppo misto (con 6 deputati e 4 senatori).
In occasione delle elezioni europee del 2004, il partito prende il nome di Alleanza Popolare-UDEUR, in seguito all'adesione di Mino Martinazzoli (ultimo segretario della Democrazia Cristiana). La nuova formazione ottiene come risultato all'elezioni l'1,3% dei voti, ottenendo un solo seggio che, dopo la rinuncia di Mastella, va a Paolo Cirino Pomicino. In seguito, però, Martinazzoli abbandona l'alleanza e lo stesso Pomicino sarà espulso dal partito.
Nasce intanto la nuova coalizione del centrosinistra, L'Unione. L'UDEUR vi aderisce e cambia ancora simbolo e nome: nel simbolo campeggia un campanile (emblema del partito) su uno sfondo più chiaro, mentre il nome è ora Popolari UDEUR.
Il 2005, adesione e insofferenza nell'Unione [modifica]
In vista delle elezioni regionali del 2005, l'UDEUR pone qualche pregiudiziale alla coalizione chiedendo, come elemento essenziale per dare seguito all'alleanza, la presidenza di una delle principali regioni del sud (Campania, Puglia o Calabria). Il vertice dell'Unione non tiene in considerazione la richiesta: in Campania c'è l'uscente Bassolino (Ds), la Calabria va alla Margherita e in Puglia si tengono le primarie, col successo del candidato di Rifondazione.
L'UDEUR minaccia di uscire dalla coalizione e di presentarsi sola alle elezioni, con propri candidati alla presidenza di tutte le regioni. Ma la crisi rientra, il leader dell'Unione Romano Prodi e gli altri alleati riconoscono all'UDEUR lo status di partito con pari dignità e di essere un alleato "fondamentale" per la coalizione.
Si tengono le elezioni, l'UDEUR appoggia i candidati dell'Unione (che vince in 12 regioni su 14) e rafforza la sua consistenza: si attesta intorno al 2,5% sul dato delle regioni chiamate al voto, ma nelle regioni del sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia) è sulla media del 7,5%. Sandra Lonardo, moglie di Mastella, viene eletta Presidente del Consiglio Regionale della Campania.
Nel corso del 2005 il partito acquisisce nuove rappresentanze in Parlamento, accogliendo molti reduci di Forza Italia e della Casa delle Libertà, scontenti e smossi dalla sconfitta elettorale della CdL. I deputati dell'UDEUR, da 6 diventano 14 (5 provenienti da FI, 2 dalla Margherita, 1 dall'UDC); i senatori sono 5 (con un'adesione da FI).
Mastella terzo alle primarie [modifica]
A seguito dell'organizzazione delle consultazioni primarie per scegliere il candidato premier dell'Unione, Clemente Mastella decide di presentare la sua candidatura per presidiare il centro della coalizione, "un centro che diventi il vero futuro della politica". Le elezioni primarie si svolgono il 16 ottobre 2005 con sette candidati: Mastella arriva terzo, raccogliendo 196.014 voti (il 4,6% dei consensi), alle spalle di Romano Prodi (74,1%), che riceve l'investitura di candidato premier della coalizione, e di Fausto Bertinotti (14,7%).
Nella giornata delle votazioni, però, Mastella si rende protagonista di una serie di critiche nei confronti dell'evento, definendo le primarie come un "gioco fasullo". A scatenare la miccia è il fatto che, a metà mattinata, nel suo paese di residenza (di cui Mastella è anche sindaco), Ceppaloni, le schede erano già terminate e molta gente non aveva potuto votare. Il leader dell'Udeur accusa altresì di essere venuto a conoscenza che in alcuni seggi di Roma erano presenti schede già votate per Prodi e pronte per essere inserite nelle urne. Già in precedenza, Mastella aveva denunciato incongruenze nell'allestimento dei seggi sostenendo che erano stati costituiti in numero inferiore al Sud, dove il suo partito è più forte.
Questa fase di contrasto viene superata definitivamente nel gennaio 2006, quando il congresso nazionale conferma l'alleanza del partito con l'Unione e presenta le sue liste all'interno della coalizione di centro-sinistra guidata da Prodi.
XV Legislatura [modifica]
Le elezioni 2006 e l'ingresso al Governo [modifica]
Il 9 e il 10 aprile 2006 si svolgono le elezioni. Il centrosinistra vince per poche decine di migliaia di voti alla Camera dei deputati, dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CdL. Mentre alla Camera il risultato basta ad ottenere un ampio premio di maggioranza, al Senato la maggioranza dell'Unione è decisamente risicata.
Il risultato dell'UDEUR è fermo all'1,4% (534.000 voti alla Camera e 477.000 al Senato), riuscendo a superare l'1% soltanto nelle regioni del centro-sud. Non supera, pertanto, lo sbarramento nazionale del 2% previsto alla Camera per le liste coalizzate, ma partecipa comunque alla ripartizione dei seggi in qualità di "miglior perdente" (lista che ha raccolto il maggiore risultato al di sotto dello sbarramento), secondo la norma prevista dalla legge elettorale appena entrata in vigore. Elegge così 14 deputati, grazie anche ai deputati candidati per "diritto di tribuna" nelle liste dell'Ulivo.
Al Senato supera lo sbarramento regionale del 3% solo in Campania, Basilicata e Calabria e si verificano le condizioni per l'assegnazione di due seggi in Campania ed uno in Calabria. Lo stesso Mastella, finora deputato, viene eletto senatore. Nel Governo Prodi II, l'UDEUR rivendica inizialmente il Ministero della Difesa, ma il 17 maggio 2006, all'insediamento dell'esecutivo, Mastella viene nominato Ministro della Giustizia e Marco Verzaschi sottosegretario al Ministero della Difesa.
Mauro Fabris è il capogruppo alla Camera, mentre Stefano Cusumano diventa vicepresidente del Gruppo Misto al Senato, cui aderiscono i senatori UDEUR. Intanto, al Parlamento europeo subentra un nuovo rappresentante dell'UDEUR, Armando Veneto (che in seguito, tuttavia, lascerà il partito).
All'inizio del 2007, l'UDEUR partecipa ad un progetto di "Federazione Democristiana" insieme ad alcuni movimenti neo-democristiani e centristi, mentre, in occasione delle elezioni amministrative, stipula un accordo con il Partito dei Rumeni d'Italia per ospitare al suo interno rappresentanze rumene, in base alla comune ispirazione ai valori del cristianesimo.
La fine del governo e il "D-day" [modifica]
Nel corso della legislatura le posizioni dell'UDEUR si allontanano spesso da quelle del governo fino alle ripetute minacce di Mastella di uscire dalla maggioranza. Uno dei terreni di scontro è quello della riforma elettorale: l'UDEUR si schiera apertamente contro il referendum promosso da esponenti di entrambe le coalizioni volto a ripristinare un sistema sostanzialmente maggioritario e bipartitico.
Ma l'evento cruciale si verifica il 16 gennaio 2008, il cosiddetto "D-day" per l'UDEUR: in Campania vengono spiccati un gran numero di mandati d'arresto nei confronti di esponenti del partito, tra cui quello di Sandra Lonardo, moglie dello stesso Mastella, accusata di concussione ai danni del Presidente della Regione Antonio Bassolino in merito ad incarichi dirigenziali regionali. Nell'inchiesta sono indagati, tra gli altri, lo stesso Mastella e i due assessori regionali dell'UDEUR in Campania[12]. Quella stessa mattina, il ministro Mastella ha in programma una relazione alla Camera sull'attività del Ministero della Giustizia, con la quale annuncia le proprie dimissioni dal Governo: «Mi dimetto perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo. Avrei potuto operare sottili distinguo. Mi dimetto per essere più libero umanamente e politicamente»[13].
Le dimissioni, in un primo momento, vengono respinte da Prodi, ma Mastella - il giorno successivo - le conferma come irrevocabili, annunciando che l'UDEUR darà appoggio esterno al Governo[14]. Dopo la richiesta di un documento con il quale la maggioranza esprimesse solidarietà al ministro (che nella sua relazione aveva criticato l'operato di una parte della Magistratura) e dopo le ferventi critiche del ministro Antonio Di Pietro, Mastella rende più radicale la propria posizione e quella del suo partito.
Il 21 gennaio 2008 annuncia l'uscita dell'UDEUR dalla maggioranza, per le posizioni espresse da varie forze politiche in merito alla riforma del sistema elettorale, che non avrebbe dato rappresentanza ai piccoli partiti. L'UDEUR ritiene che non ci siano più le condizioni per far andare avanti il Governo in carica, attribuendo responsabilità in tal senso al Partito Democratico e al suo segretario Walter Veltroni. Il partito annuncia che voterà "no" alla fiducia qualora il Governo si presentasse per richiederla al Senato, dove la maggioranza è molto ristretta e la decisione dell'UDEUR sarebbe determinante[15].
Nella votazione della fiducia alla Camera dei deputati, il 23 gennaio 2008, i deputati dell'UDEUR non partecipano al voto così come annunciato in aula dal capogruppo Mauro Fabris. La scelta peraltro non comporta problemi per l'ottenimento della fiducia da parte del Governo Prodi.
Il giorno successivo, nella votazione al Senato, Mastella annuncia il voto contrario da parte dei tre senatori eletti nelle liste dell'UDEUR. Tuttavia, nella votazione, si dissocia il senatore Stefano Cusumano, che annuncia invece il suo voto favorevole alla fiducia in aperto contrasto con la scelta del suo partito: ciò fa scaturire una violenta reazione da parte dell'altro rappresentante dell'UDEUR in Senato, Tommaso Barbato, che provoca un malore a Cusumano. Quest'ultimo sarà poi espulso dall'UDEUR e approderà nel PD.
Al voto contrario dei senatori UDEUR si unisce anche quello di altri senatori decisi a passare con il centrodestra, come Lamberto Dini, così il Senato nega la fiducia al Governo e, dopo lo scioglimento delle Camere per l'impossibilità di costituirne uno nuovo, l'UDEUR stipula un accordo con il nascente Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi affinché i suoi candidati vengano ospitati nelle liste del PDL. L'accordo, tuttavia, non viene rispettato perché Berlusconi ritiene che i sondaggi provochino al suo partito un calo di consensi in caso di alleanza con Mastella. Così l'UDEUR tenta, ma infruttuosamente, il dialogo con l'Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini. Infine decide di non presentarsi alle elezioni.
Nel corso della campagna elettorale, Enrico Boselli offre a Mastella una candidatura per diritto di tribuna nelle liste del Partito Socialista, ma la proposta viene rifiutata.
Lo sfaldamento del partito [modifica]
In seguito all'uscita dalla coalizione di centrosinistra si apre all'interno dell'UDEUR un acceso dibattito che porta all'uscita dal partito di numerosi esponenti e gruppi. In particolare si verifica la scissione dell'intero gruppo UDEUR della provincia di Matera e di quasi tutto il gruppo regionale, che confluiscono nel nuovo movimento Popolari Uniti. Nella stessa regione Rosa Mastrosimone, consigliere regionale, ex vicepresidente nazionale dell'Udeur e commissario regionale di Puglia e Basilicata dal 2004 al 2008, fonda "Alleanza Democratici di Centro".
Nella stessa Regione Campania, ben quattro tra i sette consiglieri regionali, più il sindaco di Benevento e numerosi consiglieri delle province di Caserta e di Benevento lasciano il partito dando vita al movimento dei Popolari Democratici[16]. A Salerno invece il parlamentare Paolo Del Mese - insieme con un pugno di fedelissimi e al giovane collega umbro Gino Capotosti - trasloca nella Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza.
Lo stesso senatore Tommaso Barbato approda nel Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo, apparentato col PDL. Il capogruppo dell'UDEUR alla Camera Mauro Fabris invece passa direttamente al PdL. Numerose altre defezioni si verificano anche tra gli amministratori locali, soprattutto in Campania e Basilicata, dove l'Udeur era molto radicato. Lascia anche il vice di Mastella, Antonio Satta che in seguito aderirà alla Federazione dei Cristiano Popolari di Mario Baccini.
Secondo il blog di Beppe Grillo, le percentuali di voto previste per il partito di Mastella, nella campagna elettorale del 2008, vedrebbero proiezioni sfavorevoli: "per la prima volta un partito italiano registra intenzioni di voto negative. Fa perdere tra il 10 e il 12% dei voti a chi se lo prende". Questo spiegherebbe perché nessun apparentamento con tale lista sia stato ricercato o concesso da alcun partito, condannando l'UDEUR a confrontarsi con la soglia di sbarramento del 4 per cento alla Camera e dell'8 per cento al Senato.
La diaspora degli udeurrini campani [modifica]
Dalla contrarietà di alcuni militanti dei "Popolari UDEUR" alla linea di rottura rispetto al centrosinistra portata avanti dal segretario Clemente Mastella, nacquero i "Popolari Democratici". Guidavano la scissione i tre consiglieri regionali campani Nicola Caputo, Vittorio Insigne e Giuseppe Maisto, che sono stati per questo espulsi dall'UDEUR dal segretario regionale Antonio Fantini, rimasto fedele alla linea di Mastella. Hanno scelto di aderire all'Unione di Centro di Pierferdinando Casini[17]. Hanno aderito all'iniziativa scissionista Giacinto Russo, assessore della Provincia di Napoli; il segretario e capogruppo comunale napoletano Diego Venanzoni con l'assessore Bruno Terraciano e il consigliere Carlo Migliaccio; il Sindaco di Cardito Giuseppe Barra; l'assessore della Provincia di Caserta Giovanni Di Caprio ed il vicesegretario provinciale Giovanni Cusano, oltre ad un centinaio di consiglieri locali del Napoletano e del Casertano. Nel corso del 2008 i consiglieri regionali Giuseppe Maisto e Nicola Caputo hanno lasciato la neoformazione per aderire rispettivamente all'Italia dei Valori e al Partito Democratico. Dopo questi fatti, il resto del nucleo del partito si è fuso ai Popolari per la Costituente di Ciriaco De Mita, dando vita al Coordinamento Popolari - Margherita per la Costituente di Centro e aderendo all'Unione di Centro. Maisto ha successivamente abbandonato l'Idv per aderire alla nascente Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli[18].
Udeur con Udc per le Regionali in Abruzzo 2008 [modifica]
In occasione delle elezioni regionali in Abruzzo del 2008 l'Udeur ha scelto di allearsi con l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, correndo sotto le insegni comuni dell'Unione di Centro.
UDEUR col PdL per le Europee e Amministrative 2009 [modifica]
In vista delle elezioni europee del 2009, il 14 febbraio 2009 Mastella annuncia il raggiungimento del cosiddetto Patto di San Valentino[19]: alle Europee il segretario nazionale sarà candidato nelle liste de il Popolo della Libertà, ritenendo impossibile superare autonomamente il nuovo sbarramento del 4%. La scelta del PdL era maturata all'indomani del Consiglio Nazionale del 6 febbraio[20] e derivava dal comune riferimento al Partito Popolare Europeo[21]. Il patto prevedeva al contempo che i Popolari-UDEUR si sarebbero presentati alle elezioni amministrative con proprie liste nelle coalizioni del PdL.
Il patto non è gradito ad alcuni settori del partito[22] come a Benevento dove dal partito fuorisce Lealtà per Benevento[23], ma permette a Mastella di tornare ad essere europarlamentare con 111.648 voti di preferenza[24][25]..
Alle elezioni regionali del 2010 i Popolari-UDEUR si presentano in Campania, Lazio e Puglia all'interno delle coalizioni del centrodestra totalizzando 122.697 voti, pari all'1'71% dei voti validi delle tre regioni interessate. Il picco è raggiunto in Campania dove col 3,35% il partito elegge 2 consiglieri regionali. A questi vanno aggiunti il consigliere preso in Basilicata col cartello Lista per la Basilicata (13.913 voti, 4,33%) e il consigliere della Calabria eletto nel cartello Insieme per la Calabria (53.158 voti, 5,16%)[26].
Nuovi problemi giudiziari per il partito [modifica]
Nuovi problemi giudiziari per l'Udeur arrivano in concomitanza con un vero e proprio terremoto all'Arpac, l'agenzia dell'ambiente campano. L'operazione ha coinvolto politici, dirigenti della pubblica amministrazione, professionisti e imprenditori campani. Nell’inchiesta è risultata indagata anche la presidente del Consiglio regionale della Campania, Sandra Lonardo, destinataria di un provvedimento di divieto di dimora in Campania, dove svolge la sua attività istituzionale. Inoltre diversi ufficiali giudiziari sono entrati nella residenza della famiglia Mastella a Ceppaloni; nei confronti dell’eurodeputato, che si trovava a Strasburgo, è stato invece emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Fine dell'UDEUR e nascita dei Popolari per il Sud [modifica]
Pochi giorni dopo le regionali, il segretario Mastella afferma che ormai «ci sono le condizioni» per fare un «Partito del Sud»[27].
Nel giugno 2010 Mastella nel suo profilo Facebook si appella ai suoi amici per scegliere il nuovo nome dei Popolari-UDEUR fra «Popolari per il Sud» e «Partito Popolare Meridionale»[28].
Il 25 giugno il Consiglio Nazionale dei Popolari-UDEUR riunito nella sala dell'Assunta della Chiesa del Gesù a Roma, approva la proposta di Clemente Mastella di cambiare nome in Popolari per il Sud (PpS). Il partito in questo modo, a detta del suo leader, «intende colmare il vuoto politico nel sud a livello locale, confermando al contempo la strategica alleanza con il Pdl»[29].
Il nuovo partito mantiene lo stesso gruppo dirigente e la stessa sede centrale dei Popolari-UDEUR, mentre nel simbolo la scritta "Popolari per il Sud" sostituisce del tutto quella di "Popolari-UDEUR".
I PpS possono contare attualmente su un eurodeputato (il segretario Clemente Mastella[30][31]) e cinque consiglieri regionali[32][33][34][35], tra i quali la moglie di Mastella, Sandra Lonardo[36].
In settembre Mastella si è proposto come sindaco di Napoli[37].

Congressi [modifica]
Assemblea costituente - Roma, 23 maggio 1999
I Congresso Nazionale - Fiuggi, 15-17 marzo 2002
II Congresso Nazionale - Napoli, 18-20 febbraio 2005
III Congresso Nazionale - Napoli, 27-29 gennaio 2006
Segretari [modifica]
Clemente Mastella (1999-in carica)
Presidenti [modifica]
Irene Pivetti (1999-2002)
Ida Dentamaro (2002-2004)
Mino Martinazzoli (2004-2005)
Lorenzo Acquarone (2005-2006)
Federica Rossi Gasparrini (2007-2008)
Marilina Intrieri (2009-2010)
Romano Caratelli (2010-in carica)
Note [modifica]
^ Mastella: addio Udeur, nasce il nuovo partito. Si chiamerà Popolari per il Sud
^ "Popolari per il Sud" prende il posto dell'Udeur
^ L'Udr non esiste più Buttiglione la spunta Mastella "sfiduciato"
^ Mastella: sono io il capo dell'Udr
^ L'Udr si divide in due Mastella fonda l'"Ude"
^ Mastella presenta il nuovo simbolo Udr "È l'abito da festa per le Europee"
^ Cossiga dice addio a Mastella Europee, Cardinale capolista
^ Mastella - Cossiga duello in tribunale
^ Udr, fallisce l'ultimo assalto cossighiano per togliere il logo a Mastella
^ Assemblea costituente dell'UDeuR
^ Udeur, Mastella segretario e la Pivetti presidente "Pulizia etnica contro di noi"
^ Terremoto sull'Udeur campana, 23 arresti
^ Mastella indagato: mi dimetto E va all'attacco dei giudici
^ Conferenza stampa di Clemente Mastella
^ L'Udeur toglie il sostegno al Governo Prodi - conferenza stampa di Clemente Mastella
^ «Caserta, ex Udeurrini formano gruppo popolari democratici», Caserta Sette, 13 febbraio 2008
^ Caffè Procope “Popolari Democratici: rinascere da una costituente”
^ Campania: Maisto lascia IDV per Alleanza per l'Italia
^ Mastella è in pista con il Pdl - Corriere della sera da Agr
^ Consiglio nazionale dell'Udeur
^ Mastella apre al Pdl e accusa l'ex pm: con lui i magistrati sono stati più clementi
^ Mastella col Pdl, fuga dall'Udeur
^ E Mastella perde Benevento
^ Ho sconfitto chi mi voleva in clandestinità L'ex ministro: nessuno mi ha aiutato
^ Clemente MASTELLA
^ REGIONALI: UDEUR CONQUISTA 5 SEGGI. MASTELLA, FATTE ZEPPOLE SENZA FARINA
^ “I TEMPI SONO MATURI, SI AL PARTITO DEL SUD”
^ Mastella lancia sul Fb il «bando» per il nuovo nome del partito
^ «Mastella: annuncia fine Udeur e nascita di Popolari per il sud». Asca, 25 06 2010. URL consultato in data 26-6-2010.
^ Clemente MASTELLA
^ clementemastella.eu
^ Consiglieri Regionali del Gruppo Consiliare POPOLARI UDEUR
^ Falotico Roberto
^ Giulio SERRA
^ NIRO Vincenzo
^ LONARDO ALESSANDRINA
^ Mastella annuncia: «Mi candido a sindaco di Napoli. E faccio sul serio» per il entro-destra
Bibliografia [modifica]
Nico Perrone, Il segno della DC, Bari, Dedalo, 2002.
Voci correlate [modifica]
Provenienza dei politici attualmente nell'Unione Democratici per l'Europa (UDEUR)
Collegamenti esterni [modifica]
Registrazioni audiovideo integrali dell'UDEUR sul sito di Radio Radicale
L'inno dell'Udeur
Per chi suona il Campanile, inchiesta de L'espresso sull'utilizzo dei fondi del giornale di partito
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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Popolari_UDEUR"
Categorie: Partiti politici italiani (presente) Unione Democratici per l'Europa

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