Un referendum per il processo di pace
Il Sudan si separa, cristiani al sud islam al nord
Raggiunto il 60% dei votanti. Nel sud alle urne, al nord gli scontri e parte la rivolta dei prezzi come in Algeria e Tunisia.
di Sara Sartori
Il Sudan si separa, cristiani al sud islam al nord
Raggiunto il 60% dei votanti. Nel sud alle urne, al nord gli scontri e parte la rivolta dei prezzi come in Algeria e Tunisia.
di Sara Sartori
La Commissione elettorale per il referendum per l'indipendenza del sud del Sudan ha certificato la validità del voto. È stata infatti raggiunta la soglia del 60 per cento dei votanti, condizione necessaria per riconoscere il risultato della consultazione. «Questo dato è stato raggiunto e quindi non ci sono dubbi sulla legittimità delle elezioni in termini di numero di votanti», ha affermato l'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter che presiede un gruppo di osservatori indipendenti. L'intervista a Diego Marani, giornalista, curatore dei volumi “Scommessa Sudan” e “Darfur, geografia di una crisi”.
La sfida è grande, il Sudan, lo stato più grande del continente africano, dopo anni di guerra civile che ha prodotto milioni di morti, vota per l'indipendenza del Sud del Paese. Una tappa fondamentale dell'accordo di pace del 2005 per mettere fine al conflitto tra nord e sud. Dopo primi giorni di incertezza si è raggiunto il quorum dell'affluenza alle urne del 60% della popolazione con diritto di voto. Le tensioni però sono molto forti. Mentre il sud ricco di risorse petrolifere ha votato per l'indipendenza, nel nord si sono registrati scontri tra studenti e forze di polizia. I motivi sono sempre economici e si sposano con quelli che stano agitando Algeria e Tunisia. Anche il Sudan infatti sembra essere interessato dalla cosiddetta 'rivolta del pane'. In due città del nord gli studenti universitari sono scesi in piazza per protestare contro l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.
La rivolta del pane - Come riferiscono fonti ufficiali e testimoni, la protesta è scaturita ieri nelle università di Khartoum e Gezira contro gli annunciati tagli dei sussidi ai prodotti petroliferi e dello zucchero, bene strategico in Sudan. Altri prezzi di generi di prima necessità sono aumentati per via di un aumento globale dei prezzi alimentari e per la svalutazione della moneta locale. Secondo quanto riferiscono gli stessi studenti, nell'università di Khartoum la polizia ha malmenato i manifestanti, ferendone cinque e arrestandone un numero imprecisato. Sheza Osman Omer, membro del partito di opposizione Democratic Unionist Party a Gezira, ha detto che molte persone sono rimaste ferite negli scontri tra la polizia e gli studenti.
I debiti - Il governo del Sudan ha chiesto che i suoi 38 miliardi di dollari di debito vengano abbonati dai creditori internazionali prima che il sud sancisca la sua indipendenza. Lo ha dichiarato oggi l'ex presidente Usa Jimmy Carter da Juba, capitale della regione semi autonoma del sud del Sudan. «Una parte sostanziale (del debito, ndr) può essere eliminata in modo che le loro risorse limitate non vadano alle nazioni ricche, che credo possano certamente farne a meno». Il futuro del debito del Sudan è una delle questioni chiave da discutere nel processo di scissione tra i due Stati.
L'indipendenza del Sud - Tra i nodi da sciogliere oltre la gestione delle risorse petrolifere, i diritti della cittadinanza e il futuro della regione contestata di Abyei, dove negli ultimi cinque giorni sono morte almeno 76 persone. «Sul dopo referendum si possono fare solo supposizioni - Spiega Diego Marani - ci sono ancora diverse questioni aperte. Prima tra tutte il petrolio. Il Sudan è diventato un esportatore dell'oro nero, e se il maggior partner di questo businnes è la Cina e i principali pozzi sono nel sud del paese anche se, con un oleodotto lungo quanto l'Italia, il petrolio viene portato nel nord per poi essere venduto». Oltre dunque agli interessi economici nel futuro dei due eventuali paesi si dovranno gestire poteri, e spartizione territoriale, non è infatti ancora chiaro dove dovrebbe passare il confine che traccerebbe la nuova autonomia.(sara sartori)2011-01-13 13:55:02
dal sito web http://www.agenziami.it/articolo/7674/Il+Sudan+si+separa+cristiani+al+sud+islam+al+nord/
La sfida è grande, il Sudan, lo stato più grande del continente africano, dopo anni di guerra civile che ha prodotto milioni di morti, vota per l'indipendenza del Sud del Paese. Una tappa fondamentale dell'accordo di pace del 2005 per mettere fine al conflitto tra nord e sud. Dopo primi giorni di incertezza si è raggiunto il quorum dell'affluenza alle urne del 60% della popolazione con diritto di voto. Le tensioni però sono molto forti. Mentre il sud ricco di risorse petrolifere ha votato per l'indipendenza, nel nord si sono registrati scontri tra studenti e forze di polizia. I motivi sono sempre economici e si sposano con quelli che stano agitando Algeria e Tunisia. Anche il Sudan infatti sembra essere interessato dalla cosiddetta 'rivolta del pane'. In due città del nord gli studenti universitari sono scesi in piazza per protestare contro l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.
La rivolta del pane - Come riferiscono fonti ufficiali e testimoni, la protesta è scaturita ieri nelle università di Khartoum e Gezira contro gli annunciati tagli dei sussidi ai prodotti petroliferi e dello zucchero, bene strategico in Sudan. Altri prezzi di generi di prima necessità sono aumentati per via di un aumento globale dei prezzi alimentari e per la svalutazione della moneta locale. Secondo quanto riferiscono gli stessi studenti, nell'università di Khartoum la polizia ha malmenato i manifestanti, ferendone cinque e arrestandone un numero imprecisato. Sheza Osman Omer, membro del partito di opposizione Democratic Unionist Party a Gezira, ha detto che molte persone sono rimaste ferite negli scontri tra la polizia e gli studenti.
I debiti - Il governo del Sudan ha chiesto che i suoi 38 miliardi di dollari di debito vengano abbonati dai creditori internazionali prima che il sud sancisca la sua indipendenza. Lo ha dichiarato oggi l'ex presidente Usa Jimmy Carter da Juba, capitale della regione semi autonoma del sud del Sudan. «Una parte sostanziale (del debito, ndr) può essere eliminata in modo che le loro risorse limitate non vadano alle nazioni ricche, che credo possano certamente farne a meno». Il futuro del debito del Sudan è una delle questioni chiave da discutere nel processo di scissione tra i due Stati.
L'indipendenza del Sud - Tra i nodi da sciogliere oltre la gestione delle risorse petrolifere, i diritti della cittadinanza e il futuro della regione contestata di Abyei, dove negli ultimi cinque giorni sono morte almeno 76 persone. «Sul dopo referendum si possono fare solo supposizioni - Spiega Diego Marani - ci sono ancora diverse questioni aperte. Prima tra tutte il petrolio. Il Sudan è diventato un esportatore dell'oro nero, e se il maggior partner di questo businnes è la Cina e i principali pozzi sono nel sud del paese anche se, con un oleodotto lungo quanto l'Italia, il petrolio viene portato nel nord per poi essere venduto». Oltre dunque agli interessi economici nel futuro dei due eventuali paesi si dovranno gestire poteri, e spartizione territoriale, non è infatti ancora chiaro dove dovrebbe passare il confine che traccerebbe la nuova autonomia.(sara sartori)2011-01-13 13:55:02
dal sito web http://www.agenziami.it/articolo/7674/Il+Sudan+si+separa+cristiani+al+sud+islam+al+nord/
Nessun commento:
Posta un commento